Ah, e ovviamente non c’e’ nulla da festeggiare per la decadenza di Abberlusconi.

Mi ripeto: se il Sindaco di un Comune e’ mafioso, e per questo viene rimosso, la gente che lo ha eletto diventa forse migliore di prima? No, la gente che lo ha eletto e’ la stessa di prima. Non c’e’ da festeggiare per la rimozione della punta dell’iceberg, se poi resta l’iceberg. E potrei continuare con le metafore all’infinito.

I libri di storia parleranno di chi e’ sceso in piazza per sostenerlo, di chi ‘e sceso in piazza per festeggiare le sue disgrazie. E probabilmente si dimenticheranno dei silenziosi che erano nel mezzo, a disagio nel mettersi da una parte, oppure dall’altra.

montmartre

montmartre

Di fatto Parigi per me significa Montmartre, tanto che non dovrei dire vado a Parigi quanto piuttosto vado a Montmartre.

Mentre scattavo questa foto, la borsa appesa alla mia sedia veniva rubata da chissà chi, e così finalmente ho potuto provare quella sensazione sperimentata almeno una volta nella vita da ogni essere umano – e che ancora non avevo provato – cioè quella di perdere in un colpo solo tutti i documenti possibili. Il lato positivo è che avrò una patente nuova con una foto finalmente diversa, ché in quella attuale sembro (sembravo) un trafficante di droga che aveva dormito poco. Tra i lati negativi – tanti – è che però la patente nuova mi serve subito, ché tra qualche giorno troverò guidare per strade sconosciute dall’altra parte del mondo.

quando

Quando una ragazza – o un essere umano in generale – parla inglese con un accento eccessivamente americano oppure (peggio) eccessivamente britannico, e quindi si muove nel mondo gestualità e comportamenti eccessivamente americani o eccessivamente britannici, come per esempio (per gli americani) essere entusiasti di tutto a prescindere, e (per i britannici) non dire mai le cose come stanno ma girarci cautamente attorno (potremmo chiamarlo girattornismo), ecco, in questi casi subito mi viene da classificare la persona come appartenente ad un mondo lontano, magari interessante ma lontano, un posto remoto che lo so bene non mi troverò mai completamente a mio agio.

in questo preciso momento

In questo preciso momento c’è Abberlusconi che parla dal palco al congresso del suo partito. E parla – lo ascolto con le mie orecchie – del suo maestro di scuola media che gli raccontava dei soviet russi sotto il comunismo, dei comunisti che se li piaceva una donna, facevano fuori suo marito, se volevano l’appartamento di fianco, uccidevano il proprietario e se lo prendevano. E che quindi oggi (oggi in Italia nel 2013) i nostri beni e la nostra libertà sono a rischio. E dice “preoccupiamoci”, perché solo arrivando alla maggioranza dei consensi, si potrà difendere la nostra libertà contro questi pericoli.

Giuro.

In una scena de La Grande Bellezza, il protagonista del film Jep Gambardella (impersonato da un perfetto Toni Servillo, uno che invecchia come il vino) è nel letto a fumare una sigaretta. Seduta al bordo del letto c’è Isabella Ferrari – pure lei come il vino – che racconta al protagonista quanto è “brava a fare le fotografie”. Lui dice qualcosa del tipo “ma dai” e allora lei si sente incoraggiata e continua “se vuoi vado di là prendo il computer e ti faccio vedere le mie foto su Facebook, dicono che sono molto brava”. Allora Isabella Ferrari va di là, ma quando torna con il computer Jep Gambardella non è più nel letto.

La camera stacca su Jep che passeggia in una piazza romana, e si ascolta la sua voce dire tranquilla:

arrivato a sessantacinque anni, non posso più perdere tempo a fare, cose che non mi va di fare“.

Ecco, a parte i sessantacinque anni, ci sentiamo molto Jep Gambardella.

certe volte

Certe volte ti piace l’imprevedibile. Ti piace non essere convinto ma ugualmente lasciarti portare via dal flusso delle cose.

Alla fine di una cena durata fino quasi a mezzanotte, avevi deciso che la serata sarebbe finita lì. Però siccome non vuoi passare per asociale ha richiamato chi t’aveva invitato a fare un giro, sperando – come spesso succede – che a causa del rumore nessuno rispondesse alla chiamata. A quel punto avresti avuto la coscienza a posto, spegnendo il telefono e annullandoti con una doppietta di Breaking Bad. Ma ti hanno risposto.

Allora ti sei fatto vedere, pero’ con il progetto preciso di dichiarare: Soltanto Una Cosa Da Bere, e poi sparisco. Per sottolineare le tue intenzioni divergenti dalla realtà degli eventi, lungo la strada ascoltavi Un Oceano Di Silenzio. Quindi hai annuito a tutti i progetti per la serata e alla fine hai dichiarato: No No, bevo una cosa e poi sparisco.

Qualche ora più tardi hai posato un bicchiere sul tavolo in un luogo rumoroso e stipato di gente, e hai detto: me ne vado, ciao. Poi ecco l’imprevidibilità.

Ed ecco che all’improvviso mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei, e consideri ancora una volta che non e’ per niente scontato che domani potrai decidere se lasciarti andare al flusso delle cose oppure No.

Tra le note da prendere, ricorderai occhi chiusi, piedi scalzi sul marciapiede freddo, il rumore di un camion della nettezza urbana verso l’alba, mirto bevuto per sbaglio a colazione perché il bicchiere era nel posto sbagliato, risate sincere che non ti saresti aspettato, una spesa al supermercato dodici ore dopo essere uscito da casa e non esserci mai tornato, il passo incerto mentre ti avvicini al banco frigo e dei capelli appiccicati sotto la suola delle scarpe.