ci sono parole

Ci sono parole che all’estero – e in particolare nel mondo anglofono – vengono considerate italiane ma che italiane non sono. Generalmente hanno a che fare con il cibo e con un uso scriteriato del plurale. Per esempio “salami” per dire salame, “pepperoni” per dire peperone, “zucchini” per dire “zucchina”.  In paesi a lingua barbara, come il Paese Basso e le Fiandre, si usa anche “panini” per dire “sandwich”. Quindi la gente dice tranquillamente I would like one panini e crede di parlare quasi italiano.

Queste sono le parole che definisco “orfane” nel senso che gli anglofoni le attribuiscono all’italiano (dal quale certamente derivano, non essendo presenti pero’ nel dizionario) e gli italiani le ignorano. Sono parole orfane e apolidi eppero’ utilizzatissime.

Siccome questo qui e’ un argomento frequente e che snocciolo spesso, adesso devo controllare se ne ho gia’ scritto, e se l’ho  fatto, welcome arteriosclerosi.

4 pensieri su “ci sono parole

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