L’uomo si e’ evoluto per migliaia di anni in gruppi piccolissimi di persone : o non c’era nessuno, o erano pochissimi. E da pochissimi, andavano alla scoperta di montagne e foreste, si conoscevano perfettamente: odori forme e sapori.
L’uomo non si e’ evoluto per andare nello spazio, cosi’ quando ce lo mandano nello spazio – siccome lo spazio non e’ per lui – allora si allegeriscono le ossa, si perdono i capelli, si diventa stitici (non lo dicono ai documentari, ma credo sia cosi’, causa assenza di gravita’).
Ma allora, se l’uomo si evoluto in un certo modo e poi quando viene sottoposto a cambiamenti drastici e repentini (non graduali, non accompagnati da una evoluzione voglio dire) quello si modifica drasticamente, allora io, risultato finale di un’ evoluzione di migliaia di anni di vita in piccolissimi gruppi, dove ci si conosceva tutti per forma colori e sapori, io, che pure i miei antenati piu’ prossimi vivevano in casette di campagna dove ci si conosceva tutti dalla nascita alla morte e si facevano appassire i pomodori appesi alle pareti per l’inverno, io, in questo momemento storico di bulimia di umani attorno, di turbinio di facce e accenti e sopracciglia e tagli di occhi e aliti e nuche e mignoli e caviglie e scarpe e storie e attitudini, io in questa bulimia che mi ritrovo, in che senso sto cambiando? Se gli astronauti nello spazio diventano stitici perche’ non e’ normale stare nello spazio, se il sub sotto cento metri di acqua rischia l’embolia perche’ non e’ normale stare sotto cento metri di acqua, io in questa bulimia che non e’ normale viverla, sta bulimia, in cosa sto cambiando?