Ricordi quando da ragazzino al paesello con determinati altri ragazzini non riuscivi a stabilire un contatto che andasse oltre il ‘ciao’, ti chiedevi come fosse possibile. Con alcuni Si e con altri invece proprio No. Condividevi gli stessi ambienti, molte conoscenze in comune, eppure sentivi una distanza difficile da colmare. Poi si diventava piu’ grandi e si continuava a salutarsi per strada, a stringersi la mano con formale cordialita’, ma pur sempre una strana distanza o differenza. Provavi a fingere entusiasmo nelle conversazioni ma eri subito sopraffatto dalla noia o da una strana diffidenza della quale non riuscivi ad identificare le cause.
Una dinamica simile quando sei arrivato a Brussèlle. Con alcune persone sei riuscito immediatamente a stabilire una connessione mentre con altre invece No, anche se li frequentavi passivamente ma abbastanza regolarmente. Solo che ora – da adulto – notavi anche delle differenze concrete nello stile di vita. Per esempio si trattava di persone che non prendevano mai i mezzi pubblici, a volte celando lo schifo per la varia umanita’ che puoi incontrare su di un mezzo pubblico di una metropoli (dal pendolare standard al drogato alla studentessa all’immigrato eccetera) e a volte non celandolo affatto. Per esempio nella loro preferenza costante per locali pubblici che tanto pubblici poi non lo erano, causa selezione all’ingresso o per i prezzi piu’ alti e proibitivi per una fetta di popolazione. In anni di frequentazione non ti hanno MAI proposto di andare ad un concerto, e sospetti che non abbiano mai visitato nessuna delle sale concerti di questa citta’ – non le hanno mai nominate, peraltro.
Ancora oggi non riesci ad identificare la natura profonda di questa barriera con loro. Pero’ hai notato una cosa che accomuna sia i primi che i secondi, e da quando l’hai notata non riesci proprio a togliertela dalla testa: sia quelli del paesello ora diventati adulti sia i conoscenti ‘tiepidi’ di Bruxelles hanno votato Lega o Fratelli d’Italia o i loro omologhi europei.