no, non mi stanco, e non mi passa

E siccome il sangue è alla testa, meglio non scriverne. E lo ripeto, le analisi non sono mai state così lucide, in giro. Mai le cose così evidenti. Sì mi ripeto. Sì, è noioso. Una noia mortale. Ma non mi passa. Non passa. La rabbia razionale non passa. Non è come l’emozione del terremoto. La rabbia razionale si incista nel profondo.

Cito solo un articolo di D’Avanzo e un immenso, immenso post di Leonardo, che se li leggete entrambi (se non li avete già letti) e me lo scrivete qui sotto, io forse (forse) mi calmo. 

 


" In mezzo a tutto questo io scrivo, come tanti, senza nessuna pretesa di fare lezioni di giornalismo. Non sono un giornalista: ma non è necessario essere calciatori professionisti per accorgersi che a centrocampo fanno melina. Non scrivo per farmi passare la rabbia (che non passa, anzi); piuttosto con una presunzione di testimonianza: chi verrà dopo di noi non dovrà pensare che eravamo tutti prostrati come Vespa, arresi come De Bortoli. C’era gente normale, con una famiglia e un lavoro più o meno normale, che in casa propria si faceva le domande che i giornalisti non volevano o non sapevano più fare.  Non eravamo la maggioranza, non pretendevamo di esserla: ma esistevamo. Devono saperlo i posteri: non si sono bevuti il cervello in quindici anni, gli italiani. Non tutti."

adesso che l'ubriacatura

Adesso che l’ubriacatura del terremoto è finita (e ci sono le prove), forse si può dire. L’enorme ondata di solidarietà per il terremoto, l’unità nazionale per aiutare i disperati, l’emozione di un popolo, eccetera eccetera, se possibile voglio tirarmene fuori. Come si dice in questi casi, non in mio nome. Il rimboccamento di maniche, i bus di volenterosissimi, le raccolte fondi con la foto del crollo insanguinato sullo sfondo. Tirarmene fuori, dire senza problemi quanto tutto questo mi susciti fastidio. L’enorme risposta di solidarietà di cui si parla, è figlia soprattutto dell’emozione del momento. Del magone, del nodo in gola. Tanto più ipertrofica è l’emozione, tanto più veloce poi questa si attenua e sparisce. Perchè è, appunto, un emozione. Magari dopo un anno rivedi le foto e ti emozioni di nuovo, ma comunque non risolvi il problema alla base. Osservare come il fattore emozionale prenda il sopravvento su tutto, in questi avvenimenti, è scoraggiante. Il volemose bene, che è già il germoglio della prossima disgrazia. Quando servirebbe la testa. Serve la testa, cazzo. E gli aiuti immediati? Certo pure quelli, ma qua si parla SOLO di quelli. O di Berlusconi che regala la dentiera alla vecchia. Quando il punto è che la prossima volta che potremmo fare qualcosa per i terremotati, questa “prossima volta” non corrisponderà all’immagine del volontario sudato che soccorre la ragazza sanguinante, ma qualcosa di molto meno pittoresco, tipo discutere di prezzi di manodopera con un architetto incravattato, che magari gli puzza l’alito, o un assessore corruttibile, coi peli nelle orecchie, mentre noi avevamo pensato di usare quei soldi per passare una buona volta al cabrio metallizzato.

in questo momento

In questo momento alla televisione del Paese Basso c’è un tizio con i capelli lunghi che recita poesie in italiano e poi le traduce in olandese. Gli ospiti in studio spalancano la bocca così come tutti i miei coinquilini raccolti nell’immenso divano che circonda il televisore. Ma cosa spalancate cosa? chiedo io. Mentre estraggo la pizza dal forno mi viene chiesto di parlare delle versioni italiane di Paperino e zio Paperone. In olandese la differenza è che Donald Duck lo pronunciano dUck con la U, e non dAck. Quindi a dire “Paperino” è chiaro che poi si mettono tutti a ridere. Se uno ci pensa: paperino. Quando dici invece zio Paperone, quelli si chiedono “Peperoni?” perchè sta parola la conoscono, appunto, per le etichette delle pizze.   

La Meisje invece ha aperto il suo blogghe anglofono. No, non è un blogghe, direbbe lei, è un Tumblr, è diverso. Ne faccio pubblicità solo ora che come per i trapianti nei primi tempi c’avevo paura del rigetto. Invece tutto bene. La Meisje mi chiede di sistemare le lancette dell’orologio appeso sopra la porta – “se ci arrivi” dice lei. Siccome ci arrivo, invece di dirmi di quanto spostare le lancette, si stupisce del fatto che ci arrivo. Ma quanto sei alto che ci arrivi? mi chiede, mentre io sono in stretching col dito sulla lancetta. Ma ti pare il momento di stupirti? le dico. La Meisje adesso vuole andare a prendere lezioni di chitarra, “per diventare come Soko” dice lei, e poi aggiunge che così così non avrò più motivi per nominare la poliedrica artista fotografa musicista cantante nonchè attrice Zooey Deschanel, che comunque nomino qui solo per farle un dispetto.  

L’amico Bollo – mio duplice compaesano, già nel paesello e poi a Bologna – siccome le vie del Signore sono infinite, ma sono infinite pure tutte le altre, da qualche giorno me lo ritrovo compaesano anche qui in Paese Basso. Solo tre anni fa eravamo fermi in una Peugeot 206 nel centro di Oslo, di notte, a rischiare l’arresto per permettere ad un suo amico di pisciare sulla porta del museo dell’Urlo di Munch. Adesso invece siamo qui. Fra me e lui, il fortunato fra noi due sono io, ché io c’ho fatto il callo a vivere fra gli arancioni, invece per lui adesso arriva il bello, l’apnea, la risistemazione delle coordinate. A tutti quelli che dicono “se in Italia continua così, io me ne vado all’estero e bla bla bla” vorrei dire di venirci, all’estero, che poi voglio proprio vedere. Ne conosco tanti, che dicevano dicevano, e invece Poi. A lui adesso dedico il discorso di Steve Jobs – che ci sono parti dovrei vorrei averci Steve di fronte per puntualizzare determinate cose, ma che almeno per il discorso dei “puntini” lo condivido appieno. Quello che posso dire è che anche nel peggiore dei casi, pure nell’interpretazione più negativa che si possa dare, ci sono tantissimi puntini di gran lunga più brutti di questo arancione qui.

E se si è in ballo, bisogna ballare, sennò la musica che cazzo la mettono a fare.

hasta la victoria




Sì va bene faceva tenerezza, ma uno fra me e lui qui dentro era di troppo. La Meisje, che pure aveva seminato gruzzolini di semi avvelenati per la casa, proprio come avevo fatto io, una volta saputo del ritrovamento continuava a saltellare coi pugnetti vicino alla bocca, dicendo che poverino, così piccolino, così carino, era proprio una cosa da esseri brutti e crudeli.

ieri sera l'automobile

Ieri sera l’automobile che mi ha riportato a casa era ripiena di curdi, e l’autoradio mandava un disco di canzoni arabeggianti con tanti nghh ngmmmm nggh e miiiii proprio come aldo di aldogiovanniegiacomo. Un curdo, in questa fine di 2008, è una delle persone con cui ho legato di più in questo Paese Basso. Con gli arancioni servirà forse più tempo, o forse più volontà.  

Due sere fa sono entrato in cucina e ho conosciuto due ragazze  -una tedesca e un aranciona – mai viste prima di allora, e mentre ci parlavo insaponando i piatti non sapevo perchè erano lì nella mia cucina, e se erano ospiti di qualcuno della casa, e se pure erano ospiti, ospiti di chi. Si è parlato dei Cristiani Malgiogli dell’Europa Nord Occidentale, di polizia tedesca, e di vecchie bacucce con i cani per la strada. Un gatto è zompato in casa dalla finestra come fosse casa sua.   

Fra le chiavi di ricerca vince quella di Cristina, quella di Fonzie viene squalificata perchè come hanno fatto notare erano i versi di una canzone.     

Il mio coinquilino gay superbello si fa una caffettiera da quattro di espresso solo per lui, alle dieci di sera. No, non è per studiare, ti spiega, è per trovare la forza di pulire la camera.   

Io invece domani mattina prendo un treno che mi porterà prima a Rotterdam, poi a Parigi, e poi un aereo mi catapulterà giù fino in Salento. C’è voglia di vedere gente, e di sentirsi raccontare storie. Non c’è voglia di portare a termine la valigia. Intanto leggo Lev Nikolaevič Tolstoj senza premeditazione. Mi diventa ogni giorno più evidente di quanto internet faccia male al cervello e alle intenzioni. Il mio 2009 deve essere più denso e povero di silenzi, ché ne ho fatto una sufficientissima scorta. Non devo dimenticare le pantofole. Ci si sente da laggiù.

annaffiare

E ogni tanto mi capita di pensare alla gentilezza ed alla disponibilitá come concetti astratti, e penso che vorrei averceli, questi concetti astratti, inculcati nella mia testa, e che non fossero affatto astratti. Che poi, invece di dire gentilezza e disponibilitá, sarebbe meglio dire bilancio negativo fra dare e avere, ovvero dare piú di quello che si riceve. Non so se riesco a renderlo chiaro, sto concetto del bilancio negativo.

La prima fase – peraltro involontaria – è stata quella di prendere pochissimo, prendere quasi niente, e su questo mi sono spinto anche troppo oltre, sconfinando largamente nell’eremitaggio, soprattutto negli anni passati. Poi è venuta quella di non ritenere scontato nulla di quello che si riceve, e poi dopo tutto questo dovrebbe arrivare la fase in cui si apre il rubinetto – lo si pulisce del calcare accumulato per l’eremitaggio di cui sopra – e si fa uscire piú acqua di quella che entra. Per adesso sto studiando le tubature, sto cercando uno sturalavandini adatto, e sto cercando di convincermi che non è importante dove e su chi si spruzza, l’importante è spruzzare. Annaffiare, che poi tanto qualcosa cresce.

La fase ancora ulteriore – quasi fantascienza, a sto punto – sarebbe quella di annaffiare, anche sapendo che non cresce nulla. Farlo per il gusto di annaffiare. Il giardinere ispirato e benevolo. Ma non montiamoci troppo la testa.

vita virtuale

Io perlomeno posso assicurarvi che, rispetto al pomodoro di cui sopra, sono molto ma molto più bello.

second life(qui la storia)

Poi se lasciamo perdere Second Life e consideriamo Facebook, volete dirmi che i Facebookkiani, nei loro profili Facebookkiani, non si fanno vedere più belli di come in realtà sono? Volete dirmi questo? Va bene, ditelo (ditemelo? dicetemelo?). Io farò finta di crederci.


quindi alla fine

Quindi alla fine la BBC conferma che le molotov, nella scuola Diaz, le hanno infilate i poliziotti per avere una buona scusa per spaccare le teste a tutti. Va bene, già si sapeva, ma il punto non è questo.  

Il punto sono i commenti lasciati dai lettori subito dopo l’articolo. Divisi in fazioni opposte, si lanciano cacca a vicenda. Come tifosi di squadre di calcio. I martiri sono i CarliGiuliani, i martiri sono invece i Poliziotti.           

Io lo scriverò fino a quando sarà possibile, sperando che serva a qualcosa: sono le fazioni, sono il bianco o il nero, sono le fedi assolute, i Padri Pii come le ideologie, sono gli studenti che si picchiano in piazza fra di loro, che non faranno mai cambiare le cose.

e lui arriva subito

Parcheggio la macchina e lui arriva subito. Il sole sta per tramontare e lui è lì nell’angolo a guardarmi in faccia. Ha una macchia enorme arancione attorno al naso che sembra una mappa geografica. È quasi tutto arancione per la veritá: arancione e bianco, le zampe arancioni e la pancia bianca.

È un gatto che ogni sera mi viene incontro, si fa vedere appena apro lo sportello, poi mi vede – vede che sono io – e allora si ferma. Attende un paio di secondi e se ne va. Continuo ad immaginare che in realtá lui vorrebbe che io fossi un altro – ma chi? – e allora mi viene incontro ogni giorno per questo.
Ed io – perchè sono io, non sono un altro – ogni giorno lo deludo.

Cerchiamo di essere seri, non prendiamoci in giro

Trent’anni fa veniva allegramente ucciso dalla mafia Peppino Impastato, quindici anni fa Falcone faceva bum! sull’autostrada, e oggi – l’altro giorno praticamente – un professore di chimica che aveva denunciato certe collusioni mafia-amministrazioni locali, lasciato solo dalle istituzioni, si lancia da un ponte e si uccide. In tutto questo Roberto Saviano ancora non riesce a trovare casa ed è costretto a vivere in caserma.    

Ora, diciamo la veritá: chi è che vince? Chi è che costantemente vince? Chi è che vince praticamente sempre? Chi è che vince negli anni? Se dovessero chiederti di puntare su una fazione o sull’altra – a vedere come vanno le cose e come non cambiano lungo i decenni – su chi punteresti? 

Eh? Dai su’, sentiamo.      

E allora dovremmo smetterla di pensare che esiste il Bene e il Male (e quindi che qualcuno dovrebbe vincere), e che alcuni eroi del Bene si martirizzano contro il Male, e che poi vengono uccisi dal Male. Qua c’ è solo da pensare che esiste solo un’immensa colata di merda, dove poi qualcuno si illude di poter identificare un nemico (eccolo lì il nemico! Prendilo prendilo!)  – per esempio la mafia, o per esempio qualcos’altro – e di poterlo addirittura combattere, solo che poi ci sbatte la faccia contro e ci rimane. Però ovviamente è molto importante che nessuno si accorga dell’immensa colata di merda, perchè sarebbe un bel casino, e allora quell’illuso che credeva di poter cambiare le cose viene considerato un mito e celebrato come un eroe, e questa celebrazione conviene a tutti, anche a quelli che le bombe le hanno lanciate.          

E se adesso Saviano non trova casa, se a Casal di Principe i ragazzini fuori da scuola dicono tutti (tutti) che Saviano poteva pure farsi i caz*i suoi, allora a questo punto cosa è vero? È vero soltanto che forse Saviano è un illuso, e anche che chi legge Saviano è un illuso. Non è certo un saggio: è un illuso. Anche quello che si e’ lanciato dal ponte ha lasciato una lettera ai figli dove chiede: non siate troppo idealisti. E poi puoi continuare cosi’, cambiare le gradazioni e dire che chi legge La Casta è un illuso, chi si iscrive ai circoletti di Grillo è un illuso, e poi continuare così diminuendo di gradazione fino ad arrivare al tuo consigliere comunale che copia il permesso invalidi della nonna e se lo incolla sull’auto per parcheggiare in centro.       

E allora l’amica Purci che ieri mi chiedeva se se avevo una qualche intenzione di tornare in Italia, prima o poi. Io non ho una risposta a questa domanda, non sai in anticipo come vanno le cose, epperò se decidi di starci, in Italia, devi avere ben presente il concetto della colata di merda, e sapere che ci vivrai in quella colata, perchè trent’anni fa era così e in trent’anni non è cambiato nulla (anzi), e puoi pure credere che con l’impegno e la buona volontá eccetera eccetera, puoi pure pensarlo se ti fa stare bene, ma comunque i fatti stanno lì belli chiari, rotondi e grossi e puzzolenti di merda.

dice che il mondo potrebbe finire

Dice che il mondo potrebbe finire la settimana prossima a causa del buco nero. Il punto è: si muore tutti assieme o poco alla volta? Perchè se si muore tutti assieme, tutti molto velocemente, allora fa niente, pazienza. Solo se si muore tutti assieme, altrimenti non vale. Che se invece qualcuno comincia a scappare e per questo motivo muore dopo – e mentre scappa piange i morti che sono stati risucchiati prima di lui – non mi va bene. Facciamo che se esce fuori il buco nero, e se il buco nero non si sbriga a risucchiarci tutti, io mi ci butto dentro in costume da bagno, così mi tolgo il pensiero.

le mucche nei campi quando piove

Le mucche nei campi quando piove si mettono a brucare l’erba tutte nella stessa direzione. Le ho viste nei campi due sere fa mentre calava il sole e la pioggia forte offuscava il bordo della strada. Forse lo fanno per non dare il fianco alla direzione della pioggia? Probabile. Non lo so.

Qui piove forte solo d’estate, per il resto sputacchia timidamente. Guardavo le mucche e pensavo: fosse vera questa cosa delle mucche laterali nei giorni di pioggia, se fosse vera ed io fossi nato qui, allora questa cosa la conoscerei sin da bambino. Mi sarebbe stata spiegata dal papá durante un viaggio in auto, oppure ci sarei arrivato da solo inginocchiato fra l’erba, calpestando le girelle di merda bovina. Siccome sono arrivato sette mesi fa, se questa cosa è vera, la sto scoprendo solo adesso. Che poi sarebbe come dire che sto imparando di nuovo, in zone nuove del cervello che altrimenti sarebbero rimaste vuote. E poi sto imparando – va bene, non proprio come un bambino – ma quasi.

Non solo le mucche, ma anche con tante altre cose che non sto a spiegare. La mucca è l’esempio che m’ è venuto fuori stamattina. Perciò non importa se le mucche si dispongono laterali sotto la pioggia forte oppure No. Quello che importa è che se ti chiedono a cosa serve mai viaggiare, a cosa può servire davvero questa cosa di essere cresciuto in un posto che poi all’improvviso decidi di andare a vivere in un altro, e poi cambiare ancora, allora l’idea della mucca laterale può servire, in quanto riassunto stiminzito di un discorso troppo lungo e complesso, che se dovessi mettermi a farlo dall’inizio, servirebbe troppo tempo. Dovessi mai avere qualche tipo di dubbio, devo ricordarmi della Mucca Laterale. E se dovessi dimenticarmi e in un momento di sconforto non trovare il motivo, lasciatemelo scritto qui sotto “mucca laterale” e io me ne ricorderò. Promesso.

secondo me

Secondo me sto filmato – conosciutissimo in rete – segna la linea di demarcazione fra chi fa finta di essere un cuore di pietra e chi lo è per davvero. Se fai finta, e poi ti fanno vedere sto filmato (anzi meglio: se ti raccontano tutta la storia e poi ti fanno vedere il filmato) allora ti commuovi per forza. Se invece sei fatto di pietra lavica, non succede niente. Ma è difficile.