Il telefono mi avverte che mia madre ha provato a a chiamare alle 10 e qualcosa, orario nel quale dormivo con una profondità molto prossima al sonno eterno. Vedo che mia madre ha provato a mettersi in contatto con me di mattina (presto), e questa è cosa davvero insolita, e allora comincio a produrre ipotesi catastrofiche: lo Tsunami nel Salento, la peste bubbonica, Bin Laden nella vasca da bagno, Silvano che è morto.
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Poi me ne dimentico, affogando la preoccupazione nei frollini al cioccolato.
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Qualche ora dopo squilla il telefono nella tasca e lo tiro fuori. E’ la madre. Bisogna rispondere.
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– Ma’ !
– Oh, Raffae’, ho provato a chiamarti anche stamattina!
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(Bin Laden, la peste bubbonica, alberi sradicati, fogne intasate, rapinatori rumeni col coltello fra i denti, pezzi di cacca verdi che cadono dal cielo, incidenti stradali, Maurizio Costanzo che si autoinvita a cena, triplette di Tsunami…)
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– Che è successo?
– Ti cercavo e non rispondevi!
– Si ho capito, ma che cazzo è successo?
– Volevo farti gli auguri!
O Madonna, gli auguri? E perchè, cosa ho fatto? Ho messo incinta qualcuna e non me lo ricordo? Sono stato promesso in sposo contro la mia volontà come succede agli indiani? Cosa è successo?
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– Ma’, cazzo dici gli auguri?
– Massì, il tuo onomastico! Tu sei uno degli arcangeli, non te lo ricordi? Gabriele, Raffaele, Michele… Gli arcangeli!
– Oggi?
– Certo, il 29 settembre!
– E vabbè, grazie, allora.
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Io che gli arcangeli li conosco come fossero miei cuggini, io che il catechismo, lo sapete, me lo sono tatuato tutto sulle natiche per non scordarlo mai, vi mando dall’alto della mia santità una benedizione, che tanto per rimanere in tema, fa più o meno così:
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——Seduto in quel caffè
——io non pensavo a te.
——Guardavo il mondo che
——girava intorno a me.
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Tutti in coro, adesso diciamo Amen.