bene, eccomi di nuovo

Bene, eccomi di nuovo qua.     
Non c’è solo un’estate moribonda a instillarmi gocce di tristezza, c’è pure un Paese Basso nuvoloso e grigio che mi accoglie – sono tornato l’altroieri – mentre le mie braccia sono ancora bruciate dal sole del Salento. La scuola ricominciava sempre a settembre, ogni anno sempre a settembre, e così quando arriva settembre c’è questa sensazione forgiata negli anni che qualcosa è finito e qualcosa sta per cominciare. Quando qualcosa finisce mi prende la tristezza. Quando qualcosa comincia, mi prende la tristezza. Se ci metti pure le mie braccia bruciate dal sole sotto un cielo grigio nuvoloso, allora è ancora più tristezza. Ho scritto troppe volte tristezza, lo faccio apposta per esagerare nel lamento. Ad esagerare nel lamento, poi succede improvvisamente di sentirsi bene.   

Prima di andare oltre: il Salento. Non so cosa dire di questa estate in Salento. So che non sarò mai olandese e mai tedesco e mai dell’Azerbaijan. Questo è anche scontato. Forse – e qui viene il bello – non sarò mai nemmeno completamente salentino. È troppo lungo da spiegare. Domanda: sono stato bene? Sono stato molto bene. Molto molto.    

Cerchiamo di capirci, qualche sera fa ho dormito nella mia camera giù al paesello, con il solito geco estivo che passeggia sul soffitto. Poi sono partito e ho trascorso la notte per metà nei treni olandesi e per metà a casa della Signorina. Poi il giorno dopo io e la Signorina – grazie per avermi accompagnato – si è dormito nella mia casa di Utrecht. Poi stamattina ci siamo svegliati, abbiamo impacchettato tutta la mia vita, e sono venuto nella camera dove vivrò per i prossimi due mesi, in una zona residenziale di un piccolo paesino infilato nel verde. Cerchiamo di capirci, in quattro giorni ho trascorso la notte in quattro letti diversi, e tutte e quattro i letti rientrano – più o meno alla lontana – nel concetto di «casa».       

Adesso vivo qui, in una grande camera che si apre su di un giardino di mattoni. Ho anche un barbecue all’angolo che quando l’ho notato la prima volta ho esclamato: «toh, il barbecue!» anche se poi so bene che non lo userò mai. Al piano di sopra vive una coppia di indigeni tranquilli in compagnia di un gatto affetto da insufficienza renale cronica. Il posto è bello e pulito, però non ho una cucina vera e propria, ma un microonde e un fornelletto elettrico posati in un angolo. Il frigorifero invece è in garage. Fuori, nel giardino di mattoni, un ombrellone chiuso nella sua custodia di plastica mi fa capire che anche da queste parti, magari non troppo spesso, può capitare di vedere uscire il sole. Queste frasi e questi dettagli sono messi a caso, perchè come ho già detto, ad esagerare nel lamento, poi succede improvvisamente di sentirsi bene.

pausa

Utrecht e poi Eindhoven e poi aereo fino a Pisa e poi treno fino a Perugia per la laurea del fratello Il Piccolo. Sei mesi e mezzo che non torno in Italia. Qui piove e quando non piove, tanti nuvoloni. Un luglio che piove, avrò qualcosa da raccontare.