dormire male praticamente sempre

Dormire male praticamente sempre anche quando sei soddisfattissimo del mondo attorno significa che ci devi vivere con questa cosa. E quindi uscire la sera si fa, epperò torni dal lavoro muori sul letto per un tre quarti d’ora senza ovviamente prendere sonno, poi ti alzi e ti fai una doccia ascoltando musica ricchiona o melensa tipo lattemiele di quella che sai le parole e ti vergogni, ma specialmente in questi giorni tizianoferro che la nuova canzone ad un certo punto dice “la mia vitaaa/ mi fa perdere il sonno sempreee” e quello lì sono io porcalamiseria, sono io, guardami come faccio rifornimento al distributore di vita sotto forma di acqua calda.

(e tornando a casa, incontrare Mario Borghezio
sulla porta della Pizzeria Positano non ha prezzo)

uno dei miei momenti di trascurabile felicità

Uno dei miei momenti di trascurabile felicità è stato sapere che era uscito il libro “Momenti di Trascurabile Felicità” ma non andare a comprarlo. Sapere che era lì, spiarlo sullo scaffale, essere certissimo che mi sarebbe piaciuto eppure non comprarlo, prolungare l’attesa. Lo leggo e confermo che piace. Anzi, ci sono delle cose che sono sicuro di aver scritto prima io (ho le prove, ma a chi importa) e anzi il libro comincia proprio con il prolungare all’estremo l’attesa di qualcosa che sei sicuro ti piacerà come ho fatto io con sto libro. Avranno scritto che è divertente – e lo è – ma è pure un libro animalesco, a tratti.

Non si è mai capito perché, ma quando vomiti ci deve essere qualcuno che ti tiene la testa, ti mette il palmo della mano sulla fronte e assiste a una scena schifosa. E’ diventata una consuetudine così accettata, che quando ti viene da vomitare il primo istinto che hai è guardare chi ti sta vicino e fargli uno sguardo implorante, che vuol dire “ti prego tienimi la testa”. E in ogni caso chiunque ti sta vicino istintivamente quando ti vede vomitare corre verso di te e dice: “aspetta che ti tengo la testa”.

Sono profondamente grato a tutti quelli che mi hanno tenuto e mi terranno la testa quando mi viene da vomitare.

in svezia

In svezia gira una barzelletta – pure in svezia ci sono le barzellette – dove c’è un coccodrillo e un anatroccolo.

Chi sono? chiede il coccodrillo all’anatroccolo.
Guarda, sei verde con la coda e i denti aguzzi, risponde l’anatroccolo.
Ah ma allora sono un coccodrillo!

Ed io chi sono? (chiede l’anatroccolo).
Guarda, sei basso peloso e con una grande bocca.
Ah, ma allora sono un italiano!

(mbah)

non penso mai a quelli che

Non penso mai a quelli che in Italia sono riusciti a trovare un posto di lavoro grazie a favoritismi. Giuro, non ci penso mai. Il più delle volte penso: cazzi loro. E della loro coscienza.

Stamattina leggo la storia del chirurgo a cui viene rifiutata una cattedra anche se è di molto superiore ai contendenti. Anche se ha vinto diverse cause in tribunale. Lui si ricandida per la cattedra, e la Facoltà sceglie di nuovo i due meno bravi. Lui fa causa, la vince, si ripresenta, e lo bocciano.

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l’uomo

L’uomo si e’ evoluto per migliaia di anni in gruppi piccolissimi di persone : o non c’era nessuno, o erano pochissimi. E da pochissimi, andavano alla scoperta di montagne e foreste, si conoscevano perfettamente: odori forme e sapori.

L’uomo non si e’ evoluto per andare nello spazio, cosi’ quando ce lo mandano nello spazio – siccome lo spazio non e’ per lui – allora si allegeriscono le ossa, si perdono i capelli, si diventa stitici (non lo dicono ai documentari, ma credo sia cosi’, causa assenza di gravita’).

Ma allora, se l’uomo si evoluto in un certo modo e poi quando viene sottoposto a cambiamenti drastici e repentini (non graduali, non accompagnati da una evoluzione voglio dire) quello si modifica drasticamente, allora io, risultato finale di un’ evoluzione di migliaia di anni di vita in piccolissimi gruppi, dove ci si conosceva tutti per forma colori e sapori, io, che pure i miei antenati piu’ prossimi vivevano in casette di campagna dove ci si conosceva tutti dalla nascita alla morte e si facevano appassire i pomodori appesi alle pareti per l’inverno, io, in questo momemento storico di bulimia di umani attorno, di turbinio di facce e accenti e sopracciglia e tagli di occhi e aliti e nuche e mignoli e caviglie e scarpe e storie e attitudini, io in questa bulimia che mi ritrovo, in che senso sto cambiando? Se gli astronauti nello spazio diventano stitici perche’ non e’ normale stare nello spazio, se il sub sotto cento metri di acqua rischia l’embolia perche’ non e’ normale stare sotto cento metri di acqua, io in questa bulimia che non e’ normale viverla, sta bulimia, in cosa sto cambiando?

poi improvvisamente

poi improvvisamente la vita ha certe fiammate improvvise ed opportune che ti dimentichi pure di comprarti da mangiare e di pagare la bolletta della luce e affanculo va bene uguale, c’hai tutta la vita davanti per pagare la bolletta della luce.

schiuma di dentifricio

Quindi adesso con WP si puo’ postare via email piu’ facilmente. Quindi adesso posso postare dal lavoro.

Una cosa che non riesco a venirne a capo al lavoro sono i cv dei candidati che si presentano per un posto. Prima mandano il cv e poi si fanno vedere di persona.

Quando parlano tremanti e sudati e nervosi mi va benissimo. Quando poi leggo il cv e leggo che sono sposati va benissimo. Quando leggo che sono sposati e hanno un figlio va benissimo. Ma quando leggo l’eta’ esatta del figlio, ecco No.

Perche’ poi me lo immagino, sto bambino, mettiamo di quattro-cinque anni, che e’ l’eta’ in cui arrivano a malapena con la testa sul bordo del lavandino in bagno. Quindi mi immagino questo quattro-cinquenne consapevole che il padre deve fare una cosa importante quella mattina – ed e’ per questo che e’ nervoso – e proprio mi vedo il bambino che si lava i denti col gomito molto sollevato come fanno i bambini, e nel frattempo si immagina mostri bruttissimi che si mangeranno il padre come fanno i bambini. Dovrei ascoltare quello che dicono, mi faccio invece prendere dalla pena e da immagini di schiuma di dentifricio che cola dal mento.

quindi ecco qui

Questo è il vestitino nuovo, e sono molto gradite le opinioni. Ho il sospetto che qualcuno possa vedere tutto sto popo di template in times new roman: spero di No. Epperò se vi succede ditelo qui sotto, e indicate con quale browser. Quelle palline nere nella colonna di destra mi irritano molto ma non so come fare ad eliminarle, ho paura di spallare tutto. Vivremo con le palline nere, per adesso. Comunque signor WordPress, come ti è venuto in mente nell’editor di scrittura di non includere il “justified”? Sono cose che al giorno d’oggi, non si può.

update: come fatto notare nei commenti, il “justified” esiste e io sono un novello gnurante.

mi piacciono

mi piacciono le ragazze la mattina alla fermata dell’autobus, o che attraversano le strisce pedonali – c’è questa freschezza irripetibile tra le 7.30 e le 9.30 della mattina, ovattata di sonno epperò freschissima, e con il freddo che stringe le spalle, la loro bellezza fatta da tutte queste cose messe assieme (il freddo, la freschezza, la sonnolenza, il cielo grigioso, la fretta, il non poterle osservare a lungo perché fuggi nel traffico, il fatto che pensino ad altro e comunque non a te).

Questa bellezza è totalmente irraggiungibile perché comunque vada la perdi: se continui nel traffico la perdi, se rimani fermo la perdi (perché se ne vanno) se scendi dalla macchina e loro si innamorano perdutamente di te, anche in quel caso la perdi, infatti non sarebbe più la bellezza di prima, qualcosa fra tutte le componenti che la costituisce andrebbe comunque persa (la fretta? la sonnolenza? il cielo grigioso? la freschezza? il non guardarsi in faccia?) e quindi quello che ti rimane – porcalamiseria – è una delle bellezze più irragiungibili eppure quotidiane che ti trovi a subire.

Like a cat in a bag/ waiting to drown/ this time I'm coming down

E' un verso di una canzone dei Verve che m'è venuta in mente in queste ore. Il gatto nella borsa sarebbe questo blogghe che praticamente rischia di scomparire saecula saeculorum se non trovassi un'anima buona disposta ad aiutarmi nella migrazione. Le guide in giro sono scritte in arabo, per me che pure alla parola plug-in cominciano a tremare i mignoli. Cerco un'anima buona ma pure un'anima mercenaria che voglia fare tutto dietro giusto compenso. Astenersi perditempo anche perché di tempo – pare – ne è rimasto pochissimo.  

come ai vecchissimi tempi

Come ai vecchissimi tempi, dirigersi verso un posto dove “forse” c'è una festa, e poi come ai vecchissimi tempi, parcheggiare in quella zona dove “forse” c'è una festa e restare in silenzio per capire da dove arriva la musica, come gli squali nelle acque profonde che captano microscopiche gocce di sangue.

 

Arrivi troppo tardi e bevi solo cose immonde, i bicchieri di plastica sono finiti e usi le tazze della colazione dei proprietari di casa – che poi chi sono, i proprietari di casa. Le cartoline alle pareti sono di gente che non abita più lì, poi i bicchieri di vetro tutti diversi in colore e dimensioni, sono queste le tracce di epoche passate come gli strati del terreno negli scavi archeologici, e un numero spropositato di frigoriferi, uno per ciascuno epperò tutti semivuoti, e poi ci sei tu che mi dici che sono freddo ma freddo in che senso mi chiedo, Sì Sì sei freddo come sono fredda io, però tu forse di più. Ma scusa metti la mano qui, fammi sentire la schiena, posami una mano sulla guancia, a me pare che siamo entrambi caldi no? Voglio dire: al netto della musica e del fumo e dell'orario e del liquore all'anice mischiato ad acqua che bevo in una tazza da colazione. No. E va bene così, non posso mica capire tutto nella vita.

Però se devi sceglierti una casa per farci dentro le feste, allora è meglio scegliertela in centro e che però appena apri la porta c'è un cespuglio foltissimo ed utilissimo, anche se poi tu ad una certa ora non ricordi la pronuncia di Bush, sarà Bash, sarà Bush, non te lo ricordi proprio, pazienza. E quindi per il me stesso postero: che cosa facevi alle undici e undici dell'undici undici undici undici?

Dormivi.

la verità è che già provo imbarazzo e schifo

La verità è che già provo imbarazzo e schifo per i festeggiamenti che presto arriveranno quando quello cadrà. Perché in ogni caso – e comunque la si voglia vedere – quello è stato qui fino a oggi. Fino ad oggi.

 

Se cade è a causa di eventi enormi, condotte eclatanti, puttanai strabilianti. Questo significa che uno leggermente meno incline ad eventi enormi, condotte eclatanti, puttanai strabilianti – uno così ma leggermente più presentabile – avrebbe potuto continuare a guidare quel paese. Ci sono quelli che non lo difendono più a causa di eventi enormi e condotte eclatanti, ma dategliene uno appena appena meglio e se lo faranno bastare. Difenderanno quello. Adesso non difendono questo ma saranno prontissimi a negare insabbiare minimizzare rovesciare per difendere quello nuovo. Il paese che resta è intriso da gente del genere.

 

Ecco perché non ci sarà niente da festeggiare epperò festeggeranno lo stesso. Ci sarebbe da stare in silenzio come davanti ad una bara poco prima della tumulazione ma loro festeggeranno lo stesso.

 

E per quanto potrete godere, per quanto potrete sentirvi resistenza, per quanto potrete sentirvi liberati, lui – oggi – ha il 26 per cento. E voi No.

non volevo vedere bianca

Non volevo vedere Bianca perché ero convinto di averlo già visto. Eppure sentivo un acuirsi della sociopatia à la Moretti e quindi ho premuto play e l'ho rivisto. E rivedendolo, mi sono accorto che in realtà sto film io non l'avevo visto.

 

Cioè.

 

Era il '96 ed era notte fonda. Con l'amico Bollo avevamo appena finito di fare la guardia notturna allo stand dei wurstel della festa dell'unità, lì dove due sere prima avevamo fatto un concerto, suonando malissimo dopati dal vino rosato. Ad una certa ora della notte abbiamo smesso di fare la guardia a questo stand dei wurstel e siamo andati a casa sua, abbiamo trascinato un divano sul pavimento davanti alla tv. Lui si è messo sul divano ed io sul materasso. E a notte fondissima, lui ha infilato nel videoregistratore un VHS da 360 minuti con due o tre film di Moretti uno dietro l'altro. E quindi dormivo, poi di tanto in tanto mi svegliavo, guardavo qualche immagine e mi riaddormentavo. Ricordo Laura Morante che camminava, il baffetto biondo di Moretti. Ma tra un sonno e l'altro i film cambiavano e quindi i ricordi si sono mescolati e fissati disordinati nella mia testa.