Ogni giorno che passa faccio la sottrazione fra tutti i motivi che ho per rimanere a lavorare qui, e tutti i motivi che avrei per non rimanere. Il risultato, cerco di fare in modo che sia ogni volta positivo. Questa si chiama ostinazione positiva. Scriviamolo sulla lavagnetta: Ostinazione Positiva. Così ogni volta poi decido di rimanere. Purtroppo credevo sarei venuto qui a fare chissà cosa, mi ritrovo a fare il burocrate segretario, con la prospettiva di diventare capo burocrate segretario. E la colpa alla fine è tutta mia che ho capito male, mica è loro, la colpa. La colpa è mia. Scriviamo sulla lavagnetta di chi è la colpa: mia.
Ogni volta cerco di bilanciare la delusione e la disillusione e l’umiliazione con i lati positivi. Il punto è che ci sono tutta una serie di lati positivi che mi arrivano addosso che per adesso l’idea di mollare viene pesantemente respinta. Mi dispiace per il lettore ma da ora in poi ste pagine diverranno anche una specie di taccuino dove segnare tutti sti lati positivi, che da quando c’è il blogghe ho perso tanti quaderni e taccuini mentre il blogghe mica è di carta, quello è difficile perderlo. Il blogghe resta lì. Dunque, lati positivi:
– Ieri mattina c’avevamo una riunione che io mi sono presentato col taccuino ma poi dopo tre minuti di discorso abbiamo finito per brindare con un bottiglione di champagne e il capo ha pure fatto un regalino stupido a tutti i presenti.
– Non devo timbrare alcun cartellino, entro ed esco più o meno quando mi pare. Non esco mai prima del dovuto per senso del dovere. Che bravo.
– Da un paio di giorni lavoro con l’ipod alle orecchie. Anche la mia capa fa così e pure la collega del tavolo avanti a destra.
– C’è un gruppetto di persone che ogni giovedì lasciano tutte le carte sul tavolo, si infilano la tutina aderente ginnica e vanno a correre fra i boschi. Poi tornano con le guance rosse e ricominciano a lavorare. Con la tutina e le scarpette da corsa.
– La città. Bella e rilassante. Gente con la faccia felice.
– La città. Anche fosse brutta, non potrei mare tornare dove non sanno nemmeno raccogliere la spazzatura.
– A Bologna adesso sarei a distribuire cartoline oppure a fare il cameriere.
– Pur volendo andare via: dove vado? Cosa faccio? Dove vado?
– Essere costretti a svegliarsi presto la mattina che è ancora buio ti fa vedere le cose in modo diverso. Scegliere una direzione quando sei in vacanza per mesi che ti tiri dal letto a mezzogiorno è una cosa, scegliere una strada che devi tirarti su alle sette e lavorare tutto il giorno, è un’altra. E’ come se qualcuno ti prendesse per l’orecchio e ti dicesse: dai, su, scegli, fai, prendi una direzione, su’, fai presto, su’, veloce!
E questo si chiama Bilancio Provvisorio.
E adesso da bravi, scriviamolo sulla lavagnetta: Bilancio Provvisorio.