Avrei altri piccoli motivi per dire Renzi, ma uno su tutti è che l’Italia – si mettano l’anima in pace – non è mai stato e mai sarà un Paese di sinistra.
Archivio mensile:novembre 2012
Arrivato a fine 2012 avresti cominciato ad assegnare valore alle cose che fai anche nella misura in cui queste cose ti tengono lontano da un monitor di computer.
a’ livella
I giornalisti che diffamano non dovrebbero andare in carcere? Devono, invece.
E per quanto riguarda i direttori dei giornali nei quali le notizie sono apparse, non dovrebbero? Devono, invece. Affermare che la pena potrebbe essere convertita in una multa non ha senso.
Più’ in generale, non ha senso convertire in multa tutti gli errori di chi si trova a guidare grosse istituzioni o aziende. Perché’ la multa ha un valore relativo, relativo a quanto hai in tasca. Se hai in tasca molto, quella multa si riduce di valore. Se hai in tasca moltissimo, quella multa non ti tocca nemmeno (soprattutto se poi la paga qualcun’altro). Il carcere invece, e’ la versione moderna e pre-mortem de a’ livella di Toto’.
come hai spiegato
Come hai spiegato più volte a persone diverse in questi giorni, gli obiettivi dichiarati per il 2011 erano di parlare qualche briciola di francese e di imparare a cucinare cose nuove. Entrambi gli obiettivi sono stati più o meno raggiunti – ma con un anno di ritardo – ché nel frattempo mi sono fatto distrarre da troppe cose.
Per il prossimo anno sto valutando le candidature degli obiettivi, e potrei metterci dentro lo scrivere di più (difficile a causa delle troppe ore davanti ad un monitor durante il lavoro) ed il selezionare le persone investendo più tempo con alcune, e meno (se non proprio niente) con altre. Vorrei anche riconquistare qualche principio etico e senso di colpa.
Sono molto pessimista su tutta la linea.
si fossi tumblr
“Ho fatto voto di vastità‘”
A.Bergonzoni.
trovo ragionevole
Trovo ragionevole la proposta di mettere un numero identificativo sulle divise degli agenti anti-sommossa, in modo che se qualcuno di loro esagera con qualche manganellata in più, lo si possa identificare facilmente.
E’ così ragionevole questa idea che propongo di estenderla ai manifestanti tutti: cioè ti puoi presentare a questi cortei soltanto con un numero identificativo bene in vista, per esempio stampato su una fascetta attorno alla fronte stile Rambo. E se non lo indossi: vieni fermato mediante siringa di anestetico sparata con una cerbottana, come si fa per catturare i leoni nella savana. Direi che a questo punto scoppierebbe la pace immediata, niente più lanci di pietre, niente più bastoni o petardi – come si è visto proprio l’altro giorno, anche se poi si sono tutti concentrati sui presunti fumogeni lanciati dal ministero.
Mi piacciono i supermercati il sabato sera, con le luci al neon che abbruttiscono le persone, e queste persone di forme diverse, età diverse e stili diversi tutti però concentrati nello stesso posto, non come in una festa dove più o meno ci si assomiglia, ma proprio tutti diversi, e questo abbrutimento dovuto alle luci al neon e alla stanchezza; mi piace imbattermi nella folla tra gli scaffali in certe bellezze improvvise che restano bellezze nonostante tutto, mi piace lo stridente contrasto fra la figura dell’umano che incontro e l’azione che sta compiendo in quel momento: coppie di punk stagionati coi capelli tinti che scelgono il filetto di pollo, donna elegantissima che sceglie la sabbia per il piscio del gatto.
Mi piace che la mia lezione di francese si trasformi in una chiacchierata fra amici, come è ormai da mesi con la mia professoressa: io che le racconto della mia nausea dovuta alle birre di ieri e al pollo fritto turco di questo pomeriggio, lei che mi racconta i metodi naturali di sua mamma per queste nausee, di quando lei era bambina in Marocco, e allora voglio provare pure io questo metodo materno marocchino dello stritolare il timo secco tra i palmi delle mani, masticarlo e mandarlo giù con un bicchiere d’acqua.
La nuova missitalia – pure questa, come tutte le altre – ha lasciato il fidanzatino che aveva quando ancora non era missitalia.
E’ una fredda sera di Novembre quindi mi piace produrre pensieri nefasti: allora penso alle miriadi di missitalia sparse nel mondo, che invece restano al loro posto per bisogno e non per scelta.
comunque esiste un fascino abbastanza inesplorato
Comunque esiste un fascino abbastanza inesplorato – almeno per me – della grande citta’ in orario di lavoro. Girarci quando gli altri lavorano e tu invece No. Adesso Milano, ieri Bologna in ora di pausa pranzo: ieri ho deciso di trascinarmi il cadavere della valigia dal Pratello fino in Stazione a mano, niente bus, solo per spiare i lavoratori che prendevano caffè nei bar. Quello che si dicevano. Le dinamiche etologiche di questi gruppetti o grupponi di persone che entrano ed escono dai locali, con gli uomini a fare la parte degli uomini, e le donne a fare le donne, gregarie nel gruppo, in attesa che gli uomini facciano strada. E’ tutto molto discoverychannel, anche se loro non lo sanno, li osservo come i leoni alla tv. E poi a Milano cerco disperatamente i fighetti rampanti, ne trovo pochi ma forse non ho spiato i luoghi giusti. Pero’ anche con quelli che ho scovato, c’e’ questo tic che hanno alcuni giovani uomini rampanti di tirarsi il colletto della camicia in fuori, con indice e pollice, non so se si capisce cosa voglio dire, questo tirarsi il colletto della camicia quando in pratica non serve, e’ la versione moderna della mano di Fonzie che passa tra i capelli.
le cose da ricordare per adesso
Le cose da ricordare per adesso includono l’autista del bus che nel traffico di Napoli bestemmia per un sorpasso azzardato e poi urla non lo fare cchiu’, un aperitivo a salame e vino rosso in spiaggia a Novembre con centinaia di persone ed io che arrivo per ultimo, ma non per fare il figo, solo perché c’era lo sciopero dei treni della Circumvesuviana.
A parte questo, un giro nella Circumvesuviana lo consigli a tutti (se sono abbastanza massicci per fare a spintoni ed entrare superando la calca in periodo di sciopero), lo consigli per la dose massiccia di neorealismo che ne deriva, soprattutto se hai seduta di fronte una tipina nata nei tardi novanta che non smette mai di telefonare e dopo trenta minuti conosci tutta la sua vita, progetti futuri e programmi per la serata.
Le cose da ricordare e’ essere scambiati per stranieri quattro volte in una giornata, quattro volte in modo eclatante e poi altre volte in cui alla fine non riveli l’identità e quindi puoi ascoltare indisturbato discorsi di italiani. In pratica sei diventato trasparente, solo che non puoi entrare nei bagni delle donne. E poi da ricordare c’e’ che ti fanno arrivare un’automobile per portarti da un posto all’altro, una specie di taxi senza la scritta taxi, l’autista e’ già davanti al volante, un altro si avvicina alla portiera posteriore e la apre, quindi tu – che alla fine resti un coglione – pensi che debba entrare in auto con te, invece la porta la apre per te, coglione che ti accomodi dietro pronunciando un Ah Gia’ avendoci una banana in mano mangiata per meta’. Ti accomodi sul sedile e pensi che non conosci la traduzione esatta in italiano di naïve.
consideravo che alla fine il dolore
Consideravo che alla fine il dolore che uno riceve in dono – volontariamente oppure No – poi finisce per restituirlo ad altri.
Ma non secondo il principio dei vasi comunicanti: tanto mi hai causato, tanto causero’. O almeno non per me: mi vedo piuttosto come uno di quei cristalli dalla superficie irregolare, che attraversati da un raggio di luce, la scompongono in tanti colori ed in tante direzioni diverse.
In effetti ci sta bene proprio come immagine, perche’ restituisco qualcosa di gioioso e colorato (ai miei occhi) che pero’ e’ comunque dolore, in un certo senso, e’ comunque mancanza, in un certo senso. E mi diverto pure.
Bah.
tour novembre 2012
Si parte giovedi pomeriggio: scalo a Monaco di Baviera e poi Napoli. Quindi Sorrento. Cena e mattina di lavoro. Poi treno se ci riesco per Bologna. Se non ci riesco, pazziamo a Napule, oppure a Roma. Poi Milano in ogni caso per tornare da ste parti verso martedi’.
L’obiettivo come sempre da quando espatriai, e’ osservare gli indigeni, limare le differenze fra l’idealizzazione dei propri connazionali che intanto cresce dentro a tutti gli eradicati come me, ripassare i lineamenti delle campagne del centro nord ai lati delle ferrovie, camminare tanto a Bologna (l’eterno ritorno dona a me o signore).
Mi si informa che il dominio rafeli.com e’ ora libero se per caso volessi acquistarlo (non lo era quando registrai il qui presente .org). Direi che resto cosi’, mi sono affezionato al .org che fa tanto organizzazione no-profit.
questo simpatico oggettino
Questo simpatico oggettino ha risolto uno dei problemi della mia vita. Che detto così potrebbe sembrare eccessivamente grave ed esagerato, ma se lo spiego, forse No.
La scena da immaginare è questa: un corpo nel letto incastrato perfettamente tra i cuscini e la coperta. Ha trovato la posizione migliore possibile per leggere il libro che sta leggendo in quel momento. E’ soddisfattissimo della posizione, i muscoli sono rilassati, il libro piace, regna il silenzio, il mondo ha raggiunto la sua perfezione in questa ora imprecisata della notte. Si arriva a fine pagina.
Un braccio viene estratto per girare la pagina. La posizione perfetta è persa per sempre. Non la si ritroverà mai più (almeno fino alla sera dopo, durante la quale la scena si ripropone dall’inizio).