avendoci solo raiuno a disposizione, sanremo

Quanto mi sta simpatico sto ragazzo, quando canta stonato Oh! Voglio una vita tranquilla LaLaLa, perchè da quando sono nato/che son spericolato OH! In particolare mi piace quando fa OH! e LaLaLa. E poi pazienza che è stonato, che a forza di cantanti perfetti ti dimentichi pure che sono degli esseri umani.

 

Update: nei commenti esce fuori spesso il nome del grande carciofo Fabrizio Moro. C’è poco da dire su di lui, quest’anno. Canzone sufficiente, uno stile troppo sfacciatamente Vasco. Se la scopiazzatura non è reato, allora va benissimo così.  Piuttosto, il premio Banalità di quest’anno – che l’anno scorso andò al Carciofo – va a ad una nuova giovane promessa (speriamo di No) della musica italiana. Io ancora mi chiedo come sia possibile arrivare a scrivere cose del genere. Sulla musica lasciamo pedere, c’è poco da dire, è una questione di gusti. Parliamo dei testi, perchè la Banalità è un concetto universale. Sono fuori gara tutti i testi che parlano di amore, perchè tanto sono tutti allo stesso livello, e una volta che ti metti a scrivere di Sensazioni, Occhi, Labbra, Battito del Mio Cuore finisce che si assomigliano tutti. Non puoi dire nulla, alzi le braccia e ti arrendi.

Il testo Banalità del 2008 va a quel fungo di Valerio Sanzotta, autore di un classico pezzo compilation (anche il nostro Carciofo Moro è bravissimo nei pezzi compilation) cioè uno di quei pezzi dove copi un po’ di qua e un po’ di là. Questo genio crea una accozzaglia di De Andrè,Guccini, De Gregori, Bob Dylan e qualcos’altro che non mi viene in mente. Il povero Sanzotta, essendo troppo giovane per affrontare con cognizione di causa le tematiche degli artisti a cui si ispira, crea un minestrone iperconcentrato e ci mette dentro di tutto, l’intera storia d’Italia degli ultimi cinquant’anni.  Qui il video. Ma noi non lo ricorderemo solo per questo. Rimarrà nei nostri cuori per gli stupendi versi che recitano: 

tra la luce che barbaglia e la casa che bisbiglia 
un sogno scolorava tra le ciglia
   

Io barbaglio di rabbia, ma cerco di non darlo a vedere. Lo stereotipo del giovane impegnato che si indigna con il libro di storia aperto sulla scrivania. Una menzione speciale anche a quei bravi ragazzi che si fanno chiamare “La Scelta” che avranno buone dosi del mio astio solo per il fatto di essersi presentati sul palco con un bongo a tracolla non amplificato, tanto per fare scena. L’apoteosi della Banalità Peace&Love viene raggiunta con i versi:

La foto di una nuova realtà 
Immagine del nostro tempo 
Un’onda che mi cambierà… dentro  
E mi sento un africano metropolitano 
Con gli occhi da orientale  
E il cuore di chi sa che andrà lontano 
La mia casa è un altopiano al centro di Milano
(…)
Io mi sento umano…io mi sento umano 
E guarderemo da lontano quello che eravamo 
Con la semplicità andremo via tenendoci per mano…
 

Il tentativo tristissimo di ossimoro con “africano metropolitano” nasconde il pregiudizio sciagurato che gli africani siano ancora tutti in capanne di paglia e fango, oppure vogliono davvero ispirarsi ad un cittadino di Johannesburg? Mistero. Resta comunque un temino delle scuole medie, di quelli che la maestra ti impone dopo aver fatto vedere un documentario dell’Unicef coi bambini che fanno il girotondo.

chi le playstation, chi le cisterne

Vogliamo smetterla di parlare dei due bambini caduti nel pozzo? Per favore, smettiamola. Caduti nel pozzo: Amen. Dice: ma come caduti nel pozzo? Cosa ci vai a fare nel pozzo? Vai a giocare nel pozzo? Ma ti pare? Sicuramente stavano scappando dal papà cattivo! Brutto e cattivo quello lì. Mica per giocare. Ecco perchè caduti nel pozzo. Anzi No, c’era un pedofilo che li rincorreva. Anzi No, un malato di aiddiesse con la bava alla bocca. Anzi No, c’era l’Influenza Aviaria in persona, guarda.

fosse successo a me

Fosse successo a me, come è successo a questo violinista di 27 anni, di inciampare in prossimità del palco e distruggere cadendo un violino Stradivari di trecento anni fa, mi sarei suicidato con le schegge di legno dello stesso violino conficcandomele negli occhi.

Siccome da cosa nasce cosa, vado a leggere la biografia del violinista in questione, che scopro essere mio coetaneo, talentuosissimo e pure figo (ma anche un po’ Claudiano Bisio, perchè sono invidioso). Aveva quattro anni quando gli hanno messo un violino in mano  – del fratello maggiore, che studiava violino – e quello senza aver mai studiato lo strumento, si è messo subito a suonare. A quattro anni era già un genio riconosciuto, a otto anni suonava con la Filarmonica di Londra, a 27 è famoso in tutto il mondo (e vabbè, inciampa sugli Stradivari).  

Io penso: e che culo, però. C’hai il talento del violino e lo scopri col violino del fratello. Magari ti davano in mano un flauto, facevi un bruttissimo piripiripiri e tutto finiva lì. E invece ti hanno dato un violino. Cosa facevo io a quattro anni? Urtavo con la fronte sul bordo dei tavoli della casa? Rincoglionivo davanti alla tv? Cercavo di non farmi calpestare? Cosa facevo? E cosa sarebbe successo se mi avessero dato in mano un.., che ne so, un oboe? Magari potevo scoprirmi il mago quattrenne dell’oboe dell’europa meridionale, no? Magari sono il talento sprecato del clavicembalo mondiale e non lo saprò mai.

manipolazione della comunicazione for deficienti

Va bene, adesso volete farmi credere che una maglietta diversa da far indossare al terrorista condannato a morte prima di fotografarlo non ce l’avevate? O una foto dove non storce la faccia ai flash come un gobo di notre dame mediorientale? Insomma, capiamoci: in un’epoca di manipolazione quotidiana delle informazioni, noialtri qui siamo cresciuti un po’ piú smaliziati di quanto pensiate, e ci mettiamo poco a intuire i tentativi di mettere in cattiva luce un Pinco Pallino qualsiasi, eh!

non ci sono piú i delinquenti di una volta.

I picciotti di Cosa Nostra che si scattano le fotografie in giro per Nuova Yorche come gli sbarbatelli in gita di quinta superiore. Che poi ti fanno la perquisizione a casa del sospetto picciotto, ti prendono le foto e le pubblicano sui giornali dopo che ti hanno arrestato. E tu da importante picciotto mafioso che ti credevi, fai la figura del pirla in mondovisione che sorride verso l’obiettivo.

E il ragazzetto col cuore stracciato dalla tipa che lo ha mollato, decide di riconquistarla con la mossa del graffitaro teppista romantico. Poi lo sgama la polizia e si scopre che a fare sta cosa lo aveva accompagnato addirittura la mamma.  

È morta pure la mamma di Fini, io adesso pretendo la stessa copertura giornalistica che c’è stata per mamma Berluscona. Esigo di nuovo foto ed editoriali e reportage dal funerale, voglio sapere chi c’era e chi non c’era a portare i fiori alla morta, e tutta la storia della signora in questione. Se questo non succedera’, allora c’aveva ragione Corrado Guzzanti a dire che “l’Italia non è nè di destra nè di sinistra, l’Italia è di Berlusconi”. E la cosa drammatica è che non è nemmeno colpa di Berlusconi, siamo proprio noi che a intervalli regolari c’abbiamo bisogno di trascorrere un ventennio attaccati alla giacchetta di qualcuno.   

E infine ci sono io che trascorro una lunga giornata insignificante a leggicchiare cartacce e scrivere mail. Una giornata che raggiunge il momento di massimo interesse quando il cucchiaino di plastica si piega nella tazza perche’ messo in una tazza di the troppo caldo. Per fortuna che ieri è arrivata la signorina, che gia’ scatta foto in giro per la citta’ e me la fa sembrare ancora piú bella.

cose random

Volevo vomitare delle righe contro il boicottaggio che vogliono fare nei confronti degli scrittori israeliani alla fiera del libro di torino, e qualche cosa l’avevo pure scritta, solo che poi non sono più tanto sicuro delle mie opinioni e il post è stato cestinato. Siamo gente che pensa e ripensa, noialtri. Mica ci fermiamo sulla prima cosa che ci viene in mente. Però sta cosa mi pare come quelli che bevono chinotto ma non coca cola sulla base di farneticanti ideologie antiimperialiste.

Va bene il paese civile e tutto il resto, ma qui già dopo quattro settimane mi parlano di piano previdenziale e dopo cinque mi prospettano un prolungamento del contratto e innalzamnto della moneta mensile percepita. Son cose.

A tutto questo poi si aggiunge che stamattina arrivo in ufficio e c’è un galletto che passeggia nella stanza, fatto entrare dalla finestra. E lo stupore non è che era dentro la stanza, lo stupore è che di solito viene fatto entrare più tardi, nel primo pomeriggio.

Quest’altro è un geniaccio. Vince il premio attenuante dell’anno.

Voialtri invece siete tutti dei gran porconi. Se state leggendo queste righe siete dei grandissimi sporcaccioni. Potrei portare diverse prove a sostegno di ciò ma mi limito a qualche pagina a caso delle chiavi di ricerca del mese scorso. Una e Due, solo per restare in argomento Culo. Per il mese corrente, poi, stiamo andando pure peggio.

la tristessa

La tristessa per l’evento politico freschissimo è tale che non c’avresti nemmeno le parole sulle dita per metterle sul blogghe, ma poi succede che scrivi lo stesso. La tristezza che poi non è solo tristezza, arrivati a questo punto diventa quasi Preoccupazione per tutti gli amici e i parenti che sono lì dove succedono tutte ste cose. Come venire a sapere di un terremoto che ha sgretolato le case di un paesello dove ci abitano persone a cui vuoi bene. Non è che puoi pensare Chissenefrega, io qui non c’ho Mastelli e Gasparri a cui dar retta. Non è che puoi pensare la monnezza è lontana, la puzza non arriva fino a qui. Anche da lontano ci sono pensieri amarognoli e previsioni catastrofiche con le quali scendere a patti.

E poi fatemi capire: quest’uomo ha solo 59 anni?

che munnezza di gente

I napuletani sono mariuoli fin dentro il midollo, eccetera eccetera. Sono nella merda fino agli occhi e chissà se ne verranno mai fuori eccetera eccetera. Appena possono farlo ti inculano eccetera eccetera. Ma vogliamo parlare delle persone perbene con la faccia  da persone perbene? Eh, ne vogliamo parlare?

Dunque: il capo del governo chiede a tutte le regioni di prendersi un po’ della merda di Napuli per cercare di superare l’emergenza, per evitare che tutta la massa di spazzatura venga smaltita illegalmente nelle discariche controllate dalla camorra, che quelli – i camorristi – cercano proprio l’emergenza per proporsi come risolutori del bordello. Cosa fanno allora i presidenti di Regione? Alcuni dicono Sì, altri dicono No. Benissimo, perfetto. Poi però c’è quel bel faccione di Formigoni presidente Lumbardo che afferma (e porca miseria non trovo l’articolo che riporta le dichiarazioni ma giuro di averlo visto coi miei occhi dire ste cose al tiggì): 

“Noi potremmo anche dare la nostra disponibilità a smaltire una parte dei rifiuti di Napoli, ma comunque i nostri impianti sono costruiti per smaltire rifiuti già differenziati, non la spazzatura come quella che si vede in televisione, lasciata a marcire per due settimane per strada”   

Innanzitutto facciamo uno scrosciante applauso al faccione di Formigoni, che a milano hanno raggiunto il 100% di raccolta differenziata, una cosa che manco in Svezia sono riusciti a fare. Sono così avanti che praticamente se gli dai una busta di bucce di banane miste a scatoli del latte, quelli non sanno dove metterla. Non come i napoletani che la portano per strada. Non è che sono razzisti, noo, capiamoci: quelli a milano sono così avanti che pure se si dichiarano fervidi cattolici (e quindi caritatevoli, solidali eccetera eccetera ) per quanto sono avanti – avantissimo! – non sanno come fare a smaltire una busta di bucce di banane.

Secondo me Formigoni con il suo faccione milanese da cummenda e panetùn si sta rivoltando tutte le notti nel letto perchè – poverino – lui ha studiato sul vangelo che dobbiamo aiutare il prossimo nostro, amarlo come fossimo noi stessi, però con sta cosa che sono avantissimi più avanti di tutti, rischiano di commettere un peccato. Lui che è tanto devoto che si era pure dichiarato vergine solo qualche anno fa, adesso non sa cosa fare per aiutare il prossimo suo. 

Che io dico, porca miseria: l’onestà intellettuale non conta nulla? Voglio dire: quanto è moralmente più avanti un Borghezio che appicca il fuoco alla stuoia dell’immigrato che dorme sotto al ponte? Che almeno sai perfettamente con chi hai che fare. Ma sta ipocrisia da faccia bella e golfino di cachemire col colletto della camicia precisino proprio non si può vedere, ti viene di andare lì a gettare un secchio di mandarini fra le strade di Lecco solo per vedere come vanno nel panico.

insomma, voglio dire

Andare a vedere una camera in affitto e trovarci una nigeriana pure simpatica che ti fa capire che la camera se la voglio è senza arredamento ma anche senza termosifone, e che se pure ti compri il termosifone poi ti devi fare il contratto del gas, ecco, tutto questo, diciamolo, può costare molto.

Consumare il pranzo davanti al computer che vuoi fare vedere quanto sei bravo a finire il lavoro entro il pomeriggio e il panino che ti si incolla sul palato e per un istante credi di morire – già vedi gli articoli sul giornale – morto per un panino al salame, sto salame – e poi invece scampare la morte, ecco, tutto questo può costare molto. 

Tornare a casa la sera e capire che il corridoio del tuo palazzo puzza nei giorni pari di polpette e marijuana e nei giorni dispari di spezie musulmane e ascella asiatica, ecco, tutto questo può costare davvero molto. 

Però. 

Però vedere la faccia del tuo collega James Blunt quando gli mostri le immagini della guerra della monnezza nel tuo Paese, e vedere l’interrogativo enorme sulla sua faccia, e tu che ti senti un profugo scampato alla guerra civile con i proiettili che ancora ti inseguono le natiche, ecco, tutto questo, non ha prezzo.

Sigla.

proprio non me lo spiego

Ma insomma, fatemi capire: perchè quella donna rapita e fatta a pezzi è per tutti i giornali “la figlia del notaio”? E se dovessero rapire la cugina di un parrucchiere? La sorella di un architetto? Eh? 

E poi, si può capire quanti bambini muoiono ogni anno schiacciati sotto i cancelli scorrevoli che escono dal binario? Ma cos’è: non si gioca più a nascondino? Tutti a far baldoria sotto i cancelli pericolanti?

Mah.

consigli per gli acquisti

Ah, che bello, finalmente una nuova scusa per spendere soldini: la cornice digitale. Coi negozi pieni di roba che già ce l’hai, che se pure ti impegni a trovare qualcosa di nuovo da regalare non la trovi, qualcuno doveva inventare la nuova cazzatina per risollevare gli istinti predatori natalizi, e porca miseria ci sono riusciti. La cazzatina è pronta si prevede che se ne impacchetteranno a migliaia nei prossimi giorni. Se ne sentiva proprio il bisogno, no? Io personalmente continuavo a girare per casa non sapendo proprio dove infilare le mie foto digitali per farle vedere agli amici. Ma adesso per fortuna il pericolo è scampato. Fiuuu, che paura, guarda, c’è mancato poco che mi trovassi con una scheda di memoria in mano senza sapere dove andarla ad infilare. Che me la sarei infilata in bocca e l’avrei masticata per lo spavento, guarda. Fiuuu.

Per il resto. 

Appena finito di leggere questo libro, lo si consiglia caldamente e (al contempo) si ammette che se ne subiranno le conseguenze stilistiche negli scribacchinamenti miei prossimi venturi. Ma 369 pagine sono solo per quelli che si affezionano ai personaggi di carta e non vogliono essere abbandonati dopo soltanto tre sere di lettura. Avvertimento.

ma se il principino

Ma se il principino viene sorpreso a graffitare i muri di Milano – con tanto di fotografie – ora, insomma, fatemi capire, andate a prendere il principino e portatelo in galera, no? Voglio dire, tutta la poesia dell’artista eversivo, che pure può ispirare una certa simpatia, non perde il suo significato se poi non ne subisci le conseguenze? No? Voglio dire, uno può pure compiere azioni illegali seguendo ideali magari in parte condivisibili – che ne so, di libertà, di arte, di scoglionamento metropolitano – ma l’azione di per sè  è bella perchè è rischiosa: se non è più rischiosa, che razza di azione eversiva è? Ah No, è vero, scusate: siamo nella casa delle libertà e facciamo tutti un po’ come cazzo ci pare.

cose da mettere in bocca

Un comico viene licenziato per alcune frasi volgari e gratuite pronunciate alla tivvù. Tu che non hai la tivvù, leggi le frasi sui giornali e pensi che quelle parole fanno davvero un po’schifo. Cacca e pipì in bocca a persone che non c’entrano nulla con quello che sta dicendo. Tanto per dire. Il comico dice che quella è satira, ma tu sta satira non la vedi per niente. Ti sembra tutto un po’  schifoso, e gratuito, e triste. Il comico non ti è simpatico (lo hai ascoltato troppe volte ripetere con orgoglio un suo tristissimo sketch sul matrimonio) e non ti piace nemmeno la censura.

Ma il punto non è questo.

Il punto è che già sai che presto si formeranno due coalizioni, da una parte quelli che urleranno Censura!Censura! con le mani fra i capelli e la bava alla bocca, e dall’altra parte quelli che diranno Ma Quale Censura, quell’uomo è un folle, va messo da parte. Già sai che le fazioni si prenderanno a cazzotti verbali e la storia verrà rivangata per mesi e anni, mentre il comico in questione con la corona di spine sul capo andrà per teatri a fare i miliardi.  

Chi da una parte, chi dall’altra, e giù cazzotti.

Ti viene da pensare che riuscire a restare in Italia vuol dire anche riuscire – quando accadono ste cose – a sentirsi da una parte o dall’altra. E’ quando non ci riesci più, quando ti pare tutto un prendere a schiaffi il vento, che cominci a chiederti cosa ci stai a fare.

dovrei restare in silenzio

Dovrei restare in silenzio per motivi miei scaramantici ma: posso dirlo? Un poliziotto uccide un ragazzo in autostrada e la nazionale italiana scende in campo col lutto al braccio? Eeeeehhh?!?! Tutti pensano: normale, una cosa è la conseguenza dell’altra. Posso dirlo? Normale una cippa! Un poliziotto uccide un ragazzo in autostrada e la nazionale italiana scende in campo col lutto al braccio. Sarebbe come dire – che ne so – che domani esplode una lavastoviglie a Varese e di conseguenza asfaltano una strada in provincia di Ascoli Piceno. Come se un contadino morisse investito da una vacca impazzita a Como e di conseguenza la nazionale di basket scendesse in campo con una sciarpa al collo. 

E comunque, ai botteghini, primo posto per "Matrimonio alle Bahamas", secondo posto "Come Tu mi Vuoi".

siamo pari

Adesso pure i tifosi fascisti hanno il loro martire da celebrare in giro e da usare per parlare a vanvera di giustizia e di vendetta. Dopo la beatificazione di Carlo Giuliani santo patrono di Genova, adesso arriva anche Gabriele Aquila nel Cielo. Tutti sti fiori, tutta sta partecipazione, tutta sta fratellanza fra gli ultrà ricorda scene già viste in altri colori e sotto altri nomi. Tutti egualmente bacati nel cervello al punto di non vedere la realtà per quella che è: un errore che non doveva essere e che invece – purtroppo – è successo.

come tu mi vuoi

Si ripropone il tema della finta racchia di cui ho già blaterato per la serie televisiva Ugly Betty anche nel nuovo film "Come Tu Mi Vuoi", in uscita in questi giorni, un film dove la finta racchia sarebbe l’attrice Cristiana Capotondi. In pratica se ho capito bene la racchia sarebbe la Capotondi a cui vengono aggiunti di un paio di occhiali, qualche pelo in faccia e forse anche una confezione di brufoli artificiali. Poi succede che la racchia si innamora del Vaporidis di turno e allora si da un’aggiustatina e così all’improvviso da brutta che era, diventa bella. Si ripropone dunque il tema della racchia che sotto sotto racchia non è, che è racchia ma solo in modo stereotipato. Si riprone sta storia della finta racchia (una ragazza carina, la Capotondi) che se si da un’aggiustatina, diventa attraente (ma era già attraente da prima). 

Di nuovo quello che mi viene da dire è: cari sceneggiatori, ve le porto io un paio di belle cozze di prima categoria, di quelle cozze irrecuperabili, e voglio vedere se ci fate fare un film col Vaporidis. Voglio vederlo al Vaporidis che infila la lingua in bocca a certi catamarani che vi proporrei io. Voglio vedere se riuscite a far passare l’idea che basta curarsi un po’ per sembrare più carine, l’idea che la bellezza è dentro ognuno di noi e bla bla bla. Ve le porto io certi rottami indefinibili che non avete nemmeno idea, e vediamo proprio cosa riuscite a fare.