di attentatori

Anche l’attentatore di Manchester non sembrava affatto una persona felice di stare su questo pianeta. Avete visto la faccia?

Il problema non sono i terroristi che arrivano sotto forma di migranti in Europa (cioè non e’ la loro presenza a creare automaticamente e direttamente il problema); il problema sono le migrazioni che creano troppe famiglie di immigrati che sopravvivono disagiate ai bordi delle metropoli, dove crescono ragazzini rancorosi nei confronti del mondo che li circonda.

Perché il mondo che li circonda non li ha mai adottati veramente – con quelle facce da extracomunitari che c’hanno. Con quei nomi da extracomunitari che c’hanno.

L’odio nasce spesso da una ammirazione inconfessata. Che siccome non può essere soddisfatta diventa frustrazione e poi infine odio. E poi voglia di far male. Tanto morire costa poco, con la vita di merda che si ha. I ragazzini frustrati che entrano nelle scuole americane a fare stragi per vendicarsi di bullismi e isolamento fanno la stessa cosa, solo che c’hanno nomi americani e non hanno bisogno di costruirsi le bombe, ché tanto possono prendere il fucile del papà.

Perché probabilmente questo ragazzino che viveva vicino al palazzetto dei concerti, a quei concerti con quelle ragazzine libere e bionde sarebbe voluto andarci, e invece viveva nel ghetto di extracomunitari come lui. E le ragazzine bionde le poteva solo osservare da lontano.

Bisogna quindi accelerare sull’integrazione? Evitare gli isolamenti? Sono belle parole queste, ma se il bambino biondino preferisce l’amico biondino per giocare al parchetto, o per la festa di compleanno, non si può obbligare l’amico biondino ad accettare egualmente l’amichetto Abdul.

Poi quando l’amichetto biondino crescerà, ci saranno leggi per evitare le discriminazioni, per esempio a scuola o sul posto di lavoro. Ci saranno giornalisti che insisteranno sulle storie di integrazione riuscite bene e taceranno su quelle uscite male. Ma sara’ comunque un’integrazione di forma e non di sostanza. Quanti anni ci vorranno per un’integrazione di sostanza? Boh, a guardare gli afroamericani, 500 anni non bastano.

E nel frattempo?

E nel frattempo niente. Siamo qui a farci un’opinione.

E ve lo dico, fatevi un’opinione adesso, prima che una bomba scoppi più vicino a voi. Fatevela ora, quando potete essere ancora vagamente obiettivi. Perché siamo nell’epoca del “prima o poi” e bisogna essere pronti.