C'era sto cameriere ubriaco al bancone del bar, io che innocentissimo ordino una birra, lui che mi dice “questo bar è il posto migliore dove perdere la verginità”. Perché lo dici a me barista? Ma lo sai che oramai ho perfino un pelo di barba biondissimo che pare bianco? C'erano le bacucche che guardavano, c'erano. C'era che si parlava di ipotetici sosia di Gaddafi, e per strada questo francese cinquantenne che solo poco prima mi aveva perculato intimandomi di pagare un migliaio di euro per un secchio di ghiaccio, ora mi sorrideva e mi parlava della localizzazione dei vitigni dell'Aglianico, in francese.
Io che mi lancio in certe discussioni per le strade di Brussèlle, io armato delle mie quatr lezioni di francaise e del fatto che sto leggendo questo allora mi inerpico mi inerpico ma poi non arrivo a nulla. La strada è illuminata da luce lampionosa e di vetrine che apriranno dopo due giorni. Lì vicino c'è una libreria bellissima ma lo scoprirò solo il pomeriggio dopo, c'è pure ospite Munoz Molina di cui aspetta che ci penso, non ho letto nulla.
Molto tempo dopo volevo tornare a casa ma non c'erano taxi e non c'erano biciclette e non c'era niente, allora mi ritrovo in un altro luogo e questo etiope davanti all'orinatoio piscia e contemporaneamente rulla una sigaretta – con una sola mano e la lingua quindi – e contemporaneamente lui etiope spiega a me come si dice Sole in spagnolo. Etiope: perché? Perché Sole? E perché poi improvvisamente mi interesso a te che non ti avevo notata prima, per il tuo accento tremendo, per il fatto che non sai dire Shit senza farlo sembrare un Seat – siedi – ci provi e non ci riesci. Ma è troppo tardi porcamiseria, la notte ad un certo punto deve finire nonostante le milioni di domande che avrei da fare. Prenoto adesso l'aereo così non mi tormento su cosa fare a capodanno.