Quando e’ venuta fuori la campagna di #CoglioneNo mi sono ammanettato e legato al termosifone per non scriverne.

Ho trascorso il tempo abusando del primo album de I Cani (a proposito, grazie G.: toh, ti faccio pure pubblicità). Poi scopro che la mente de I Cani Niccolo’ Contessa ha scritto un articolo a proposito che condivido con quello spirito con cui con una mano stringi la mano dell’altro, con l’altra gli scuoti la spalla.

Citando a caso:

Gli intellettuali italiani hanno per anni gridato allo scandalo delle giovani generazioni “che sognano di diventare calciatori o veline” (più recentemente, concorrenti di reality e talent), denunciandone l’appiattimento su modelli di vita difficilmente sostenibili, e sottintendendo che l’adesione a tali modelli era la conseguenza di un deficit educativo in cui la televisione aveva occupato interamente il campo degli orizzonti culturali. A me sembra che internet abbia interpretato esattamente lo stesso ruolo della televisione per i “giovani creativi” della mia generazione (che pure, per provenienza sociale e titoli di studio, dovrebbero in molti casi essere in possesso di strumenti culturali ben più avanzati), pronti a puntare su progetti professionali difficilmente realizzabili: alla ricerca, più che di un’effettiva realizzazione personale, di un certo “stile di vita creativo” osservato più su Instagram e Tumblr che su Canale 5 e Italia 1: stile di vita che, ironia della sorte, è molto difficile da realizzare quando non si ha un soldo in tasca.  

si fossi tumblr

Proprio di recente è stato ritrovato un biglietto di Pertini alla moglie Carla Voltolina, in cui il presidente la rassicurava che non sarebbe rimasta per un altro lungo periodo al Quirinale. Già sette anni, scriveva Pertini, sono un periodo “notevole”. E dopo aver ricordato che mai nessun presidente era stato riconfermato, concludeva: “Non esiste quindi una mia candidatura per il prossimo settennato”. Aggiungendo un ‘post scriptum’ firmato “Sandricco”, che mostra come Pertini fosse un marito innamorato: “Ti voglio tanto bene, Carla, anche perché senti come sento io”.

via ansa

L’Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l’incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l’intelligenza, come un vivido sangue. È un’intelligenza che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non è spesa a beneficio di alcuna istituzione che possa migliorare di un poco la condizione umana. Tuttavia scalda il cuore e lo consola, se pure si tratta d’un ingannevole, e forse insensato, conforto.”

Da Le piccole virtù, di Natalia Ginzburg.
(millenovecentosessantadue)

si fossi tumblr: l’amaca di Serra 20/09/12

Qualora non fosse chiaro – anche se l’ho scritto in trilioni di post e continuero’ per sempre a farlo – la penso esattamente come Serra nel brano qui sotto.

In questo caso si parla del caso del rubacchione Fiorito, ma lo stesso concetto puo’ essere esteso a tutti i personaggi scoperti in questi anni, su su su fino ad arrivare Abberlusconi. Scrive Serra oggi:

Io questo Franco Fiorito lo conosco. E lo conoscete anche voi. Lo abbiamo visto dietro il bancone di un bar. Alla guida di un autobus. Alla cassa di una pescheria. In coda all’ufficio postale. È un normotipo popolare italiano. Franco Fiorito, “er federale de Anagni”, è uno di noi. La parola “casta” è perlomeno fuorviante. Lascia intendere che esista un ceto parassitario alieno alla brava gente che lavora, quasi una cricca di invasori. Purtroppo non è così. Tra casta e popolo c’è osmosi, e un continuo, costante passaggio di consegne. Fiorito non nasce ricco e non nasce potente. Fiorito è un prodotto della democrazia. Molti italiani che oggi sbraitano contro la casta, ove ne facessero parte, sarebbero identici a Franco Fiorito, per il semplice fatto che sono identici a Franco Fiorito anche adesso. Non si cambia un paese se non cambia il suo popolo, non migliora un paese se non migliorano le persone, la loro cultura, le loro ambizioni. Il mito della “democrazia diretta” non mi cattura perché non tiene conto di un micidiale dettaglio: se a decidere direttamente chi dovrà rappresentarli sono i Franco Fiorito, eleggeranno in eterno Franco Fiorito.

Da La Repubblica del 20/09/2012.

Il concetto non e’ nuovo, tantissimi ne hanno scritto. Purtroppo oggi cresce terribilmente  il successo di chi pensa esattamente il contrario. Sono talmente convinto di questa cosa (ancora di piu’ da quando vivo all’estero) che quando trovo qualcuno che ignora il concetto rischierei seriamente di fare a botte come un delinquente qualsiasi. E’ il terrorista da schiaffoni e calci negli stinchi che e’ dentro di me.

si fossi tumblr: ecco come


Ecco come mi sento certi pomeriggi quando torno a casa dopo il lavoro e poso la mia borsa sul parquet scemo di questa casa, e penso al tempo che ho davanti, a questa città che mi aspetta lì fuori – le ho già dato dei morsi ma adesso è arrivato il tempo di cominciare – ma da dove e da cosa cominciare? Come evitare che le miriadi di possibilità mi tengano immobile? Come evitare che ogni sguardo per strada mi suggerisca una vita possibile che per il momento non è – che potrebbe essere, ma per il momento non è – come fare a togliermi quella sensazione di “una cosa vale l'altra”?