Il magone e la tristezza in questi giorni sono alimentati soprattutto da una consapevolezza raggiunta, dall’aver compreso che tutto lo StudiareStudiare fin qui fatto servirà davvero a poco, nel futuro prossimo. Tutto lo StudiareStudiare che tu lo avevi fatto perchè ti avevano detto Studia! E’ importante! – nei primi momenti – per poi accorgerti – in un secondo momento – che sta cosa alla fine dei conti ti piaceva pure.
Adesso invece comprendi che non ti servirà a nulla, o che ti servirà a poco. E tu – che studiare ti piace – ogni tanto ti rimetti seduto e addirittura apri i libri e prendi appunti, sottolinei le cose importanti, giri le pagine. Lo fai perchè una cosa hai fatto negli ultimi anni, quello sei abituato a fare, e lo fai. Solo che ogni volta l’impeto di mettersi a sedere davanti ai libri è più lieve, ogni volta più leggero, perchè ti guardi attorno e capisci che è tutta una bufala, sta cosa dello StudiareStudiare. Tu che per anni sei andato a dormire presto e hai evitato le notti per strada e il mischiarsi fra gli studenti impazziti per la libertà da fuori sede, per conderti poi saltuarie follie e ubriacature da metterci la crocetta sul calendario. Ti è venuto di fare così, però adesso ti sembra che abbiano sempre avuto ragione loro, quelli che stavano lì tutte le notti a cincinnare sotto i portici con i bicchierozzi di doppio malto in mano. E comunque tu volevi sempre tornarci prima, a casa, ché se proprio dovevi far tardi preferivi leggere qualche ora fra le lenzuola. Tu, ti capita ancora – qualche volta – di sederti a studiare, ma è una cosa che pian piano si spegne, anche se tu non vorresti. Come fosse una relazione che si spegne gocciolando, la lasci andare via, tu gli dici Ti Voglio Bene e lei ti risponde Fanculo.