vabbé ma perché?

Vabbé ma perché dopo 19 morti decidono che la Love Parade adesso non si farà più?

Punto uno: li ha uccisi la musica? E’ una manifestazione di musica, di nudismo e un po’ di droga. Li ha uccisi la musica? Li hanno uccisi il troppo nudismo? Li ha uccisi la droga? Non mi pare. E allora? Dice: sono morti in 19. Questo è molto brutto.

Ma (punto due) la Love Parade va avanti dal 1989. Sai quanti milioni di persone vi hanno partecipato solamente in Germania (togliendo le date in altre nazioni europee)? Dice dieci milioni. Se ci aggiungi le altre nazioni e tutte i mega raduni che organizzano ogni anno – mettici dentro il primo Maggio e tutto il resto – raggiungi milioni e milioni di persone. Ne muoiono 19, e la colpa non è della musica. Ne deriva una probabilità di morte per cause collaterali di 1 su milioni e milioni. Praticamente niente.

Se noi ora diciamo che è pericoloso, dobbiamo smettere immediatamente di fare qualsiasi cosa, perché qualsiasi cosa è più pericolosa di questo. E sai cosa me ne frega a me di difendere la Love Parade, per non parlare del Primo Maggio. Il premio capoccione della settimana comunque va all’amica della ragazza italiana morta, che afferma di non voler rilasciare dichiarazioni, e che però la polizia non ha aiutato molto i feriti, e che però lei in ospedale è stata accompagnata, appunto, dalla polizia.

mh?

Un souvenir scagliato in faccia e il sangue. Un saluto a favore di fotografi senza pulirsi il sangue dalla faccia. Non riesco a pensare al gesto, riesco a pensare solo alla vecchina sola in casa che si porta alla bocca il cucchiaio di minestra, e osservando le immagini per un secondo si blocca, col cucchiaio in mano, e si porta una mano al petto come fanno le vecchine quando si spaventano. Da una parte questo, dall’altra chili di editoriali, manifestazioni di solidarieta’ bipartisan e ragionevoli distinguo. Chi vince?

scioperanti

Quelli che si fanno chiamare “popolo dei blogger” sono oggi in sciopero per una legge che dice tante cose – non entro nel dettaglio – ma che dice soprattutto una cosa (ed é per questo soprattutto che i blogger – i blogger? – scioperano). Un articolo della legge dice che nel caso di un post o commento potenzialmente diffamatorio….

"Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono".

Se non lo fai, ci sono svariate migliaia di euro di multa. La critica predominante all’articolo é la seguente:

"pretendere che un blogger per diletto in vacanza, se disconnesso per più di 48 ore, corra il rischio di dover pagare 25 milioni di vecchie lire per non aver rettificato un post asseritamente diffamatorio, sembra eccessivo"

Tutta da verificare é l’esistenza del blogger che non si connette per piú di 48 ore. Magari esiste davvero, eh, chi lo sa. Detto questo, bisogna capire cosa é piú grave: un mondo dove puoi diffamare chi vuoi e rettificare se e quando ti pare, o un mondo dove se diffami e subito dopo te ne vai in vacanza per una settimana in una sperduta isoletta del Pacifico che le notizie ti arrivano solo in bottiglia, poi ti tocca pagare 15mila euro di multa.

paura, eh?

Allora, ormai sono giorni che corriere.it insiste su sta storia del calamaro gigante scambiato per qualcos’altro, che però poi si scopre non era affatto altro ma era proprio un calamaro. Nel video si vede cosa? Un calamaro. Un po’ piú lungo, forse appartenente ad una specie nuova – io non me ne intendo di calamari – ma chiaramente un calamaro. Diamine, è un calamaro. E loro invece prima titolano “mistero nel mare del Messico” e poi dopo qualche giorno – come se nel frattempo nel mondo si fosse scatenata l’ansia di sapere cos’ è in realtá quel calamaro che sembra un calamaro ma dicono non essere un calamaro – se ne escono con la notizia che, insomma, potete stare tranquilli, è solo un calamaro. Ma va’?

Però, siccome sono bacati fin dentro la coscienza, non si fermano qui ma esagerano. Spumeggiano. Il titolo è addirittura “Paranormale: sembrava un alieno ma era un calamaro” . Un alieno, capito? Tu vedi un calamaro in fondo al mare e cosa pensi? Che è un alieno.  Esagerazione nel titolo? No, perchè poi subito sotto scrivono che gli osservatori, in Messico, hanno creduto di trovarsi di fronte ad un “marziano”. Quindi non un alieno qualsiasi, ma proprio un marziano. Del resto si vede benissimo che quei tentacoli e quel capoccione da calamaro non possono essere di Saturno. Sono fisionomisti, quando si tratta di mostri alieni, i petroliferi messicani. E sta cosa del marziano, non è una battuta del titolo, poi la ripetono anche nel video. Quello che poi fa pensare è che cercando in giro su Google, la notizia è riportata in modo molto piú sobrio da tanti altri siti (in sostanza, dicono: forse è una specie nuova per via del numero dei tentacoli e del movimento particolare). Però evidentemente dalle parti di Corriere.it hanno delle fonti di informazioni speciali, qualcuno che è andato da loro – e solo da loro – a spiegare che un calamaro in fondo al mare è stato veramente scambiato per un marziano (perche’ non vogliamo credere si inventino le notizie a cacchio, giusto?). Qui il video del marziano.

che ridere

Che ridere sta storia dei ragazzini che chiedevano “favori sessuali” nello scuolabus in cambio di ricariche telefoniche. Che ridere non per i ragazzini, ma per tutti gli scandalizzati per una scemenza del genere. Poveri scandalizzati che vogliono mettere a posto le cose, poveri parrucconi che credono forse che la sessualita’ di un pischello (e di una pischella) cominci verso i venticinque/trent’anni. Poveri indignati che forse non sanno quanto la “ricarica telefonica” alla fine è solo una scusa, quando c’hai dodici anni e tanta curiosita’, e ste cose le faresti anche senza i dieci euri della ricarica, però ti vergogni dello sguardo accigliato delle amichette. Poi magari una pischella si spoglia a scuola, le immagini vanno sul web, e tutti di nuovo ad indignarsi e a dire MaDoveAndremoAFinire. E poi il mese seguente un’altra dodicenne si fa riprendere dal ragazzo col telefonino nel parchetto sotto casa, il carabiniere scova le immagini e tutti di nuovo a zompare sulla sedia e borbottare MaDoveAndremoAFinire. E intanto nessuno che alza la mano e afferma che forse, ammettiamolo, una certa percentuale di ragazzine maggiormente predisposte a queste pruderie è sempre esistita e sempre esistera’, e non ci si può fare nulla, a prescindere dalla televisone e dalla cultura di merda che regna sovrana in questo momento storico, perchè e alla fine le trovi nella storia e nella letteratura, esistono e basta, e i plotoni di dodicenni famelici e senza scrupoli (o con fragili scrupoli da dodicenni) continueranno a sparare nel mucchio sperando di incontrare quella giusta. E alla fine, esclusi alcuni casi particolari, va pure bene cosi’, è nell’ordine naturale delle cose, di una Madre Natura che ha la sola colpa di non aver previsto l’avvento dei telefoni cellulari full optional.   

chi le playstation, chi le cisterne

Vogliamo smetterla di parlare dei due bambini caduti nel pozzo? Per favore, smettiamola. Caduti nel pozzo: Amen. Dice: ma come caduti nel pozzo? Cosa ci vai a fare nel pozzo? Vai a giocare nel pozzo? Ma ti pare? Sicuramente stavano scappando dal papà cattivo! Brutto e cattivo quello lì. Mica per giocare. Ecco perchè caduti nel pozzo. Anzi No, c’era un pedofilo che li rincorreva. Anzi No, un malato di aiddiesse con la bava alla bocca. Anzi No, c’era l’Influenza Aviaria in persona, guarda.

manipolazione della comunicazione for deficienti

Va bene, adesso volete farmi credere che una maglietta diversa da far indossare al terrorista condannato a morte prima di fotografarlo non ce l’avevate? O una foto dove non storce la faccia ai flash come un gobo di notre dame mediorientale? Insomma, capiamoci: in un’epoca di manipolazione quotidiana delle informazioni, noialtri qui siamo cresciuti un po’ piú smaliziati di quanto pensiate, e ci mettiamo poco a intuire i tentativi di mettere in cattiva luce un Pinco Pallino qualsiasi, eh!

Il problema del famoso libro di roberto saviano – scritto bene, dettagliato e pungente eccetera eccetera – è che se te lo leggi la sera prima di andare a nanna, poi la mattina quando ti svegli e metti i piedi giù dal letto, e fissi il pavimento per cercare la forza di cominciare la giornata, se il libro lo hai posato dalla parte della copertina allora tutto ok, ma se per caso lo hai lasciato girato dall’altra parte, ecco, per un momento ti prendi uno spavento mica da poco.