come i padri con il carosello che poi si andava tutti a letto

Volevate sentirvi vecchi? No perche’ il corriere.it ieri scrivendo degli oscar, e del primo oscar ad una donna regista, titolava "La prima Lady Oscar". Quindi praticamente chi ai bei tempi andati vedeva Lady Oscar e’ ormai cosi’ adulto da arrivare a decidere i titoli del Corriere usando un gioco di parole che lo puoi capire solo se da pidocchio avevi visto il cartone.  (e volendo vederla in positivo:  vista la frociofilia che imperversava nel cartone, forse i pacs arriveranno quando gli stessi diventeranno cosi’ vecchi da scrivere le nuove leggi).

io comunque me lo sono letto tutto

Io comunque me lo sono letto tutto, il decreto salva lista. Dice che in pratica non conta quando tu consegni fisicamente i documenti, ma conta invece il momento in cui sei entrato "nei locali". Io ho pensato subito a quella volta in cui persi l’aereo a Charleroi per colpa della neve, arrivando dieci minuti dopo il limite massimo, e trascorsi 24 ore a fare schiuma nella vasca da bagno di un b&b della zona. Quel giorno non mi sono potuto scrivere un decreto per dire: in realtà sono arrivato nel parcheggio dell’areoporto entro l’orario stabilito.


Comunque una cosa é chiara, questa si chiama legge del più forte. Poi si può pure andare avanti, la vita continua, ma è la legge del più forte. Lo puoi solo dire, che è la legge del più forte, non puoi fare altro – quindi tutte ste manifestazioni e raccolte di firme che stanno organizzando non serviranno a nulla – perché è la legge del più forte. Chi ha passato un po’ della sua vita per strada, dove vige la legge del più forte, sa benissimo come funziona. Quando fai notare che non ti va bene, il forte si volta verso di te con il mento sollevato,  si avvicina gorillando, e ti fa:

"embé, e sennò cosa mi fai?" oppure

"embé, e sennò cosa succede?".

Mi pare ovvio che a quel punto tu non puoi rispondere: eh, cosa faccio, raccolgo le firme.

senno' siamo bravi tutti

Vabbe’ ma se un’orca assassina non ti compie un assassinio almeno una volta ogni tanto, che assassina e’? Voglio dire, e poi che coraggio sarebbe quello dell’addestratore che si infila nella vasca con il pinnuto assassino? Sarebbe uguale uguale ad una vasca di pesci rossi, se non ci fosse un assassino ogni tanto, random, con la sola differenza forse che se all’orca gli scappa la pisciata proprio mentre ti passa vicino, date le dimensioni, insomma, ecco.

ma va

Se il Prof. Veronesi racconta che la religione impedisce di ragionare, le reazioni sono "si si si e’ vero" contrapposte a "no no no non e’ vero". Se il Prof Veronesi racconta che la religione non fa ragionare, la mia risposta sarebbe invece: "appunto".

Voglio dire, non e’ una conseguenza. Non e’ che funziona "religione" ergo "non ragiono" ma piuttosto "desidererei evitare di ragionare" ergo "religione!", che poi infatti la puoi sostituire con "televisione!" oppure "playstation!" oppure "cannabis sativa!" oppure, come nel mio caso, "notizie ultim’ora giornali online!".

in questa storia

In questa storia di Morgan che ammette di farsi di coca, l’unica parola che non si trova negli articoli scritti e’ "stupore". E poi si impara un’altra cosa: e cioe’ che se ammetti che ti droghi, poi non vai a Sanremo. Allora i drogati non possono andare a Sanremo? Forse ci sono i controlli antidoping prima di salire sul palco? Fanno pisciare nella provetta, che ne so, Toto Cutugno, per vedere se pippa o non pippa? No, perche’ il divieto e’ sull’ammettere che ti droghi, non sul drogarsi in quanto azione.

Ah.

E poi, siccome ha detto di essere stato frainteso, mi sto sforzando di capire in che senso e in quanti modi uno puo’ essere frainteso se ha detto che si fa di coca ogni giorno. "Mi faccio di coca ogni giorno, ma non qui, bensi’ in una realta’ parallela chiamata cosmogonia che conosco solo io", "Mi faccio di coca ogni giorno, siamo nel 1985 giusto? Ah, nel 2010? Ah be’, allora ho smesso da 25 anni." "Mi faccio di coca ogni giorno/ sazio la foca nel forno/ metto la voga e poi torno/ cambio la torta del porno…no, sai, e’ uno scioglilingua, quando comincia l’intervista?" 

ho voglia di latte freddo

Ho voglia di latte freddo. Molto freddo. John Fante nell’ultimo libro che finirò certamente stanotte sotto le coperte ad un certo punto ha voglissima di latte freddo. Cioè, non John Fante, il personaggio del suo libro. Penso al sangue in faccia al vecchio mentre faccio cose che non c’entrano nulla con il sangue in faccia al vecchio, come per esempio passare l’aspirapolvere nelle scale di sta casa, che sono due mesi che ci vivo in questa casa, non lo aveva mai fatto nessuno. Abbiamo un gatto ma non ci stiamo simpatici. Non vuole che passo l’aspirapolvere. Neanche antipatici comunque. Penso al sangue in faccia al vecchio e penso a quello che scrive Sofri sulla cosa, ché certe volte Sofri ti mette in fila le cose e le rende lucide e ineccepibili, le leggi come stessi osservando una formica che dorme in un tornado, perché poi sposti lo sguardo al tornado che c’è attorno e ti rendi conto che sto mondo non è fatto per persone lucide e ineccepibili. C’era un tempo che ti pareva una buona prospettiva diventare così. Adesso non lo sai più. Stamattina nell’autoradio c’era Ramazzotti dopo dieci canzoni in lingua barbara, c’era Ramazzotti che diceva sonoumanituttisognimiei, non ho cambiato stazione e ho cantato pure.

vado non vado

Il NoBday, se avesse un successo strepitoso, se ci trovassimo nella migliore delle ipotesi possibile, porterebbe alle dimissioni di SB. Che detto in altre parole sarebbe: porterebbe alle dimissioni di un leader che ha dalla sua parte la maggioranza degli elettori. Che in altre parole sarebbe: una pernacchia alla democrazia. Il NoBday, a sto punto mi chiedo, non farebbe prima ad organizzare guerriglie clandestine e portare a termine un colpo di Stato? Ma non succedera’ mai (e meno male). Preferisco pensare all’Italia come un paese dove c’é SB a comandare piuttosto che un paese dove il NoBday riesce a far dimettere SB.   

Ora.   

Detto questo, ci sarebbe una succursale del NoBday pure ad Amsterdam, e non mi ero mai posto il problema se andarci o non andarci, che’ tutta sta cosa mi era parsa una sciocchezza che nessuno ricordera’. Ad Amsterdam, poi. Mica a Pescara. Ad Amsterdam.


Ci credo ancora, al fatto che possa rivelarsi una grossa sciocchezza, pero’ lui mi dice che ci va per motivi sociologici. Io penso, magari non proprio per sociologia, ma per curiosita’, ecco, forse vorrei esserci. Grossa grossa curiosita’. Di vedere le facce, spiare le sintassi, annusare miei quasi replicanti che sguazzano da qualche parte in Paese Basso – purche’ non siano turisti. E se poi mi riprendono le telecamere e il mio corpo in mezzo agli altri contribuisce ad aumentare l’impressione che ci sia stata una grande partecipazione? Potrei tenermi a debita distanza masticando un gomma. Perche’ la curiosita’ c’é, e potrei venirci da laico, uno che osserva e nulla dice, e nulla fa. Osserva e prende appunti, poi rimugina nel treno al ritorno verso casa. Non lo so. Vediamo.

eddai

Il Professor Celli – che era stato su questo blogghe qualche settimana fa – pubblica una lettera invitando il figlio ingegnere a lasciare l’Italia che tanto in Italia, cosa vuoi fare in Italia, mentre all’estero puoi trovare un posto “dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati”. Ovviamente si scatena il vespaio nei commenti, che ora sono piu’ di 2000. Ma io dico, Celli, gia’ e’ difficile stare all’estero, se vi mettete pure voi a fare tutta sta pubblicita’ su quanto e’ bello stare all’estero (bello?) poi si riversano tutti fuori e tutti gli uffici di HR del mondo saranno pieni di CV italiani. Sommersi. Diranno, ah italiano! Siete voi quelli con la merda fino alle narici, vieni vieni qui che ti offro un bel contrattino striminzito che tanto lo so che o lo accetti o te ne torni al tuo paese a inspirare merda dalle narici! Come i rumeni nei campi di pomodori foggiani ci fate finire se fate tutta sta pubblicita’ all’estero. Ah, Si’ certo, e’ una provocazione, che’ magari tu lettore bellicoso sei arrivato fino a questa riga di lettura e gia’ pensi a come commentare. E’ una provocazione, stai buono, lettore bellicoso.

spetta spetta fammi capire

Cucchi: nella seconda autopsia riscontrate lesioni prima non notate.

Spetta spetta fammi capire. Prima quando? Prima, nella prima autopsia.


Ah.


Quindi nei manuali di tecniche necroscopiche ci sono lesioni che le noti subito, altre invece che le noti solo dopo che il lesionato in questione ti è finito sui giornali, dopo che ne hanno parlato ministri, dopo che ne hanno discusso in televisione. Dotto’ vertebra fratturata? Mah, dipende. Quanto mi fa questo? Che ne so, dotto’, poco: due trafiletti in quarta pagina. Ah, be’, allora niente. E questo dotto’? Glielo dico: per ora sta a niente, ma pare che farà un Santoro e due prime pagine. Azzo! Apri apri che na cosa la troviamo. C’è na fratturina allo zigomo, ho scritto che è traumatica, che faccio: lascio? Lascia lascia: e a ematomi come stiamo? Dottò, gliene metto da parte due che so na favola.

ma poi

Ma poi, tornando un momento al crocifisso. Ci sono quelli che ti spiegano perche’ la sentenza é giusta mettendo in campo tutta una serie di motivazioni ineccepibili. Si scaldano, si accapigliano, si indignano, dicono che siccome “lo Stato é laico allora etc etc. sta pure scritto nella Costituzione etc etc… o mettiamo i simboli religiosi di tutte le religioni in ogni luogo pubblico oppure non ne mettiamo nessuno, altrimenti si discrimina eccetera eccetera…”. Bravi. Fila tutto. In termini logici e razionali, voglio dire. Avete ragione. Pacca sulla spalla. Inattaccabili. Bravi.        

Ma se siete cosi’ bravi, dovreste pure intuire – dopo decenni di battaglie laiciste quasi tutte finite nel cesso – che se davvero uno usasse la razionalita’ come metodo di valutazione, non é che si aggrapperebbe ad un crocifisso, no? Se uno lo fa, é che non mette la logica ai primi posti. Lui vede le lacrime di Padre Pio, le vede proprio: allora cazzo gli parli in termini di ragione e diritto? Blaterate piu’ o meno a vanvera, oppure parlate perche’ vi piace ascoltarvi. Sono due linguaggi diversi, come chiedere che ore sono? e sentirsi rispondere “zemra ka arsyet e saj qe arsyeja nuk e di” (e non ho premuto i tasti a caso).          

Eppoi, ti pare illogica la pretesa di avere il crocifisso appeso? Embe’? Ovvio che é illogica. Tu prendi invece il precetto “ama il prossimo tuo come te stesso”. Non é illogico. Lo accetti. Ti pare una bella cosa. Infatti chi se ne frega di difendere sto concetto. Hai mica visto qualcuno fare pressioni politiche per difendere sto concetto? No. Cioe’, mica tanto. Difendere l’indifendibile é altra storia, da’ una misura della tua influenza. Se domani riuscissero ad impormi un dogma – tipo che ne so, che si ci si deve pettinare tutti con la riga in mezzo – se ci riuscissero, senza darmi alcuna spiegazione, ecco che avrei una chiara misura della loro potenza. Ma poi insomma, basta, mi ripeto sempre, erano cose gia’ dette parlando di sta cosa qui, nemmeno troppo tempo fa.

trasposizione della responsabilita'

Continuo a scervellarmi leggendo le storie della GenerazionePerduta su Repubblica.it. Sono interessatissimo ai percorsi di sti personaggi che hanno lasciato la loro testimonianza quanto a esperienze lavorative. Fa parte della mia mania delle biografie, ne leggo sempre (e per questo sempre sia benedetta wikipedia nell’alto dei cieli). Siccome sono tantissime, ste testimonianze – 1700 in questo momento – non si puo’ fare una generalizzazione, pero’ ho letto tante storie che hanno tutte un punto in comune, che io chiamo oggi (magari domani ci cambio il nome) “trasposizione della responsabilita’”.   

Ovvero. 

C’é di solito in queste storie un ragazzo PincoPallo che si mette a studiare Lettere Moderne (o Psicologia, o Archeologia, o Comunicazione, o Architettura). Pinco Pallo prima di studiare Lettere Moderne potrebbe aver fatto una ricerca per capire se studiare Lettere Moderne servira’ a trovare un lavoro. Lo ha fatto? Si? Allora studia ugualmente e accetta il rischio. No? Be’, se non lo dovesse poi trovare, é responsabilita’sua che non si é informato prima. Pinco Pallo si laurea con 110 e lode e trova lavoro solo come cameriere a 3 euro l’ora per 4 ore alla settimana in un bar della periferia dove i vecchi vanno a bere l’amaro dopo pranzo. Non puo’ andare a vivere da solo. Si incazza contro il suo Paese di merda che non gli garantisce un lavoro nonostante la sua cultura derivante da 4 anni di sottolineature di testi universitari.   

Prima domanda: se esistesse un corso di laurea in Robbie Williams (per diventare come Robbie Williams, per intenderci) e io lo frequentassi e mi ci laureassi pure – se poi non dovessi diventare ricco e famoso e rockstar con le fan che mi aspettano nel letto – poi me la dovrei prendere con il mio Paese?    

Pinco Pallo dice: ho la laurea, non il lavoro. La colpa é del Paese. Di Berlusconi. Di un sistema marcio e oscurantista che non apprezza la mia cultura. O forse – e qui viene il bello – la mia cultura non é abbastanza. Allora mi iscrivo alla specialistica in editoria, dai. Due anni di editoria. Avra’ Pinco Pallo fatto una ricerca per capire se una specialistica in Editoria serve a trovare un lavoro oppure No? Stesse risposte di prima. Quando Pinco Pallo sara’ laureato in Editoria, dira’ “Ho due lauree, e non trovo lavoro”. Tradotto: adesso ho DUE motivi per dire che il mio Paese é una merda. Due motivi is megl che one. Dunque Pinco Pallo continuera’ a lavorare nel baretto decrepito, pero’ la sua coscienza avra’ 2 motivi (piuttosto che 1) per autocommiserarsi e credere di essere nel giusto. Guardarsi attorno per capire quali lavori servono, ancora No. Per questo si iscrivera’ ad un Master di Conservazione dei Beni Archeologici. Poi dopo averlo finito fara’ uno stage non pagato per 6 mesi in una biblioteca pubblica a fare fotocopie e cambiare il nastro delle telecamere di sicurezza.

Dopo il primo motivo per dire che il suo Paese é una merda, adesso ne ha due, tre, quattro etc (specializzazioni, master, stages, etc.). Dopo aver detto che il Paese é una merda, dira’ pure che é tutto un magna magna perche’ trovano un vero lavoro solo i raccomandati. Come sappiamo questo é in larga parte vero. Solo che Pinco Pallo, oltre a ripetere cio’ come un mantra (raccomandati, raccomandati!!) non agira’ di conseguenza. Lui la raccomandazione non ce l’ha, eppure continua a farsi calpestare da raccomandati. Piuttosto che imparare la lezione, persevera e persevera. Concorsi di dottorato tanto per farsi dire di No e poi lamentarsi con la mamma. Accumula ulteriori motivi per dire che lui é nel giusto, mentre é il resto del mondo ad essere una merda. Non posso pagarmi l’affitto che il paese é una merda, non posso farmi una famiglia che il paese una merda. Trasposizione della responsabilita’, appunto. O giustificazionismo. Che non ti sazia se hai fame, non ti riscalda se hai freddo, ma consola la coscienza. Tantissimo.   

E invece ad essere cinici si chiama pure Rigurgito Di Selezione Naturale. Millenni fa c’erano due uomini delle caverne stupiti di fronte alla prima fiammata. Uno di loro mette la mano sul fuoco, si scotta, urla (guardalo, pare na scimmia!) ma poi la mano sul fuoco non la mette piu’. L’altro vede il compare urlare, se ne frega e ci mette la mano ugualmente. Si scotta pure lui, ma insiste. Insiste e insiste. Muore carbonizzato. Noi discendiamo dal primo, il secondo ha fatto crescere gli alberi.

Testimonianza no.1405 (Disoccupato, 31 anni).

Laureato in filosofia con lode, dottorato di ricerca in filosofia fuori città e monografie, articoli e altre pubblicazioni. Conoscenza buona di inglese, tedesco e francese. Ora, da mesi attendo opportunità di proseguire le mie ricerche in ambito accademico; ma la crisi ha dimezzato ogni possibile assegno di ricerca o altro. Non contiamo poi le varie schifezze cha caratterizzano il mondo dell’Università. Altri lavori: nessuno. Nei licei graduatorie bloccate, nell’editoria niente di niente. E io cosa faccio? Come mi mantengo? Devo lavorare da cameriere o al call center con un dottorato di ricerca in filosofia e con monografie varie pubblicate? Tutti gli anni di abnegazione e di studio meritano questo? Non lo so, ditemi voi. Io so solo che sono amareggiato, triste e depresso, per quanto cerchi di convincermi ogni giorno a non mollare e a non perdere la speranza…ma è proprio dura!

poi uno dice che i creativi sono tutti ricchioni

No, capiamoci. La campagna pubblicitaria per "sensibilizzare" il popolo nei confronti dei cambiamenti climatici del globo funziona cosi’: ci sono delle modelle prima tutte imbacuccate nei cappottoni, che a causa del caldo (leggi: surriscaldamento globale del pianeta) si fanno vento, si spogliano, si spogliano, si spogliano, fino a restare in mutande e reggiseno. Ora, sta cosa in teoria dovrebbe far riflettere sui danni dei cambiamenti climatici, dovrebbe smuovere le coscienze,  dovrebbe.


cliccare sull’immagine per godere della genialata

Adesso Vediamo Se

Appena uscita la notizia del Marrazzo coi trans, spulciando fra i commenti la reazione piu’ diffusa é stata qualcosa che si puo’ riassumere molto velocemente con “Adesso Vediamo Se”. 

“Adesso Vediamo Se” uscira’ la notizia su Repubblica. “Adesso Vediamo Se” farete approfondimenti e interviste alle prostitute. “Adesso Vediamo Se” chiederete chiarezza. “Adesso Vediamo Se” chiederete le dimissioni. “Adesso Vediamo Se” direte che pubblico e privato non sono distinguibili per l’uomo pubblico.  

Uno dice “Adesso Vediamo Se” come fosse una sfida, quando crede che le cose non si verificheranno mai. Tutte queste cose poi invece sono successe. Patapum! e subito hanno fatto i titoloni su Repubblica, hanno fatto articoli di approfondimento, hanno chiesto dimissioni, infine si é dimesso. Piu’ che la notiziain se’, interessa capire il sistema operativo logico di chi pone tutti sti “Adesso Vediamo Se”.

Se ci pensi, chi pone sto tipo di sfide verbali di fatto ha gia’ in testa la risposta. Cioe’ crede che i sostenitori di un personaggio – proprio in quanto sostenitori – non chiederanno inchieste, non chiederanno dimissioni, non criticheranno. Credono questo a prescindere in quanto loro non lo farebbero MAI per un personaggio della loro fazione. Cercherebbero di giustificare, piuttosto. Allora quello che é interessante in una notizia come questa non é la faccia del trans (o in che senso trans, o quanto lo paghiamo a botta sto trans etc.), ma piuttosto prendere coscienza che – per l’ennesima volta – sta palla di mondo si divide in guelfi e ghibellini, in questo caso guelfi e ghibellini morali, con uno schema che si riflette paro paro nella comportamentismo da tifoso.    

Cioé.    

Cioé da una parte ci sono quelli che se fischiano un rigore per la Juventus, siccome loro sono della Juventus, il rigore é inesistente a prescindere, e l’arbitro é cornuto. Dall’altra parte ci sono quelli che se fischiano un rigore per la Juventus, guardano la moviola per capire se il rigore c’era oppure No, e se c’era allora dicono che c’era, e si dispiacciono che é contro la Juventus ma dicono che il difensore poteva stare forse piu’ attento invece di fare quel fallo.    

Diventa inquietante osservare come i primi diano per scontato che tutto il mondo si comporti proprio come loro, e che se qualcuno non lo fa, allora é un cretino. Forse lo é davvero, un cretino. Io per esempio certe volte mi sento davvero un cretino.

cosa – festeggiate – cosa?

Adesso festeggiate che lo processano. Bravi.  

Sarebbe come dire che una famiglia di merda cresce un figlio di merda, lo vezzeggia, lo accarezza, gli permette tutto, qualsiasi cosa, e quello di conseguenza cresce come un figlio di merda che se ne fotte delle regole, del rispetto delle persone e spara bugie tutto il giorno. Un giorno arriva la polizia e lo arrestano per qualche casino combinato tempo prima. Lui se ne va, ma voi rimanete nella famiglia di merda che ha creato il mostro. Vi verrebbe voglia di festeggiare? Festeggiate.

sono diplomanta in raccioneria ma nel futuro vorrei fare ben altro

La nuova missitalia calabrese non saprebbe parlare italiano “perchè lo ha ammesso lei stesso” e perchè, a proposito del suo metro e ottantadue di statura, ha detto che tutti al paese “la scherzavano”. Ora, a parte il fatto che il “prendere in giro” quando riferito a parametri fisici notevoli può benissimo diventare “mi scherzavano”, licenza in voga a partire dal celebre John Holmes degli Elio e le Storie Tese (“quando ero piccolo tutti mi scherzavano per le dimensioni del mio pene ed io non stavo bene soffrivo le pene per colpa del mio pene”) e a parte il fatto che invece missitalia sa parlare italiano, forse non ha idea di cosa dire, forse è un po’ rimbambita, però dai insomma, qualcosa esce dalla bocca. A parte tutto questo, immaginiamo cosa sarebbe successo se l’analfabeta fosse stata che ne so, una trentina; avrebbero detto eh, insistete sulla storia del dialetto nelle scuole, e poi guardate quali sono i risultati. Invece è una calabrese e si innesca un riflesso umanitario di pietà. Poverina, è calabrese, uno pensa, ovvio che non sappia parlare, e passa oltre. In ogni caso se questa ragazza – che in fondo parla italiano anche se con qualche errore – viene definita una che non sa parlare italiano, allora vorrei accompagnarvi io in certi scampoli di Sud dove davvero ci sono ampie praterie di analfabetismo, dove davvero ci sono monumentali ignoranze da ammirare in silenzio che fiottano fuori da bocche di maturandi e maturati (capito? gente che frequenta scuole secondarie! Non contadini del dopoguerra) dove addirittura ad imbeccare tutti i congiuntivi corretti in sequenza finisce che ti guardano male e non ti invitano più alle feste di compleanno. E poi ovviamente si fa passare senza remore lo stereotipo della bella rincoglionita, ché tanto siamo abituati – è ormai  una figura da presepe come il lupo mannaro, il parcheggiatore abusivo ed il secchione con gli occhiali – mentre vi porterei io a conoscere di persona monumentali ignoranze fattesi carne umana, in certe scuole decrepite stonacate che ho vissuto in prima persona, che oltre ad essere capre sono pure cozze. Dove alla declinazione selvaggia, all’encefalogramma piatto, si aggiunge pure l’ineluttabile dimensione di cozza. Che non ne vieni fuori, da questa dimensione, non arredi nemmeno il tunnel, al massimo ne prendi coscienza e perciò ti inacidisci. Se una è bella, nel nulla del nulla dell’esistenza, fa comunque uno a zero, non prendetevi in giro. Lì vi porterei io a vedere, ma dove vi porto invece, che tanto sono qui e non vado da nessuna parte.

geniacci che non siete altro

Ma certo! Se il numero dei maturati con cento e lode é il doppio in Puglia rispetto alla Lombardia, e se in generale al Sud sono molti di piu’ che al Nord é perché noi giú c’abbiamo certe capocce che non avete idea. Certo! Ma scherzate? Ma scusa, noi siamo attaccati alle tradizioni come cozze allo scoglio, no? E se siamo vagamente rammolliti, vagamente mammoni, vagamenti mafiosetti come cultura, allora sta cazzo di cultura dobbiamo instillarla sin da subito nei nostri giuovani. Quanto siete bravi, dobbiamo dirgli a sti bambini che ci cresciamo in casa. Bravi, siete. Mangia le polpette, bravo che sei. E se le mamme fanno pressione psicologica sugli insegnanti per averci il 100 e lode, é giusto che gli insegnanti cedano a queste pressioni, altrimenti come facciamo a insegnare la vera vita a sti maturandi? Se esistono differenze sociali fra gli studenti, é giusto che gli insegnanti ne tengano conto, penalizzando sistematicamente i poveracci e favorendo simpaticamente il figlio del sindaco. Ma scherzate? Li’ fuori c’ é tutto un mondo di favori e minacce velate e simpatica corruzione chiamata amicizia, ed é giusto che ci si prepari adeguatamente. Mica si puó diventare improvvisamente inseriti nella cultura predominante. Bisogna entrarci passo dopo passo. Meglio cominciare da giovani.