ammazza che ridere

Tu vuoi sapere cosa è diventato internet in sti tempi contemporanei?

Puoi leggere su spinoza come le battute sul fallito attentato a faccia-di-schiaffi Belpietro siano tutte a senso unico.

"Se l’agente della scorta non avesse preso le scale,
non so come sarebbe andata. Di lusso."

andiamo per ordine

Se va a prostitute, si deve dimettere? Non lo so. Forse, ma non ne sono sicuro. Non necessariamente, ecco. 
Se di fronte all’evidenza dice che é tutto finto, una montatura: si deve dimettere? Se glielo fanno dire senza riempirlo di “ma va la’, e che c’ho scritto giocondo, in fronte?”, farei dimettere il popolo, prima di tutto.

adesso che l'ubriacatura

Adesso che l’ubriacatura del terremoto è finita (e ci sono le prove), forse si può dire. L’enorme ondata di solidarietà per il terremoto, l’unità nazionale per aiutare i disperati, l’emozione di un popolo, eccetera eccetera, se possibile voglio tirarmene fuori. Come si dice in questi casi, non in mio nome. Il rimboccamento di maniche, i bus di volenterosissimi, le raccolte fondi con la foto del crollo insanguinato sullo sfondo. Tirarmene fuori, dire senza problemi quanto tutto questo mi susciti fastidio. L’enorme risposta di solidarietà di cui si parla, è figlia soprattutto dell’emozione del momento. Del magone, del nodo in gola. Tanto più ipertrofica è l’emozione, tanto più veloce poi questa si attenua e sparisce. Perchè è, appunto, un emozione. Magari dopo un anno rivedi le foto e ti emozioni di nuovo, ma comunque non risolvi il problema alla base. Osservare come il fattore emozionale prenda il sopravvento su tutto, in questi avvenimenti, è scoraggiante. Il volemose bene, che è già il germoglio della prossima disgrazia. Quando servirebbe la testa. Serve la testa, cazzo. E gli aiuti immediati? Certo pure quelli, ma qua si parla SOLO di quelli. O di Berlusconi che regala la dentiera alla vecchia. Quando il punto è che la prossima volta che potremmo fare qualcosa per i terremotati, questa “prossima volta” non corrisponderà all’immagine del volontario sudato che soccorre la ragazza sanguinante, ma qualcosa di molto meno pittoresco, tipo discutere di prezzi di manodopera con un architetto incravattato, che magari gli puzza l’alito, o un assessore corruttibile, coi peli nelle orecchie, mentre noi avevamo pensato di usare quei soldi per passare una buona volta al cabrio metallizzato.

le cose vanno viste nel complesso

Le cose vanno viste nel complesso, i dettagli contano poco. Veltroni si dimette dopo sedici mesi e pare invecchiato di sedici anni. Mi fa pure pena, arriverei a dire che mi fa pure pena, ma Veltroni, pure fossi tua madre, come faccio? Volevi scegliere un giovane per rappresentare i giovani, hai scelto Marianna Madia. Io lo so che ste cose poi magari non interessano, ma Marianna Madia, santiddio, se tu mi scegli una cosí, vuoi dire qualcosa, e questo qualcosa non mi piace. E poi va bene tutto, ma il Carciofo Fabrizio Moro alle feste del Pd, e Tiberio Timperi sul palco, sono cose che ti dipingono un personaggio. Poi puoi impegnarti quanto vuoi, ma io ste cose poi non le dimentico.  E poi in Sardegna perde Soru – e sta cosa invece mi dispiace davvero – uno che ha detto, a proposito della sua terra:  Pensai: mai più. Mai più faranno mercato della nostra terra. Mai più villaggi turistici finti, che non sono costruiti da sardi, non impiegano sardi, non usano prodotti sardi, non distribuiscono utili ai sardi. La Sardegna è il campo giochi di partite altrui; di suo non ha neppure uno scivolo. Basta con le lottizzazioni sulla costa, con le moto d’acqua a tutto gas, con l’assedio degli yacht di ferragosto. Non possiamo diventare un’immensa Ibiza . (…) ma ritroviamo la nostra anima profonda, perché è quella che interessa al mondo globale". Ecco, tu mi nomini le moto d´acqua che frecciano nel mare, e io in questo giá ci vedo un mondo, capito? Un´idea di come vedi le cose e di come dovrebbero essere secondo te. E mi ci trovo d´accordo. Ma tu perdi. Dice: e che sei sardo tu? No. E allora che ti frega? Ma va bene, andando avanti, a Sanremo Benigni si prende 350mila euro e in cambio dice le sue cose, recita la poesia. Dice: hai qualcosa contro Benigni? Ma figurati. Ce l´ho piuttosto con quelli che pagano 350mila euro per una persona che di fatto non è tanto più speciale di altre. Perché la gente ha bisogno di sentire le prediche in tv? Perché la gente ha bisogno di sentire Benigni che recita la poesia in tv? Perchè si arrabbiano che la gente vota Berlusconi, che lo venerano come un dio, ma di fatto qui non si riesce proprio ad andare avanti senza mettere Pinchi Pallini qualunque e venerarli come dei. Perchè di fatto 350mila euri, cazzarola, quello significa, significa credere che uno abbia cose davvero imprescindibili da dire. Tra mia nonna che c´aveva i santini nella borsa, e i piedistalli offerti ai Berlusconi ed ai Benigni, dove sta la differenza? Ma come dicevo, per percepire il senso di merda, ste cose vanno viste nel complesso.

quindi alla fine

Quindi alla fine la BBC conferma che le molotov, nella scuola Diaz, le hanno infilate i poliziotti per avere una buona scusa per spaccare le teste a tutti. Va bene, già si sapeva, ma il punto non è questo.  

Il punto sono i commenti lasciati dai lettori subito dopo l’articolo. Divisi in fazioni opposte, si lanciano cacca a vicenda. Come tifosi di squadre di calcio. I martiri sono i CarliGiuliani, i martiri sono invece i Poliziotti.           

Io lo scriverò fino a quando sarà possibile, sperando che serva a qualcosa: sono le fazioni, sono il bianco o il nero, sono le fedi assolute, i Padri Pii come le ideologie, sono gli studenti che si picchiano in piazza fra di loro, che non faranno mai cambiare le cose.

ecco perchè poi preferiscono il cloro dei parchi acquatici

I giornali cominciano a mandare le immagini dei Vips al mare. Io da salentino non posso fare a meno di notare come il mare in cui i Vips si immergono sia praticamente uno schifo di brodo. Una minestrina di fango. Ricchi come sono, famosi come sono, vanno ad immergersi in acque torbide e melmose che non riesci a vederti nemmeno i piedi. E la spiaggia color terra, poi, che tristezza.

normale sarai tu

A Verona un ragazzo è stato preso a calci sulla nuca per aver rifiutato di offrire una sigaretta. Adesso è in coma. Non si conoscono ancora i responsabili – certamente prima o poi verranno fuori – ma il giorno che li troveranno si metteranno a discutere su come punirli, quanti anni e quante attenuanti e quante aggravanti.    

A me non importa nulla se quando li acchiappano decidono di dare tre oppure quindici anni. Un anno oppure cento. Non me ne frega niente. Questo è un dettaglio irrilevante. Il punto è: quelli erano in gruppo e hanno ridotto in coma un ragazzo solo per una sigaretta. Nessuno di loro si è pentito e si è presentato alla polizia. La polizia dichiara che gli aggressori erano ragazzi «normali, cioé senza simboli che possano richiamare gruppi estremistici». Allora sapete cosa? Normali una cippa.     

Vi pare sempre tanto scontato puntare il dito verso il fascista con la testa rasata, che picchia perchè è un fascista, o contro l’autonomo dei centri sociali che distrugge perchè viene dai centri sociali, o contro il rumeno che ruba perchè cosa vuoi che faccia, tanto è un rumeno. Se invece adesso sono dei «ragazzi normali» a fracassare il cranio ai passanti, allora io voglio che si faccia anche per loro una bella analisi approfondita. Li dovete prendere – e tanto prima o poi li prendete – ma poi quando li trovate voglio sapere tutto. Tutto, capito? Che tipo di musica ascoltano? Come vestono? Vestono «normali»? In che senso «normali»? Vestono firmato oppure No? Indossano occhiali da sole griffati? Datemi il nome. Scrivetelo dove tutti possano leggerlo. E che musica ascoltano? Perquisite le loro camere da letto: leggono libri? Sì oppure No? Io voglio sapere tutto. Come andavano a scuola? Che aspetto hanno le loro fidanzate? Quelle presenti e quelle attuali: ditemi tutto. Vanno in giro coi tacchi? Senza tacchi? Con le meches ai capelli? Senza? Truccate o al naturale?      

Io voglio che si dia una forma dettagliata a questa «normalità» che riesce a fracassare un cranio.          

Come trascorrono le serate? Vanno in giro a fare cosa? Esattamente cosa? La sera se ne vanno a teatro, a passeggiare per le vie del centro, vanno in discoteca: dove vanno? E che livello di istruzione hanno? Dobbiamo prendere appunti, dobbiamo scrivere tutto. Cosa guardano in televisione? Quali sono i film che apprezzano? Votano alle elezioni? E chi votano? Scriviamo tutto, registriamo tutto, porca miseria.          

Che tanto lo sappiamo bene come agiscono questi personaggi, ogni cosa la fanno in branco. E allora succede che le cose che piacciono ad uno, piacciono per forza a tutti. Allora io voglio sapere quali sono queste cose, e dovete andare in giro a pubblicizzarle, tutti devono sapere che tipo di gente è, quella che si veste in un certo modo, che frequenta certi posti, e che vota certi personaggi, che voi chiamate «normali». Comprano le suonerie per il cellulare oppure No?

tredici e quattordici aprile

Se prendi un dipendente dello Stato che ha rubato soldi dello Stato, che ha speso 32000 euro solo per farsi spedire le spigole in elicottero a lui e agli amici suoi, se prendi uno che ha rubato in modo così eclatante e lo candidi come senatore – in una posizione in lista che verrà eletto al cento per cento – allora tu non stati solo salvando uno che ha rubato, stai soprattuto mandando un messaggio chiaro a chi ha orecchie per capire. Stai dicendo: voi rubate pure, ma cercate di stare dalla parte giusta, cioè la nostra, che poi noi il modo di aiutarvi lo troviamo. Voi rubate, che poi ci pensiamo noi. (eh, ma che c’entra, rubano tutti!) Sì, ma qui non è solo una questione di sostanza, è una questione di «quanta» sostanza, e poi anche di forma. Perchè se rubi e ti copri la faccia è un conto, ma se rubi e posi col sorriso per i fotografi allora è diverso.       

Se tu prendi un boss mafioso e te lo metti in casa – e lo sai che è mafioso, non puoi dire che non lo sai, perchè ti ha fatto esplodere pure una bomba davanti a casa tua – un mafioso che pure Paolo Borsellino lo ha nominato per fare un esempio di come mafia e politica certe volte si intrecciano (Paolo Borsellino, per capirci: un magistrato di destra che qualche mese dopo Pum! non c’era più) se poi a ridosso delle elezioni un tuo collaboratore arriva a dire che questo mafioso in realtà è un eroe, allora tu stai mandando un messaggio a chi ha orecchie per sentire. Perchè tutti penseranno che quello l’ha sparata grossa a dire che il boss di Cosa Nostra è un eroe, che forse si è sbagliato, ma tu invece lo ripeterai, Certo Che E’ un Eroe – dirai – Certo Che Sì! E allora in questo modo stai mandando un messaggio: stai dicendo, guardate come vinciamo le elezioni noi! Noi diciamo che i mafiosi sono eroi, e lo ripetiamo, eppure vinciamo le elezioni! In questo modo stai dicendo: guardate come la gente è così poco attenta ai fatti, guardate come la gente si lascia abbindolare dalle facce sorridenti! La gente se ne fotte dei fatti. Voi potete fare quello che volete, potete dire quello che volete, tanto la gente – almeno fino al 51% – ha un livello di ignoranza che voi non immaginate nemmeno. Non abbiate paura dei fatti, che tanto con questa genete noi possiamo permetterci tutto, possiamo cambiare anche i nomi alle cose. Con questa gente possiamo permetterci tutto, anche di santificare un mafioso, se un giorno ci gira così, capito?            

Se poi prendi una una valletta della televisione col tarlo nel cervello e la fai diventare deputato, allora può succedere di tutto, può anche succedere anche che quella si metta a parlare di elettroni coi professori di fisica senza capirne niente. E il messaggio è: tutti possono parlare di tutto, anche gli ignoranti. E un altro messaggio è: un’incompetente farà solo quello che gli viene detto, perchè è un incompetente, capito? E quanti più ignoranti e incompetenti ci saranno, tante meno saranno le persone che devono prendere le decisioni. Se su trecento parlamentari riesci a infilare duecentonovantacinque vallette tarlate, allora saranno solo in cinque a decidere.            

Allora scusa un attimo Rafeli, se dici tutte queste cose vuol dire che sei di sinistra? No, non  posso esattamente definirmi di sinistra, sono troppo individualista per esserlo veramente. Quello che posso dire è che ci sono livelli di decenza oltre i quali sarebbe meglio non andare. Perchè se tutti questi messaggi riescono a passare, i prossimi saranno ancora peggio. Se uno si presenta con questi messaggi e ce la fa, allora si incoraggia ancora più gente (quella che ha orecchie per capire) a fare così, a rubare a testa alta.        

Poi ci sono quelli che dicono che sono orgogliosi di non votare, che destra e sinistra uguali sono, che tutti rubano allo stesso modo. Non è vero che tutti rubano allo stesso modo. Non è per niente vero. Se leggi e ti informi, e se lo fai ogni giorno, sai bene che non è così. Che qualcuno di buona volontà, che ruba meno degli altri c’è sempre. E non votare è un gesto superficiale e snob e pericoloso e inutile.          

E se poi tutte queste cose ti sembrano solo storielle da cappuccetto rosso, allora facciamo parlare i numeri.

la prassi ogni mattina

La prassi ogni mattina è uscire di casa che il cielo è ancora tutto nero, e poi fare la mia mezzora di strada cantando le canzoni dei Travis con ampi sbracciamenti che prontamente si interrompono ai semafori per timore del giudizio altrui. Certe mattine poi giungo al lavoro che ho un calamento di palpebra coatto, un fenomeno così coatto e irresistibile, una cosa che non ci posso fare nulla ma sento la palpebra che mi scende e vorrei avere a disposizione quello strumentino perverso di Arancia Meccanica che ti tiene gli occhi aperti contro la tua volontà.

Questo problema della palpebra che crolla possiamo pure scherzarci sopra ma di fatto è un problema serissimo, anche se limitato alla prima ora, ora e mezza della giornata. Ci sono mattine che arrivo con certe palpebre di due chili l’una e vengo messo al centro di discussioni interessantissime su cose incomprensibili tipo il documento che si è perso, la firma che manca. Io davvero ci metto tutto l’impegno che posso, mi mordo la lingua per stare sveglio, mi do pizzicotti fortissimi sulle cosce.  Che poi il problema non è tanto stare sveglio, il problema vero sarebbero le palpebre, perchè a restare sveglio io sarei pure capace. Il problema sono le palpebre da due chili l’una: se non fosse scandaloso mi piacerebbe davvero poter seguire tutte queste interessanti discussioni con gli occhi chiusi facendo Sì Sì con la testa, come fanno certi preti quando ascoltano le confessioni dei fedeli. Sì Sì, certo certo. Sì Sì. Il problema poi è che a fare la faccia interessata e rilassata, diventa più difficile tenere le palpebre sollevate. Il problema è che mi trovo costretto a fare delle facce preoccupate, perplesse, una di quelle facce che devi aggrottare la fronte, perchè ho scoperto che in questo modo ci sono una serie di muscoli facciali in contrazione che ti permettono di tenere la palpebra sollevata come un impalcatura.  

Vabbè.
Poi cos’altro.

Non voglio che cade il governo.

Billigiò mi informa di un nostro conoscente che è entrato nella casa del grande fratello.

Poco fa al supermercato ho incontrato il sosia di Benicio del Toro e uno squatter scalzo e in cannottiera con la cresta fucsia. Io ho comprato le patate già tagliate per il forno e una cosa melmosa e gialla che non so cosa sia. L’attuale politica nel fare la spesa è questa: mi permetto un venti percento di sperimentazione sul totale e poi come va, va.

Speriamo che va.

Che poi mi chiedo se i preti che parlano con gli occhi chiusi gli ho incontrati solo io o se è un fenomeno comune.

Speriamo che va.