e lo so che non ha molto senso

Quando si dice che bisogna riformare la legislazione sul lavoro per renderla attuale e in grado di affrontare le dinamiche contemporanee, il sottoscritto involontariamente mette la propria esperienza al centro del mondo e pensa che – ancora prima dell’articolo 18 – un diritto fondamentale di tutti i lavoratori dovrebbe essere quello di poter ascoltare della musica in cuffia durante l’orario di lavoro.

E lo so che non ha molto senso ma ci sono certi pomeriggi senza niente di piacevole fuori dalla finestra, e con poche prospettive per il resto della giornata, dei pomeriggi nei quali avere in cuffia la musica che vuoi al volume che vuoi diventa l’unica ancora di salvezza, l’unico modo per renderti sopportabile la cosa.

E se invece al contrario fuori dalla finestra c’è quello che vuoi e sei contento di quello che farai dopo aver finito – e magari sei pure contento di quello che stai facendo – in questi momenti, senza la musica che vuoi al volume che vuoi, potrai benissimo essere felice: ma solo fino ad un certo punto. Se invece vuoi essere felice ulteriormente e irrazionalmente, allora in certi pomeriggi seduto alla scrivania di fronte ad uno schermo potrai esserlo solo grazie alla musica. E questi momenti di felicità ulteriore e irrazionale dovrebbero – io credo, ed io lo farei fossi il capo indiscusso del mondo – essere garantiti per legge infrangibile e imperitura.

si chiama rinforzo positivo

Nell’educazione di un bambino o di un cane si chiama rinforzo positivo quel meccanismo per il quale un’azione viene “rinforzata” se – dopo l’azione – segue una gratificazione immediata, come per esempio un biscotto per il cane se ha eseguito l’ordine correttamente.

E così, se tu sorridi e mi piace vederti sorridere, appena dopo qualsiasi cosa io abbia detto, io finirò per ripetere più spesso quel qualsiasi cosa in diverse varianti e declinazioni, solo per vederti sorridere. Sembra divertente, ma in questo modo potresti creare un mostro, significativamente più scemo di quello che è, “rinforzato” dai sorrisi. Tienilo presente.

volevasi segnalare

Samuele Bersani racconta un incontro con una ragazza a Bologna.

Certe persone – quando gli succedono certe cose – hanno lo sguardo e il tono di voce di chi gli e’ crollato qualcosa addosso, e non possono farci nulla, sono sotto le macerie e basta. E non hanno bisogno di spiegare quanto sia bello eccetera eccetera, si limitano ad elencare i fatti oggettivi e scarni, poi tutto il resto viene fuori comunque.

E poi cazzarola tutto questo a Bologna.

cose che molto mi piacciono in questo periodo

Mi piace ascoltare le playlist nei siti di musica in streaming, per esempio 8tracks, mentre nel frattempo faccio altro: scrivo al computer, sistemo le magliette nei cassetti, lavoro, do l’acqua alle piante. Mentre nel frattempo faccio altro, se all’improvviso mi innamoro di un pezzo, mi piace andare su Itunes a scoprire tutto l’album, e aggiungere alla wishlist tutti i pezzi che mi piacciono. Come un pescatore, attendo che i pesci restino incagliati nelle reti. Poi ad un certo punto, mi piace acquistare tutti i pezzi accumulati nella lista, e averci la mia nuova playlist di istantanei innamoramenti.

Mi piacciono i supermercati il sabato sera, con le luci al neon che abbruttiscono le persone, e queste persone di forme diverse, età diverse e stili diversi tutti però concentrati nello stesso posto, non come in una festa dove più o meno ci si assomiglia, ma proprio tutti diversi, e questo abbrutimento dovuto alle luci al neon e alla stanchezza; mi piace imbattermi nella folla tra gli scaffali in certe bellezze improvvise che restano bellezze nonostante tutto, mi piace lo stridente contrasto fra la figura dell’umano che incontro e l’azione che sta compiendo in quel momento: coppie di punk stagionati coi capelli tinti che scelgono il filetto di pollo, donna elegantissima che sceglie la sabbia per il piscio del gatto.

Mi piace che la mia lezione di francese si trasformi in una chiacchierata fra amici, come è ormai da mesi con la mia professoressa: io che le racconto della mia nausea dovuta alle birre di ieri e al pollo fritto turco di questo pomeriggio, lei che mi racconta i metodi naturali di sua mamma per queste nausee, di quando lei era bambina in Marocco, e allora voglio provare pure io questo metodo materno marocchino dello stritolare il timo secco tra i palmi delle mani, masticarlo e mandarlo giù con un bicchiere d’acqua.