secondo me

Secondo me sto filmato – conosciutissimo in rete – segna la linea di demarcazione fra chi fa finta di essere un cuore di pietra e chi lo è per davvero. Se fai finta, e poi ti fanno vedere sto filmato (anzi meglio: se ti raccontano tutta la storia e poi ti fanno vedere il filmato) allora ti commuovi per forza. Se invece sei fatto di pietra lavica, non succede niente. Ma è difficile.

mi fa male un po' tutto

Mi fa male un po’ tutto, e la novità degli ultimi due giorni è che mi fa male pure una gamba. Una soltanto, senza bisogno che io la muova. Mi sveglio presto la mattina per andare dal dottore o per farmi tirare un quattro cinque bottigliette di sangue. L’infermiera è una ragazza giovane che ha deciso di diventare vecchia molto presto. Si è costruita un culo enorme e culo ha fasciato con una gonna grigia di tela, e una zazzera di capelli tenuti come ne “La casa nella Prateria”. Chiudo gli occhi e mi chiedo se abbia già capelli bianchi e mi rispondo di Sì, poi apro gli occhi e invece è No. L’infermiera non parla inglese ma io mi lancio con le mie quattro parole di olandese, e le condisco con rotazioni del braccio a mulinello. Poi mi succhia via il sangue e sono costretto a tener fermo il batuffolo di cotone, per cui niente braccio a mulinello e di conseguenza calo drastico della comprensione reciproca.      

Due settimane fa ho visto un gabbiano spiaccicato al centro della strada. Come un gatto, però era un gabbiano.      

I castelli di sabbia artistici dicono che li fanno con la sabbia, ma non è niente vero. Ci mettono pure la colla. Mischiano colla e sabbia. Non è che in questo modo siamo bravi tutti, però insomma diciamo le cose come stanno veramente.      

Mi annoio a non sentirmi bene. Mi annoio. Quando non sto bene mi invento tutta una serie di cose che potrei fare se invece stessi bene, che poi tanto non farò comunque. Questa è la fase di progettazione della mia malattia. È più o meno così da dieci anni. Intendo la progettazione inconcludente.         

Dodici anni fa mi sono ammalato per tre mesi di fila. Che uno se ci pensa tre mesi sono tanti.
Questa però la racconto la prossima volta.

uscendo dal parcheggio

Uscendo dal parcheggio del lavoro ho incrociato un tizio in sedia a rotelle che con la testa piegata di lato guidava la sedia mediante un sensore infilato in bocca. Tipo con la lingua, credo, ma non mi sono fermato a chiedere spiegazioni. Qui intorno si vedono tante carrozzine spinte da infermieri che traportano vecchissimi a fare un giro sotto gli alberi. I vecchissimi, molto spesso, dormono per tutto il tragitto del viaggio. Stamattina ho ucciso un centinaio di moscerini che mi hanno assalito sulla scrivania. Minuscoli e fastidiosissimi, ho provato prima con le dita, poi ho trovato un sistema comodissimo con un pezzo di scotch usato come carta moschicida mobile. Da un paio di settimane –saranno tutte ste carrozzine, saranno particolari malori che mi affliggono da qualche tempo – penso che potrei morire all’improvviso. E se dovesse succedere, se non fosse che sono morto, non me ne meraviglierei affatto (questa è complessa). Però oggi c’è il sole e nonsotante i moscerini non mi sembra un giorno accettabile per morire. Ma la morte è comunque un punto di vista, tu puoi parlare di tutto ma se poi ci includi la possibilitá della morte hai un nuovo punto di vista. Per esempio ho detto alla Signorina, non aspirare i ragni che ti infestano la casa con l’aspirapolvere, piuttosto schiacciali con i piedi, che con l’aspirapolvere non è detto che muoiano subito e poi gli fai fare la fine dei fratellini di Gravina. Lei ride ma io mica dico per scherzare.

Per chi fosse interessata, una fugace apparizione del Cuggino Rasta pronto per la firma degli autografi.

insomma stavo riflettendo

Insomma stavo riflettendo sul discorso di Bossi che al Nord non vuole gli insegnanti del Sud, e riflettendo riflettendo alla fine mi sono trovato inaspettatamente d’accordo con questo principio.

Ho pensato, almeno fino alla scuola media, un ragazzino è giusto che si trovi davanti un professore che parla come lui, che conosce le stesse strade, che si ricorda quando lì una volta era tutta campagna. Con tutta sta globalizzazione che tanto non si scappa, almeno qualche anno di radicamento nel territorio non è poi cosa malvagia. Ma questo vale per tutti, non solo al Nord. Se ci metti che i ragazzini si sbroccano davanti a MySpace e ai giochini online con gli skaters del Wisconsin e imparano a memoria le parole delle canzoni di qualche rapper temporaneo, capisci che almeno qualche anno di tranquillità è importante. Eppoi, i professori della scuola pubblica sono mediamente svogliati e frustrati, e se non lo sono all’inizio poi dopo lo diventano con gli anni: allora perchè costringere i ragazzini del Nord ad associare così presto gli accenti e le cadenze meridionali con la frustrazione e l’inefficienza? Anni dopo, ai test di ingresso delle Università, si troveranno tanti freschi mediterronici ad occupare tutti i primi posti delle graduatorie (ricordo un inviperita figlia di dentista bolognese che adduceva la colpa della sua incapacità di entrare ad Odontoiatria alla Calabria) così come nella mia Bologna siamo stati tutti salentini e siciliani nelle prime posizioni.  Ecco Sì, sono d’accordo.

Detto questo, Bossi è uno che si inventò una laurea che non aveva preso per fare bella figura con la moglie, bisogna sempre fare i conti con lui nonostante il suo diploma della Scuola Radio Elettra: storie come questa ti costringono a rivalutare il concetto stesso di genio. E se si pensa ai tanti brillanti laureati che ammuffiscono nei dottorati, sperando in chissá cosa, si capisce che non sto mica scherzando.

sliding doors

Il marocchino pulitore dell’ufficio è andato in vacanza per un mese. Come sostituta, è arrivata una ragazza bionda e straniera. Vestita bene, tutti i denti a posto, pettinata, sorridente. Un ragazza che potrebbe stare seduta al posto mio, ed invece al posto mio ci sono io. Fin quando è un marocchino avanti con l’etá viene da rilassarsi e pensare: ah,vabbè, è un marocchino avanti con l’etá. Oppure viene da non pensare proprio niente. Mentre così ti trovi davanti una possibile alternativa (una plausibile alternativa) della tua esistenza. È la stessa sensazione che la Signorina ha provato in un ufficio a qualche decina di chilometri da qui.    

Nel frattempo, qui stamattina neanche 14 gradi. Sciarpa.

opinione di minoranza

Non lo so, non lo so. Mi viene da pensare che ci riempiono di morale da telefilm americano fino a scoppiare, del tipo «segui i tuoi sogni sempre e comunque, la passione che ti muove eccetera eccetera » che poi finamo per guardare le cose attraverso lenti distorte. Eppoi lo so bene che le opinioni che partorisco sono evitabilissime, e sono qualcosa su cui pure io non mi trovo d’accordo. Però questo qui è andato a scalare la montagna chiamata Mangiauomini (qui un interessante articolo) un posto che ha causato il trenta per cento di morti fra gli scalatori degli ultimi 50 anni. Trenta per cento è tantissimo. Vuol dire che in pratica ne sono morti 60. Non mi viene proprio in mente qualcosa di più pericoloso, tutti gli esempi fra i commenti non reggono il paragone. E se tu ci vai, lo sai che forse non torni. E se ci vai, te ne freghi di chi sta attorno a te. E se mi tirate fuori la passione, il sogno di una vita, tutto questo non mi significa niente, perchè puoi benissimo andare a scalare le montagne di cinquemila metri molto meno pericolose, e c’hai lo stesso la montagna, la roccia, il freddo e la neve. Ste cose non te le toglie nessuno. Se lo fai, è per gloria o per offuscamento cerebrale, per la dose di adrenalina, o per noncuranza. In ogni caso, per mancanza di responsabilità. E i figli magari crescendo si chiederanno se il papà gli voleva bene oppure No. E che cosa si devono rispondere? Che la passione per la montagna eccetera eccetera? Ma perfavore. Il punto è che mi metto a parlare dei morti, e il costume mediterraneo è sempre quello di stravolgere la realtà se uno muore, per farlo sembrare meglio di quello che è. Ti ci abituano da piccoli e viene male a fare il contrario.

che poi mica ti ci hanno costretto, no?

Allora fatemi capire – perchè forse sto diventando vecchio e non capisco – ma se ti metti a scarpinare in cima ad una montagna di ottomila metri, e lo sai benissimo che è molto pericoloso fare ste cose, e se poi all’improvviso scivoli e cadi in un crepaccio e muori, e se fai tutto questo sapendo che a casa ti aspettano moglie e tre figli in tenera etá, noi che stiamo qui a leggere la notizia come ti dobbiamo ricordare? Come un avventuriero? Come un eroe? O come un pirla? E i tuoi figli che adesso sono in tenera etá orfani di padre perchè tu te ne andavi a fare le scarpinate a ottomila metri, poi quando cresceranno come ti dovranno ricordare?  

questo, quello

Questo nella foto lo ha fatto la Signorina. Io ci ho messo solo il pavimento graffiato che fa da sfondo. Queste invece sono le oche che ho trovato domenica passeggiando fuori dalla sua casa, avvicinate col pane invecchiato fatto a pezzettini. Questi invece sono i miei piedi dopo una mezza giornata a montare mobili ikea fallati o sbagliati. Questa invece, a proposito di Ikea, è un’idea macabra che però mi trova molto d’accordo.   

the winner is

La volontà popolare dice «come si inculano i numeri con la virgola» . Le interpretazioni fantasiose fra i commenti mi paiono un attimo esagerate. Credo che l’autore volesse trovare un metodo per arrotondare le cifre a suo vantaggio, e non sodomizzare i numeri come è stato detto. Ma comunque. Il premio della critica a «Foto di angelo mio cugino» solo per la fiducia sterminata riposta nel motore di ricerca. Che poi non è proprio sterminata, perchè ci tiene a precisare che è suo cugino, per evitare che Google si sbagli e si metta a cercare un Angelo qualsiasi.

the nominees, june 2008

Il problema con questi post sulle chiavi di ricerca mensili è che ti rendi conto di come passa velocemente il tempo. Molto brevemente, le nominations per giugno 2008 sono le seguenti:

– adamo ed eva e i dinosauri     

ascelle pelose svedesi        

– avere un’abbronzatura radical-chic     

– c’ho sempre ragione io          

– colloquio multinazionale estate come vestirsi          

– come convincere la propria ragazza a fare l’amore       

– come si inculano i numeri con la virgola           

diarrea che gira in questo periodo giugno 2008          

fabrizio moro plastica al naso           

foto di angelo mio cugino            

ho un piccione sul balcone che faccio?               

il bambino ha tagliato i baffi al gatto perchè?        

– io non so con quale razza di gente ho a che fare              

– mela pera banana caffè         

– perchè prima di far volare un aeroplani di carta ci si soffia sulla punta         

piero pelù cazzo peloso           

puo’ l’uomo mangiare le formiche vive?          

– razza arianna ?         

una donna il giorno dopo che avuto le sue cose puo farsi stare in cinta

Apriamo il televoto.

nel treno fra firenze e perugia

Nel treno fra Firenze e Perugia un ragazzo con un paio di occhiali enormi con sopra scritto RICH e un ciuffo a fontanella sugli occhi, e un tatuaggio attorno al bicipite, questo ragazzo che mi stava di fronte era impegnato a parlare al telefono, e io gli stavo di fronte, e lui gridava nel telefono, e spiegava  che vabbè, sarebbe andato a cantare al compleanno del vicesindaco non tanto per i soldi, quanto piuttosto perchè aveva saputo che fra gli ospiti ci sarebbe stata la Rosi Bindi, e con la Rosi Bindi fra gli ospiti – giuro che l’ho sentito dire così, non sto esagerando – poi magari ci scappava la raccomandazione per un programma alla Rai, che uno ci prova sempre magari gli va bene.             

Dicevo, sei mesi e mezzo fuori dall’Italia, poi torni e ti trovi il lampadato che si aspetta il favore dalla Rosi Bindi. Che magari si potrbbe credere che esagero, che mi invento tutto, ma se trovo la conferma che la Rosi Bindi è stata ospite a qualche festa di vicesindaco fra Firenze e Pisa allora è fatta.            

La campagna umbra è Italia da cartolina, e con tutti sti agriturismi che escono come funghi assomiglia sempre di più ad una cartolina. La campagna umbra è bella, ci sono solo ampissimi tratti di territorio che non ci vive nessuno. Qualche casa sperduta, e poi basta. Che sarà anche bella ma poi alla fine non ci vive nessuno. Però è bella.              

Perugia è in salita oppure in discesa. Se giochi a palla, se sei un ragazzino che giochi a palla e poi perdi la palla, ti rotola giù fino alla spiagga tirrenica e addio palla. Dev’essere colpa di sti traumi infantili che poi da adulti se ne vannoa vivere in zone a pendenza minore.               

Sto divagando.           

No, l’Italia non mi è mancata. Va bene un po’ mi è mancata. Acquistati in Felitrinelli i seguenti autori: S.Agnello Hornby, P.Roth e Marek van der Jagt. Copriranno Luglio e Agosto, come minimo. Il primo e il terzo li consiglio a priori, basta leggere le loro biografie. Io  per adesso ancora non ho letto niente, ma promettono bene.           

A grande richiesta – e tu è inutile che protesti, che tanto non funziona – tornano le mirabolanti avventure del Cuggino Rasta, sempre alla ricerca dell’amore della sua vita, o qualcosa che vagamente gli somigli.              

Il Cuggino Rasta è seduto ad un tavolino del bar in zona universitaria a Perugia. Una ragazza lo guarda insistentemente. Il Cuggino se ne accorge, io me ne accorgo. Le ragazze che non lo conoscono sono attratte sempre da lui. È il latin lover degli amori approssimativi e interinali. Lui promette ogni volta austerità e vita da bravo ragazzo, e così anche oggi, ma già sappiamo che non sarà così. La ragazza si avvicina e il Cuggino comincia con le sue radiografie. La scruta.    

«Smettila» dico io. 
«Smettila cosa?»  
«Quello che stai facendo»  
«Ma è necessario.» dice lui.   
«E perchè mai? »   
«Devo valutare bene adesso che c’è luce, altrimenti poi stasera nella confusione, al buio… »  
«…»   
«Meglio farsi un’opinione attendibile adesso. Non si sa mai.»      

Il Cuggino Rasta è proprio quando si sforza di essere serio e ragionevole, che mi fa ridere fino alle lacrime, e poi ha pure il coraggio di chiederti il perchè.

pausa

Utrecht e poi Eindhoven e poi aereo fino a Pisa e poi treno fino a Perugia per la laurea del fratello Il Piccolo. Sei mesi e mezzo che non torno in Italia. Qui piove e quando non piove, tanti nuvoloni. Un luglio che piove, avrò qualcosa da raccontare.

solo due cose

Solo due cose da aggiungere sui cellulari ultramoderni, come per esempio l’iPhone ma non necessariamente soltanto l’iPhone.

Mi si dice che ognuno i suoi soldi li spende come vuole. Questo è vero. Il punto è che le persone non spendono i soldi “come vogliono”, ma solo come vuole la pubblicitá. Voglio dire, cosa puoi fare con un iPhone che ti manca su un telefono normale? Puoi sfogliare le fotografie con il touch pad invece dei tasti, per fare un esempio. Lo so che c’è altro, ma è per fare un esempio. Non è che stai a casa tua e prima di sapere dell’esistenza dell’iPhone cominci a pensare “Oh, madonna vorrei sfogliare le foto con le dita invece di premere i pulsantini! Oh madonna, ne ho assoluto bisogno! Come posso andare avanti con questi miseri pulsantini?!? ”     

No.

Funziona che vedi la pubblicitá, e mentre affermi che la pubblicitá su di te non fa nessun effetto, in quel momento ti accorgi che hai proprio bisogno di sfogliare le foto con il touch pad invece dei pulsantini. La pubblicitá ti ha creato il bisogno che fino a cinque minuti prima non avevi. La pubblicitá ti fa vedere tante bellissime cose e improvvisamente ti accorgi che ne hai bisogno. Lo dico tranquillamente, non sono un extraterrestre, succede anche a me se cammino per negozi, è un impulso che devo spesso impegnarmi di frenare.          

E allora sapete cosa? Il benessere piú o meno tocca tutti, in questa parte di mondo. E allora avendoci soldi in tasca – e qualche soldo ce lo abbiamo tutti – davanti a tutte ste proposte, davanti a tutto sto superfluo hai due scelte: comprare o non comprare. E se decidi di comprare, hai fatto la scelta piú facile. Comprare è troppo facile. Io ci casco, a volte, e me ne rendo conto. Molto piú difficile e fermarsi e dire: non ne ho bisogno, non lo compro. Tutto attorno è costruito appositamente per farti credere a bisogni che invece non hai, ma se tu lasci perdere e passi avanti, hai vinto. È una cosa da niente che non cambia quasi niente, ma l’hai vinta.          

Non bisogna mai perdere di vista il tamarrone con la cinta e il fibbione di D&G. Noi in fondo siamo lui, ma con qualche sovrastruttura di contorno. Noi siamo lui, ma non lo sappiamo.

update: le ridicole petizioni per avere le tariffe piu’ convenienti.

perchè io valgo (più del mio telefono)

In Italia arriva l’iPhone. Tutti ne parlano. Le tariffe sono scandalose ma la gente sbava ugualmente per la cazzatina Mac. Io invece voglio fondare l’associazione Nokia low cost, ne potranno fare parte solo i possessori di telefono a prezzo minimo. Membri onorari saranno i possessori di un Nokia 3310 ancora funzionante. Il mio purtroppo è defunto da tempo, ma ho scovato un sostituto perfetto qui in Paese Basso pagato circa 19 euro. È bellissimo e ha certi pixeloni grossi e rozzi e quadrati come piacciono a me. E poi insomma va detto: un telefono che costa più di centocinquanta euro è volgare. E’ un gesto volgare comprarlo. Vuoi chiamarlo lusso? Non è nemmeno lusso, perchè più o meno un telefono da 500 euro se lo possono permettere (quasi) tutti. E’ un gesto volgare e basta.

differenze cromosomiche

IO: “Almeno io sono sincero quando parlo con te!”
LEI: “In che senso?” 
IO: “Nel senso che rispondo sinceramente alle domande che mi fai. Quasi sempre.”
LEI: “Ed io no?”
IO:“No, non rispondi alle mie parole.”
LEI:“Ma come No?”
IO:“Tu in realtá rispondi alla parole che tu credi siano nascoste dietro le parole che ti sto dicendo. E quindi in pratica rispondi a qualcos’altro che non ti ho chiesto.”
LEI: “Ma è normale.”
IO:“Eccerto, adesso è pure normale.”
LEI “È quello che fanno tutte le persone sensibili.”