(sorso di birra calda)
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– Mannò , quella è prismatica di culo, non lo vedi?-
– Prismatica in che senso? –
– Nel senso che fianchi e culo scendono dritti, senza la curvatura a violoncello.-
– Ah, be’ certo. –
– E’ evidente. –
– E quest’altra invece? –
– Be’ no, questa invece c’ha una sua violoncellità –
– E’ aprismatica.-
– Eggià, l’alfa privativa…-
– E’ privata di prismaticità .-
– Ma infatti. –
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(sorso di birra calda)
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Io e il cuggino rasta seduti al tavolino di un bordo piscina, festa di laurea di NonSoChi, ragazzine schiamazzanti che vengono gettate in piscina, giovinotti che si lanciano a bomba nell’acqua, qualcuno che trema bagnato con le braccia avvolte su se stesso, perché va bene che è estate e fa caldo, però all’una di notte col culo bagnato non è piacevole comunque. Un deejay molto convinto del fatto suo costringe le casse dell’amplificazione a riempire l’aria di musica house.
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( sorso di birra calda)
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– Pare che al bar hanno finito tutto –
– E’ solo l’una e mezza –
– Che vergogna. –
– Che vergogna, all’una e mezza che finisce tutto. –
– Dovevamo incollarci al bar come cozze patelle, e invece. –
– E invece ci siamo distratti.-
– Male.-
– Molto male.-
– E adesso è finito tutto. –
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Tra i tavolini zeppi di Cuba Libre col ghiaccio sciolto, si aggirano quattro o cinque Lapi Elkann dallo sguardo piacione, abbronzati (ma sono abbronzato pure io, adesso) e con le camicie sbottonate sul davanti. Il deejay continua a mixare e farfugliare di tanto in tanto nel microfono, ma nessuno lo caca. Mi viene da pensare che il LapoElkannismo è un modo di essere che non tramonta mai, se ne fotte delle mode e delle tendenze, è qualcosa che travalica i tempi e si ripropone ogni anno, perché un certo numero di adepti li trova sempre.
Soprattutto nelle feste estive a bordo piscina.
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(sorso di birra calda, l’ultimo)
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– Vado a mangiare una banana, il tavolo lì è pieno di banane. –
– Ma cazzo, sono lucidissimo. Lucidissimo. –
– Vado a prendermi una banana, ma pure due. –
– Ma cazzo, lucidissimo. All’una e mezza. Che vergogna.-
– Ti rendi conto che noi ci siamo evoluti a forza di ingurgitare banane, nel corso dei millenni? –
– Lucidissimo, che palle.-
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E poi quando la frenesia del TuttiInPiscina è diventata pericolosa, che davvero volevano buttare dentro tutti, sono scappato a chiudermi nel cesso, mentre il Cuggino si è avvinghiato ad un palo cercando di convincere i pazzi che lui no, in piscina non si poteva gettare, perché c’aveva la febbre.
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Non ha convinto nessuno, e in acqua c’è finito con tutti i suoi vestiti, ed io l’ho guardato asciugarsi mentre mi sbucciavo una banana, e mentre il deejay house si era finalmente arreso all’evidenza ed era andato via.
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Mentre scrivo c’è un geco enorme, con un non so che di croccodillesco, che passeggia sul soffitto della mia stanza. Si muove a scatti improvvisi e poi per lunghi intervalli resta immobile. Io lo guardo e lui mi guarda. Ci guardiamo. E’ fermo sopra al mio letto. Io gli dico: caro geco, non facciamo scherzi, stanotte cerca di rimanere incollato all’intonaco del soffitto.
Saldamente.