I giapponesi derubati con il conto da 695 euro in un ristorante romano vengono invitati in Italia a spese del governo, e loro, enormi, scintillanti, mi verrebbe da dire “normali” ma siccome contrastano con tutto il resto devo dire enormi, scintillanti, cosa fanno? Rifiutano. Dicono “Sarebbe una spesa inutile fatta con le tasse del popolo italiano” e rifiutano. Ma allora cazzarola esiste la moralità. Va bene esiste in Giappone, però esiste. Che poi cosa mi vuole significare: ti invito in Italia a mie spese? E nessuno nota l’interinseco intento di concussione in questo? È il solito discorso che divide quelli del “cosa” da quelli del “quanto”. Loro sono quelli del “quanto”. Loro sono quelli che se muovi una critica, poi ti dicono che sei invidioso. Un atteggiamente che è come dire mi sei capitata davanti mentre camminavo, ti rifaccio la dentiera. Come dire i miei occhi hanno incrociato i tuoi occhi per un istante, ti compro un vestito nuovo. Tutti gli altri affoghino pure nella merda, e poi però da domani resta tutto uguale. Meno male che ci sono i giapponesi.
Archivio mensile:luglio 2009
(quasi) come il sole a mezzogiorno
Un altro dei vantaggi nel non avere FB, é che il giorno del tuo compleanno ti fanno gli auguri quelli che se ne ricordano perché se ne ricordano, e non perché c’hanno il reminder elettronico, o almeno si spera. Dopodiché devo ricordarmi di quello che diceva la Meisje qualche giorno fa scrutando il mio cranio, notando che sulla stessa superficie del mio cranio in questo momento storico riescono a coesistere allegramente un brufolino in faccia ed un capello bianco sulla tempia.
prevenire meglio che curare
Nell’ ideale scala di avantissimi precursori del futuro, da queste parti – in quanto rifiutatori vecchia scuola di FB – siamo anche piú avanti di Bill Gates.
Resta il fatto che tutti sti personaggi – e pure i commentatori alla notizia – rilasciano dichiarazioni solenni raccontando perché e percome sarebbe secondo loro meglio lasciar perdere FB (“andate ad abbracciare i vostri amici, accarezzate i vostri gatti”) ma nessuno di loro si chiede come mai ci sono entrati, in FB, pur non avendone mai avuto bisogno.
per vedere l'effetto che fa
Mi trovassi a viverci io, in una citta’ dove mettono limiti come questi, uscirei ogni pomeriggio di casa con l’intenzione malsana di muovermi lentissimo in pieno centro. Piano pianissimo, quasi fermo, peró non proprio fermo, che fermo non é permesso.
esco per strada a prendere un po' di aria
Esco per strada a prendere un po’ di aria, ché la mia camera è un buco, eppoi mi piace questo paesaggio che ho appena dietro la porta di casa: un lungo prato verde a dividere i due lati della strada e poi alti alberi che dall’alto della mia finestra vedo agitarsi al vento – e le foglie gialle, le foglie gialle che mi piacciono, ce ne sono anche adesso che non è autunno.
Esco per strada per prendere un po’ di aria e appena richiudo la porta dietro di me penso: le chiavi? Mi palpo i pantaloni e mi dico: le chiavi? Accavallo entrambi gli avambracci sulla sommità del mio cranio e mi ripeto: e le chiavi? Suono il campanello, ma lo so che non c’è nessuno. La padrona di casa a volte non torna per giorni. I cinesi e i filippini sono tutti andati via. Per una volta che mi sarebbero serviti…Ho un telefono in tasca, con il credito…? La vocina dice thirty-two cents. Benissimo. Chiamo la padrona di casa, le mando un SMS. Non ho il suo numero. Benissimo. Mi tocco di nuovo i pantaloni: le chiavi? Che faccio? Prendo il treno e vado a casa della Meisje? Non ho i soldi per il biglietto, e neanche i documenti. Be’, se mi arrestassero potrei trascorrere la notte al caldo, no? Meglio di No.
Il vicino di casa aveva letto un giorno la mia targa italiana e mi aveva salutato con un “Buongiorno!”. Che trascorreva tutte le estati a Riccione e un poco di italiano lo sapeva pure lui, ormai. Ho citofonato, mi ha aperto,mi ha riconosciuto, siamo andati insieme da suo fratello due case più in là.
Suo fratello aveva un neonato in mano che ha posato da qualche parte, ha aperto il suo camioncino di lavoro ed ha tirato fuori una scala. Una bellissima scala. Sulla scala sono salito io, e poi intrepido mi sono infilato nella finestra lasciata aperta della mia padrona di casa, ho visto il suo materasso posato direttamente sul pavimento, e la mancanza di libri lì attorno – sempre convinto, io, che ci debbano per forza essere dei libri attorno al letto, come le forchette attorno al piatto – e sono entrato in casa. Ho salutato la folla giù al marciapiede, donne e uomini e pure la neonata, e li ho ringraziati: avrei rischiato di dormire in strada, stanotte. E il barbaro-zio della neonata che mi dice Mannoòò, avresti dormito a casa mia.
Due giorni dopo la mia padrona di casa si presenta mentre apro il frigorifero e mi fa:
“Tu ogni tanto mangi certe insalate già pronte…”
“ Già”
“ Mi serve la confezione di plastica che hanno queste insalate, potresti perfavore ricordarti di..”
“Sì sì certo, te la lascio qui. Domani.”
“Perfetto, devo fare degli esperimenti”
“Aha”
“Vabè. Ciao”
“Ciao”
Ho visto il tuo materasso, pensavo, l’ho visto. Adesso mi dice che lo sa. Adesso me lo dice. Adesso mi dice, ho le prove che tu eccetera eccetera, sai la privacy, eccetera eccetera. Adesso me lo dice.
Non me lo ha detto, poi.
indovina indovinello
Chi ha un volo prenotato per le vacanze estive fra due settimane con quella compagnia aerea che ad un certo punto ieri pomeriggio gli hanno detto tu bella mia non voli più?
Sì, è lo stesso che verso Gennaio ha rischiato per colpa della stessa compagnia di diventare un ghiacciolo nella notte di Bruxelles.
la terza dolore e spavento
Non potrai dirti mediterronico certificato come il sottoscritto se non ti sei fatto almeno un paio di anni sulla Freccia Salentina Milano Lecce. Io ho dato il mio partendo da Bologna, trascorrendo lunghe notti di passione e di sapone olezzoso – quando andava bene, che il sapone c’era – e di carne da macello ammassata nei corridoi. Di biglietti venduti oltre le possibilità del treno e di vagoni aggiunti all’ultimo momento per starci dentro tutti. Ora finalmente, il giusto riconoscimento.
andiamo per ordine
Se va a prostitute, si deve dimettere? Non lo so. Forse, ma non ne sono sicuro. Non necessariamente, ecco.
Se di fronte all’evidenza dice che é tutto finto, una montatura: si deve dimettere? Se glielo fanno dire senza riempirlo di “ma va la’, e che c’ho scritto giocondo, in fronte?”, farei dimettere il popolo, prima di tutto.
in questi giorni
Mi sono tagliato un dito. Ho celebrato lo sbarco sulla luna in casa privata di (per me) sconosciuti. Ho ucciso due ragni su richiesta della Meisje. Ne ho mancato uno che si stava intrufolando nel letto e me lo ha fatto pesare: lei poi si è addormentata sul divano per la paura dei ragni. Ho abusato di cereali al cioccolato con il latte. Ho pedalato controvento in salita lamentandomi per scherzo. Ho spiegato dove si fa il prelievo di sangue ai felini. Sono andato al concerto di Regina Spektor: lei – Regina – si è incavolata per i troppi flash in faccia. Ho mangiato messicano in centro ad Amsterdam. Ho visto gente leggere libri sulle panchine della stazione dei treni, di notte. Ho fatto due conti e praticamente fra poco è Salento.
Ma come parli? Le parole sono importanti!
(il nuovo inno di baglioni per i mondiali di nuoto violenta la lingua italiana, si sgancia da ogni significato concreto o terreno, e comincia cosí):
e respiri l’anima
puoi sentire il battito dell’universo
un salto verso il culmine
oltre la vertigine
per sfiorare il margine dell’orizzonte
Tifoso laziale ucciso tifoso laziale ucciso tifoso laziale tifoso tifoso
E mi ripeto. Insistono ancora e ancora col “tifoso”. Lo scrivono tutti. Ma fatemi capire: stava tifando, quando lo hanno ucciso? No. Faceva a botte con altri ragazzi sul ciglio di un autostrada. Scappava via da una rissa. É tifo, questo? Non é tifo. Ma allora perché insistere col “tifoso”? Andava alla partita. E cosa c’ entra?
Perché i morti semplici non ci piacciono. Non fanno rumore.Ci piacciono invece i morti martiri che poi c’é tutto un gruppo dietro che si incazza si autofomenta e a distanza di anni fa le cerimonie e grida ve la faremo pagare. Dovessero un giorno – speriamo di no – uccidermi in autostrada, vorrei che i giornali parlassero di me come mangiatore di biscotti al cioccolato e rosicchiatore compulsivo di unghie. Come gesto di pace, proprio.
scioperanti
Quelli che si fanno chiamare “popolo dei blogger” sono oggi in sciopero per una legge che dice tante cose – non entro nel dettaglio – ma che dice soprattutto una cosa (ed é per questo soprattutto che i blogger – i blogger? – scioperano). Un articolo della legge dice che nel caso di un post o commento potenzialmente diffamatorio….
"Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono".
Se non lo fai, ci sono svariate migliaia di euro di multa. La critica predominante all’articolo é la seguente:
"pretendere che un blogger per diletto in vacanza, se disconnesso per più di 48 ore, corra il rischio di dover pagare 25 milioni di vecchie lire per non aver rettificato un post asseritamente diffamatorio, sembra eccessivo"
Tutta da verificare é l’esistenza del blogger che non si connette per piú di 48 ore. Magari esiste davvero, eh, chi lo sa. Detto questo, bisogna capire cosa é piú grave: un mondo dove puoi diffamare chi vuoi e rettificare se e quando ti pare, o un mondo dove se diffami e subito dopo te ne vai in vacanza per una settimana in una sperduta isoletta del Pacifico che le notizie ti arrivano solo in bottiglia, poi ti tocca pagare 15mila euro di multa.
la mia padrona di casa
La mia padrona di casa – una donna cinquantenne coi capelli rossi corti e ingelatinati che vive in una camera sotto la mia – da qualche settimana ha preso una sbandata new age. La finestra della sua camera da’ sulla strada e la porta è per metà di vetro, per cui vedo tutto. La sbandata new age consiste nell’assumere posizioni tipo preghiera, in piedi, ma con un piede sollevato e appoggiato al ginocchio. A volte anche con i Coldplay in sottofondo. Per delle ore. Che io esco, torno, ed è ancora lì.
unendomi anche io all'applauso
e ogni volta
E ogni volta che guardiamo un film con la Meisje che includa fra i protagonisti anche Nicolas Cage, rivanghiamo con la Meisje il primo capitolo di Allegro Occidentale di Francesco Piccolo, dove lui Francesco Piccolo parla di quella volta che in Giappone (in Giappone?) lo hanno scambiato per Nicolas Cage, e lui non è contento di questo perché Nicolas Cage rappresenterebbe il prototipo dell’italiano medio. E ogni volta con Nicolas Cage sulo schermo si dice che ha proprio la faccia dell’uomo medio, anche se poi a pensarci bene non è vero, ché ha solo la faccia dell’uomo medio come ideale cinematografico, ché io uno con la faccia così non l’ho mai conosciuto – e nemmeno che ci assomigli, nemmeno lo stesso Francesco Piccolo, ché non l’ ho conosciuto, l’ho visto solo in foto – e dove volevo arrivare non me lo ricordo più, non era niente di importante, comunque, se uno dovesse aspettare di avere qualcosa di importante per scrivere, non scriverebbe mai. Il film era Al di là della vita, comunque. Titolo originale, molto più presentabile, Bringing out the dead.
volevasi segnalare
perdere il sonno
Perdere il sonno per troppe notti consecutive non mi fa bene. Poi succede di tirarmi su dal letto dopo l’ennesima notte, e non ho nemmeno la forza per muovere le dita. Eppure sto scrivendo, no? Dunque sono vivo. Eppoi, vivere in una micromansarda incastonata fra le tegole del tetto di una casa barbara – dove parte delle tegole sono state sostituite dal vetro delle finestre – significa che quando piove di notte è come se ti stesse piovendo direttamente sul cranio. Ieri tornando a casa ho visto un cowboy – giuro – seduto in salotto assieme alla padrona di casa, che bevevano un the. Poi ho aperto la porta e invece c’era un filippino mai visto fino a quel momento, che si infilava le scarpe in corridoio. Era il fidanzato filippino di una filippina che avevo visto due volte. Una che le docce la notte se le fa tra l’una e le due, di solito le notti che non piove, così ho una uniformità continuativa di insonnia assicurata.
paura per i giovani d'oggi
Dici: è solo una pubblicità, lascia perdere. Sì però se la mandano, vuol dire che funziona. Vuol dire che i ragazzini poi ci si identificano. Dice: ma tu da dove sei guardi la tv italiana? No, è che metto su Blob mentre durante la cena. E prima del filmato ci mettono qualche pubblicità, e di solito c’è questa. Paura.
update
comunque non tutto e’ perduto. Basta dare uno sguardo ai commenti del video. Fra tutti, il migliore:
io mi chiamo fiammetta
aaah ecco xke sento caldo
…no testa di caxxo, è x via della sciarpa in piena estate…
poi uno si chiede
Poi uno si chiede perchè mai il Paese Basso, ed io non so dare una spiegazione valida e comprensiva di tutto. Però lo scorso weekend i miei datori di lavoro mi hanno offerto due giorni in una ridente cittadina del Belgio a fare la caccia al tesoro, così senza motivo preciso, e poi tutti assieme a bere qualcosa in centro; e da qualche giorno la mattina prendo la bicicletta e costeggiando il fiume vado a seguire un corso in un museo della scienza, che le pareti sono di vetro e ci sono sempre le bevande fredde e calde a disposizione sul tavolo casomai ti venisse il bisogno impellente di ingurgitare qualcosa, e se si deve discutere dell’articolo scientifico allora ci si va a sedere sul prato nel bel mezzo di un orto botanico – in linea di massima non mi piace sedere nei prati a studiare, ma è per rendere l’idea.