Nel suo intervento a RaiPerUnaNotte, Luttazzi con la sua metafora del buco del culo ha chiarito una serie di cose:
– Che in fondo é giusto che non abbia un programma in Rai.
– Che se gia’ ti hanno mandato giustamente via dalla Rai perche’ parlavi di merda in bocca in modo gratuito (cioe’ citando la merda in bocca a casaccio, senza nessun legame con quello che stavi dicendo) e ora torni in una pseudo manifestazione Rai con la metafora del buco del culo, hai dei grossi problemi di creativita’.
– Che le metafore in primo luogo devono reggere, devono far arrivare un concetto, e se uno un minimo conosce l’Italia di oggi (un minimo) sa che la metafora del buco del culo non regge sotto nessun punto di vista.
– In altre parole, la metafora del buco del culo vorrebbe significare che l’elettorato vota in un certo modo perche’ é masochista. Questo é oggettivamente falso da qualsiasi punto di vista. Dunque ne consegue che la sua voglia di recitare la metafora del buco del culo era piu’ forte della verita’, o piu’ forte della rilevanza della metafora stessa. Ma questa non é una novita’.
– Che la gente applaude comunque.
– Che la gente ride a prescindere. Luttazzi dice "quando fai sesso anale con la tua ragazza" la gente ride. Non e’ una battuta. Quella arriva dopo. La gente ride gia’ sul preambolo. Come i bambini che disegnano cazzi sui banchi di scuola.
– Che se pure la metafora del buco del culo fosse stata una cosa da sbellicarsi dalle risate, se pure fosse stata la trovata comica piu’ geniale degli ultimi 150 anni (cit.), anche in quel caso la conclusione sarebbe uguale: e cioe’, di persone come Luttazzi, nella comunicazione di oggi, nel disastro di oggi, non ce n’é bisogno. Servono a far applaudire chi é gia’ convinto delle sue idee, e a fornire motivazioni ulteriori a quelli che sono dall’altra parte. Non fa riflettere (non é che debba per forza, eh), ma parla di odio come se é di questo che la gente avesse bisogno. Polarizza e distanzia le posizioni, che é esattamente l’opposto di quello che serve.
– Che a proposito di satira, fa rimpiangere ogni giorno che passa quel gigante di Corrado Guzzanti. A confronto col tizio della merda e del culo, un gigante. Centinaia di metri piu’ in su, che se rivolgesse lo sguardo in basso non lo vedrebbe nemmeno. Vedrebbe forse un puntino che che pigola con voce nasale “merda merda culo mestruazioni!”. Una persona con delle intuizioni incredibili che non ha mai, mai, campato di rendita. Un gigante.