chiamiamolo bilancio, questo, del 2011

Innanzitutto il sospetto è che il 2012 vada male. Il 2011 è cominciato nel fango e poi è virato in meglio, salito salito fino ad arrivare ad un livello tale che praticamente adesso mi trovo sulla sommità delle montagne russe, vedi il cielo ma sai che stai per volare giù.

Cosa ho imparato: Low Expectations. Lo sapevo ma non applicavo. Adesso applico.

Sono dimagrito di sei chili e ho muscoli più evidenti sotto pelle. Quando mi chiedono il motivo comincio con il citare Biografia della Fame di Amelie Nothomb, siccome non capiscono viro sul più generico: perché sto bene, ecco perché.

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tutti lo sanno che sotto le feste la gente si strafoca

Tutti lo sanno che sotto le feste la gente si strafoca di cibo che poi praticamente rotola, che poi deve sturare la panza a botta di bicarbonati, che poi deve gettare nella spazzatura milioni di euri di cibo, e che per i regali si indebitano fino al collo, che per festeggiare vanno oltre le loro possibilità. Tutti lo sanno, da sempre. E allora, se per questo Natale c’è una flessione del 18% rispetto all’anno precedente nei consumi, la cosa non dovrebbe essere vista come un “mannaggia, c’è stato un consumo del 18%” quanto piuttosto come un “bene, avanti così, riduciamo ancora di molto, scendiamo fino al 75%-80%, e forse rientreremo nell’ambito del plausibile.”

aver trascorso un’ora

Aver trascorso un’ora in una scuola elementare, per assistere ad una recita natalizia di bambini ottenni mi viene da pensare che.

Che nel profondo Sud è possibile ancora fare le recite natalizie che parlano di Gesù. L’Italia è di fatto multietnica e multireligiosa ma quasi per niente nel profondo Sud. La povertà with iPhone che c’abbiamo noi da ste parti scoraggia gli immigrati, quindi siamo razza purissima dalla cultura monolitica che ancora oggi si può permettere ste cose estremamente giesucristiche.

Che le biblioteche delle scuole elementari – con frasi ad effetto appese alle pareti sul piacere della lettura, ovviamente incomprensibili ai bambini, scaffali pieni di libri tremendi e grigi e  tristi – sembrano fatte apposta per creare un alone negativo attorno alla parola biblioteca. Che se lo Stato volesse disincentivare l’interesse alla lettura nelle nuove generazioni, nessun psicologo malefico potrebbe mai partorire una strategia tanto efficace.

si parte

Una hostess che lavora all’areoporto di Charleroi vicino Brussélle mi ha raccontato che a Charleroi vivono gli sgorbi.

Ci sarebbe cioè tanta gente che praticamente ha perso il lavoro negli anni passati (ex minatori soprattutto) e che campano da anni coi sussidi statali. E come loro, i figli. E per far trascorrere la loro grigia esistenza si mbriacano tutto il giorno. Tutto questo vivere nell’alcol alla fine genera degli effetti pure nel fisico: corpi storti, andature incerte, facce stravolte. Dice che proprio li riconosci, gli sgorbi di Charleroi.

Non lo so se è vero, epperò domani prendo il mio volo da Charleroi alla volta del paesello, e mi ricordo di quella notte lugubre e disperata trascorsa due anni fa – una vita fa – quando ancora non sapevo che sarei finito a vivere da ste parti.

cose, 16 dodici undici

Dimentico di cenare, poi mi ricordo che il giorno dopo non posso fare colazione che il medico ha da tirarmi il sangue, mi tira via il sangue e io svengo.

Poi torno cosciente e gli rubo tutte le caramelle sulla scrivania. Vado nella sala d’aspetto a mangiare di fretta una cheescake presa da un supermarket pakistano la sera prima e che nascondevo nella borsa, velocemente velocemente come i criceti che nascondono i semini nella bocca – mai parlato della passione per la cheescake venduta dai pakistani? Mai detto di questo pakistano che a volte gli chiedo una cosa e me ne regala un’altra? Comunque l’esempio dei criceti, se non hai mai avuto un criceto, non si capisce.

non si dovrebbe minimizzare

Non si dovrebbe minimizzare il legame fra il folle omicida di senegalesi a Firenze e gli ambienti di estrema destra.

Ma non per dire che gli ambienti di estrema destra sono pieni di folli (un po’ è vero) quanto invece per sottolineare che l’omicida era un uomo con grossi problemi personali. E ricordare ancora una volta che l’estremismo è figlio dell’insoddisfazione, e questo vale a destra quando fanno le stragi di immigrati e a sinistra, quando invocano una rivoluzione o il salario garantito perché stanno con le pezze al culo, o per la Chiesa cattolica quando fa ostracismo contro i gay. Io lo so che mi ripeto – invecchio, che ci possiamo fare – ma se uno è estremista in quanto insoddisfatto allora bisogna fare la tara alle sue idee, e non prenderle come idee, piuttosto come sintomi.

Come la diarrea per un’influenza virale, in pratica.

ci sono quelle che ti parlano

Ci sono quelle che ti parlano tutte interessate. Tu non sei interessato però ci parli – poco eh, per non creare fraintendimenti. Poi queste trovano qualcosa o qualcuno da abbracciare, ma lo capisci molto prima di vederle abbracciate, ché improvvisamente non ti parlano più tutte interessate.  Ci si sente come il tappo di sughero delle bottiglie, ci si sente.

domani

Domani mattina devo fare il serio a Londra, suddenly mi accorgo che non ho una camicia seria a disposizione, entro in un outlet compro una camicia di quelle che non si stirano, in un posto da millemila metri quadri, mi chiedo cosa faccia il commesso tutto il tempo quando non deve dire monsieur ai clienti. Intanto vicino casa chiudono tutto perché tentano di salvare il mondo, anzi l’Europa, e non so se Sarkozy mi farà prendere la metro. La globalizzazione è chiedere informazioni su questo al poliziotto mentre in cuffia ci sono i Sud Sound System, e dietro il poliziotto, le parabole di France 24. Ci sei tu ucraina che mi chiedi assaggia la mia capirinha, e non capisci che io italiano munito di vino rosso non posso proprio, voglio dire a livello legale, mischiare capirinha e vino rosso. Mi distraggo penso agli aghi infilzati nella camicia che non si stira, chiedo al cameriere se per caso me la cambiano, se per caso ne hanno un’altra in menu, che questa porcalamiseria non capisce la storia del vino rosso. Non si è offesa.

In realtà volevo scrivere un post su quanto mi fa cagare Lady Gaga.

si spiano

Si spiano ristoranti attraverso i vetri.

“questo posto, non lo so”
“e questo?”
“mmm… non lo so”
“ho capito: vuoi sapere se hanno il menu vegetariano ma sei timida e ti vergogni ad entrare e guardare”
“no, cioè…Sì”

(dodici ore dopo)

“come fai a leggere ste cose? penso ancora alla storia del menu. come fai.”
“non lo so, succede”

E invece sai cosa, è un problema delicatissimo leggere ste cose. Soprattutto quando degli altri leggi soprattutto le debolezze.

E’ un gioco di equilibri delicatissimo tra quello che intuisci ed esprimi, e quello che invece è meglio di No – perché se lo vedi non è detto che poi lo devi per forza raccontare. Si fanno errori spessissimo. Ecco cosa. Ma si parlava di un menu vegetariano, quindi va bene.

la vostra crisi

La vostra crisi non la paghiamo noi, dicono gli oppositori della crisi. Soprattutto quelli piu’ giovani. Dicono voi avete fatto il danno, voi ve la siete goduta, voi la pagate.

Io di economia non ne capisco niente e alzo le mani. Se e’ colpa delle banche io non lo so – alzo le mani.

Però cari ragazzi sappiate che pure voi avete vissuto a debito. Ci sono posti di lavoro dei vostri padri che non sarebbero esistiti, se non avessimo vissuto a debito. Ci sono scuole che non avreste mai visto, se non avessimo vissuto a debito – e voi ci siete entrati. Alcuni si sono pure laureati – e non sarebbe stato possibile, se non avessimo vissuto a debito. Come come? Avete pagato la retta universitaria? Certo, ma quella era solo una parte: sarebbe stata molto più alta se non avessimo vissuto tutti quanti a debito. Io e voi. La sfiga è che siamo arrivati tardi e tocca cominciare a pagare noi. Come quando al bar tutti scappano e lo scemo rimane seduto, tocca pagare a lui. Anche se hanno mangiato tutti e non solo lui. Ecco questo volevo dire, sapevàtelo, che ci abbiamo mangiato tutti.

come si chiama

Come si chiama quella sensazione tipo di pena per quelli o quelle che su internet si fanno rappresentare da foto che non gli assomigliano per niente? Come si chiama sta sensazione? Non lo so, comunque voi dello Zingarelli in ascolto, pensateci, che  è ora.

notiziario flash

Dice questa sbucandomi da sotto l’ascella: ciao sono del Kirzighistan, sono alla quarta Desperados, al mio paese bla bla bla bla (non capisco un cazzo per tre minuti). Va bene Kirzighistan, ciao.

Il proprietario della palestra dice che sto dimagrendo troppo. Non lo so, è che mi dimentico di mangiare o di comprarmi da mangiare, o faccio come gli animali: mangio quando trovo. I capelli nella doccia non sono i miei.  Per esempio mangiare Pan au chocolat in macchina mentre vo al lavoro invece di fare colazione comediocomanda ascoltando Battiato e Stateless. Arrivo al lavoro coi denti sporchi di chocolat. Oggi ho tagliato una american express con le forbici, la mia collega ha fatto la stessa cosa con la sua, abbiamo giocato a lanciare i frammenti come le stelline appuntite dei ninja dei cartoni animati. Vado a comprare la pizza da asporto c’è lei che dice che ci posso fare dopo tre orgasmi mi vengono le gambe molli guarda come cado dalle scale. Vado a comprare la pizza da asporto, incontro Beppe Severgnini più bello di come lo pensavo.

Affanculo se davvero crolla l’europa io perlomeno facevo la parte del trombettista di punta della banda del Titanic.