Gli sceneggiatori dell’ultimo film della Pixar – Monster University – hanno deciso di basare la storia su alcuni pilastri abusati della cultura cinematografica americana: confraternite universitarie, bullismo tra sfigati e popolari, l’ovvia evoluzione dei gruppi di nerd con l’apparecchio ai denti che inizialmente perdono e poi alla fine vincono sui fighi e palestrati e cattivi.
Quindi – a parte la grafica, e molte trovate come al solito strabilianti, come lo studente lumaca e la madre dai cinque occhi – hanno basato la storia su elementi tanto americani, solo americani. Come se fosse un film solo per gli americani. Dispiace, visti i precedenti che raccontavano storie dal contenuto universale (ci metto Up, su tutti). Mi verrebbe da sedermi di fronte ad uno degli sceneggiatori, prendergli la testa tra le mani e spiegargli che No, non siamo mica tutti americani, qua.
(E invece un film molto europeo che si consiglia è Un Sapore di Ruggine e Ossa)