i pistolotti non so quanto possano interessae

I pistolotti politici non so quanto possano interessare. Comunque, ad una settimana dalle elezioni mi viene da pensare che forse va bene così. Voglio dire, non è che sia il massimo, però tanto già si sapeva che sarebbe andata a finire così, no? E allora basta.       

La Lega stravince e quindi c’ha ragione lei. Io sono il primo a incazzarmi contro il centralismo romano. Dico davvero. Per esempio prendi i telefilm, lì nessuno dice niente se qualcuno se ne esce con un Ma Li Mortacci Tua. Però se c’hai l’accento salentino, ecco sappilo che l’accento salentino non va per niente bene. Oppure  prendi lo stato maggiore del PD, a vederlo schierato davanti alle telecamere la sera della sconfitta, con la maggior parte delle facce romane, politici romani tutti cresciuti a Roma, mi faceva un attimo indisporre nei loro confronti. Dico seriamente. Io la Melandri non la posso vedere, per esempio. Poi dicono che la Lega vince perchè la questione della sicurezza, gli immigrati, questi sono argomenti convincenti eccetera eccetera. È vero, sono argomenti convincenti. Prendi Ferrero – attuale ministro di Rifondazione – quello andava a ballare nei campi rom a più alta presenza criminale per solidarizzare con i Rom. È chiaro che uno così non lo rivuoi nel governo. È chiaro che per reazione finisci per votare Lega. Poi vabbè, nessuno si ricorda che che il ministro Amato aveva fatto tutta un’interessante analisi sul fatto che bisognava garantire la sicurezza, perchè se i rom fanno casino ci vanno di mezzo le classi più povere. Però purtroppo Amato quando parla è una persona educata e non alza la voce. Tutto mingherlino e miope, non fa notizia. Poi vabbè, nessuno si ricorda che  il sindaco di Firenze – tutto sinistrorso com’è –  aveva proibito addirittura i lavavetri per il principio della legalità. Ste cose non le ricorda nessuno.       

Comunque dai, insomma, è giusto così. Era inevitabile. Prendi Paolo Cento, uno del Friuli come fa a votare Paolo Cento? Non ce la fa, e gli do pure ragione. Non potrei mai votarlo uno così. O un Pecoraro Scanio. Tu prendi uno della Valle d’Aosta e convincilo a votare Percorao Scanio. Mi pare impossibile, non lo voterei nemmeno io terrone come sono, figuriamoci il valdostano.       

Va tutto come deve andare, dunque. L’unica cosa che non ce la faccio, è che io – pure sforzandomi al massimo con tutto me stesso – non mi riesce di immaginare il giovane italiano medio come uno di quelli alla fine di questo video. Io lo so che esistono i ragazzi così, ma non lo vorrei mai come figlio. Io di quelli così c’ho un po’ di paura. Certi colletti di camicia in tinta col golfino di cachemire e la giacchetta, mi sento male. Io se mi nasce un figlio così, ci butto una tazza di yogurt sopra la giacca prima che esce di casa per andare a bere l’aperitivo con gli amici.

ne avete pure voi

Ne avete pure voi di quel tipo di amici che dopo una serata passata in auto a raggiungere un luogo lontanissimo – che ne so, un baretto nascosto in culo al mondo, o una festicciola di compleanno di Tizio il cugino dell’amico di Caio – poi quando sono arrivati lì, siccome il barista c’ha l’aria stanca o la musica non è proprio quella giusta, allora decidono che ci si rimette di nuovo tutti in viaggio per andare chissá dove, in un altro posto dove sicuramente sará meglio e ci sará gente stupenda, tutte le ragazze saranno stupende e ci si divertirá fino all’alba? Ne avete pure voi di amici così? Quel tipo di amici che poi la serata finisce e si è trascorso tutto il tempo a fare niente e cercare indicazioni sulle mappe stradali?           

Ecco, il risultato elettorale mi fa pensare a quel tipo di amici. Riassunto della situazione politica degli ultimi quindici anni, per chi si fosse perso durante il percorso:

Berlusconi si candida: vince.
Berlusconi si ricandida: perde.
Berlusconi si ricandida: vince.
Berlusconi si ricandida: perde.
Berlusconi si ricandida: vince.    

Eppure lui è sempre lo stesso, mica è cambiato. Dice sempre le stesse cose, ma una volta vince ed una volta perde. Mica è colpa sua: la colpa è del popolo, che poi è costituito da quel tipo di persone che fanno funzionare il cervello come gli amici di cui sopra. Che credono che dietro l’angolo ci sia sempre la soluzione miracolosa. Oppure come i bambini piccoli: avete mai giocato con i bambini piccoli facendogli credere di avere chissá cosa nascosta nelle tasce? Provate a dare una caramella ad un bambino, e poi nascondetene una dentro la tasca senza farla vedere. Il bambino vorrá quella nella tasca, che crederá migliore di quella che ha. E a ripetere l’operazione il bambino vorrá sempre la caramella nascosta. Ancora e ancora.    

Adesso ha vinto: la prossima volta perderá? È molto probabile, però se succederá io verrò a schiaffeggiare gli elettori uno ad uno. Perchè se uno vince con l’otto per cento di distacco, io esigo che governi per almeno dieci-quindici anni. Non c’è motivo di farlo andare via prima. L’otto per cento è tantissimo, e significa che lo volete proprio. E allora tenetevelo. Io ieri sera avevo un camice da cucina con sopra disegnata una pecora inculata da un uomo peloso – unico camice disponibile in casa, di proprietá del mio padrone di camera omosessuale – e cucinavo pasta coi funghi per tutta la ciurma dei coinquilini. Si brindava con vino sudafricano tra i vapori dell’acqua che bolliva in due pentole, che una sola non era sufficiente. La mia parte di spiegare alla ciurma di ragazzi olandesi Com’è Possibile Di Nuovo Berlusconi? l’ho fatta. Mi hanno chiesto e per quanto potevo, ho risposto alle domande. La mia parte l’ho fatta. Adesso tocca a voi. Dieci o quindici anni, altrimenti vengo lì e cominciamo subito con gli schiaffi.

tutta la vita davanti

Io sono un cinefilo distratto – purtroppo – e i film mi passano accanto mentre sono distratto, oppure succede che li vedo e poi li dimentico. Detto questo, in questi giorni ho letto qualche recensione molto positiva sul nuovo film di Paolo Virzì (Tutta la vita davanti) e sto Paolo Virzì mi comincia ad essere pure simpatico: ho ascoltato qualche intervista, ho letto qualcosa qua e la’. Davvero una persona gradevole, sto regista Virzì. Il film non l’ho ancora visto (aspetto che venga messo in groppa, ehm, diciamo così, al mulo) ma già da ora mi sovvengono tutta una serie di considerazioni.     

Ora, il film parla di precari laureati col massimo dei voti che finiscono a lavorare in un call center. Questa figura del “laureato precario impiegato nel call center” è ormai una figura costante di libri e film e canzoni e opere teatrali dell’Italia duemilesca. Non è certo una novita’. C’è la velina, il partecipante al GF e il precario del call center. È giusto che se ne parli perchè si tratta di cose vere, di problemi reali. Quindi va bene, parliamone. Parliamone, facciamo i dibattiti, scriviamo i saggi, andiamo a vedere i film e poi usciamo dal cinema piú o meno incazzati o emozionati.      

Però, cerchiamo di metterci d’accordo su di una cosa: qual’è il messaggio?     

Voglio dire, si intuisce che nella figura del “laureato precario operatore di call center” ci sia un qualcosa di negativo. Su questo sono tutti d’accordo. Ma cerchiamo di capire precisamente cosa c’è negativo. Il negativo è legato al fatto di lavorare in un call center? Forse. Ma insomma, i call center esistono e qualcuno dovra’ pure lavorarci dentro, no? Mica possiamo bombardare i call center solo perchè è un brutto lavoro. Anche i call center hanno diritto di esistere.          

E allora? Il negativo è essere laureati? Non credo, la gente studia per anni per poter dire che c’ha la laurea. Non è certamente una cosa negativa in termini assoluti.        

Dunque ne risulta che il negativo sta nella somma laureato+call center. È questo che non va bene. Da cui ne deriva il messaggio implicito che il laureato “dovrebbe” essere da un’altra parte, ma non nel call center. E di chi è la colpa se il laureato va a finire nel call center?     

Di chi è la colpa?          

Questo punto divide me stesso dal resto dell’umanità. Quando si parla di laureato nel call center, generalmente si punta il dito contro qualcuno/qualcosa che non si capisce bene chi sia. Lo stato? La società? Il mondo di oggi? Mastella? La fame nel mondo? La globalizzazione? Facciamo il film su questi benedetti laureati nel call center, scriviamo gli articoli, cantiamo le canzoni: a chi è rivolta l’accusa?           

Voglio dire: io lo sapevo che con la mia laurea potevo fare ben poco, e me ne sono andato. Ma per il resto, se l’Università continua a sfornare centinaia di sociologi e scienziati politici, migliaia di comunicatori e letterati, poi questi dove li mettiamo? In un Paese in declino verso la povertà, dove li mettiamo? I primi dieci scienziati della comunicazione riusciamo a sistemarli, i primi mille ce la facciamo ancora, ma poi? E se diventano duemila? E se poi sono tremila? E se poi arrivano a cinquemila? A quale cifra possiamo dire che la colpa è (forse) del laureato?             

Io – per quanto mi riguarda – mi sono preso la mia parte di colpa. La vado a recitare in giro, la mia colpa, le mie scelte sbagliate. Ho fatto due palle così alle persone che mi conoscono. Adesso sono qui, e cerco di venirne a capo. Ogni anno ne escono mille con la mia stessa laurea, e mille sono troppi, e per questo motivo il lavoro non c’è. Ma gli altri? Finiscono a lavorare nei call center, o a contare scatole di pelati di notte nei supermarket, ma se le cose stanno così di chi è la colpa? Del governo ladro? Il laureato in giurisprudenza numero cinquantamila della lista dell’anno duemilaeotto, fino a che punto – e su quali basi – può davvero inscenare un piagnisteo?

e la maggioranza ha sempre ragione

Se Berlusconi se ne esce con la sua solita caz*ata (per esempio quella di oggi: signorina, non sa come fare a farsi una famiglia senza un lavoro stabile? Sposi un milionario come mio figlio!) oppure con cento o mille altre, c’è tutto un popolo di persone razionali che spara addosso alla frase. C’è tutto un mondo che si indigna, che si dice Ma Com’è Possibile, Ma Come si Fa a votare uno così.

La verità è che Si Fa, Si Fa Eccome, perchè qui il mondo degli indignati (di cui una buona parte sopravvive proprio su internet) non si rende conto di quanto uno come Berlusconi in politica non abbia nessuna colpa (o Gabriella Carlucci in politica, o il generale Roberto Speciale in politica …) in quanto se pure uno spara una frase del cazzo come questa, o candida un fascista pluricondannato dal passato torbido, la stragrande maggioranza della gente queste cose non le sa nemmeno, perchè la stragrande maggioranza della gente non ha voglia di informarsi, la stragrande maggioranza (e lo dico proprio guardandomi attorno, chiedendo alle persone che conosco) non sanno dirti nemmeno i nomi di due ministri in fila, la stragrande maggioranza non ha idea di nulla, non sa niente di niente. La maggioranza se ne fotte altamente, e gli va bene così, e ci sono personaggi di Lost che sono di gran lunga più popolari di un sottosegretario, e puntate dei telefilm che attirano molta più attenzione di una qualsiasi evento reale, di quelli che accadono nel mondo che esiste. Ignoranza che poi significa non avere nulla da dire, un senso critico all’inchiostro simpatico e l’incapacità di instillare nemmeno la più infinitesimale scintilla di curiosità nelle persone che ti circondano. Uno sconforto totale. E una frase come quella di oggi – e tutte quelle che verrano da lui e da tutti gli altri – non sposta nemmeno un voto che sia uno.

volevasi segnalare

Sono contento quando escono fuori notizie come questa (cioè: è certificato che in Italia l’impegno all’integrazione degli immigrati è di molto maggiore al Nord rispetto al Sud eccetera eccetera). Voglio dire, io che sono mediterronico gia’ lo sapevo. In generale sono sempre contento quando escono fuori le notizie che rompono i luoghi comuni (e in questo caso, la convinzione che al Sud siano tutti solidali e aperti, brava gente che ti accoglie in casa con il mandolino e il tamburello).  Dalle parti del mio paesello, per dire, lo straniero è considerato peggio di un animale e viene mandato a raccogliere i cocomeri in condizioni disumane, oppure lo straniero è il turista tedesco che viene a portare un po’ di soldi in agosto, e quindi da accogliere con grandi pacche sulle spalle. Il disgraziato che suda sui cocomeri, nel frattempo può pure morire, e con il cingalese che vende accendini non ci parlo nemmeno per non sporcarmi le orecchie. Di fatto nel Sud estremo gli extracomunitari sono pochissimi. Sbarcano sulla costa e poi scappano via. Da bambino sapevo che esistevano i neri solo grazie alla televisione.   

In generale sono sempre contento quando escono fuori notizie che rompono i luoghi comuni, perchè mi da fastidio vedere i compaesani che si adagiano sulla convinzione “ma tanto noi ci abbiamo il mare, quelli c’hanno la nebbia e noi invece… assaggia quanto so’ buoni sti pomodori, su’”. Poi ci sono quelli che scappano al Nord, non riescono ad integrarsi e tornano a casa dicendo che “da quelle parti sono tutti un po’ freddi e razzisti”. Ne ho conosciuti tanti. Il luogo comune del Sud come posto Bello Ma Proprio Bello Bello – che pure resiste in molti crani mediterronici – è come una bamboccia scema che si ammira allo specchio e che si dice da sola Ma Quanto So’ Bona mentre inciampa sul vestito e cade per terra.

che ridere

Che ridere sta storia dei ragazzini che chiedevano “favori sessuali” nello scuolabus in cambio di ricariche telefoniche. Che ridere non per i ragazzini, ma per tutti gli scandalizzati per una scemenza del genere. Poveri scandalizzati che vogliono mettere a posto le cose, poveri parrucconi che credono forse che la sessualita’ di un pischello (e di una pischella) cominci verso i venticinque/trent’anni. Poveri indignati che forse non sanno quanto la “ricarica telefonica” alla fine è solo una scusa, quando c’hai dodici anni e tanta curiosita’, e ste cose le faresti anche senza i dieci euri della ricarica, però ti vergogni dello sguardo accigliato delle amichette. Poi magari una pischella si spoglia a scuola, le immagini vanno sul web, e tutti di nuovo ad indignarsi e a dire MaDoveAndremoAFinire. E poi il mese seguente un’altra dodicenne si fa riprendere dal ragazzo col telefonino nel parchetto sotto casa, il carabiniere scova le immagini e tutti di nuovo a zompare sulla sedia e borbottare MaDoveAndremoAFinire. E intanto nessuno che alza la mano e afferma che forse, ammettiamolo, una certa percentuale di ragazzine maggiormente predisposte a queste pruderie è sempre esistita e sempre esistera’, e non ci si può fare nulla, a prescindere dalla televisone e dalla cultura di merda che regna sovrana in questo momento storico, perchè e alla fine le trovi nella storia e nella letteratura, esistono e basta, e i plotoni di dodicenni famelici e senza scrupoli (o con fragili scrupoli da dodicenni) continueranno a sparare nel mucchio sperando di incontrare quella giusta. E alla fine, esclusi alcuni casi particolari, va pure bene cosi’, è nell’ordine naturale delle cose, di una Madre Natura che ha la sola colpa di non aver previsto l’avvento dei telefoni cellulari full optional.   

chi le playstation, chi le cisterne

Vogliamo smetterla di parlare dei due bambini caduti nel pozzo? Per favore, smettiamola. Caduti nel pozzo: Amen. Dice: ma come caduti nel pozzo? Cosa ci vai a fare nel pozzo? Vai a giocare nel pozzo? Ma ti pare? Sicuramente stavano scappando dal papà cattivo! Brutto e cattivo quello lì. Mica per giocare. Ecco perchè caduti nel pozzo. Anzi No, c’era un pedofilo che li rincorreva. Anzi No, un malato di aiddiesse con la bava alla bocca. Anzi No, c’era l’Influenza Aviaria in persona, guarda.

babbei

Siete solo dei babbei, degli ignoranti e dei pezzenti culturali. Siete la speranza fallita di un paese che se si deve appoggiare a voi, non ha alcuna speranza. Siete annebbiati dalla rabbia e calpestate la libertà con scarpe sporche di merda. C’avete i libri sotto il braccio ma di fatto ragionate da ultrà, scimmiottando gesti e parole che neanche comprendete. Cercate lo scontro ad ogni occasione per scimmiottare la trincea, e non sapete cosa è la libertà, e adesso ve lo ripeto che sennò non lo capite: non sapete cos’ è la libertà. Non avete un briciolo di concetto di libertà. Siete pieni zeppi di libertà, perchè potete fare tutto, e per questo non la apprezzate e non la difendete. La porzione di cervello deputata all’elaborazione intellettuale è minuscola, insignificante. Per il resto, ragionate per frasi fatte e dogmi che non capite nemmeno tanto bene. Siete solo dei babbei, degli ignoranti e dei pezzenti culturali, e non sapete cos’è la libertà. dave

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ma se il principino

Ma se il principino viene sorpreso a graffitare i muri di Milano – con tanto di fotografie – ora, insomma, fatemi capire, andate a prendere il principino e portatelo in galera, no? Voglio dire, tutta la poesia dell’artista eversivo, che pure può ispirare una certa simpatia, non perde il suo significato se poi non ne subisci le conseguenze? No? Voglio dire, uno può pure compiere azioni illegali seguendo ideali magari in parte condivisibili – che ne so, di libertà, di arte, di scoglionamento metropolitano – ma l’azione di per sè  è bella perchè è rischiosa: se non è più rischiosa, che razza di azione eversiva è? Ah No, è vero, scusate: siamo nella casa delle libertà e facciamo tutti un po’ come cazzo ci pare.

i pubblicitari hanno sempre ragione

e se hanno deciso che in Italia siamo più ricettivi all’immagine di due donne che si infilano la lingua in bocca (e per estensione a tutti i riferimenti ritenuti generalmente provocatori, quindi mettiamoci pure culi tette froci pipì e popò) allora vuol dire che è così e basta, e c’è poco da discutere.

come tu mi vuoi

Si ripropone il tema della finta racchia di cui ho già blaterato per la serie televisiva Ugly Betty anche nel nuovo film "Come Tu Mi Vuoi", in uscita in questi giorni, un film dove la finta racchia sarebbe l’attrice Cristiana Capotondi. In pratica se ho capito bene la racchia sarebbe la Capotondi a cui vengono aggiunti di un paio di occhiali, qualche pelo in faccia e forse anche una confezione di brufoli artificiali. Poi succede che la racchia si innamora del Vaporidis di turno e allora si da un’aggiustatina e così all’improvviso da brutta che era, diventa bella. Si ripropone dunque il tema della racchia che sotto sotto racchia non è, che è racchia ma solo in modo stereotipato. Si riprone sta storia della finta racchia (una ragazza carina, la Capotondi) che se si da un’aggiustatina, diventa attraente (ma era già attraente da prima). 

Di nuovo quello che mi viene da dire è: cari sceneggiatori, ve le porto io un paio di belle cozze di prima categoria, di quelle cozze irrecuperabili, e voglio vedere se ci fate fare un film col Vaporidis. Voglio vederlo al Vaporidis che infila la lingua in bocca a certi catamarani che vi proporrei io. Voglio vedere se riuscite a far passare l’idea che basta curarsi un po’ per sembrare più carine, l’idea che la bellezza è dentro ognuno di noi e bla bla bla. Ve le porto io certi rottami indefinibili che non avete nemmeno idea, e vediamo proprio cosa riuscite a fare.

se ne va

Se ne va il grande giornalista Enzo Biagi e giustamente tutti ne piangono la scomparsa. Scompare un bravo signore coi capelli bianchi che conosci da quando sei nato e, cacchio, ti dispiace. Uno non è che si fa domande Era un Maesto, Non lo Era, uno si dispiace come quando vieni a sapere che è morta quell’amica di tua nonna che veniva a casa portandoti il tegamino con un po’ delle cicorie che aveva cucinato per se stessa.    

Poi il coinquilino Billigiò, con il cinismo che lo contraddistingue, alla notizia del malore se ne esce blaterando che sti personaggi devono proprio morire per uscire dalla scena. Tu che davanti a ste parole vuoi fare il democristiano che mette d’accordo tutti – e magari vorresti contraddirlo – ti rendi conto che comunque qualcosa non va, se davvero qui stiamo attaccati ai nonnetti fino a quando non schiattano. E non è neanche colpa loro, se sono ancora lì che lavorano con la prostata ipertrofica, la colpa semmai è di chi si fida esclusivamente dei capelli bianchi e delle rughe scavate dei Pieri Angela e dei Pippi Baudi. Che si fa presto a dire C’Hai Trent’anni Sei un Bamboccione, se poi alla tivvù i presentatori c’hanno la dentiera e i tuoi professori dell’università vanno in pensione a trecento anni e c’hanno gli assistenti con l’osteoporosi.    

Che questa iconografia del matusalemme ci accompagna sempre e ci rassicura, porca miseria, al punto che inizi a far confusione. Un giorno uscendo di fretta dal bagno della facoltà mi trovai all’improvviso di fronte alla grandissima Rita Levi Montalcini, e davvero la salutai con un Uei Ciao! come si usa fra compari, credendo per un istante di trovarmi di fronte ad una vecchia zia/conoscente del paesello di cui non ricordavi il nome. E per fortuna che la Rita Levi – con tutto il rispetto che tutti noi portiamo nei confronti del suo capoccione da premio nobel – già al tempo era mezza cieca e non si accorse di nulla. 

L’uomo, qualche volta, è come le scimmie: ha il gusto dell’imitazione.
(E.Biagi)

viulenza

Adesso fanno pure le spedizioni punitive contro i rumeni e le chiamano Reazioni del Popolo Esasperato, cercando di stabilire una correlazione fra causa e conseguenza, fra il fattaccio dell’altro giorno e le sprangate contro la signora rumena che sta mettendo la spesa nel bagagliaio dell’auto.

Se vogliamo fare i sociologi, le possiamo pure chiamare Reazioni del Popolo Esasperato, però se vogliamo fare i sociologi dobbiamo pure dimenticare che esistono tante teste bollenti con la sprangata facile. E dobbiamo pure dimenticare che sul 100% delle persone che calpestano questo mondo ci sarà sempre una certa percentuale di bulletti che non vedono l’ora di spaccare la faccia a qualcuno, e che se sei cresciuto nella provincia meridionale questa percentuale prenderà le sembianze del delinquente di quartiere che sgommando sulla motoretta verrà a chiederti sfrontato “Cazzo guardi?” “Cazzo vuoi?” mentre tu ciucci spensierato il tuo ghiacciolo all’amarena seduto sul marciapiede; e la stessa percentuale di persone, dopo aver letto qualche libro, si autoproclamerà fascista e poi verrà a prenderti a craniate sul naso con argomentazioni di poco superiori al Cazzo Vuoi Cazzo Guardi di cui sopra.

Che poi il sociologo politologo mi verrà a costruire tutte le relazioni che vuole fra il fattaccio dell’altro giorno la signora rumena sprangata con le borse della spesa in mano, però a Roma giusto qualche mese fa un gruppo di bulletti con la testa rasata venne a spaccare di mazzate un gruppo di ragazzi durante un concerto, e non c’erano stati fattacci o altre cose ad “esasperarli”, c’avevano solo voglia di prendere a mazzate qualcuno e lo hanno fatto, perchè quando scappa scappa e certe volte se trovi un motivo è meglio, ma se non lo trovi chissenefrega basta che porti la spranga.

oggi la mia prima

Oggi la mia prima carta d’identità con il titolo Comune di Bologna. Sulla vecchia carta avevo una foto orrenda di me sudato al sole di agosto, dopo una corsa dal fotografo per le fototessere da fare in fretta; il giorno sarei partito per la mia seconda estate londinese. Ero giovane e sudato, un sorriso incerto da rettile, una maglietta aperta sul davanti e una valigia da fare che mi attendeva a casa. La foto di oggi – invece – l’impiegato gay dello studio fotografico ha voluto ritoccarla col photoshop senza avvertirmi di nulla. Ha smussato via le occhiaie e fatto brillare gli occhi. Ha preso il colore dalle guance e me lo ha spalmato sotto i globi oculari. Sono più giovane oggi di allora. Sono innocente e luccicoso. Sono un modello del postalmarket.  

Oggi telefonata fin su in un posto tanto tanto a Nord, a contrattare cose e progetti che per adesso qui non se ne parla. Io che contratto il mio futuro in un call center pachistano con un sottofondo di musica orientale tutta pifferi e lamenti strascicati. Sto accumulando troppe cose da raccontare ai nipoti, per la miseria.
 
Oggi il mio lavoro da cartolinaio mi ha portato in un luogo per le strade di Bologna chiamato Scuola di Musical: in pratica ragazzi e ragazze che ballano e cantano e fanno piroette dalla mattina alla sera. Fuori nel mondo cercano tornitori e sistemisti, tecnici radiologi e agenti di commercio, e quelli fanno le piroette ed i gorgheggi. Fanno il musical. Ragazzetti che a volte non c’hanno manco il fisico, che sarai pure bravo ma se non c’hai il fisico dove vuoi andare a fare il musical, mi chiedo. La parte razionale di me pensava Ognuno è Libero di Fare Quello Che Vuole, la parte profonda e sincera recitava profondamente come una macumba crudele MariaDeFilippi MariaDeFilippi MariaDeFilippi E’ TuttaColpaTua.

entra in vigore

Entra in vigore la legge che vieta la vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Nei locali notturni già si organizzano. Il Corriere oggi pubblica un articolone-inchiesta: nei locali vengono già vendute cartuccine contenenti rhum, gin o vodka da tenere in tasca. Dopo le due di notte, se vuoi il cocktail alcolico devi solo ordinare un bicchiere di lemon soda o cola o quello che vuoi, e il cocktail te lo fai da te. Oppure i ragazzi arrivano già con le birre chiuse nel bagagliaio dell’auto. Tutto legale. Scritto un articolone sul Corriere di oggi. Ecco volevo dire, cari giornalisti del Corriere scrittori di articoli, sta tecnica complessa del drink che non te lo compri al bancone ma lo tieni imboscato da qualche parte, o delle birre che te le porti da casa, io e Billigiò le praticavamo che si era ancora nel millennio scorso. Anni e anni fa. Con le bottigliette nascoste nelle maniche come il mago Silvan o le lattine di birra nei calzettoni sotto i pantaloni ampi, noi ste cose le facevamo già nel 1900, e mo voglio subito un’intervista.

N.B.poi si tornava sempre a casa a piedi, noi bravi ragazzi, ovvio.