Domani mattina Pisa. Dopodomani Palermo. Poi Catania. Lunedì di nuovo a Brussèlle.

Da quanto tempo volevo farmi di nuovo la Sicilia in automobile? Da quanto tempo volevo farmi qualsiasi posto in automobile, e quindi questo significa: arrivare in un posto e partendo da lì compiere un giro e accettare tutte le possibili tappe intermedie fossero anche dei baretti di paesotti sconosciuti (anzi soprattutto quelli)?

e a proposito

E a proposito di quello che si scriveva qualche giorno fa sul partire o lasciare il proprio paese, andrebbe pure detto che i vantaggi e gli svantaggi sono molto soggettivi.

E quindi la loro pesantezza – dei vantaggi e degli svantaggi – varia con le persone.

Per esempio, per quanto mi riguarda, nella lista degli svantaggi non ci metto il clima o la pizza, ma il fatto che se mai un giorno avessi un figlio, non potrei capire davvero se scrive bene oppure No.

Questa cosa – un dettaglio di cui non ho mai sentito parlare in infiniti discorsi con altri delocalizzati – e’ per quanto mi riguarda enorme.

non ho un’opinione articolata su

Non ho un’opinione articolata su Matteo Renzi, però in pochi giorni mi ha quasi comprato.

Per esempio la dichiarazione sulla presunta “società incivile“, espressa in un periodo come questo, è coraggiosa e concretamente antipopulista.

E poi l’altra notte, alla domanda su quali fossero per lui gli autori da consigliare ha citato Dave Eggers e Saint-Exupéry, ovvero i due autori che due giorni prima ero andato a scovare in una libreria fiamminga per un regalo.

Quanto alla sua sboronaggine indiscussa, questa credo vada tradotta con vanità. E la vanità – in generale – la considero un difetto positivo nel fare l’amministratore, perché offre una gratificazione che non è il denaro. Nel senso che è meglio essere malati di protagonismo che di avidità materiale, anzi forse una cosa scaccia via l’altra.

sono andato a vedere

Sono andato a vedere Italy love it or leave it, documentario sul dilemma dell’emigrazione dei giovani italiani, peraltro con Andima, che peraltro ne ha scritto, e quindi è possibile che ripeta quello che già ha scritto lui.

Vediamo se è vero.

Dunque la docu-fiction parla di una coppia gay di trentenni che deve decidere se lasciare l’Italia oppure No. A favore del “lasciare” si presenta una compilation di problemi da titoli di giornale, e quindi Berlusconi con le zoccole e la Mafia, la spazzatura di Napoli e gli immigrati sfruttati di Rosarno. A favore del “restare”, la bellezza.

Caro regista che hai scritto il documentario e che  sicuramente non leggi queste righe: comincio col dire che hai ragione tu. Se vuoi che il tuo film venga venduto a Berlino e a Londra, devi metterci Berlusconi e le zoccole, la mafia e la spazzatura di Napoli.

Però, caro regista, fra tutte le persone che conosco e che vivono all’estero (me compreso) nessuno ha lasciato l’Italia per colpa di Berlusconi o delle zoccole o della mafia o della spazzatura. Non è che una mattina mi sono svegliato e ho pensato alla speculazione edilizia o agli immigrati di Rosarno e me ne sono andato. La questione è leggermente più complessa e non posso descrivertela qui.

Per farla breve, caro regista, tutte le cose più o meno terribili che descrivi – Berlusconi la mafia la spazzatura l’abusivismo edilizio lo sfruttamento – non sono malattie infettive che basta prendere la medicina e passano via. Tutte queste cose esistono perché esistono gli italiani nella loro media. E tu puoi anche rimuovere queste cose una ad una ma ecco, il substrato rimane. E di cose più o meno terribili ne arriveranno altre, nel futuro prossimo, di cui ancora non conosciamo il nome, e che accetteremo per qualche anno prima di metterci a fare un documentario per denunciare pure quelle.

 

europei #3

Sulla tv a lingua francese si è parlato continuamente di biscottò. Poi quando la partita è finita hanno detto che i clacson possono partire per tutta la nazione. Solo che la nazione è il Belgio.

tantissime cose

Tantissime cose si potrebbero dire sulle proteste contro l’allevamento di cani Green Hill. Si potrebbe dire che ognuno è libero di coltivare l’opinione che vuole. E che ognuno è addirittura libero di coltivare l’ignoranza che vuole, perfino chi afferma allegramente che le multinazionali non vogliono usare metodi alternativi perché traggono profitto dalle sperimentazioni animali. Si potrebbe pure rispettare chi ritiene un risultato chiudere un allevamento di cani a Brescia per spostarlo appena oltre confine, cioè mantenendo immutato il destino di questi animali.

Quello che invece è insopportabile è l’utilizzo indiscriminato della parola vivisezione: se in nome della libera ignoranza è tollerabile che questa parola venga utilizzata dai manifestanti, è intollerabile che venga utilizzata anche da chi ha l’obbligo di informare.

europei #2

Tra l’altro, noto che durante le partite in cui non gioca l’Italia, tifo sempre per chi sta perdendo in quel momento. E’ un tifo scemo e involontario.

Involontario perche’ non lo decido razionalmente, semplicemente succede. E scemo perche’ in pratica tutte le partite dovrebbero finire in pareggio. Dev’essere il mio lato socialista che viene fuori.

è più ridicolo

E’ più ridicolo un giocatore di calcio, pagato appunto per calciare, che afferma “froci in squadra? speriamo di no” oppure un giornalista, pagato invece per fare domande e scriverne, che fra tutte le domande possibili, chiede al giocatore di commentare una indiscrezione  su presunti gusti sessuali di ignoti compagni di squadra della nazionale?

ci sono parole #2

A proposito delle parole tradotte male di cui si e’ scritto, in questo periodo di terremoti va aggiunta pure la parola “palazzo” apprezzatissima all’estero e impiegata in contesti diversi a volte poco rilevanti. Si parla di terremoto? Allora sulla stampa anglosassone sono crollati “many palazzos“.

Ma poi anche, giusto per non dimenticarcene e per pareggiare, vanno ricordate le orde di italiani che usano “eventually” come se significasse “eventualmente”.

ieri ad una certa ora del pomeriggio

Ieri ad una certa ora del pomeriggio sorseggiavo spumante e mi cibavo di tartine piccolissime e discutevo delle differenze dei sistemi didattici in Europa con un ex ministro del Paese Basso, che mi ascoltava tutta divertita. Ero stato invitato a questo incontro dove si parlava di urbanizzazione sostenibile, dentro il Parlamento Europeo, luogo dove  mai ero stato pure essendo io espatriato a Brusselle, area del mondo dove in pratica uno su tre lavora da quelle parti. Invitato in quanto ex alunno della mia Universita’ del Paese Basso, che e’ contenta di mantenere i rapporti con i suoi ex alunni e coinvolgerli in attivita’ e far sapere in giro cosa fanno oggi, i loro ex alunni. E non e’ la prima volta che mi contattano e ieri mi hanno fatto sapere che non sara’ l’ultima. Tutto bene quindi?

No, perche’ penso alla cazzo di mia Universita’ italiana del cazzo. Che’ io presi una laurea in Paese Basso quasi come hobby, in grande tranquillita’ e mentre lavoravo, e ci ho speso poco tempo li’ dentro, e comunque quelli ancora mi richiamano. La mia Facolta’ italiana, dove ho speso sudore e dolore e fatica per lunghi anni, non mi ha chiesto niente dal giorno della laurea. Avrebbe dovuto?

Me lo chiedo periodicamente, se avrebbe dovuto. E mi incazzo periodicamente anche se non ne scrivo mai (ma negli anni ho costretto molta gente ad ascoltare le mie filippiche infuocate). Avrebbe dovuto, quindi? 

Ragioniamo: sulla carta ero il migliore. Sulla carta non significa che lo ero per davvero. Ma ecco, la carta diceva questo. Voglio dire – cara Universita’ italiana che sicuramente non sei in ascolto in questo momento – tu hai autonomamente deciso dei criteri di valutazione. Erano i tuoi criteri, non i miei. Ed io dal primo giorno fino all’ultimo sono stato classificato – secondo i tuoi criteri – come il migliore. In certi casi con enorme distacco rispetto al secondo. In certi casi imponendo innovazioni che fino a quel momento nessuno aveva richiesto. E tu mi hai ignorato. Siccome ero l’eccellenza secondo i tuoi criteri, in pratica hai ignorato te stessa. Cioe’ neanche tu credi a quello che fai, ai risultati che ottieni.

Quando mi passa l’incazzatura vorrei dare dei motivi a questo mio essere trasparente per te. E provo a giustificarti. Penso che gia’ sei occupatissima a scansare tutti quelli che vorrebbero restare attaccati alle tue mammelle, mendicando contrattini e mettendosi in fila per ipotetici posti che a volte mai arriveranno. Devi trascorrere il tempo a scacciarli via come si fa con le mosche, figuriamoci inseguirne altri che volontariamente hanno ignorato qualsiasi prospettiva di carriera con te. E poi un’altra ragione potrebbe essere che non vuoi guardare in faccia la materializzazione dei tuoi fallimenti.

Con poco affetto,
R

poniamo che

Poniamo che fossi un calciatore della Nazionale italiana. Poniamo che mi prendano a fare l’Europeo in Polonia. Poniamo che siccome sono in Polonia mi dicano: andiamo a visitare Auschwitz che e’ dietro l’angolo. Sono calciatore mica da ieri, e so bene che ogni minima mia scorreggina viene puntualmente fotografata e gossippata.

Se poniamo tutte queste cose, tra tutti i giorni della mia vita, proprio quel giorno sceglierei per non andarci, ad Auschwitz, immaginando le conseguenze, le foto sui giornali dove sembro uno scolaro in gita.

c’è poco da fare gli schizzinosi

Guardate che c’è poco da fare gli schizzinosi e gli spiritosi se qualcuno vicino a B. (o forse lo stesso B.) propone Gerry Scotti capo del PDL.

Non succederà, ma non perché è un’idea perdente. Non succederà perché glielo impediranno – o molto più semplicemente perché l’interessato dirà Chi Cazzo Me Lo Fa Fare.

Dovesse succedere, non sarebbe una scelta perdente: sarebbe una scelta vincente.

E quindi è inutile fare gli schizzinosi con chi propone, se poi siete circondati da una maggioranza relativa di gente che accetterebbe con piacere.

breaking eggs

Quindi la sorpresa degli ovetti kinder non si apre più come si apriva una volta quando eravamo giovani. Forse già da tempo ma io l’ho scoperto stamattina. Forse a causa di un bambino che ha ingoiato la porzione piccola -un bambino probabilmente americano, a sto punto, ché da quelle parti ti denunciano pure se respiri troppo.

Conosco una che conosce una che per lavoro – da studente – ha fatto quella che chiude le sorprese dentro le capsule gialle, ma che poi dopo tre giorni di lavoro le facevano troppo male i muscoli delle spalle, ha dovuto smettere.

essendo l’uomo soprattutto italico

Essendo l’uomo soprattutto italico abituato sin dalla nascita a muoversi quasi sempre tra femmine che miagolano pretese, che coltivano fastidi, che non raccontano tutto salvo poi improvvisamente esplodere, che lanciano frecciatine velenose, che se la tirano a prescindere, poi quando l’uomo italico si trova davanti a qualcosa di diverso – esseri umani privi di tutte queste caratteristiche, tutte insieme via, puf! – l’uomo italico non puo’ tranquillamente apprezzare, quantomeno non immediatamente, ma al contrario c’e’ lo smarrimento, il non sapere cosa fare, le pupille spariscono e al loro posto in sovraimpressione sulla sclera degli occhi compare la scritta 404 file not found.

Ma veramente.