mi piacciono

mi piacciono le ragazze la mattina alla fermata dell’autobus, o che attraversano le strisce pedonali – c’è questa freschezza irripetibile tra le 7.30 e le 9.30 della mattina, ovattata di sonno epperò freschissima, e con il freddo che stringe le spalle, la loro bellezza fatta da tutte queste cose messe assieme (il freddo, la freschezza, la sonnolenza, il cielo grigioso, la fretta, il non poterle osservare a lungo perché fuggi nel traffico, il fatto che pensino ad altro e comunque non a te).

Questa bellezza è totalmente irraggiungibile perché comunque vada la perdi: se continui nel traffico la perdi, se rimani fermo la perdi (perché se ne vanno) se scendi dalla macchina e loro si innamorano perdutamente di te, anche in quel caso la perdi, infatti non sarebbe più la bellezza di prima, qualcosa fra tutte le componenti che la costituisce andrebbe comunque persa (la fretta? la sonnolenza? il cielo grigioso? la freschezza? il non guardarsi in faccia?) e quindi quello che ti rimane – porcalamiseria – è una delle bellezze più irragiungibili eppure quotidiane che ti trovi a subire.

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