se si dovesse stilare una classifica delle vergogne

Se si dovesse stilare una classifica delle vergogne del caso Cucchi, al primo posto c’è la morte di Cucchi, al secondo posto l’omertà degli operatori sanitari e di polizia sulle responsabilità del caso Cucchi, e al terzo posto la sorella di Cucchi che diventa inviata su Raitre come giusto epilogo dopo una luminosa carriera da amministratore di condominio.

Nonostante tutti abbiano gridato vergogna alla sentenza del tribunale, ancora non ho trovato nessuno che mi spieghi perché la sentenza non sarebbe giusta (la mancata identificazione di colpevoli non significa che la sentenza non sia giusta). Quindi la sentenza è forse una vergogna. Mentre la sorella di Cucchi che usa il cadavere del fratello per scopi solamente personali va definita sicuramente e indiscutibilmente una vergogna.

animali che non lo erano

Sono sempre affascinato da come i siti di informazioni presentano le notizie sugli animali. Al di la’ dell’inevitabile ignoranza dei giornalisti mi affascina il taglio sentimentale con il quale impregnano qualsiasi didascalia, dal leopardo “che grazia il cucciolo di antilope non divorandolo” (no giornalista, non almeno non in quella specifica foto pubblicata, poi magari lo fa giusto un secondo dopo) alla cagna che “adotta e allatta il cerbiatto” (come se questo portasse alla crescita di un cerbiatto sano e robusto). La gente vuole credere certe cose, e i giornalisti, che quanto ad argomenti scientifici fanno parte a pieno titolo della gente, si adeguano.

In questa gara alla castroneria condita da dosi variabili di sentimentalismo, una menzione d’onore va ai giornalisti di Repubblica.it, tra i più frettolosi e superficiali in assoluto quando si scrive di animali (si si certo, gli autori saranno stagisti pagati due euro a pezzo che non avranno il tempo di controllare, pero’ anche se pagati male e’ il loro lavoro ed ecco, lo fanno male).

Due esempi recenti.

Genova viene inspiegabilmente definita “città europea dei pappagalli” in quanto un tizio ha fotografato dei parrocchetti dal collare. Si scrive che Genova e’ “l’unica città europea” in cui sarebbero presenti questi comunissimi animali, quando praticamente sono ovunque, anche fuori dalla mia finestra belga mentre scrivo.

E ieri: un signore lombardo di tanto in tanto incontra una tartaruga nelle sue passeggiate in campagna e si e’ convinto che sia sempre la stessa. Addirittura che sia la stessa tartaruga da terra che gli regalarono nel 1956 quando aveva otto anni, perduta e miracolosamente ritrovata. Lo racconta ai giornalisti e quelli ovviamente ci credono, essendo questa la ricostruzione più sentimentale tra tutte quelle possibili. Peccato che quella fotografata e pubblicata dal giornalista sia una comune tartaruga d’acqua dolce che vive al massimo una trentina d’anni.

 

Le quote rosa per le liste dei candidati sono la nuova Corazzata Potemkin di Fantozzi.

Ci si divide tra quelli a cui sembra una cacata pazzesca e lo dicono, quelli a cui sembra una cacata pazzesca e non lo dicono, e quelle che – nominate in Parlamento, irrilevanti nell’intera loro carriera politica – ne fanno una battaglia personale per dare un senso alla loro esistenza fino a quel momento. Tra l’altro e’ praticamente sicuro che una proposta del genere non e’ assolutamente voluta dalla maggioranza del Paese, sebbene la maggioranza del Paese siano donne. Ci si trova a dare ragione a gente che dice come queste:

“Sarebbe un passo falso per il sistema politico. Perché no, scusi, facciamo un esempio concreto: mettiamo che un partito a Messina, cito una città a caso, abbia quasi solo esclusivamente uomini validi, perché deve essere obbligato a candidare donne politicamente scarse? E questo, naturalmente, vale al contrario: se ho venti donne valide a Pordenone, perché devo essere imbrigliato, limitato dalla regola di una quota?”

solo dopo averle lette, cercate di capire se siete d’accordo o No , e poi andate a vedere chi le ha dette.

in questo preciso momento

In questo preciso momento c’è Abberlusconi che parla dal palco al congresso del suo partito. E parla – lo ascolto con le mie orecchie – del suo maestro di scuola media che gli raccontava dei soviet russi sotto il comunismo, dei comunisti che se li piaceva una donna, facevano fuori suo marito, se volevano l’appartamento di fianco, uccidevano il proprietario e se lo prendevano. E che quindi oggi (oggi in Italia nel 2013) i nostri beni e la nostra libertà sono a rischio. E dice “preoccupiamoci”, perché solo arrivando alla maggioranza dei consensi, si potrà difendere la nostra libertà contro questi pericoli.

Giuro.

il senso delle misure

Non volevo scrivere ancora di Grillo ma pochi minuti fa l’ho ascoltato promettere un reddito di cittadinanza per chiunque non abbia un lavoro – proposta che ritengo insopportabile non da adesso ma almeno dal lontano ’92 con la ciofeca dei 99 posse ascoltata in cassetta tdk – e l’ho sentito davvero dire che i fondi verrebbero ottenuti abolendo il finanziamento pubblico ai partiti.

i messaggi

I messaggi sono più complessi tanto più complessi sono quelli che li devono ricevere. Quando Vanna Marchi urlava di diete miracolose erano messaggi semplici, ma a suo modo efficaci, perché il target era quello che era. Lo stessa sensazione poi l’abbiamo provata in politica, con chi sappiamo tutti.

Fatte le dovute proporzioni e rispettando chi crede, non si possono leggere cose di questo tipo senza pensare immediatamente che è assurdo, e subito dopo che non è per niente assurdo, se uno pensa al target.

Infallibilità termina il 28 febbraio. “Come insegna la teologia l’infallibilità è connessa al ministero” e termina con esso: “il problema non si pone”. Così Padre Lombardi ha risposto a chi gli chiedeva se il Pontefice sarà infallibile anche dopo le dimissioni. Dal 28 febbraio alle 20 Joseph Ratzinger “non avrà più quest’assistenza particolare dello Spirito Santo”.

quella cosa che chiamano

C’e’ una cosa che chiamano “distaccamento dal paese reale”, quando si parla di chi – da posizioni privilegiate – non comprende le ragioni e le motivazioni della massa non privilegiata, oppure diversamente privilegiata.

Un esempio interessantissimo ci viene dato dal blog Solferino 28 partorito da quei geniacci del Corriere. Un blog che racconta storie di ragazzi alle prese (di solito) con il mondo del lavoro. Chi racconta pero’ sono giornalisti “giovani” di cui sono disponibili pure le biografie, se uno volesse leggerle.

E a leggere queste biografie (che’ io sono tra quelli che le legge) si scoprono personaggi che a 29 anni scrivono al Corriere da 6. Che a 30 anni scrivono sul Corriere da 8. Oppure che piu’ o meno hanno sempre lavorato nelle redazioni milanesi, o dintorni. Storie personali pallidissime se le metto a confronto con le tribolazioni e peregrinazioni delle persone che mi circondano.

In pratica un gruppo di mosche bianche.

In pratica, gente che non ha il polso di quello che succede. E siccome non ha il polso di quello che succede, finisce per dare spazio a storie che non lo meriterebbero, ma che invece – ai loro occhi di milanesi rilassati nella loro posizione di privilegio (anche se guadagnata) – paiono incredibili.

Il picco e’ stato raggiunto qualche giorno fa con la storia di Francesco, 30 anni dalla Puglia, emigrato, che però “ha il sogno di tornare a casa“.

E dove e’ emigrato, Francesco dalla Puglia? A Pechino? A Palo Alto? A Johannesburg?

A Milano.

ciao occupanti del grattacielo di Milano

Ciao occupanti del grattacielo di Milano del progetto “Macao”, prima di scrivere ste righe ho cercato di informarmi il piu’ possibile, ascoltare le vostre ragioni. E dopo tanto ascoltare non ho trovato una sola dichiarazione che fosse anche solo lontanamente condivisibile.  Non l’ho trovata. Piuttosto ho trovato motivazioni tutte diverse (“per avere uno spazio dove esprimersi”, “uno spazio dove fare cultura”, “per dimostrare che non si possono sgomberare le idee”, “perche’ i lavoratori dell’arte non riescono a trovare 20 mq da affittare per lavorare”, “perche’ il palazzo e’ abbandonato”, “per riappriopriarci”, “per fare un dibattito sulla nostra condizione di lavoratori precari”, “per il concetto di bene comune”, “perche’ questo e’ un luogo simbolo della finanza corrotta”, “perche’ abbiamo pensato che in quanto gente di cultura fosse giusto un gesto che inverte un po’ la rotta” eccetera eccetera).

Tante motivazioni tutte diverse ma con pochi punti in comune: la pretesa di ottenere qualcosa, la pretesa di rappresentare una citta’ pur essendo minoranza, la pretesa di non pagare le conseguenze naturali del gesto – pretesa quest’ultima che (lo ripetero’ fino alla nausea) sminuisce l’importanza stessa del gesto.  Il video qui sotto a partire dal minuto 5 e’ indicativo della “chiarezza” delle idee.

Ma sapete cosa mi rimane dopo essermi informato cari occupanti del Macao? Un pessimismo piu’ solido e nero di prima sul futuro del Paese. Non sto neanche a spiegare i motivi nei dettagli, che dovrebbero essere lampanti, ma voi di fatto agite da perfetti Berlusconi, siete solo limitati nell’ambito del vostro orizzonte piu’ ristretto e quindi generate meno danni, siete come la Juventus che si recrimina gli scudetti che non merita perche’ ha agito illegalmente, siete come i lanciatori di bombe ad Equitalia, siete una spada nella schiena a chi si spacca per ottenere i suoi piccoli risultati civilmente e silenziosamente (e che vi piaccia o No, se merita, questi risultati li ottiene anche senza gridare, anche senza prevaricare), siete la cicala che una mattina si accorge di essere cicala, ed invece di cambiare per evitare di morire da cicala, pretende la sussistenza da parte delle formiche che tanto ha perculato fino a quel momento.

Voi che vi definite “lavoratori dell’arte e della conoscenza e dello spettacolo” e che pretendete uno spazio per lavorare ed esprimervi. Innanzitutto esprimetevi meglio: cio’ che pretendete e’ uno spazio gratuito dove esprimervi, non uno spazio dove esprimervi. La richiesta e’ ingiustificata, ma accettiamola per un momento e chiediamoci: uno spazio gratuito e’ stato mai – in qualche luogo dell’epoca moderna – una condizione necessaria all’emersione di geni incompresi dell’arte e dello spettacolo?  Siccome sarete intelligenti non mi farete certo l’esempio degli antichi mecenati. Ancora, dettagliando meglio la domanda: l’assenza di spazi gratuiti e’ stata mai ostacolo invalicabile all’emersione di opere d’arte degne di nota? Avete un esempio da portare per giustificare anche solo minimamente il gesto? Per giustificare quello che volete, e cioe’ una facilitazione della vostra esistenza?

Perche’ questo volete: una facilitazione della vostra esistenza di (presunti) artisti. Ma l’arte non si giova delle facilitazioni. E’ il contrario. Il talento – quando c’e’- prende linfa dagli ostacoli sulla strada, dalla difficolta’ di emergere. Il talento si affina per farsi notare e sopravvivere nelle condizioni paludose in cui e’ nato.  Forse sara’ un talento piccolo piccolo, oppure apprezzato solo da una piccola nicchia: allora sopravvivera’ arrancando invece di fiorire. Ma se e’ apprezzato cosi’ poco che non riesce a sopravvivere, allora quasi sempre e’ giusto non coltivarlo, perche’ non e’ talento. Se non riuscite col vostro lavoro a pagare l’affitto neanche di venti metri quadrati, se non riuscite ad ottenere nessuno dei tanti edifici messi a bando dal Comune di Milano – se quindi siete arrivati a questi livelli di estrema irrilevanza nella societa’ in cui vivete – allora non potete pretendere che altri paghino per voi. A parita’ di irrilevanza, chiunque potrebbe pretendere lo stesso privilegio.

Ma seriamente pensate che privarvi di questi spazi significhi “uccidere” la cultura? Per quanto mi riguarda cultura e arte significano soprattutto letteratura. E’ una visione personalissima e parziale ma che ci vogliamo fare, sono mediamente ignorante sul resto, ed ho le mie preferenze e passioni. E quando si tratta di letteratura e spazi mi vengono in mente le vita incredibili di Rayomond Carver, o di Haruki Murakami. Lui che molto prima di diventare lo scrittore conosciuto in tutto il mondo gestiva un baretto in Giappone e scriveva il suo primo romanzo dopo aver lavorato tutto il giorno, dopo aver pulito il bar e rovesciato le sedie sui tavoli. Stanchissimo, ci provava senza nessuna garanzia per il futuro, e spesso si addormentava con la testa posata sul foglio.

video

in svezia

In svezia gira una barzelletta – pure in svezia ci sono le barzellette – dove c’è un coccodrillo e un anatroccolo.

Chi sono? chiede il coccodrillo all’anatroccolo.
Guarda, sei verde con la coda e i denti aguzzi, risponde l’anatroccolo.
Ah ma allora sono un coccodrillo!

Ed io chi sono? (chiede l’anatroccolo).
Guarda, sei basso peloso e con una grande bocca.
Ah, ma allora sono un italiano!

(mbah)

ma riparliamo di pubblicità

Ma riparliamo di pubblicità di automobili che vendono sogni di cartapesta in modo così sfacciato che paiono prese per il culo ed in teoria non dovrebbero funzionare quando poi invece funzionano benissimo perché poi le mandano in onda e non si vergognano.

 

Questa è la pubblicità di un Suv che oltre a vendere sogni di cartapesta, evita accuratamente di farci vedere dove codesto Suv verrà utilizzato nella stragrande maggioranza dei casi (e quindi in centro città, occupando male i parcheggi, congestionando e inquinando le strade più del dovuto) ma invece ambiziosissimo ci vuole far credere che verrà utilizzato per sgommare nel deserto, arrampicarsi su montagnette di pietre, e per stenderci sopra e farsi inguacchiare dalla pioggia, in un bosco, da soli, di notte.

 

La frase che innesca il vafanculo è comunque la seguente:

 

“non ci adattiamo alle convenzioni, ed è così che ci sentiamo vivi”

 

 

(Anticonvenzionali del 2011, compratevi un Suv.)

presidenti onorari di un ospizio di bigotti

E comunque, i tipi alla Oliviero Toscani che propongono un calendario di soli triangoli pubici, dovrebbero alzare bandiera bianca e annunciare al mondo intero: è vero, lo ammetto, la mia testa non produce più nulla, però siccome non voglio andare in pensione mi invento ste stronzate.

 

I tipi alla Oliviero Toscani che propongono calendari di peli pubici (ben sapendo che la mammella ormai non fa più notizia) sono come Luttazzi e il buco del culo di cui si è già parlato tempo fa (peraltro – scusate se mi pettino le sopracciglia – ho anticipato quello che poi si è saputo sulla profonda crisi creativa del pallido personaggio).

 

E ancora, quelli alla Oliviero Toscani che ti propongono i triangoli pubici, sono come Lady Gaga che si veste da suora, sono come quelli che ai concerti portano la croce di Gesu' Cristo. Sono la stessa cosa.

 

Questi personaggi mi paiono dei nani NON perché sono blasfemi o irriverenti. Cioé, li prenderei a calci NON perché mi sento turbato o offeso a vedere le loro creazioni. 

 

Li prenderei a calci in culo perché loro CREDONO di essere blasfemi e provocatori, quindi ne deriva che sono loro i primi bigotti. Voglio dire, se Toscani mi propone dei triangoli di pelo pubico, lui CREDE di creare scompiglio e quindi CREDE che il triangolino pubico sia provocatorio. E se pensa questo, ne risulta che Toscani e' un bigotto. Anzi, e' il primo della lista dei bigotti. E' un povero vecchio bigotto che crede di vivere in un mondo di bigotti piu' bigotti di lui.

le tortore morte

Mi appassionano tantissimo i complottisti, quelli che c'è “sempre qualcosa dietro”, quelli che “vogliono nasconderci la verità”, da mettere insieme a quelli che “tanto la verità non la sapremo mai”.

 

I migliori di tutti sono però quelli che “ve lo spiego io come stanno le cose”, che spaziano dalla carne di topo nei panini del Mac all'influenza stagionale confezionata appositamente dalle case farmaceutiche per vendere i vaccini. Elemento comune a tutti è l'assoluta mancanza di prove unita ad una convinzione granitica e fantasie disastrose.

 

Adesso i complottisti (o meglio, “complottari”?) che dormivano da un po' di tempo hanno trovato finalmente gli uccelli morti rinvenuti in America e in Italia. Leggendo I commenti alla notizia delle tortore morte a Faenza si legge, per esempio:

 

– tortore uccise da microonde o laser come prove di selezione di specie “da applicare poi sulla razza umana”

– tortore uccise da ingestione di “mangimi geneticamente modificati”

– tortore morte come spia di una imminente “sciagura naturale”

– armi elettromagnetiche, perché lo ha detto un tizio “di una certa autorevolezza” ad una conferenza

– test di armi di distruzione di massa chimiche o magnetiche

– “credo sia un fenomeno alieno, ma solo approfondite analisi potranno stabilirlo”

– indebolimento del campo magnetico terrestre a causa di esperimenti americani, perché “l'ho visto in un film”

– e se fosse un virus? No perché “una volta ho visto decine e decine di conigli morti nei prati”

“…e che dire della trentina di cani della Regina Elisabetta, morti o moribondi per non si sa quale motivo”?

 

Il resto da leggere qui.

se potessi avere 14 euro al giorno

Il corriere siccome non ha niente da scrivere dedica un articolo ad un ventottenne milanese che vive “con 14 euro al giorno” e per questo si scrive che vive “sacrificio”.

Leggi l’articolo ed esce fuori che questo vive a casa coi genitori. E che mangia a casa coi genitori.

Allora, capiamoci.

Se da studente prendessi una camera per i fatti tuoi spenderesti 400 euro, di sti tempi.
Se dovessi comprarti da mangiare spenderesti 7-8 euro al giorno come minimo x30gg uguale 240 euro al mese.
Se dovessi comprare detersivi, carta igienica, dentifricio eccetera, minimo 50 euro al mese li spendi. A questi aggiungi i 14 euro al giorno che ricevi come borsa di studio, che al mese fanno 420 euro.

Allora, capiamoci.
400 (casa) + 240 (cibo) + 50 (varie) + 420 = 1110 euro.

Guarda bello mio che questo non è vivere “con sacrificio”, ché a parte il sottoscritto ci sono miriadi di studenti che hanno campato con meno all’università, e c’è gente che con quei soldi ci campa una famiglia. Bello mio, vorrei fartelo sentire, il sapore di una bolletta dell’acqua lasciata nella cassetta della posta, nei bei tempi bolognesi, lasciata attendere nella cassetta della posta per giorni, ché non c’era il coraggio di aprirla.

cosa mi significa

Cosa mi significa la Carfagna che dice ho sbagliato coi miei pregiudizi sugli omosessuali? E cosa mi significano tutti quelli che adesso dicono quanto e’ brava che lo ammette? Te Carfagna ti hanno messa li’ non per andare a scuola che le cose prima non le sai, poi siccome qualcuno te le spiega con pazienza, allora alla fine le capisci. Te ti hanno messa li’ che dovresti saperle da prima, e molto meglio degli altri, che quando parli la gente dovrebbe pensare quanto e’ brava e come parla bene. Mboh. Te Carfagna quando parli invece mi sembri invece come quelle che a scuola non capivano niente, eppero’ imparavano tutta la pagina a memoria, e recitavano tutto senza fermarsi a prendere fiato.

volevasi segnalare: pisciatone fuori dal vaso

Alessandro Gilioli é uno che scrive sull’Espresso. Il suo blogghe é il numero uno, due o tre dei blogghe italiani, a seconda dei tempi. Volevo segnalare la pisciatina fuori dal vaso di qualche giorno fa sulla morte di Vianello. Secondo il signor Gilioli per Vianello non dovrebbero essere costruiti monumenti non perche’ in fondo era solo un comico-presentatore, ma perche’ tanti anni prima aveva dichiarato che avrebbe votato abberlusconi. Gilioli c’aveva proprio questa necessita’impellente, proprio in quel momento, lo stesso giorno della morte di Vianello, di mettere in chiaro la cosa. Ottantasette anni lui li ha agevolmente condensati in una frase di un minuto.

Quello che volevo dire, é che secondo me uno come Gilioli anche se scrive sull’Espresso verra’ pagato direttamente da abberlusconi. Insomma, sto signore, con queste pisciatone fuori dal vaso memorabili, rende un servizio tale a abberlusconi, un servizio enorme, che non credo si possa pensare lo faccia aggratis. Il servizio é enorme, molto piu’ di quello di Fede. Perche’ Fede in fondo predica ai convertiti, no? Mantiene i convertiti sulle loro posizioni. Mentre uno come Gilioli – e come lui ce ne sono tantissimi – si maschera da nemico acerrimo di abberlusconi, ma poi di fatto compiendo delle pisciatone enormi fuori dal vaso, riesce ad irritare i non convertiti. É marketing politico puro a favore di abberlusconi, ed io non riesco a credere davvero che lo faccia aggratis