Se vogliamo fare una vita roack and roall, e se vogliamo cominciare oggi, allora basta metterci d’accordo, ho detto alla Signorina fresca emigrante come me, appena arrivata qui in Paese Basso. Adesso anche tu c’hai un lavoro da queste parti – le ho detto – e siamo diventati vicini di casa. Adesso c’hai un lavoro da queste parti, e davvero chi lo avrebbe mai detto. Tu lo avresti mai detto? Io non lo avrei mai detto. Nemmeno nella mia più selvaggia fantasia, avrei potuto immaginarlo. Ma adesso siamo qui, ed è tutto da vedere.
Che poi cosa intendi per vita roack and roall, fammi capire bene?
Intendo esattamente quello che stiamo facendo: lasciare tutto, tapparsi il naso e ricominciare da un’altra parte. Ho sentito dire che mantiene giovani. Tra l’altro noi siamo ancora giovani, e quindi insomma, meglio di così si muore.
No, non morire, altrimenti mi offendo.
Ma insomma dicevo, lasciare tutto e ricominciare: ti va? Perchè a me va. Ho una voglia di problemi da risolvere e nuovi lavandini che perdono acqua, che non ti dico. Davvero, non scherzo. Eppoi di padroni di casa con strani tic facciali, e nuove fermate di autobus, e pizze al taglio da mangiare per terra la sera del trasloco. Voglio dire, tutte queste cose, piuttosto che non provarle più, io preferisco avercele di nuovo. Questo vuol dire roack and roall. Vuol dire che non dovevamo per forza venire fino a qui, eppure ci siamo. E siccome ci siamo, allora balliamo. Roack and roall, appunto.
Poi succede che nel centro città si cerchi un posto per farsi un panino, ma nel frattempo la squadra nazionale del Paese Basso sta strapazzando la Francia agli europei, e quindi non c’è nessuno disposto a fabbricarti un panino. L’alternativa sarebbe spostarci in Danimarca, ma è un attimo fuori mano, preferirei restare nei paraggi. Facciamo un pollo al turco sotterrata di maionese, e poi si torna a casa. L’azienda ti paga l’albergo cento stelle, posso venirci a fare la pipì che mi scappa? Ti giuro mi scappa, non ce la faccio a guidare così fino a casa, dall’altra parte della nazione.
No no, non ti faccio entrare che sennò quelli dell’albergo cosa devono pensare? Niente, che saliamo un momento in camera, cosa devono pensare? No no, sono appena arrivata, e qui nessuno deve pensare male di me. Va bene, allora niente pipì nel bagno dell’albergo a cento stelle, resto qui nel parcheggio ad aspettarti, con le gambe strette a non farmela scappare. Tira pure un vento freddo, porca miseria, e questo peggiora le cose. Certamente fra le cose da raccontare, un giorno, ci sarà pure questa, ci sarà quella volta che rimasi con le game incrociate strette in un parcheggio di albergo a cento stelle, per fare in modo che nessuno potesse pensare male di te.
Roack and roall, appunto.