Ho voglia di latte freddo. Molto freddo. John Fante nell’ultimo libro che finirò certamente stanotte sotto le coperte ad un certo punto ha voglissima di latte freddo. Cioè, non John Fante, il personaggio del suo libro. Penso al sangue in faccia al vecchio mentre faccio cose che non c’entrano nulla con il sangue in faccia al vecchio, come per esempio passare l’aspirapolvere nelle scale di sta casa, che sono due mesi che ci vivo in questa casa, non lo aveva mai fatto nessuno. Abbiamo un gatto ma non ci stiamo simpatici. Non vuole che passo l’aspirapolvere. Neanche antipatici comunque. Penso al sangue in faccia al vecchio e penso a quello che scrive Sofri sulla cosa, ché certe volte Sofri ti mette in fila le cose e le rende lucide e ineccepibili, le leggi come stessi osservando una formica che dorme in un tornado, perché poi sposti lo sguardo al tornado che c’è attorno e ti rendi conto che sto mondo non è fatto per persone lucide e ineccepibili. C’era un tempo che ti pareva una buona prospettiva diventare così. Adesso non lo sai più. Stamattina nell’autoradio c’era Ramazzotti dopo dieci canzoni in lingua barbara, c’era Ramazzotti che diceva sonoumanituttisognimiei, non ho cambiato stazione e ho cantato pure.
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Adesso Vediamo Se
Appena uscita la notizia del Marrazzo coi trans, spulciando fra i commenti la reazione piu’ diffusa é stata qualcosa che si puo’ riassumere molto velocemente con “Adesso Vediamo Se”.
“Adesso Vediamo Se” uscira’ la notizia su Repubblica. “Adesso Vediamo Se” farete approfondimenti e interviste alle prostitute. “Adesso Vediamo Se” chiederete chiarezza. “Adesso Vediamo Se” chiederete le dimissioni. “Adesso Vediamo Se” direte che pubblico e privato non sono distinguibili per l’uomo pubblico.
Uno dice “Adesso Vediamo Se” come fosse una sfida, quando crede che le cose non si verificheranno mai. Tutte queste cose poi invece sono successe. Patapum! e subito hanno fatto i titoloni su Repubblica, hanno fatto articoli di approfondimento, hanno chiesto dimissioni, infine si é dimesso. Piu’ che la notiziain se’, interessa capire il sistema operativo logico di chi pone tutti sti “Adesso Vediamo Se”.
Se ci pensi, chi pone sto tipo di sfide verbali di fatto ha gia’ in testa la risposta. Cioe’ crede che i sostenitori di un personaggio – proprio in quanto sostenitori – non chiederanno inchieste, non chiederanno dimissioni, non criticheranno. Credono questo a prescindere in quanto loro non lo farebbero MAI per un personaggio della loro fazione. Cercherebbero di giustificare, piuttosto. Allora quello che é interessante in una notizia come questa non é la faccia del trans (o in che senso trans, o quanto lo paghiamo a botta sto trans etc.), ma piuttosto prendere coscienza che – per l’ennesima volta – sta palla di mondo si divide in guelfi e ghibellini, in questo caso guelfi e ghibellini morali, con uno schema che si riflette paro paro nella comportamentismo da tifoso.
Cioé.
Cioé da una parte ci sono quelli che se fischiano un rigore per la Juventus, siccome loro sono della Juventus, il rigore é inesistente a prescindere, e l’arbitro é cornuto. Dall’altra parte ci sono quelli che se fischiano un rigore per la Juventus, guardano la moviola per capire se il rigore c’era oppure No, e se c’era allora dicono che c’era, e si dispiacciono che é contro la Juventus ma dicono che il difensore poteva stare forse piu’ attento invece di fare quel fallo.
Diventa inquietante osservare come i primi diano per scontato che tutto il mondo si comporti proprio come loro, e che se qualcuno non lo fa, allora é un cretino. Forse lo é davvero, un cretino. Io per esempio certe volte mi sento davvero un cretino.
nebbia
Berlusconi che si vanta che nelle sue liste “non ci sono le veline”, quando poi le veline avevano già firmato per la candidatura – tanto che alcune, sapendo di essere state escluse, si sono messe a piangere – è come il bambino che infila il dito nel barattolo di cioccolata, mentre la mamma urla dall’altra camera “non é che per caso stai rubando la cioccolata?” e lui per questo ritira la mano velocemente rispondendo No, No, non sto rubando niente. La mano sarà comunque sporca di cioccolata, e se la mamma è ingenua e annebbiata nel cervello, ci crederà. Altrimenti lo prenderà a scappellotti dicendogli: tu a me non mi prendi in giro, signorino, capito? É tutta una questione di annebbiamento del cervello, di percentuali di annebbiati nel cervello. É tutta una questione di capire cosa é meglio: se il figlio furbacchione o la madre annebbiata.
se questo é un uomo
Eppure in tutta questa storia – che potrebbe sembrare chiarissima, e invece non lo é – mi pare di perdere il filo. Voglio dire, se esiste qualcuno capace di incaponirsi così tanto per costringere in vita un corpo privo di corteccia cerebrale, ci sará pure un motivo che non sia quello (farlocco) della difesa della vita in senso cristiano del termine, no? Io questo mi chiedo, e su questo perdo il filo. Provando a inventarne qualcuno a cazzo, di motivo, viene subito da pensare alla totale ignoranza delle persone in fatto di anatomia e fisiologia. Vabbe’, bravi, conoscete questo e quell’altro, ma secondo me dovreste essere invitati alla discussione solo dopo aver assimilato le basi minime di neurologia, capire cos’é una corteccia cerebrale, a cosa serve, come si trasmettono gli impulsi nervosi, eccetera. Anche l’etica, certo, ma dopo. Prima studiate, poi parliamo di etica. E se queste cose la vostra anima benedetta le ignora totalmente, perché le considera irrilevanti, allora non dovreste proprio parlare, che siete voi, gli irrilevanti. Perché a grandi linee li conosco, i vostri dogmi (che poi é anche facilissimo: la vita é la vita, e in quanto vita va difesa, perché la vita la vita la vita).
Come punto secondo, viene da pensare che se uno si incaponisce a imporre le proprie idee, l’assurditá delle idee é una misura del suo potere. In altre parole, se io ti impongo di volere bene al prossimo tuo, é troppo facile. Perché la gente questo concetto lo trova facilmente condivisibile. É come se uno si mettesse per strada vestito da Hitler ad urlare: “e atesso, io fi ortino ti RESPIRARE!”. É troppo facile, mica puoi quantificare il tuo potere con ordini del genere. Peró se imponi il tuo punto di vista su cose che sono chiaramente fuori dal mondo – tipo considerare in vita un corpo metabolicamente attivo grazie all’inerzia del tronco cerebrale, ma privo di coscienza per la corteccia degenerata da quindici anni – allora ecco che se riesci ugualmente a imporre le tue cose, invece di essere rinchiuso in un manicomio, o di essere preso a calci in culo, non c’é niente da dire, di potere ne hai davvero a pacchi.
gli appuntamenti imprescindibili
Gli appuntamenti imprescindibili con la vita di un giovane uomo sono per esempio il diploma, la laurea, il dente del giudizio e cambiare una ruota alla macchina. Io che in questo campo di appuntamenti imprescindibili mi difendo bene, ed ho provato tutto tranne il dente del giudizio, ero quindi pronto per ricevere uno dei rimanenti flagelli imprescindibili della vita di un uomo che ancora non avevo provato. E non sto parlando del dente ma sto parlando invece del computer che ad un certo punto gli viene da morire, e all’improvviso – tu nel frattempo hai la bocca semiaperta che non ci vuoi credere – muore.
L’area commenti è interdetta a tutti i possessori di Mac che diranno che a loro ste cose non succedono, e non perché queste cose ai Mac invece succedono, ma perchè qui si parla di computer e di sfiga, non di religione. Il fatto che poi io ora riesca a scrivere qualcosa solo grazie ad un Mac gentilmente prestatomi, da’ una misura della mia incoerenza, oppure – volendo vederla sotto una luce tutta positiva – è un accento di oro e di miele sulla mia assoluta incorruttibilità.
Comunque, il caro Toshibu (la U finale è stata adottata per salentinizzarlo), un anno e qualche mese, mi muore fra le mani verso le dieci di ieri sera. Ma Toshibu, che caz^o mi fai! gli urlo. Grave sgomento e bestemmie rivolto all’albero di natale (da notarsi la sottile blasfemia indiretta).
Stamattina, mi presento alla clinica dei computer dove una signora rotondissima prima mi chiede informazioni sul mio problema, e poi dopo sette secondi di spiegazioni mi blocca, prende il telefono e chiama Tizio, chiedendo a Tizio di venire. Verrà Tizio a interessarsi del suo caso, mi spiega, e Tizio quando arriva mi mette paura, bruciato com’è sulla faccia (o congelato? o scarnificato?) i denti neri, qualcuno d’oro e forse masticando in quel modo che hanno gli anziani con la dentiera, solo che lui dimostra all’incirca una trentina d’anni. Tizio ascolta la mia storiella aprendo e chiudendo le palpebre spessissimo, come se fossero gli occhi a catturare le parole, e non le orecchie. Tizio fa pause lunghissime fra una domanda e l’altra, e con la penna pare che stia per annotare qualcosa sul modulo con il mio nome, pare, ma invece di scrivere continua a seminare puntini, come se le parole non gli venissero fuori. Prende la rincorsa con la penna e poi arrivato al foglio ricalca un puntino già fatto, oppure ne crea uno nuovo.
Io adesso ancora non lo so cosa è successo al mio Toshibu: se l’ influenza, danni irreparabili agli organi interni o altro. So solo – e questo è il punto dove volevo arrivare – che quando l’ho visto svenire, nei momenti che precedevano il trapasso, ho seriamente pensato: facciamo che adesso riesco a salvare tutti i dati prima che questo muoia, e giuro che in futuro farò sempre backup regolari delle mie cose, oh ti prego fa che sia così e giuro che sarò regolare e precisino, in futuro, ti prego. Ho pregato. Il computer moriva fra le mie mani, ed io per un istante – è chiaro che secoli di cultura cattolica non si cancellano facilmente – ho fatto qualcosa di non molto diverso dalla promessa di un fioretto alla madonna.
tredici e quattordici aprile
Se prendi un dipendente dello Stato che ha rubato soldi dello Stato, che ha speso 32000 euro solo per farsi spedire le spigole in elicottero a lui e agli amici suoi, se prendi uno che ha rubato in modo così eclatante e lo candidi come senatore – in una posizione in lista che verrà eletto al cento per cento – allora tu non stati solo salvando uno che ha rubato, stai soprattuto mandando un messaggio chiaro a chi ha orecchie per capire. Stai dicendo: voi rubate pure, ma cercate di stare dalla parte giusta, cioè la nostra, che poi noi il modo di aiutarvi lo troviamo. Voi rubate, che poi ci pensiamo noi. (eh, ma che c’entra, rubano tutti!) Sì, ma qui non è solo una questione di sostanza, è una questione di «quanta» sostanza, e poi anche di forma. Perchè se rubi e ti copri la faccia è un conto, ma se rubi e posi col sorriso per i fotografi allora è diverso.
Se tu prendi un boss mafioso e te lo metti in casa – e lo sai che è mafioso, non puoi dire che non lo sai, perchè ti ha fatto esplodere pure una bomba davanti a casa tua – un mafioso che pure Paolo Borsellino lo ha nominato per fare un esempio di come mafia e politica certe volte si intrecciano (Paolo Borsellino, per capirci: un magistrato di destra che qualche mese dopo Pum! non c’era più) se poi a ridosso delle elezioni un tuo collaboratore arriva a dire che questo mafioso in realtà è un eroe, allora tu stai mandando un messaggio a chi ha orecchie per sentire. Perchè tutti penseranno che quello l’ha sparata grossa a dire che il boss di Cosa Nostra è un eroe, che forse si è sbagliato, ma tu invece lo ripeterai, Certo Che E’ un Eroe – dirai – Certo Che Sì! E allora in questo modo stai mandando un messaggio: stai dicendo, guardate come vinciamo le elezioni noi! Noi diciamo che i mafiosi sono eroi, e lo ripetiamo, eppure vinciamo le elezioni! In questo modo stai dicendo: guardate come la gente è così poco attenta ai fatti, guardate come la gente si lascia abbindolare dalle facce sorridenti! La gente se ne fotte dei fatti. Voi potete fare quello che volete, potete dire quello che volete, tanto la gente – almeno fino al 51% – ha un livello di ignoranza che voi non immaginate nemmeno. Non abbiate paura dei fatti, che tanto con questa genete noi possiamo permetterci tutto, possiamo cambiare anche i nomi alle cose. Con questa gente possiamo permetterci tutto, anche di santificare un mafioso, se un giorno ci gira così, capito?
Se poi prendi una una valletta della televisione col tarlo nel cervello e la fai diventare deputato, allora può succedere di tutto, può anche succedere anche che quella si metta a parlare di elettroni coi professori di fisica senza capirne niente. E il messaggio è: tutti possono parlare di tutto, anche gli ignoranti. E un altro messaggio è: un’incompetente farà solo quello che gli viene detto, perchè è un incompetente, capito? E quanti più ignoranti e incompetenti ci saranno, tante meno saranno le persone che devono prendere le decisioni. Se su trecento parlamentari riesci a infilare duecentonovantacinque vallette tarlate, allora saranno solo in cinque a decidere.
Allora scusa un attimo Rafeli, se dici tutte queste cose vuol dire che sei di sinistra? No, non posso esattamente definirmi di sinistra, sono troppo individualista per esserlo veramente. Quello che posso dire è che ci sono livelli di decenza oltre i quali sarebbe meglio non andare. Perchè se tutti questi messaggi riescono a passare, i prossimi saranno ancora peggio. Se uno si presenta con questi messaggi e ce la fa, allora si incoraggia ancora più gente (quella che ha orecchie per capire) a fare così, a rubare a testa alta.
Poi ci sono quelli che dicono che sono orgogliosi di non votare, che destra e sinistra uguali sono, che tutti rubano allo stesso modo. Non è vero che tutti rubano allo stesso modo. Non è per niente vero. Se leggi e ti informi, e se lo fai ogni giorno, sai bene che non è così. Che qualcuno di buona volontà, che ruba meno degli altri c’è sempre. E non votare è un gesto superficiale e snob e pericoloso e inutile.
E se poi tutte queste cose ti sembrano solo storielle da cappuccetto rosso, allora facciamo parlare i numeri.
allora
Allora, per capirci, da domani chiunque muoia avrà in suo onore un rinvio delle partite di calcio. Tipo che se muori di infarto facendo la fila alle poste, epperò c’avevi la sciarpa da tifoso in macchina, troveranno certamente il modo per correlare questa morte con la violenza negli stadi, e ti verrà dedicata una partita annullata e un minuto di silenzio con la fascia nera al braccio. In fondo sono già riusciti a farlo con il ragazzo ucciso in autostrada per la pallottola del poliziotto folle, ci sono riusciti oggi con il ragazzo investito per sbaglio da un bus in retromarcia, ci riusciranno anche domani con il primo uccellino che in volo sgancierà una cacazza acida nell’occhio del primo tifoso che guarda le nuvole e ne causerà la congiuntivite. Quindi sospenderanno la partita della squadra del tifoso ma anche quella della squadra dell’uccellino, e la squadra dell’uccellino verrà identificata attraverso il colore delle penne del volatile.
Io leggo ste cose e mi incazzo – e non è la prima volta – meno male che questa volta vedo che anche Dave ci mette due righe, che sennò finisco per sentirmi un piccolo scemo che parla di cose immaginate.
vivere in un paese
Vivere in un paese dove l’ubriaco che investe e uccide due ragazze viene mandato ai domiciliari, non è bello, perchè non è giusto.
Però: vivere in un paese dove l’ubriaco omicida – che lo dice la legge, può stare ai domiciliari – poi viene trasferito in galera a seguito di tutte le polemiche e della cagnara che si è sollevata, è proprio un paese di pupazzi di cacca, diciamolo. Voglio dire, se la legge lo permette, se la legge dice che può andare ai domiciliari, allora è li’ che deve andare. Dice: lo ha chiesto lui di andare in galera. E allora? Mica si va in galera per richiesta. È una cosa schifosa che la legge permetta questo, ma non sono mica i titoli indignati dei giornalisti che devono decidere cosa va bene e cosa No. La legge è sbagliata: embè? Siamo ancora ai tempi dei romani col pollice verso? Ma vi rendete conto dell’assurdita’ della storia?
volevasi segnalare
Sono contento quando escono fuori notizie come questa (cioè: è certificato che in Italia l’impegno all’integrazione degli immigrati è di molto maggiore al Nord rispetto al Sud eccetera eccetera). Voglio dire, io che sono mediterronico gia’ lo sapevo. In generale sono sempre contento quando escono fuori le notizie che rompono i luoghi comuni (e in questo caso, la convinzione che al Sud siano tutti solidali e aperti, brava gente che ti accoglie in casa con il mandolino e il tamburello). Dalle parti del mio paesello, per dire, lo straniero è considerato peggio di un animale e viene mandato a raccogliere i cocomeri in condizioni disumane, oppure lo straniero è il turista tedesco che viene a portare un po’ di soldi in agosto, e quindi da accogliere con grandi pacche sulle spalle. Il disgraziato che suda sui cocomeri, nel frattempo può pure morire, e con il cingalese che vende accendini non ci parlo nemmeno per non sporcarmi le orecchie. Di fatto nel Sud estremo gli extracomunitari sono pochissimi. Sbarcano sulla costa e poi scappano via. Da bambino sapevo che esistevano i neri solo grazie alla televisione.
In generale sono sempre contento quando escono fuori notizie che rompono i luoghi comuni, perchè mi da fastidio vedere i compaesani che si adagiano sulla convinzione “ma tanto noi ci abbiamo il mare, quelli c’hanno la nebbia e noi invece… assaggia quanto so’ buoni sti pomodori, su’”. Poi ci sono quelli che scappano al Nord, non riescono ad integrarsi e tornano a casa dicendo che “da quelle parti sono tutti un po’ freddi e razzisti”. Ne ho conosciuti tanti. Il luogo comune del Sud come posto Bello Ma Proprio Bello Bello – che pure resiste in molti crani mediterronici – è come una bamboccia scema che si ammira allo specchio e che si dice da sola Ma Quanto So’ Bona mentre inciampa sul vestito e cade per terra.
siamo la cosa più orrenda del mondo, e ci dispiace per gli altri
Un veloce saluto a tutte le prostitute all’ascolto, ora corro di là a drogarmi con un paio di litri di eroina, che inserirò nel corpo tramite un enorme imbuto infilzato nella mia narice sinistra.
non c’è piú gusto
Uno si puo’ pure inventare la battutina su Topo Gigio e Tonio Cartonio, fare delle previsioni assurde giusto per scherzare sulla situazione attuale della politica italiana, ma se poi le cose vanno cosi’, allora possiamo dire che non ha senso nemmeno fare le battutine.
Tanto ormai.
lentamente muore
Me la sono ascoltata per benino un cinque sei volte, come minimo.
che munnezza di gente
I napuletani sono mariuoli fin dentro il midollo, eccetera eccetera. Sono nella merda fino agli occhi e chissà se ne verranno mai fuori eccetera eccetera. Appena possono farlo ti inculano eccetera eccetera. Ma vogliamo parlare delle persone perbene con la faccia da persone perbene? Eh, ne vogliamo parlare?
Dunque: il capo del governo chiede a tutte le regioni di prendersi un po’ della merda di Napuli per cercare di superare l’emergenza, per evitare che tutta la massa di spazzatura venga smaltita illegalmente nelle discariche controllate dalla camorra, che quelli – i camorristi – cercano proprio l’emergenza per proporsi come risolutori del bordello. Cosa fanno allora i presidenti di Regione? Alcuni dicono Sì, altri dicono No. Benissimo, perfetto. Poi però c’è quel bel faccione di Formigoni presidente Lumbardo che afferma (e porca miseria non trovo l’articolo che riporta le dichiarazioni ma giuro di averlo visto coi miei occhi dire ste cose al tiggì):
“Noi potremmo anche dare la nostra disponibilità a smaltire una parte dei rifiuti di Napoli, ma comunque i nostri impianti sono costruiti per smaltire rifiuti già differenziati, non la spazzatura come quella che si vede in televisione, lasciata a marcire per due settimane per strada”
Innanzitutto facciamo uno scrosciante applauso al faccione di Formigoni, che a milano hanno raggiunto il 100% di raccolta differenziata, una cosa che manco in Svezia sono riusciti a fare. Sono così avanti che praticamente se gli dai una busta di bucce di banane miste a scatoli del latte, quelli non sanno dove metterla. Non come i napoletani che la portano per strada. Non è che sono razzisti, noo, capiamoci: quelli a milano sono così avanti che pure se si dichiarano fervidi cattolici (e quindi caritatevoli, solidali eccetera eccetera ) per quanto sono avanti – avantissimo! – non sanno come fare a smaltire una busta di bucce di banane.
Secondo me Formigoni con il suo faccione milanese da cummenda e panetùn si sta rivoltando tutte le notti nel letto perchè – poverino – lui ha studiato sul vangelo che dobbiamo aiutare il prossimo nostro, amarlo come fossimo noi stessi, però con sta cosa che sono avantissimi più avanti di tutti, rischiano di commettere un peccato. Lui che è tanto devoto che si era pure dichiarato vergine solo qualche anno fa, adesso non sa cosa fare per aiutare il prossimo suo.
Che io dico, porca miseria: l’onestà intellettuale non conta nulla? Voglio dire: quanto è moralmente più avanti un Borghezio che appicca il fuoco alla stuoia dell’immigrato che dorme sotto al ponte? Che almeno sai perfettamente con chi hai che fare. Ma sta ipocrisia da faccia bella e golfino di cachemire col colletto della camicia precisino proprio non si può vedere, ti viene di andare lì a gettare un secchio di mandarini fra le strade di Lecco solo per vedere come vanno nel panico.
insomma, voglio dire
Andare a vedere una camera in affitto e trovarci una nigeriana pure simpatica che ti fa capire che la camera se la voglio è senza arredamento ma anche senza termosifone, e che se pure ti compri il termosifone poi ti devi fare il contratto del gas, ecco, tutto questo, diciamolo, può costare molto.
Consumare il pranzo davanti al computer che vuoi fare vedere quanto sei bravo a finire il lavoro entro il pomeriggio e il panino che ti si incolla sul palato e per un istante credi di morire – già vedi gli articoli sul giornale – morto per un panino al salame, sto salame – e poi invece scampare la morte, ecco, tutto questo può costare molto.
Tornare a casa la sera e capire che il corridoio del tuo palazzo puzza nei giorni pari di polpette e marijuana e nei giorni dispari di spezie musulmane e ascella asiatica, ecco, tutto questo può costare davvero molto.
Però.
Però vedere la faccia del tuo collega James Blunt quando gli mostri le immagini della guerra della monnezza nel tuo Paese, e vedere l’interrogativo enorme sulla sua faccia, e tu che ti senti un profugo scampato alla guerra civile con i proiettili che ancora ti inseguono le natiche, ecco, tutto questo, non ha prezzo.
cose da mettere in bocca
Un comico viene licenziato per alcune frasi volgari e gratuite pronunciate alla tivvù. Tu che non hai la tivvù, leggi le frasi sui giornali e pensi che quelle parole fanno davvero un po’schifo. Cacca e pipì in bocca a persone che non c’entrano nulla con quello che sta dicendo. Tanto per dire. Il comico dice che quella è satira, ma tu sta satira non la vedi per niente. Ti sembra tutto un po’ schifoso, e gratuito, e triste. Il comico non ti è simpatico (lo hai ascoltato troppe volte ripetere con orgoglio un suo tristissimo sketch sul matrimonio) e non ti piace nemmeno la censura.
Ma il punto non è questo.
Il punto è che già sai che presto si formeranno due coalizioni, da una parte quelli che urleranno Censura!Censura! con le mani fra i capelli e la bava alla bocca, e dall’altra parte quelli che diranno Ma Quale Censura, quell’uomo è un folle, va messo da parte. Già sai che le fazioni si prenderanno a cazzotti verbali e la storia verrà rivangata per mesi e anni, mentre il comico in questione con la corona di spine sul capo andrà per teatri a fare i miliardi.
Chi da una parte, chi dall’altra, e giù cazzotti.
Ti viene da pensare che riuscire a restare in Italia vuol dire anche riuscire – quando accadono ste cose – a sentirsi da una parte o dall’altra. E’ quando non ci riesci più, quando ti pare tutto un prendere a schiaffi il vento, che cominci a chiederti cosa ci stai a fare.
in diretta dal bosco
Il nonnetto è una persona simpatica, la sera dopo cena stappa bottiglie di rosso coi suoi amichetti dal baffo bianco. Ho chiesto al nonnetto indicazioni per trovare una copisteria – avevo bisogno di fare un paio di fotocopie – e lui mi ha risposto che non sapeva proprio dirmi un posto “che avrebbe potuto offrire questo servizio”. Del resto siamo nel mezzo della foresta, e non dico per scherzo, qui siamo proprio nel mezzo di una foresta (google map), e nel paesello vicino i negozi sembrano sempre chiusi.
Vai a capire.
La fotocopiatrice la trovo in un supermercato (ovvio) mentre sono alla ricerca di cibo, attività che accompagna le altre mie occupazioni attuali, ovvero la ricerca di una camera in affitto in centro città e lo studio di carte chino sul bordo del letto, con una enorme finestra alle spalle che da’ sulla foresta, e la foresta che accompagna il mio studio facendo Uuuuuuhh per il vento e Scrshhhhh per la pioggia.
Ora, il cibo.
Al supermercato finisco per acquistare cose abominevoli che andrebbero cotte al microonde prima di essere consumate e che io invece ingurgito così come sono. Oppure costruisco dei panini al salame, dei panini al prosciutto e anche certi panini con dentro un ibrido fra prosciutto e salame che ha un nome che l’ho già dimenticato. Ho anche fatto tre sorsi veloci di un succo di arancia iperconcentrato – di quelli che vanno diluiti con acqua in proporzione 1:10 – in seguito ai quali ho vissuto qualche secondo di smarrimento mistico e mi è parso di vedere Spank di Hello Spank . Ero a conoscenza dei succhi di frutta concentrati – certo che sì – però mi sono confuso al momento dell’incontro inaspettato con la macchina fotocopiatrice vicino al reparto ortofrutta.
Dopo il lauto pasto, devo nascondere le cartacce per non farle scovare al nonnetto che viene a rifarmi il letto in camera. La mia condizione di terrone in trasferta mi carica di sensi di colpa supplementari e quindi non potrei MAI gettare tutto fuori dall’auto. Questo non lo farei mai neanche in Italia, sia chiaro, però qui c’è sto pensiero martellante nella testa che ti dice di non farlo, di non farlo, di non farlo, come se avessi paura di dimenticare il fatto che NON devo farlo.
Trovo una scatola verde sul ritorno a casa che assomiglia tanto ad un bidone della spazzatura e ci butto tutto dentro. Subito dopo mi accorgo – e ti pareva – che ho gettato cartacce e plastiche sporche di ibrido salame prosciutto nel cestino adibito alle cacche dei cani. E c’era pure il disegnino del cane che si sforza per farla, porca miseria. Ma porca miseria, che sensi di colpa.