Mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza di persone

Quindi due italiani su tre trovano lavoro attraverso le reti familiari. Sapevo tanti, non credevo così tanti. Per rimpolpare l’orgoglio posso dirmi di far parte di un 25 % di minoranza.

Che poi se vuoi essere preciso devi ridurre ancora, ché in quel 25% che fa senza aiutini ci sono pure quelli che – qualora avessero potuto – avrebbero accettato un aiutino.

Urge fondare club di micro-minoranza di quelli che davanti alle proposte di aiutini hanno detto di No.

7 pensieri su “Mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza di persone

    • Lo so. Però l’articolo titola così e poi da percentuali diverse. Non c’ho il report tra le mani ma solo l’interpretazione di un giornalista che neanche si firma.

  1. Forse bisogna anche distinguere tra gli “ho sentito che là cercano” (e poi “là” comunque ti prendono se sei bravo e sennò no) e gli “vai a sentire là e dì che ti ho mandato io” (dove “là” qualcuno è già informato e ti assume comunque, che tu sia bravo o no). Secondo me nell’articolo del Corriere i due modi vengono confusi e sommati.
    Quando, almeno secondo me, sono un bel po’ diversi.
    Leggendoti sempre con piacere,
    Virginiamanda

    • Certo, però se il metodo “ho sentito che là cercano” indica un posto di lavoro non pubblicizzato tramite canali aperti a tutti, è comunque un privilegio.

  2. cmq Ue fa quasi 70% quindi non un’onta solo italiana. è tanto rispetto a Belgio, Germania e Finlandia che sono sul 35-40% .
    Direi che vi è una grandissima soddisfazione nel scegliere la propria strada sentendo il sapore di ogni ostacolo che si incontra… Ovviamente ci si cerca di muovere verso contesti in cui l’arte e la competenza sono apprezzati. Dove si accontentano del raccomandato non vi è l’interesse per i lavori di l’eccellenza.
    Però l’opinione più controcorrente che ho sentito da uno dei vari raccomandatori è “bravo o non bravo è soggettivo, tanto insegnamo noi come si fanno le cose e le assicuro che è nel nostro interesse far si che la persona sia capace”.
    Molto interessante come teoria perché presuppone che qualsiasi essere umano dotato di cervello ed opportunamente formato possa diventare competente. Anche per questo distinguerei tra competenza ed arte dove chi ha la seconda riesce a connettere maggiormente la propria storia e le proprie passioni al lavoro che fa

  3. qualche anno fa ho fatto un passaggio aziendale interno. la ricerca era pubblicata sul portale aziendale, quindi aperta a tutti, ma io conoscevo le persone. lavorativamente eh, non eravamo amici. mi sono candidata, il capo mi stimava, hanno preso me. chiaro che ero avvantaggiata, ma non penso di considerarmi “raccomandata”. eppure immagino di far parte della percentuale dei due su tre.

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