cose che uno non ci pensa

Insomma, c’è gente che davvero lavora in una cosa che si chiama “human resources”.

Cioè, che poi non è colpa loro. Perchè c’è gente che prima di loro ha deciso di chiamare questa funzione “human resources”. Quindi è colpa di quelli che c’erano prima.

Che tu la leggi in inglese, e suona assurda. La rileggi in italiano, “risorse umane” e su quell’“umano” ti vengono in mente i reperti arecheologici umani, I teschi nei musei, I plastici che compri il primo numero in edicola con il modellino dei polmoni .

Risorse umane. C’hanno ragione loro, eh, ché di quello si tratta. Il nome è onesto. Però tu ugualmente pensi ai teschi umani, e al fatto che se esistono le risorse umane allora ci sono le risorse bovine. Le risorse gallinacee. E infatti ci sono, ma non le chiamano così.

se si sfracella taricone

Se si sfracella Taricone ti dispiace, ecco cosa.

Come fosse un tuo amico del paesello che non ci parlavi tanto, ma lo conoscevi di vista. E’ impossibile che non faccia questo effetto. Muore pure quello degli Swatch, ma chi se ne frega: chi lo aveva mai visto in faccia? Chi lo aveva mai visto mangiare la pasta? Chi lo aveva mai visto uscire dal cesso? Ecco qual’e’ davvero il potere della televisione.

Ti parleranno di sondaggi e influenze sulle tornate elettorali: tu invece pensa a Taricone. Che si fa la tenda dietro al divano per sfuggire alle telecamere.

cose, ventisetteseidieci

Dice uno che conosco, della Bosnia, che in Bosnia di musica italiana conoscono i Jalisse.

Mi dice una spagnola, perché non vuoi imparare a ballare latinoamericano? Rispondo con una serie di cose – poi guardo il deejay latinoamericano che mette i dischi latinoamericani, vestito di bianco con la collanazza metallica, capelli ingelatinati cresciuti sulla nuca e tenuti fermi sul cranio dagli occhiali da sole – e provo a farmi venire la parola tamarro in inglese, e non mi viene, in inglese. Come si dice tamarro in inglese?

E poi non è che mi devono essere simpatici tutti, per forza. Per esempio tu hai i peli che ti escono dalle narici del naso. Ora, io non sono troppo pignolo, ma se tu accetti di andare in giro con i peli che ti escono dalle narici, allora io mi pongo un problema. Perché se tu non affronti quei cespugli di peli dalle narici, vuol dire che in generale sei uno che non riesce a percepire anche altre cose della propria esistenza. Sei uno che perde i dettagli. Che li ignora. Ci sono dettagli della tua esistenza che tu ignori. Sei uno che la propria esistenza c’ha i peli che escono dalle narici.

cose che se ne poteva fare a meno

Altre cose di cui si poteva benissimo fare a meno, di cui avrei voluto scrivere nei giorni scorsi e poi invece ho dimenticato (a dimostrare che anche del mio scrivere, se ne potrebbe fare a meno).

Numero uno. La nuova pubblicita’ del mangime dei gatti fatta da Oliviero Toscani. La non creativita’ di Oliviero Toscani ormai si avvicina molto (ma senza raggiungerlo) a quella di Luttazzi, solo che per ogni cazzo di Luttazzi, Toscani ci mette invece le tette, di solito mulatte.

Numero due. Il ritorno dei 99 posse con un singolo che tanto per cambiare parla di antifascismo e che comunica il concetto che loro per chi non lo sapeva, sono antifascisti.

va bene così

Dice la mia capa spiandomi la faccia, stai sorridendo, non è così usuale vederti sorridere. Io che non avevo motivi per sorridere, sorridevo solo perché certe volte al lavoro mi sembra brutto mantenere una espressione neutra per troppe ore, allora prima di girare gli angoli in corridoio, o prima di entrare in una stanza, faccio le smorfie e monto su un mezzo sorriso. Non è usuale vederti sorridere – comunque, mi dice.

E il discorso finisce lì, anche se io volevo dirle No Aspetta, Parliamone. Io non ho voglia di sorridere la mattina appena arrivo, sai? Cioè, a volte succede, ma è raro. Molto più spesso non mi va. Anzi mi chiedo, mentre ticchetto sul computer, come si fa a ridere ogni mattina. A sghignazzare. Non mi da fastidio per niente. Fate fate pure, ma io mi chiedo come sia possibile. Anzi la domanda sarebbe un’altra. Anzi, non sarebbe neanche una domanda.

Sarebbe solo da dire: io Questo Sono. Cioè, mi togliessero questo broncio, non so cosa rimarrebbe. Mi togliessero tutte le cose che ho avuto con un broncio nella mia vita – la mia letteratura con il broncio, e la musica con il broncio, l’interesse per le persone con il broncio, la mia esistenza attorno all’adolescenza con il broncio, le mie prospettive con il broncio, tutto questo disseminato pure di momenti in cui invece ridevo – ecco, non so proprio dire cosa rimarrebbe.

due giorni in salento

Due giorni in Salento, torno abbronzato e dopo aver incontrato 1) coppia amici di cui lei appena gravida con pancia che ancora non si vede, o forse si vede, o forse è solo stitichezza 2) conoscente maschio che cammina mano nella mano con ragazza col pancione, 3) altra conoscente femmina che tiene in braccio una bambina che non parla, ma quasi, mi informa che è sua. Seduto in spiaggia da solo osservo madri e padri che chiedono ai figli di uscire dall’acqua ma quelli se ne fottono e non escono, si girano proprio dal’altra parte, penso che io al massimo una volta potrei chiederlo, e poi vengo lì a passi pesanti e ti prendo per il naso – però mentre lo penso mi dico che non è possibile nessuno di loro lo faccia, forse è una cosa che ti prende quando sei madre/padre che lasci tuo figlio prenderti per scemo, e quindi io dalla mia condizione di non prolificato, non lo so. Ho visto un Ipad dal vivo, in aereo.

il fu luttazzi

Che Luttazzi soffrisse di scarsa creativita’ da queste parti lo si sospettava da tempo, qui e qui. Un tonfo di tali dimensioni pero’ non se lo aspettava nessuno.

Invece di leggere le centinaia di battute copiate – a volte interi monologhi lunghi minuti – basterebbe vedere questo video. Per anni i fan hanno sostenuto che la sua volgarita’ fosse imprescindibile “perche’ voi siete ignoranti, la satira si fa cosi’” (non proprio vero); oppure, a chi non apprezzava rispondevano con deliri fuori luogo del tipo “preferisco lui alle battute di Zelig o chi ride al Bagaglino” che e’ un comodo modo di sgusciare dal discorso.

Oggi del personaggio resta forse solo cenere. Ma cosa resta da dire oltre Luttazzi? Che usava i “cazzi” come le tette al Bagaglino, eppero’ lo si definiva ugualmente arguto e cinico. Intelligente. (oggi lo sappiamo invece disonesto, e cosi’ tanto da far sorgere dubbi pure sull’intelligenza). Perche’ tutto sto favore, dunque?

Il fattore antiberlusconista certamente lo riparava da giudizi ponderati, ma questo non spiega tanta benevolenza, e per cosi’ tanti anni. Era capace di scegliere bene le battute di altri? Forse. O forse semplicemente parlava veloce, col piglio di chi la sa lunga. Con la faccia un po’ bruttina del secchione. Che siccome ha quella faccia, e’ di certo intelligente. E arguto. In un mondo dove conta il Come molto piu’ del Cosa, il suo piglio era un Come molto molto efficace. Uno che parla cosi’, certamente la sa lunga. E’ intelligente. E’ forse meglio di me. Allora lo apprezzo. Se lo attaccano, invento tutta una serie di giustificazioni che lo pongono (e quindi MI pongono) al di sopra di chi non lo apprezza. Una proiezione di se’ sul vincente, come il tifoso di calcio?      

stare in mezzo

Stare in mezzo alla gente – non importa quale gente – per te significa sempre che la testa ti funziona bene per le prime due ore, e poi dopo sbadigli.

Ti chiedi quante ore una persona normale sia capace di stare con gli altri. Quanto tempo siano capaci di tenere “la porta aperta”. Le orecchie aperte, gli occhi aperti. Senza perdersi come fai tu a osservare le foglie mosse dal vento cinquanta metri piu’ in la’. Come un ebete.

Te lo chiedi, eppure hai gia’ la risposta tra le mani, perche’ a diverse latitudini noti con disappunto che tutti sono molto piu’ bravi di te. Che resistono molto di piu’. Da sempre sei quello che quando si esce poi vuoi tornare a casa prima. E che se lo fai, poi passi il tempo a chiederti perche’ tu vuoi tornare prima e gli altri invece No.

volevasi segnalare – se la legge lo permette allora ci provo

Quando al vulcano é scoppiato il brufolo sono rimasto a terra pure io. Tutto rimborsato, eh, pero’ mentre mi rimborsavano pensavo che in fondo non mi pareva giusto che dovessero rimborsare il biglietto per intero. Mi avessero chiesto di pagare una piccola penale, avrei pensato, insomma, il brufolo del vulcano non é colpa loro. Qua invece pagano tutto come fosse colpa loro. Oggi il capoccione di Rynair si incazza per quelli che hanno pagato 30 euro e ne vogliono 3000 di rimborso. Trovo simpaticissimi quelli che per colpa del vulcano vogliono pure il rimborso di vitto e alloggio.