cose 31dieci,dieci

Se è domenica e non piove, la zona centralissima di Amsterdam è un carnaio. Turisti soprattutto italiani si ammassano ovunque, e urlano – soprattutto in italiano.

 

C'è un carnaio di lingue e attrazioni semplici – sesso droga e tunz tunz – nella zona centralissima, che quando smettono di stupirti sono solo zucchero filato. E c'era pure lo zucchero filato. C'era questo cameriere che usciva da un ristorante messicano con il sombrero in testa per sistemare i tavoli all'esterno e notava che avevano rubato la salsina. E si arrabbiava bestemmiando in italiano con forte accento emiliano. Era pieno di individui RefleXergoSum, di cui uno in particolare che fotografava un cavallo di uno di quei carretti che fanno i giri ai turisti.

 

Lo fotografava da un metro, sul muso.

certe storie

Certe storie sono talmente fantastiche che non serve farci battute sopra. Serve solo cancellare i nomi per evitare di essere assaliti dai pregiudizi. Se racconti quello che succede in termini crudi e puri, poi basta quello. 

 

Quindi.  

 

C’e’ un anziano calvo che invita a casa sua una cubista diciassettenne la quale ama farsi fotografare mezza nuda e mettere le foto su internet. Intervistato dai giornalisti, un altro anziano capelluto, molto amico del primo, dice che forse la conosce, questa diciassettenne. C’e’ da notare che l’anziano capelluto lavora come dipendente del primo, e sono molto amici. Per cui fanno cene tra anziani in cui pero’ puo’ capitare di incontrare anche qualche prostituta. O qualche diciassettenne. Insomma questo secondo anziano capelluto dice che la conosce. I giornalisti dicono: ma qui si parla anche di Bunga Bunga! Cosa vuol dire Bunga Bunga? E l’anziano capelluto, per difendere l’anziano calvo, dice: ma non pensate male! Si tratta di un bar a casa dell’anziano calvo che noi chiamiamo per scherzo “Bunga Bunga”. Un bar! Le informazioni in mano ai giornalisti pero’ smentiscono i fatti. Perche’ un altra diciassettenne di Napoli un anno prima aveva raccontato che Bunga Bunga stava a significare pratiche sodomitiche messe in atto da indigeni africani. Quindi l’anziano calvo, un anno prima, passava il tempo a raccontare barzellette sporche alle diciassettenni, utilizzando termini come Bunga Bunga, che a quanto pare gli erano stati insegnati da un famoso dittatore nordafricano. L’anziano calvo inoltre ha salvato la cubista diciassettenne dalla polizia spacciandola per figlia o nipote di un altro Primo Ministro africano. Ha mandato una sua amica a prelevarla dalla questura, una che faceva la show girl. L’anziano calvo si difende: non ho fatto niente di male, ho solo aiutato una persona che ne aveva bisogno.

 

due conti

Se è vero che il 55% dei maschi tradisce, e il 45% delle femmine tradisce, significa che 1) i maschi più delle femmine, ma anche che 2) ciascuna delle 45 femmine su 100 tradisce con 55/45 = 1,2 maschi. Il che, sommato a quell'1 che già c'hanno (altrimenti non tradirebbero) fa 2,2 maschi per femmina che tradisce. Anzi No, mi sono sbagliato nella statistica, ché ci sono le possibilità che tradiscano con i singoli. Vabé, è il bello della diretta.

benvenuti al sud

E’ un film che non volevo vedere per i miei pregiudizi. Perché mi dicevo: commerciale, sviolinata retorica, e poi quello che recita con Bisio è un comico. Poi l’ho visto e i pregiudizi non erano sbagliati, solo che il film è fatto bene.

C’era il me stesso che non lo voleva vedere e che diceva: No secondo me così e colà. Poi è uscito il me stesso che ha visto il film che ha risposto: embé, ti piaciuto? Sì. E allora?

E in effetti.

Quindi ricapitolando è un film da vedere tenendo presente che 1) a volte sembra uno spot, non solo come sceneggiatura ma pure come fotografia. Pare un spot delle poste o della Barilla. 2) Descrive un Sud che non esiste, o esiste solo in piccolissima parte. Nel film la Campania in pratica è il paradiso terrestre, mentre intanto a Terzigno si prendono a mazzate e fanno un casino della Maronna perché non vogliono far aprire una discarica e dicono “non ci fidiamo di questi politici”, e i politici li hanno eletti loro stessi, e poi se glielo chiedi non sanno nemmeno darti un’alternativa.

Detto questo, 1) ho riso in momenti inaspettati. Bisio è al telefono e qualcuno con marcato napoletano dice “aspetta” (ashpetta) e Bisio: la sciarpetta? 2) Bisio: come fa ad essere credibile? In televisione per anni e anni. Poi lo vedi al cinema, e ci credi. 3) la protagonista femminile che si chiama Valentina Lodovini e che tra l’altro è l’unica cosa bella di quell’obbrobrio del video  finto vintage de “Gli Spietati” dei Baustelle – che secondo me l’hanno fatto brutto apposta, ché uno poi se lo ricorda.

mi piace che

Mi piace che i colleghi vengano a bussare alla porta per andare in mensa assieme, solo che a me non piace andare in mensa assieme ai colleghi.

Mi piace mangiare da solo leggendo cose su internet anche se ciò non fa bene alla salute.

Quindi ricapitolando: mi piace il gesto, ma non la conseguenza. Vorrei che venissero a bussare e chiedere: vieni in mensa? Ed io che rispondo grazie! Gentile! E poi quello se ne va mentre io continuo a fare quello che facevo.

Dice, sei sociopatico. Certo, sociopatico, ma non completamente. Ché mi vengono in mente tante persone che se ci pranzassi assieme, parlerei tantissimo. C’è gente che sa. Chi mi conosce se passa da qui può testimoniare.

Solo che se parlo e mi lascio andare, esco fuori dal mood del lavoratore che cerca di acquisire autorità. Ritorno ad essere quello che sono.

E quello che sono non coincide con l’ambiente lavorativo. Allora se vengo a pranzo con te mi devo sforzare di non essere me stesso. Quindi lavoro anche mentre mangio. Quindi se resto davanti al computer a mangiare – cosa barbara lo so, ma si usa tantissimo qui – io alla fine resto più fedele a me stesso.

Per esempio, considera queste righe che ho appena scritto. Queste righe sono me stesso. Io la penso così, ma soprattutto, io penso in questo modo. Con questo stile.

Se durante il pranzo io ti racconto qualsiasi cosa con questo stile, esco fuori dal mood del lavoratore che aspira a guadagni decenti e le camice gliele stira qualcuno pagato apposta per quello. E

siste un attrito tra me e il resto. Se mai diminuirà non lo so. Per adesso mi distraggo spiando fuori dalla finestra e mi chiedo perché vi comprate berline bmw nere tutte uguali.

e quindi?

La Apple mette sul mercato un portatile uguale al portatile che aveva messo sul mercato giusto l’anno prima – però più piccolo – e questa è una notizia da prima pagina per un giorno intero.


Sul corriere.it addirittura nella categorie Scienze.

cose 19diecidieci

Ho molta stima della mia pianta di appartamento, un anno con me e non è morta.

La mamma di quella di Avetrana deve stare tranquilla, per ora non l’arrestano. Lei serve a coprire Novembre, ché poi dopo cominciano coi cinepanettoni.

all'aeroporto

All’aeroporto di Brindisi una bambina barbara sfugge al controllo della madre barbara e con la mano sporca di cioccolata mi accarezza la giacca del mio vestito da matrimonio. La madre la riprende, io non mi accorgo della macchia di cioccolata sulla giacca, la madre offre alla figlia il pezzo di pane che la stessa bambina aveva fatto cadere sul pavimento poco prima, ed io penso – che ve lo dico a fare, siete barbari.

Ma questo è il meno, visto che piove dentro l’aeroporto e l’aereo non parte ormai da tre ore. Io penso che devo avere problemi con gli aerei almeno una volta all’anno, epperò quest’anno credevo di avere già dato con la storia del vulcano, e invece No.

Alla fine comunque partiamo, fra cori da stadio dei giovani salentini che vanno in Paese Basso per fumare dal primo giorno fino a pochi minuti prima del ritorno. Poco prima di atterrare al microfono ci avvertono che siamo troppo in ritardo, dunque non si atterra dove credevamo di atterrare – ché l’aeroporto è ormai chiuso – ma in un altro luogo.

Un altro luogo? Sì, però vi organizziamo un bus, dice la hostess. A questo punto i giovani salentini già in crisi di astinenza si mettono a discutere con la hostess, braccio allungato tipo ultras, ché loro non sono per niente d’accordo di atterrare "altrove". Fino a quel momento li avevo ascoltati fare battute in dialetto strettissimo sugli annunci in inglese, questi ragazzoni con la barba che urlavano come fossero seduti all’ultimo posto di un autobus della gita della scuola.

Quando si mettono a polemizzare con la hostess mi tiro su dal mio posto e chiedo se per caso loro hanno una soluzione diversa. Ché magari loro sono dei tecnici, sono del ramo, e allora forse possono comunicare con chi coordina le operazioni a terra e suggerire ipotesi alternative. Loro non rispondono e io mi sento ribollire come ogni volta quando la gente negli aeroporti o alle stazioni dei treni se la prende con gente che non ha colpe di niente.

Che poi, a parte l’evidente ingiustizia dell’imprecare contro chi non ha colpe, c’è pure l’inutilità intrinseca dello stesso imprecare. Voglio dire: il treno non parte causa tormenta di neve? Tu perché polemizzi col capotreno? Non vedi quanto ogni parola pronunciata sia totalmente inutile?

E’ più significativa a fini della storia del mondo una qualsiasi formica che dall’altra parte del pianeta posa le sue zampette su una foglia, di te che invece imprechi senza alcun motivo contro un Giuseppe o Loredana qualsiasi. Il tuo gesto è così inutile ma tu non te ne accorgi, e togli tempo ad altri che magari farebbero domande utili.

Il fatto stesso che non ti renda conto dell’inutilità del gesto mi rivela il contenuto del tuo cranio, quel criceto che corre sulla ruota all’interno della tua calotta cranica con i semini nascosti nelle guance.

Poi atterriamo, accendo il telefono e siamo in Germania. Mi addormento in un bus. Due ore dopo scrocco un passaggio a una coppia, di cui lui pettinatissimo, alle tre di notte sono a casa che scrivo una email spiegando perché farò tardi al lavoro.

Ora sono in Danimarca. Lungo la strada la polizia stradale tedesca mi ha fermato per cercare droga nella chitarra che avevo nel bagagliaio.

flash

Eccomi in Salento per due giorni. Il sole sbatte e non permette di leggere lo schermo del bancomat.

Irriducibili fanno il bagno al mare.

Sono a venti minuti da Avetrana, accendo la televisione e vedo parenti che ancora si fanno intervistare.  Inveisco contro la televisione. Smetto di inveire, mangio pasta al forno.

c'è una luce nel bagno di uno dei posti dove lavoro

C’è una luce nel bagno di uno dei posti dove lavoro, che mi guardo allo specchio e mi vedo verde.

Io le giornate che devo passare con la camicia nei pantaloni sono giornate che partono con lo svantaggio.

Poi scopro che nella palestra di uno dei posti dove lavoro – che abbiamo pure la palestra, a circa 60 metri dal mio studiolo, andando sempre dritto – scopro che hanno una luce diversa, sono meno verde di quello che credevo. Sembro pure più alto. Io sono alto, ma qua sono tutti alti, e quindi.

A pranzo scopro collega preciso che ha un millimetro di barba, penso che allora posso pure io magari crescermi sti due millimetri di barba, che senza millimetri di barba é come le camicie nei pantaloni, la giornata parte con lo svantaggio.

Io mi faccio calcoli del genere. Penso che ho sbagliato la considerazione, di poco prima, perché collega preciso è davvero preciso anche su altre cose, ha le scarpe molto lucide e gli occhiali senza la montatura (insomma quelli, come si chiamano?) quindi nel complesso il millimetro di barba non lo vedi nemmeno. Io invece ho la camicia che non la stiro bene, eppure mi impegno tantissimo.

Tornando a casa c’era un arcobaleno come quello dei cartoni animati, arcobaleno proprio come dice la parola – almeno per quanto riguarda l’arco, era un arco, il baleno non lo so ma dire pure quello – e mi immaginavo che avrei guidato fino a passarci di sotto.

E inseguendo l’arcobaleno pensavo si spendono tantissime parole su come e quanto si cambia, e  che la gente che si spaventa che cambia, e quanto cambia, e si meraviglia di ciò. Io troppo spesso mi meraviglio di quanto nonostante gli anni sto cambiando pochissimo. E’ una giovinezza patologica che devo mascherare ogni mattina.

la collezione di storie

La collezione di storie di italiani all’estero raccolte da Repubblica.it ovviamente me la devo leggere tutta, questa del resto e’ una delle mie perversioni. E poi insomma si parla di emigranti, e quindi.

Sono sedicimila storie e ne ho lette solo qualche centinaio. Le prime considerazioni:
1) Fanno paura quelli che “me ne sono andato dopo che ha vinto Berlusconi per coerenza con le mie idée.” Bah.

2) Non capisco quelli che completano il formulario con range di eta’ e luogo di residenza ma poi dimenticano di scrivere la loro storia.

3) Una cosa che pensavo da tempo, da emigrante quale sono, e che trovo confermatain quelle storie. E cioe’ che, parte i problemi di lavoro tantissimi italiani emigrano in quanto gay.

4) Gli emigranti piu’ contenti sono sempre quelli che sono scappati da uno o due anni. Descrivono la loro svolta con eccessivo entusiasmo e ci tengono a rimarcare il fatto che “voi rimasti in Italia non sapete cosa vi perdete”. I veterani sono piu’ obiettivi.

5) Un altra cosa che non ho tempo di scrivere adesso.

ammazza che ridere

Tu vuoi sapere cosa è diventato internet in sti tempi contemporanei?

Puoi leggere su spinoza come le battute sul fallito attentato a faccia-di-schiaffi Belpietro siano tutte a senso unico.

"Se l’agente della scorta non avesse preso le scale,
non so come sarebbe andata. Di lusso."