E ogni tanto mi capita di pensare alla gentilezza ed alla disponibilitá come concetti astratti, e penso che vorrei averceli, questi concetti astratti, inculcati nella mia testa, e che non fossero affatto astratti. Che poi, invece di dire gentilezza e disponibilitá, sarebbe meglio dire bilancio negativo fra dare e avere, ovvero dare piú di quello che si riceve. Non so se riesco a renderlo chiaro, sto concetto del bilancio negativo.
La prima fase – peraltro involontaria – è stata quella di prendere pochissimo, prendere quasi niente, e su questo mi sono spinto anche troppo oltre, sconfinando largamente nell’eremitaggio, soprattutto negli anni passati. Poi è venuta quella di non ritenere scontato nulla di quello che si riceve, e poi dopo tutto questo dovrebbe arrivare la fase in cui si apre il rubinetto – lo si pulisce del calcare accumulato per l’eremitaggio di cui sopra – e si fa uscire piú acqua di quella che entra. Per adesso sto studiando le tubature, sto cercando uno sturalavandini adatto, e sto cercando di convincermi che non è importante dove e su chi si spruzza, l’importante è spruzzare. Annaffiare, che poi tanto qualcosa cresce.
La fase ancora ulteriore – quasi fantascienza, a sto punto – sarebbe quella di annaffiare, anche sapendo che non cresce nulla. Farlo per il gusto di annaffiare. Il giardinere ispirato e benevolo. Ma non montiamoci troppo la testa.
La fase ulteriore è quella in cui diventi Dio? 🙂 Annina (California)
E’ una versione moderna di un passo del Piccolo Principe, no?
Livio:
Sì, in un certo senso, però molto meno credibile.