cosa mi preoccupa

Sai cosa mi preoccupa dei Renzi e Civati e tutti quelli che vogliono scardinare il Vecchio per imporre il Nuovo? Tante cose. Mentre scrivevo la prima riga credevo di dirne una sola, ma ce ne sono molte. Per esempio Civati. E' persona perbene e intelligente e dice cose perbene e intelligenti. Cioè è il pefetto politico per un paese che attualmente non esiste. Non è un politico per l'Italia. All'Italia non servono politici per bene ed educati e pettinati che parlano di meritocrazia eccetera eccetera. L'Italia è talmente un cumulo di macerie e corruzione che servono solo politici sgamati e scaltri e paraculo, però con obiettivi sinceri di bene comune. Non servono i politici pettinati ed educati. Vuoi curare il diabete con le carezze? Questi praticamente trascorrono le giornate tra pesonaggi di pari cultura e pari pettinatura, per cui non sanno che serve essere molto molto paraculi. Ignorano il paese. Immaginano un paese molto migliore di quello che è, e si candidano a governarlo. Si candidano per un paese che non esiste. Si candidano per il paese che vorrebbero avere attorno ma che ancora non è. Cioè loro vorrebbero candidarsi per la Svezia, ma rimanendo in Italia. Vorrebbero convincere la Svezia, e si dimenticano la Calabria.

E poi mi preoccupa che il gesto iconograficamente più riconoscibile sia l'immagine dei vari Renzi e Civati su di un palco, le luci puntate su di loro, seduti ad una scrivania, con un computer davanti, ingobbiti che controllano una pagina di facebook. 

 

quando ci sono due coppie

Quando ci sono due coppie di persone all'interno della stessa automobile – pensavo – puoi notare che esistono due categorie di esseri umani moltissimo distinte tra di loro. Quando ci sono due coppie all'interno della stessa automobile, esiste un tipo di persone che si siedono una coppia davanti e l'altra coppia dietro, e un'altra categoria di persone che invece si siedono maschi davanti e femmine di dietro. Sono due mondi diversi. Di solito riesco ad avere a che fare con quelli coppia avanti/coppia dietro, con gli altri sono abbastanza uncomfortable. Ma la cosa che mi sorprende ogni volta è che lo so prima come si siederanno, già lo capisco da come parlano, da come si vestono, come si siederanno nell'automobile. E ogni volta mi stupisco. 

esco poco

C'era sto cameriere ubriaco al bancone del bar, io che innocentissimo ordino una birra, lui che mi dice “questo bar è il posto migliore dove perdere la verginità”. Perché lo dici a me barista? Ma lo sai che oramai ho perfino un pelo di barba biondissimo che pare bianco? C'erano le bacucche che guardavano, c'erano. C'era che si parlava di ipotetici sosia di Gaddafi, e per strada questo francese cinquantenne che solo poco prima mi aveva perculato intimandomi di pagare un migliaio di euro per un secchio di ghiaccio, ora mi sorrideva e mi parlava della localizzazione dei vitigni dell'Aglianico, in francese.

 

Io che mi lancio in certe discussioni per le strade di Brussèlle, io armato delle mie quatr lezioni di francaise e del fatto che sto leggendo questo allora mi inerpico mi inerpico ma poi non arrivo a nulla. La strada è illuminata da luce lampionosa e di vetrine che apriranno dopo due giorni. Lì vicino c'è una libreria bellissima ma lo scoprirò solo il pomeriggio dopo, c'è pure ospite Munoz Molina di cui aspetta che ci penso, non ho letto nulla.

 

Molto tempo dopo volevo tornare a casa ma non c'erano taxi e non c'erano biciclette e non c'era niente, allora mi ritrovo in un altro luogo e questo etiope davanti all'orinatoio piscia e contemporaneamente rulla una sigaretta – con una sola mano e la lingua quindi – e contemporaneamente lui etiope spiega a me come si dice Sole in spagnolo. Etiope: perché? Perché Sole? E perché poi improvvisamente mi interesso a te che non ti avevo notata prima, per il tuo accento tremendo, per il fatto che non sai dire Shit senza farlo sembrare un Seat – siedi – ci provi e non ci riesci. Ma è troppo tardi porcamiseria, la notte ad un certo punto deve finire nonostante le milioni di domande che avrei da fare. Prenoto adesso l'aereo così non mi tormento su cosa fare a capodanno.

la modernità

La modernità e i video dei telefonini cambiano la percezione delle cose. Cambiano gli equilibri. Quindi Sì certo, un leggero sconvolgimento mi ha preso davanti alle immagini del Muammar sanguinante.

 

Ma se devo metterlo sul piatto di una bilancia, da una parte ci metto il Muammar sanguinante, dall'altra ci metto le quattro o cinque o sei ragazze che ho incontrato oggi per strada, belle eleganti e portatrici di uno sguardo probabilmente intelligente, accompagnate però ad omini insipidi oggettivamente brutti, spesso nani, spesso obesi. Ecco: questi quattro cinque o sei incontri di sto pomeriggio, complessivamente, mi hanno provocato uno sconvolgimento leggermente superiore. Questi signorimiei sono i tempi moderni, e voi potete pure fare finta di No, invece è proprio così.

cosa dire

Cosa dire del 24enne arrestato a Roma per gli scontri dell'altro giorno e fotografato con l'estintore in mano? Niente, mi pare di aver già detto tutto tempo fa: non conta il Cosa ma il Come (dove il Come è prendere mazzate, oppure darne). Anzi No, si può aggiungere che si è giustificato dicendo che lui con l'estintore voleva spegnere un incendio. Cioè detto in altre parole: si è cacato addosso.

 

Lo hanno scovato e lui si è cacato addosso. Ora capiamoci: è già indicibile che tu ti metta a fare casino, è già improponibile che tu ti metta a lanciare un estintore. É stupidissimo che tu ti faccia fotografare.

 

Ma.

 

Ma se poi ti beccano, almeno a quel punto cerca di non peggiorare le cose oltre ogni possibile livello. Te lo dico con la parte terronica e dunque un po' mafiosa che alberga da qualche parte dentro di me: conserva almeno l'onore, solleva il mento e vai incontro a quello che ti aspetta. Se ti beccano non dire che “volevi spegnere l'incendio”. Se ti beccano non ti cacare addosso.

 

O meglio: cacati addosso, ma non darlo a vedere. 

sensation like Paese Basso

Questo è un argomento pochissimo interessante e riservato ad un pubblico ristrettissimo – cioè quei pochi che come me hanno vissuto in Paese Basso per un periodo della loro vita. La scorsa settimana sono di nuovo passato dal Paese Basso per andare in aeroporto. E di nuovo sono stato assalito da uno sconforto tutto particolare e architettonico che solamente il Paese Basso è in grado di scatenarmi addosso.

In Paese Basso hanno davvero pianificato le città. Hanno deciso quale forma devono avere le strade (l'italiano poco esperto resterà ammirato dall'abbondanza di piste ciclabili e penserà solo a quelle), hanno deciso come devono essere strutturate le periferie, quali mattoni utilizzare per costruire le case, quali infissi debbano avere le case, quali colori e quale forma.

 

Hanno deciso che in alcune zone della città si deve vivere e basta, in altre si deve comprare la merce. Hanno pianificato e quindi è tutto efficientissimo, tu vai in un posto e trovi tutto: il supermercato la farmacia la posta e quello che duplica le chiavi. Tutto racchiuso in pochi metri quadrati. Come nei centri commerciali, solo che sti agglomerati li trovi proprio dentro la città. Solo che negli altri Paesi oltre al centro commerciale ti capiterà pure di incontrare in centro una macelleria random, un orologiaio random, un rivenditore di marmitte random.

 

In Paese Basso No: il risultato finale della pianificazione è che è tutto efficientissimo ma pure tutto uguale. Ovunque c'è la stesso paesaggio senza sorprese. Ci sono pochissime eccezioni, per il resto è lo stesso paesaggio che si ripete, come nei videogiochi dove moltiplicano i frame. Come gli spettatori immobili sugli spalti nelle partite di Mila e Shiro: una ripetizione all'infinito per riempire lo spazio.

 

Se hanno deciso che una zona è residenziale, tu potrai muoverti per chilometri in linea retta senza mai trovare un bar. Devi tenere pure conto che i bar, in generale, non esistono. Le case per gli studenti hanno la stessa identica struttura ovunque. Sono stato in una casa di studenti lontana cento chilometri dal mio buco, e lì non ho dovuto chiedere dove fosse il bagno: lo sapevo già. Era ovviamente nel posto più pratico e logico e conveniente della casa.

 

Mentre pisciavo avevo addosso una percezione concreta di comunismo reale. Ecco, in questo senso si può capire perché qui a Brussèlle, a due passi da casa, quando ho trovato un fioraio posizionato alla cazzo nel contesto architettonico, isolato all'angolo di una strada come in tutte le città che hanno un minimo di anima, m'è venuto davvero da abbracciarlo. 

ma riparliamo di pubblicità

Ma riparliamo di pubblicità di automobili che vendono sogni di cartapesta in modo così sfacciato che paiono prese per il culo ed in teoria non dovrebbero funzionare quando poi invece funzionano benissimo perché poi le mandano in onda e non si vergognano.

 

Questa è la pubblicità di un Suv che oltre a vendere sogni di cartapesta, evita accuratamente di farci vedere dove codesto Suv verrà utilizzato nella stragrande maggioranza dei casi (e quindi in centro città, occupando male i parcheggi, congestionando e inquinando le strade più del dovuto) ma invece ambiziosissimo ci vuole far credere che verrà utilizzato per sgommare nel deserto, arrampicarsi su montagnette di pietre, e per stenderci sopra e farsi inguacchiare dalla pioggia, in un bosco, da soli, di notte.

 

La frase che innesca il vafanculo è comunque la seguente:

 

“non ci adattiamo alle convenzioni, ed è così che ci sentiamo vivi”

 

 

(Anticonvenzionali del 2011, compratevi un Suv.)

due giorni in salento

Due giorni in Salento, a viaggiare sempre sullo stesso volo poi conosci alcuni passeggeri di vista, quasi ti saluti – ma poi non ti saluti.

 

Per esempio una famiglia composta da lui barbaro altissimo, lei salentina bassissima, prole biondastra parlante barbaro (il più piccolo No: è poppante, quindi poppa), lei e lui che si parlano in inglese, poi però comunicano con la prole in barbaro oppure in italiano.

 

Ho fatto partire una marcia nuziale che non partiva, ho fatto giocare due bambine con un cane, mi hanno fatto ricordare eventi lontanissimi nel tempo, mi sono bagnato di pioggia bevendo Negroni, ho parlato di giornalismo sorseggiando cappuccini, ho scoperto che ai matrimoni c'è un 5 % di femmine che esagera con il vestito (io mi stupisco dell'accompagnatore: va bene approfittarne di certa umanità, ma condividerci anche l'esistenza?), ci sono le stradine antiche di Lecce zeppe di gente che tu ignorante credevi fossero solo ad agosto.

 

E sabato sono a Londra. 

dello stare hungry, dello stare foolish

Per quanto mi riguarda lo “stay hungry stay foolish” resterà come uno dei claim più attuali ed efficaci degli ultimi decenni. Ed è pure vero, visto che poi l'ho provato sulla mia pelle, questo raggiungere risultati e godere quando sto molto hungry, quando sto molto foolish – soprattutto quando sto molto foolish.

 

Dice: ma è filosofia spicciola. Forse, ma questo è quello di cui abbiamo bisogno: di messaggi spiccioli che arrivino dappertutto. Non abbiamo bisogno di messaggi complessi buoni solo per le nicchie. Per le nicchioline.

 

Forse però quello che dimentichiamo è che Jobs il suo “Stay hungry stay foolish” l'ha pronunciato davanti ad una platea di laureandi di una prestigiosa università americana. Cioè davanti ad una futura classe dirigente che andava incontro ad esistenze complesse e gratificanti e piene di scelte. Il mondo come lo conosciamo oggi però si basa su una grande massa di mediocri che lo stare hungry e lo stare foolish non se lo possono permettere affatto. Esistenze grame e soprattutto impegni monotoni e magri risultati: potrebbero pure diventare così foolish da cambiare radicalmente tutto, ma il mondo però riesce ad andare avanti grazie a quelli che invece di cambiare restano silenziosi nella loro monotonia e disperazione e mangiano merda e si lamentano pochissimo e vanno avanti.

 

Non è per fare populismo, però anche la sua meravigliosa vita è stata questo.

 

Per esempio: lui stava hungry, stava foolish, e ti inventava l'ipod. Che poi lo producevano in qualche buco del culo indocinese schiavi sudati così costituzionalmente disperati che dovevano montare le reti sotto i balconi per evitare i suicidi frequentissimi. Vaglielo a dire a quelli, che devono stare hungry e foolish. È istigazione al suicidio.

 

Quindi ricapitolando: è una delle frasi più pregnanti ed efficaci degli ultimi decenni, una cosa a cui penso spessissimo pure se poi ticchetto su un pc, ma No, non è un concetto mainstream come sembra. 

Da domani Salento per tre giorni.

crolla

Crolla la palazzina e muoiono le lavoratrici. Se siamo abituati che ste cose succedano al Sud, il fastidio mi assale a 1) sentire i parenti che si lamentano che quelle lavoravano a nero: cosa significa? Morire con un contratto di lavoro regolare è forse più accettabile? E' vero che paradossalmente senza nero quel lavoro non sarebbe esistito proprio, quindi non avrebbero lavorato, quindi non sarebbero morte.  E poi 2) la finanza che fa un'ispezione fiscale al laboratorio tessile dopo. Se è così allora in galera prima di tutto ci vanno i finanzieri, che non ci prendiamo per il culo lo sapevano benissimo, in certi tipi di Sud tutti sanno tutto benissimo fino a quando non arriva la televisione. A parte il fatto che 3) non ti puoi lamentare del lavoro fatto male da parte di un ispettore comunale che ti dice che le crepe sono finte, che non ci si deve preoccupare, che è tutto apposto. Quello è un ispettore comunale che fa male il suo lavoro. Ma tu che hai un'impresa in nero non paghi le tasse, quindi non paghi il suo stipendio di ispettore comunale, quindi cosa vuoi: quello che paghi, mangi.   

meredith

Non potevo non seguire la storia soprattutto dopo questo. Le considerazioni sono che esiste una giustizia non scritta, per cui due colpevoli siccome sono molto giovani e in fondo bravi uaglioni, se questi giovani si sono cacati addosso per quattro anni può bastare, allora vengono assolti pure se sono colpevoli. Io non lo so, forse hanno perfino ragione loro. C'è il colpevole ufficiale per un pezzo di cacca. Ci sono quelli che stanno fuori ad un tribunale ad aspettare la sentenza (ma che gente siete?). Ci sono quelli che filmano con il telefonino quelli che stanno fuori ad un tribunale ad aspettare una sentenza (ma che gente siete?). C'è la sorella della morta che sta adesso in televisione ad ascoltare nell'auricolare la traduzione di Bruno Vespa che si collega con un ingresso di un carcere vuoto, dove non passa nessuno, dove c'è un inviato che si deve inventare qualcosa da dire per riempire lo spazio per non essere a sto punto mandato affanculo. Fuori onda.

cose, 2 dieci 2011

A Brussèlle c'è Mr. Pinguino. A Brussèlle ci sono io che comincio le lezioni di francese. La signorina maestra viene a trovarmi di domenica pomeriggio così che sono costretto a pulire seriamente la casa. Ci sono io troppo sensibile a film come il cileno The Maid (titolo originale “La nana”, titolo francese "La nana",  titolo italiano invece tremendo: “Affetti & Dispetti”). Ci sono le mie nuove palline del sale e del pepe: