Dovrebbe essere evidente ma purtroppo non lo è

Dovrebbe essere evidente ma purtroppo non lo è, che se una larghissima maggioranza di rappresentanti (e quindi di rappresentati) vuole che si faccia sta benedetta TAV, che se nonostante l’eco mediatico enorme che circonda i manifestanti questa maggioranza resta comunque maggioranza – anzi, si solidifica – allora se tu sali sul traliccio per impedire i lavori rappresentando te stesso e la minoranza che ti circonda, quindi se tu minoranza rumorosa con un’azione di forza vuoi imporre il tuo modo di agire ad una maggioranza silenziosa, allora il gesto di salire per venirti a prendere dal traliccio è una battaglia civile (secondo l’etimologia della parola civiltà) oltre ovviamente ad essere pure una battaglia democratica (secondo l’etimologia della parola democrazia). E te lo dico io che mi sento quasi sempre minoranza.

Ma stiamo parlando di gente seria?

Perché se fossero gente seria, sai cosa dovrebbero fare? Dovrebbero andare a pescare il manifestante del video qui sotto, quello che ripete “pecorelle” ai carabinieri, che li percula per il magro stipendio, che gli dice “stronzi”, il tutto a favore di telecamere, sapendo di essere ripreso, continuando a perculare nonostante la consapevolezza di essere ripreso.

Se fossero persone serie, andrebbero a pescare questo ragazzo, inseguendolo con il sangue agli occhi per la figura di merda che ha fatto fare a tutto il movimento sui media nazionali. E lo coricherebbero di mazzate – se fossero persone serie – per evitare che faccia altri danni maggiori. Sarebbe violenza efficace e finalizzata ad uno scopo preciso. E poi affiggerebbero la sua foto all’entrata di tutti centri dove si riuniscono i manifestanti per impedirgli di entrare, in quanto persona non gradita, in quanto inutilità fatta barba, in quanto danneggiatore del movimento.

Ma invece.

(video)

a proposito dei casinari

A proposito dei casinari No Tav e No-Qualsiasi-Cosa purché ci siano botte da prendere, di cui si parlava qualche giorno fa – e sul fatto che qualche tesi di Laurea di psichiatria andrebbe spesa per raccontare le parabole umane di questi personaggi in costante ricerca di guerriglie, e a proposito del fatto che non conta molto il Cosa, ma piuttosto il Come (cioè prendere mazzate), quello che dicevo qualche giorno fa si arricchisce di nuovi dettagli in questo articolo dove si parla delle storie di alcuni degli arrestati in Val di Susa.

 

Gianluca Ferrari, Marta Bifani, Roberto Nadalini e Salvatore Soru hanno molto in comune, oltre al fatto di essere stati fermati domenica pomeriggio con l’accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Per esempio, il considerevole numero di denunce accumulate per altre «guerre contro gli sbirri»: 30, 10, 8, 13.


Il padre sconcertato, spiega il percorso della figlia:

 

«Faceva l’impiegata. Aveva una vita normale. Poi, si sa, succedono cose imponderabili. Qualcuno viene folgorato sulla via di Damasco, Marta invece è stata oscurata sulla via di Bologna. Ha conosciuto un ragazzo di un centro sociale. È diventata prima vegetariana, poi vegana, poi ha iniziato a fare campagne contro le pellicce».

 

Di fatto è lo stesso identico piglio di certi ultras che allo stadio fanno casino spalle alla partita. L'origine è la stessa solo che poi il risultato è diverso – esteticamente, non nella sostanza. Andrebbe individuato il perchè si finisce in una direzione piuttosto che in un altra, creare delle categorie accademiche da inserire nei libri di testo, facilitare il lavoro degli specialisti, e forse (anche per aiutarli un poco) smetterla di analizzarli come contestatori e quindi perdersi ad analizzare le loro ragioni, ma capire che le ragioni non c'entrano nulla, e fare qualcosa per loro. 

dice che in spagna

Dice che in Spagna vorrebbero vietare il “balconing” questa cosa per cui i ragazzi a Ibiza tornano in albergo e si lanciano dal balcone talvolta per morire. Dice che lo vogliono vietare che non sta bene.

Io quando penso a uno che si lancia dal balcone per divertirsi e poi muore mi pare di intravedere nelle maglie intricate della realtà moderna finalmente la giustiza del mondo. Che il mondo è giusto.

Voglio dire, lasciamo perdere per un momento il prete che deve fare l’omelia al funerale del balconato, e all’imbarazzo che può provare il prete nel girare attorno al fattaccio senza affrontarlo mai, e lasciamo perdere per un momento i parenti che non potranno dire “era tanto un bravo ragazzo, spigliato, intelligente”.

Lasciamo perdere tutto e pensiamo: si lancia dal balcone per divertimento (virgola) muore. Mi pare che fili benissimo, ci vedo l’ordine del mondo che si manifesta, mi pare che è così che debba andare, mi sembra assolutamente accettabile.

E invece No. Ché quelli glielo vietano.

Attenzione che non è come vietare la guida da ubriachi, ché in quei casi fai del male pure a chi stiri sotto la tua automobile. No Qui ti fai male solo tu, a meno che non ti lanci sulla testa di qualcuno. Al limite sporchi di sangue il pavimento o la piscina dell’albergo, ma icosa vuoi che sia, in un’ottica globale mi pare anche accettabile.

Quelli glielo vietano, invece. Ecco che l’ordine mondiale viene interrotto. Ecco la nota stonata. L’altro giorno hanno chiuso un bar dove i ragazzi per gioco si incendiavano le braccia. L’hanno chiuso. Ma perché? Per interrompere l’ordine mondiale? Voglio dire, sentite il flusso della logicità come scorre dolce e giusto: Giacomo si incendia il braccio per gioco, Giacomo ha il braccio ustionato. E invece No. Ma guardate che non è cinismo eh, è proprio che si sente la nota stonata. È proprio che bloccare l’ordine del mondo poi crea problemi dopo. Chè magari loro credono che vietare il balconing quelli smettono di essere subnormali? Si interrompe forse immediatamente la loro subnormalità? No, non si interrompe, quella – la subnormalità – invece progredisce e matura. Magari prolifica pure. E la colpa poi è tutta vostra.

io c'ho sto pregiudizio fortissimo

Io c’ho questo pregiudizio fortissimo per il quale ogni volta che sento una notizia che arriva da Roma storco il naso. Perchè se una cosa succede a Empoli o a Trapani non esce nulla, ma se succede a Roma poi ci sono subito le prime pagine dei giornali. Adesso è la volta della «aggressione fascista» alla Sapienza, che ovviamente sta su tutte le prime pagine. Premesso che una percentuale di pirla che si prende a morsi in testa per questioni ideologiche esisterà sempre (purtroppo) a vedere tutti sti titoli dei giornali, ti viene la curiosità di sapere cosa è successo mai, alla Sapienza di Roma. Cosa è successo?

Niente, hanno spaccato un vetro ad una Hiundai e un paio di graffi nemmeno tanto gravi. Ecco cosa è successo. Uno pensa chissà che, e invece niente. Il povero fotografo arrivato lì non sapeva cosa fare, e allora ha fotografato la Hiundai col vetro rotto da tutte le angolazioni possibili. Ma davvero tutte le angolazioni possibili (uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette). Manco la macchina del ritrovamento di Aldo Moro. Al tizio col graffietto, invece, gli hanno fatto tutto un servizio fotografico che nemmeno una sposa viene immortalata tante volte sullo stesso insignificante particolare (uno, due, tre).

normale sarai tu

A Verona un ragazzo è stato preso a calci sulla nuca per aver rifiutato di offrire una sigaretta. Adesso è in coma. Non si conoscono ancora i responsabili – certamente prima o poi verranno fuori – ma il giorno che li troveranno si metteranno a discutere su come punirli, quanti anni e quante attenuanti e quante aggravanti.    

A me non importa nulla se quando li acchiappano decidono di dare tre oppure quindici anni. Un anno oppure cento. Non me ne frega niente. Questo è un dettaglio irrilevante. Il punto è: quelli erano in gruppo e hanno ridotto in coma un ragazzo solo per una sigaretta. Nessuno di loro si è pentito e si è presentato alla polizia. La polizia dichiara che gli aggressori erano ragazzi «normali, cioé senza simboli che possano richiamare gruppi estremistici». Allora sapete cosa? Normali una cippa.     

Vi pare sempre tanto scontato puntare il dito verso il fascista con la testa rasata, che picchia perchè è un fascista, o contro l’autonomo dei centri sociali che distrugge perchè viene dai centri sociali, o contro il rumeno che ruba perchè cosa vuoi che faccia, tanto è un rumeno. Se invece adesso sono dei «ragazzi normali» a fracassare il cranio ai passanti, allora io voglio che si faccia anche per loro una bella analisi approfondita. Li dovete prendere – e tanto prima o poi li prendete – ma poi quando li trovate voglio sapere tutto. Tutto, capito? Che tipo di musica ascoltano? Come vestono? Vestono «normali»? In che senso «normali»? Vestono firmato oppure No? Indossano occhiali da sole griffati? Datemi il nome. Scrivetelo dove tutti possano leggerlo. E che musica ascoltano? Perquisite le loro camere da letto: leggono libri? Sì oppure No? Io voglio sapere tutto. Come andavano a scuola? Che aspetto hanno le loro fidanzate? Quelle presenti e quelle attuali: ditemi tutto. Vanno in giro coi tacchi? Senza tacchi? Con le meches ai capelli? Senza? Truccate o al naturale?      

Io voglio che si dia una forma dettagliata a questa «normalità» che riesce a fracassare un cranio.          

Come trascorrono le serate? Vanno in giro a fare cosa? Esattamente cosa? La sera se ne vanno a teatro, a passeggiare per le vie del centro, vanno in discoteca: dove vanno? E che livello di istruzione hanno? Dobbiamo prendere appunti, dobbiamo scrivere tutto. Cosa guardano in televisione? Quali sono i film che apprezzano? Votano alle elezioni? E chi votano? Scriviamo tutto, registriamo tutto, porca miseria.          

Che tanto lo sappiamo bene come agiscono questi personaggi, ogni cosa la fanno in branco. E allora succede che le cose che piacciono ad uno, piacciono per forza a tutti. Allora io voglio sapere quali sono queste cose, e dovete andare in giro a pubblicizzarle, tutti devono sapere che tipo di gente è, quella che si veste in un certo modo, che frequenta certi posti, e che vota certi personaggi, che voi chiamate «normali». Comprano le suonerie per il cellulare oppure No?

babbei

Siete solo dei babbei, degli ignoranti e dei pezzenti culturali. Siete la speranza fallita di un paese che se si deve appoggiare a voi, non ha alcuna speranza. Siete annebbiati dalla rabbia e calpestate la libertà con scarpe sporche di merda. C’avete i libri sotto il braccio ma di fatto ragionate da ultrà, scimmiottando gesti e parole che neanche comprendete. Cercate lo scontro ad ogni occasione per scimmiottare la trincea, e non sapete cosa è la libertà, e adesso ve lo ripeto che sennò non lo capite: non sapete cos’ è la libertà. Non avete un briciolo di concetto di libertà. Siete pieni zeppi di libertà, perchè potete fare tutto, e per questo non la apprezzate e non la difendete. La porzione di cervello deputata all’elaborazione intellettuale è minuscola, insignificante. Per il resto, ragionate per frasi fatte e dogmi che non capite nemmeno tanto bene. Siete solo dei babbei, degli ignoranti e dei pezzenti culturali, e non sapete cos’è la libertà. dave

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insomma, voglio dire

Andare a vedere una camera in affitto e trovarci una nigeriana pure simpatica che ti fa capire che la camera se la voglio è senza arredamento ma anche senza termosifone, e che se pure ti compri il termosifone poi ti devi fare il contratto del gas, ecco, tutto questo, diciamolo, può costare molto.

Consumare il pranzo davanti al computer che vuoi fare vedere quanto sei bravo a finire il lavoro entro il pomeriggio e il panino che ti si incolla sul palato e per un istante credi di morire – già vedi gli articoli sul giornale – morto per un panino al salame, sto salame – e poi invece scampare la morte, ecco, tutto questo può costare molto. 

Tornare a casa la sera e capire che il corridoio del tuo palazzo puzza nei giorni pari di polpette e marijuana e nei giorni dispari di spezie musulmane e ascella asiatica, ecco, tutto questo può costare davvero molto. 

Però. 

Però vedere la faccia del tuo collega James Blunt quando gli mostri le immagini della guerra della monnezza nel tuo Paese, e vedere l’interrogativo enorme sulla sua faccia, e tu che ti senti un profugo scampato alla guerra civile con i proiettili che ancora ti inseguono le natiche, ecco, tutto questo, non ha prezzo.

Sigla.

acciderbolina

Capisco che su questo blogghe ultimamente si parla troppo spesso di morti e ammazzati, però sta cosa devo raccontarla, e per raccontarla sono necessari perlomeno un paio di flashbacks.

Flashback numero uno: 
Monaco di Baviera, due anni fa. Sono in una bettola tedesca dove si ritrovano ogni settimana gli studenti Erasmus della città. Fiumi di birra e tante sane porcherie che in seguito faranno curriculum. Impegnato in una conversazione (ok, non esattamente), all’improvviso mi accorgo che a qualche metro da me c’è una ragazza stesa per terra in preda all’alcol, e un ragazzo biondino steso su di lei. Istintivamente urlo: Auei! al ragazzo, e poi gli faccio una breve paternale sul fatto che insomma, la ragazza è quasi incosciente, meglio lasciarla stare, no? Il ragazzo borbotta, ci guardiamo in cagnesco, poi mi da ragione. Da quel momento facciamo finta di essere amici, perchè succede sempre così fra terruncielli (e lui lo era): un momento prima si rischia la rissa, un momento dopo pacche sulle spalle. Anche lui terrunciello in Erasmus a Monaco come me, verrò a sapere.

Flashback numero due: 
Bologna, un anno e mezzo fa, è l’estate dei mondiali. Gruppo di amici qui in casa per vedere una partita alla tivvù. All’improvviso piomba qui a casa il biondino di cui sopra, di passaggio per un pomeriggio a Bologna e che era riuscito ad avere il mio numero di telefono. Brindiamo alla salute della nazionale di calcio con una serie di Peroni, poi finisce la partita e ognuno torna a casa sua. Il biondino non lo rivedo più.

Finchè.

Finchè ieri (tatàaaan) me lo ritrovo su tutte le pagine dei giornali incriminato come presunto omicida della studentessa inglese a Perugia. Uno legge ste cose è pensa: è incredibile. Non ti viene da pensare: è impossibile. A sto mondo tutto è possibile. Ti viene solo da pensare: merda, è incredibile. 

Viene da pensare, quello nelle foto non sono io ma porca miseria potrei benissimo essere io. Viene da pensare: stesse esperienze, stessi luoghi, stesse persone frequentate, stesso nome (!), un momento eravamo sullo stesso binario, un momento dopo lui è lì presunto sgozzatore sui giornali ed io sono qui che mi faccio il caffè e scongelo la carne per la cena.

Viene da pensare: questo ragazzo ha un Myspace dove ha caricato centinaia di immagini di lui sorridente che abbraccia gli amici dell’Erasmus e dei luoghi che ha visitato. Le facce che sono assieme a lui sono le stesse che ho sulle mie fotografie di quel periodo. Quello non sono io, ma potrei essere io. I giornalisti spulciano tra le foto e scovano quelle tre dove lui si è travestito (per carnevale? Boh.) con la carta igienica attorno al corpo a simulare una mummia e una finta mannaia in mano. Mettono una foto della sua mano con il dito medio. Quelle immagini dove appare come un ragazzo normale, non le mettono. Le più sospette le pubblicano sui siti principali di informazione. Scrivono, i giornalisti, che il presunto omicida è stato a Dachau, a Norimberga, due luoghi che richiamano le vicende del passato nazista della Germania. Uno legge e pensa Cazzo, a Dachau! Però io che ero lì, so che le visite a quelle città erano state organizzate dall’allegro gruppetto degli Erasmiani di Monaco, delle gitarelle da compari in vacanza. Io non c’ero, ma è solo un caso. Tra le sue foto io non ci sono, ma è tutto soltanto un caso. 

Pensare E’ Stato Lui, Non E’ Stato Lui non ha importanza, adesso. Si legge che ha mentito, e se uno mente (forse) ha qualcosa da nascondere. Ecco, forse. Ma non è questo il punto. Quello che ti viene in mente è che potresti esserci tu, e per esteso quello nelle foto potrebbe essere un Pinco Pallino qualunque, anche tu che stai leggendo queste righe. Ti stai facendo il caffè? Stai scongelando la carne per la cena? Potresti essere anche tu, diventare la star omicida del momento.

Ti va?  

viulenza

Adesso fanno pure le spedizioni punitive contro i rumeni e le chiamano Reazioni del Popolo Esasperato, cercando di stabilire una correlazione fra causa e conseguenza, fra il fattaccio dell’altro giorno e le sprangate contro la signora rumena che sta mettendo la spesa nel bagagliaio dell’auto.

Se vogliamo fare i sociologi, le possiamo pure chiamare Reazioni del Popolo Esasperato, però se vogliamo fare i sociologi dobbiamo pure dimenticare che esistono tante teste bollenti con la sprangata facile. E dobbiamo pure dimenticare che sul 100% delle persone che calpestano questo mondo ci sarà sempre una certa percentuale di bulletti che non vedono l’ora di spaccare la faccia a qualcuno, e che se sei cresciuto nella provincia meridionale questa percentuale prenderà le sembianze del delinquente di quartiere che sgommando sulla motoretta verrà a chiederti sfrontato “Cazzo guardi?” “Cazzo vuoi?” mentre tu ciucci spensierato il tuo ghiacciolo all’amarena seduto sul marciapiede; e la stessa percentuale di persone, dopo aver letto qualche libro, si autoproclamerà fascista e poi verrà a prenderti a craniate sul naso con argomentazioni di poco superiori al Cazzo Vuoi Cazzo Guardi di cui sopra.

Che poi il sociologo politologo mi verrà a costruire tutte le relazioni che vuole fra il fattaccio dell’altro giorno la signora rumena sprangata con le borse della spesa in mano, però a Roma giusto qualche mese fa un gruppo di bulletti con la testa rasata venne a spaccare di mazzate un gruppo di ragazzi durante un concerto, e non c’erano stati fattacci o altre cose ad “esasperarli”, c’avevano solo voglia di prendere a mazzate qualcuno e lo hanno fatto, perchè quando scappa scappa e certe volte se trovi un motivo è meglio, ma se non lo trovi chissenefrega basta che porti la spranga.