uno passa tutta la vita

Uno passa tutta la vita a migliorarsi, poi raggiunge una certa età e sad but true, se sei maschio ti basta essere sano, privo di evidenti turbe psichiche e magari avere un lavoro e automaticamente diventi appetibile.  Sul posto di lavoro questa tendenza si accentua terribilmente, ché siccome ti trovi sul posto di lavoro, è evidente che tu hai un lavoro, e siccome hai un lavoro, è probabile che tu non abbia evidenti turbe psichiche.

A completare la frittata di ovuli ci si mette pure la tendenza innata della femmina ad essere gregaria di un branco, di dare sfogo alla sua fertilità all’interno di esso, come le cavernicole, come le tue amiche di infanzia che cambiavano soggetto ma raramente il gruppo.

dunque pare

Dunque pare che le parole esatte del viceministro siano state:

«Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perchè vuol dire che almeno hai fatto qualcosa».

Standing ovation? No, critiche.
Mi viene da pensare che:

Che il tema dei "messaggi culturali" non sara’ mai troppo sottovalutato.

Che i critici propongono risposte assurde, come esempi di studenti lavoratori in condizioni disagiatissime che arrancano in ritardo tra miliardi di difficolta’. Cioe’ propongono esempi estremi e ignorano la realta’ media. La quale in altre parole sarebbe: lo studente che ci mette il doppio degli anni a laurearsi (di fatto questo vuol dire 28 anni) non e’ sempre un fancazzista, ma comunque e’ mediamente un fancazzista. Che non e’ sempre inadatto agli studi universitari, ma e’ comunque mediamente inadatto agli studi universitari. Che forse tra di loro si nascondo geni incompresi, ma mediamente No.

Che il viceministro e’ forse un raccomandato, dunque il meno adatto a proporre questi temi. Che "sfigato" non e’ la parola giusta in generale, ma quando si parla di messaggi culturali, quindi di tendenze, quindi di cio’ che le persone vorrebbero o non vorrebbero essere nella vita, be’ allora "sfigato" e’ adattissimo. Che se invece di dire "sfigato" dici "persone troppo coccolate da famiglie consenzienti, rammolliti dalle comodita’ che verranno stritolati dalla realta’ di oggi" la gente non ti capisce. Se dici "sfigato" sei incompleto, sei brutale, ma qualcosa arriva a colpire nel segno.

cose, 23 uno duemiladodici

La mia apertura mentale verso persone cose culture trova intoppi molto raramente. Di solito tollero. Ma poi non tollero: il proprietario nordafricano del minimarket sotto casa quando ti chiede “vuoi un sacchetto?” e tu rispondi “Oui”. Quello prende il sacchetto e te lo apre leccandosi le dita. Il problema è che non so come dire in francese che il sacchetto a quel punto non lo voglio più. E poi non tollero quelli che arrotolano gli spaghetti usando la forchetta e il cucchiaio, con il cucchiaio per appoggiarci dentro la forchetta. E poi non tollero quelli che invece di avvicinare le posate alla bocca, avvicinano la testa al piatto il più possibile tipo i giapponesi dei cartoni animati (ma per loro il problema erano le bacchette e il riso che scappa via; noi invece c’abbiamo le forchette perlamiseria). Mi piacciono invece i cerchietti fermacapelli sulla testa delle ragazze. Datemi una ragazza con il cerchietto fermacapelli per ogni posata utilizzata male e vivrò più tranquillo.

la percezione delle cose impregnata di reminiscenze cinematografiche

La percezione delle cose impregnata di reminiscenze cinematografiche. Cosa voglio dire.

C’è questa a ore sei. Bellissima, altissima, sorride, capelli lunghi legati a coda. Forse troppo bella? Mi viene in mente una scena dell’ultimo film di Brad Pitt: il team di una squadra di baseball scarta un giocatore perché ha la ragazza troppo brutta. Mancanza di autostima, dicono, non può andare bene per noi.

Allora comincio a parlarci. Anzi è più facile, comincia lei. Ad un certo punto arriva un Lenny Kravitz ma più bello, si conoscono da tempo, si salutano, cominciano a parlare di cose che non so. Sguscio via. Più tardi sono occupato con altre persone che si discute del nulla, però con occhio laterale osservo lei, ingabbiata in un marcamento stretto da Lenny Kravitz Ma Più Bello, più altri due.

Ecco che lei scappa via e viene da me senza motivo – mentre sono occupato a discutere del nulla – mi dice sono tornata. Penso: sei scappata o sei tornata? Non lo chiedo. Mi viene in mente una scena di un film non bellissimo degli anni 80, Enrico Montesano che dice: bisogna lasciar perdere quelle belle. Se poi vanno via ti dici: ah com’era bella lei non troverò mai più nessuna. Meglio quelle così e così. Almeno se poi vanno via, non ti puoi disperare e dirti: ah com’era così e così lei non troverò mai più nessuna.

ancora mi piacciono

Ancora mi piacciono in un modo perverso quei momenti che dentro di me chiamo i momenti wtf (what the fuck), tipo ieri in casa di uno che non conosci  – sei una specie di imbucato di secondo livello, ma hai portato da bere – dove sai solo che il padrone di casa è grosso e ha i peli sulla nuca (nel 2012 ), c’è un russo che parla italiano, c’è un balcone su una piazza e piove tantissimo, ci sei tu che tra le bottiglie vedi una che si avvicina ti guarda e ti fa: ma ciao come stai, Walter?

ma torniamo

Ma torniamo a bomba sull’argomento. Perché se si deve criminalizzare allora si deve pure trovare un eroe. Il criminale ovviamente è il comandante della nave mentre eroi sono tutti gli altri.

E si deve tracciare una linea nettissima fra il mostro e tutti gli altri.

Eroe quello ritrovato con la gamba rotta sulla nave. Eroe il comandante De Falco, quello del “vada a bordo cazzo!“. Eroi gli ammutinati. Eppure erano tutti presenti le altre volte quando la nave passava da lì – e ci passava spesso – e non hanno detto niente. Esistono le prove dei passaggi e non ci sono denunce.  Se esistesse la logica, sarebbero criminali anche loro, altro che eroi.

Il Paese dell’approssimazione, dove non è grave parcheggiare in doppia fila solo che poi una volta ogni tanto ti muore un bambino. Il Paese dell’approssimazione, del “cosa vuoi che sia“, dove se fai notare che le cose non vanno bene (prima che succeda il casino) allora sei pesante e pignolo. Se poi succede il casino e dici “te l’avevo detto”, sei pesante e pignolo. L’unico atteggiamento accettabile è fottersene, salvo poi schierarsi contro il mostro di turno, e lanciarsi con gioia in queste piccole piazzale loreto. Identificare un eroe e glorificarlo, mettendosi implicitamente dalla sua parte, e sentirsi migliori.

ovvio che

Ovvio che adesso bisogna prendersela con il comandante della nave da crociera. L’approccio italiota ai problemi è quello di circoscrivere il più possibile le responsabilità, identificare un singolo elemento, attaccare duro solo su quello e ignorare il sistema marcio. Catarsi autoassolutoria, per usare parole difficili che non sono sicuro se le uso al posto giusto. Voglio dire: il comandante andava troppo vicino alla costa e quindi fuori dalla legge? Indagatelo. Ma poi non fermatevi qui: le navi passavano sempre vicino alla costa? Benissimo: quali navi? Indagate. E se è il caso, condannate come se fossero naufragate anche quelle navi. Il sindaco dell’isola era contento che passassero vicino alla costa? Benissimo, indagate pure lui che è stato zitto. La capitaneria di porto non ha visto tutte queste navi? Come è possibile, sono enormi! Indagate pure loro porcalamiseria, soprattutto loro.

La reazione iperpolitically correct

La reazione iperpolitically correct e superprogressist dopo la morte degli ambulanti senegalesi a Firenze ha spinto molti a dire Siamo Tutti Senegalesi. Che il razzismo c’entrasse poco, e che fosse invece una storia di malessere personale di un folle non era importante per loro, l’importante era manifestare a favore della minoranza.

Poi a Roma un padre e una neonata cinesi sono stati uccisi. Allora Siamo Tutti Cinesi? No, era piu’ complicato. La reazione iperpolitically correct si e’ trovata in difficolta’ perche’ – pare – gli assassini erano due maghrebini. Fossero stati due romani, magari fascisti: facile, Siamo Tutti Cinesi! Ma erano maghrebini. Africani. Minoranza.

Chi e’ piu’ minoranza: i cinesi o i maghrebini? Mah, complicato, il riflesso pavloviano si inceppa.

Ieri un Suv ha travolto e ucciso un vigile urbano milanese, di origine siciliana ma praticamente milanese. Gia’ dalle prime ore si era capito che erano stati due rom, solo che non lo si poteva scrivere tranquillamente. Siamo tutti Di Origine Siciliana Ma Vigili Urbani Milanesi? No. Per adesso siamo generalmente indignati without fiaccolate commoventi e without meme internettiani. Intanto stracciamoci le vesti e i capelli per il mancato arresto dell’indagato Cosentino.

Guardate che tutte ste reazioni iperpolitically correct e superprogressist alla fine generano l’effetto contrario a quello voluto. Perche’ se non si dice chiaramente le cose come stanno – sugli extracomunitari – se si usano due pesi e due misure nel reagire a questi eventi, poi esce il pazzo disadattato che ti appicca il fuoco al campo rom senza motivo. Un estremo vive grazie all’estremo opposto, e si alimenta di esso, e degenera in sua funzione, cosa te lo dico a fare.

Ho scritto troppe parole che meriterebbero link esplicativi ma da dove mi trovo in questo momento, non posso.

abbondantemente

Abbondantemente negli anni dieci, i bambini giocano coi tablet, i telefonini fanno le fotografie a sei megapixel, i ciechi riacquistano la vista con le microtelecamere e ci sono ancora quelli li puzza l’alito di fogna con dentro i topi morti, ma morti da tempo, mica ieri.

sei italiano?

Sei italiano? Vivi all’estero? Allora almeno una volta ti avranno mandato questo video. A me è già successo tre volte, l’ultima stanotte, però adesso non posso spiegare a questa che già me l’hanno mandato tre volte.

sto diventando estremista nei rapporti umani

Sto diventando estremista nei rapporti umani. Le persone con cui riesco a parlare, finisce che potrei parlarci per ore di miliardi di cose. Poche me le trovo davanti fisicamente, altre sono sparse altrove nel globo terracqueo.

Potrei parlarci cosi’ tanto che quando le trovo non c’e’ mai tempo, si aprono parentesi una dopo l’altra che ti verrebbe da prendere appunti sulle cose che hai lasciato andare senza parlarne, per parlarne dopo, e poi aprire nuove parentesi, e poi poi poi.

Alla fine non c’e’ mai tempo che bisogna andare da un’altra parte, che bisogna chiudere il telefono, che qualcuno ti aspetta, che non possiamo allargare e slabbrare all’infinito gli spazi temporali che per caso ci vengono offerti.

Al contrario, le persone che non so cosa dire, finisce che non so proprio cosa dire in un modo estremo. Afasia. Afonia. E non sono bravo ad inventare niente. Resto in silenzio, in un silenzio che in questi tempi moderni di frasi fatte e’ un silenzio porcalamiseria pesantissimo, inaccettabile, quasi maleducato. Siamo al nove di gennaio e ormai tutti ti hanno chiesto – anche piu’ volte -: allora come sono andate le vacanze? Tu dici bene. Come sono andate? Bene. Come sono andate? Bene. Poi impazzisci e rifiuti questa farsa, cominci ad entrare nei dettagli, racconti le sfumature, racconti di parenti stretti che ingrassano l’inverno per meglio resistere al freddo umido del sud italia, le sensazioni dell’emigrante e dei suoi ricorrenti ritorni (l’eterno ritorno dona loro signore – si riferivano a me?) ma loro non sono interessati, loro volevano la farsa quando t’hanno chiesto, loro volevano solo coprire quel silenzio pesantissimo di cui sopra.

La colpa di tutto questo – argomento gia’ trattato altre volte – sono i miei interessi umanistici e verbosi. Voglio dire, se mi abituo alle pagine di un libro che dice tantissimo ed entra nei particolari delle cose, se io stesso scrivendo anche queste poche righe entro nella struttura delle cose, poi difficilmente qualche ora dopo potro’ accontentarmi della superficie. Prendero’ atto che esiste, la superficie, ma non chiedetemi di parteciparvi. Fate vobis, io innesco il mio silenzio pesantissimo.

Ovviamente non e’ l’ultimo post che scrivo su questo argomento.

Mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza di persone

Quindi due italiani su tre trovano lavoro attraverso le reti familiari. Sapevo tanti, non credevo così tanti. Per rimpolpare l’orgoglio posso dirmi di far parte di un 25 % di minoranza.

Che poi se vuoi essere preciso devi ridurre ancora, ché in quel 25% che fa senza aiutini ci sono pure quelli che – qualora avessero potuto – avrebbero accettato un aiutino.

Urge fondare club di micro-minoranza di quelli che davanti alle proposte di aiutini hanno detto di No.

qualora servisse una prova dell’ingiustizia sociale

Qualora servisse una prova dell’ingiustizia sociale in Italia ecco che arriva l’aumento della benzina.

Prova di ingiustizia sociale perché un chilometro da percorrere in automobile è lungo uguale per il ricco e e per il povero. Dunque il ricco paga in proporzione molto meno.

Se l’asilo del bambino è lontano tre chilometri da casa, sti tre chilometri sono uguali per il ricco e per il povero. Non è che il ricco per contribuire in modo proporzionale al bilancio dello Stato si fa tre giri a vuoto in auto intorno a casa e poi va all’asilo a portare il bambino. Quello tira dritto e chissenefrega. Se poi è molto ricco il bambino lo accompagna il maggiordomo. Ma non hanno messo una tassa sui maggiordomi, e anche se fosse, è un’altra storia.

mi è capitato di

Mi è capitato di rincuorare spesso, in questi giorni. O almeno provarci. Pacche sulle spalle e discorsi che tanto non vengono ascoltati. Poi invece c’è una domanda che se la poni – a chi si lamenta e si dispera – un po’ funziona:

Vorresti essere qualcun altro, fra le persone che conosci direttamente? Con chi faresti davvero a cambio di vita – ma davvero e per sempre?

Non si tratta di prendersi una cosa a scelta dagli altri – un affetto una casa o dieci centimetri di statura. Si tratta di prendersi tutto senza sconti. E quindi anche abbandonare tutto. Se la domanda la faccio a me, non viene in mente nessuno.

Ma anche se vi fate la domanda e dovessero venirvi in mente due persone, be’ cazzo, vi rendete conto che vi siete classificati al terzo posto delle migliori vite possibili?