Le cose che ho scoperto oggi guardando la tv con un occhio – mentre con l’altro facevo altro. Che certi gruppi emergenti del concertone, ti auguri non emergano mai, anzi che anneghino. Che ormai in qualunque programma devono pronunciare la parola hashtag. Che poi su twitter di fatto si scatena la cattiveria peggiore: per un programma tv oggi, lanciare un hashtag, significa in pratica ricevere palate di merda. Che Paolo Nori pare stare più o meno bene, perché ad un certo punto sale sul palco. Che il grafico della Rai evidentemente non lo conosce affatto, perché il titolo in sovraimpressione poi dice Paolo Neri. Che mi sono piaciuti i Toromeccanica, e il loro simulate entusiasmo urlato al pubblico (pure loro salentini e non lo sapevo).
Archivi categoria: attualità
Dice che vogliono tutti Rodotà presidente. Per carità, ci sta bene Rodotà (rima), ma fermiamoci un attimo e ragioniamo su un’ipotesi. Ipotizziamo che le elezioni non le avesse vinte il PD per un pelo piccolo piccolo, ma invece le avesse vinte abberlusconi. Ora ipotizziamo che abberlusconi avesse la maggioranza relativa (anche se piccola piccola) e dopo un presidente della repubblica di origine comunista dicesse: non me ne frega della larga condivisione, io voglio presidente della repubblica chi piace a me e al mio elettorato, fanculo tutti gli altri. Verrebbe eletto Giorgio Mastrota o Gerry Scotti, ma il problema non è quello, il problema è che verrebbe compiuta un’azione di strappo verso un terzo degli italiani. Quelli che oggi dicono che Marini non va bene, c’hanno ragione pure loro, ma resta il fatto che desiderano sfanculare un terzo degli italiani, e sono gli stessi che se oggi toccasse a loro, di essere sfanculati così, farebbero la rivoluzione.
La scelta grillina della Gabanelli come Presidente della Repubblica e’ un’altra prova schiacciante della vittoria di abberlusconi, del suo essere riuscito a modificare completamente l’ordine dei valori e delle percezioni di un intero popolo, una vittoria larga perché coinvolge i suoi sostenitori quanto gli oppositori, una vittoria a lunghissimo termine perché quelli che oggi credono di combatterlo con questi modi non si accorgono nemmeno che gli stanno offrendo una prova ulteriore della sua vittoria.
come qualcuno ha fatto notare
Come qualcuno ha fatto notare, la storia dei marò prigionieri in India che vengono fatti tornare per Natale sotto cauzione, con la promessa di tornare dopo le feste, e loro che dicono “torneremo, perché abbiamo una parola sola ed è parola di Italiani” e loro che poi effettivamente tornano, e loro stessi che poi vengono fatti tornare in Italia ancora una volta per le elezioni (ma stavolta senza cauzione) e il colpo di scena del Governo che decide che invece non tornano più in India, e chi se ne fotte delle promesse fatte, tutta questa storia insomma, tutta questa storia dall’inizio fino alla fine, a noi che siamo all’estero sempre a contatto con stranieri non ci aiuta per niente, anzi, peggiora ancora di un poco la nostra reputazione, e aggiunge una piccola bandierina su quel mappamondo ipotetico dove a noi italiani ci considerano pulcinelle.
si fossi bersani
Si fossi Bersani – oltre a vergognarmi – andrei da Napolitano e gli proporrei di sciogliere il Parlamento. A quel punto ci sarebbero tantissimi neoeletti grillini, provenienti da vite normali, con stipendi medi, mediocri, se non proprio disoccupati, che per il primo mese della loro vita hanno ricevuto uno stipendio da parlamentare e che improvvisamente si troveranno di fronte alla prospettiva di non riceverlo più, perché si va tutti a casa. Gente cioè che sarà disponibile a passare con chiunque, a votare qualsiasi cosa, pur di non tornare indietro. Ecco fatta la maggioranza.
(oggi ho ricevuto battute dai colleghi stranieri praticamente ogni ora, è una tortura)
si fossi napolitano
Fossi Napolitano, darei l’incarico a Grillo. Hai voluto la bicicletta per pedalare o per bucarle le ruote? Pedala. Hai il venticinque per cento e non ti basta? Alleati.
Non vuoi allearti con nessuno? Allora non vuoi governare. Allora togliti di mezzo e non dare più fastidio. No, dice quello, non è che non vogliamo governare, vogliamo fare come in Sicilia, come il meraviglioso esperimento della Sicilia. Dice quello, ecco come funziona: noi ci mettiamo in un angolo – non in maggioranza – e se ci va bene qualcosa, la votiamo, sennò non la votiamo. Ma allora stiamo insieme? chiedono i potenziali alleati. No, non stiamo insieme, dice quello: valutiamo di volta in volta. Se ci piace, votiamo, se non ci piace, non votiamo.
Se ci pensate un momento, è la filosofia del friend with benefits.
la vicenda di oscar giannino
La vicenda di Oscar Giannino, se uno se la legge tutta intera, è una di quelle figure di merda epiche che capitano raramente. Una di quelle figure di merda che non è che non puoi candidarti al Parlamento: dopo cotanta figura di merda non puoi proprio parlare più con i tuoi parenti. E non lo dico con astio: Giannino mi stava diventando credibile e quasi quasi convincente.
La figura di merda di Oscar Giannino, oltre alla pena per l’uomo (cosa starà passando in queste ore? mi chiedo) consegna a noi possessori di titolo di studio accademico un piccolo e gratuito moto d’orgoglio. Perché insomma: davvero c’è gente che ci tiene così tanto ad una laurea o al master da inventarseli, da inventarsi due lauree ed un master addirittura, e di avere il coraggio di mentire ripetutamente davanti ad un microfono per anni? Tu che la lauree le hai per davvero, ma che non credevi fossero così importanti, adesso le percepisci che ti si agitano in tasca, forse per rivendicare quel poco di dignità che ancora possiedono. In effetti se ci pensi ti sei fatto il culo per quei titoli, mica hai passeggiato, e quindi è giusto che a distanza di qualche anno quegli stessi titoli ti facciano sentire almeno un po’ più figo. E’ giusto, perlamiseria, brindiamo! (sul cadavere di Oscar Giannino).
La figura di merda di Oscar Giannino ci insegna pure che è molto importante scegliersi bene il proprio target. Voglio dire: abberlusconi potrà commettere qualsiasi nefandezza, ma ha avuto l’accortezza di scegliersi un target di bovini lobotomizzati, che dimenticano tutto in fretta oppure non capiscono affatto. Giannino No: si era scelto come target l’intelighenzia liberista. Gente che non dimentica. Anzi: sfrucuglia nelle cache di google per ripescare vecchie pagine web e argomentare lo sputtanamento. Ora, provate solo a pronunciare le parole cache di google ad un elettore potenziale di abberlusconi. Quello gli prende la febbre e poi va a lavarsi la faccia con l’acqua santa che tiene conservata in frigorifero.
L’ultima cosa – e questo è un pregiudizio – è che Ok, l’abito non fa il monaco, ma fino ad un certo punto. Oltre un determinato limite, forse un poco lo fa.
soluzioni
Arrivati a questo punto mi pare evidente che la gente abbia davvero voglia di sentire le parole di Abberlusconi. Al primo posto ci metti i giornalisti, che a causa dell’ipertrofia dell’informazione devono riempire pagine di giornali che altrimenti resterebbero vuote, dunque danno spazio a dichiarazioni che andrebbero ignorate.
Ma poi subito dopo ci siamo noi, e ti ci metti pure tu, nella lista, tu che devi ammetterlo, all’ennesima esternazione non provi sensazioni negative ma solo curiosità morbosa. Vuoi essere stupito, vuoi vedere fino a che punto si possa arrivare. Sei come le automobili che rallentano vicino alle macchine incidentate in autostrada per spiare se c’è sangue. Se non c’è sangue sei sollevato ma pure deluso – un pochino – se invece c’è del sangue ne parli con gli altri almeno per un’ora.
una cosa molto triste sta succedendo all’informazione italiana
Una cosa molto triste sta succedendo all’informazione italiana. Il presunto politicamente corretto nei confronti degli immigrati sta di fatto rovinando l’informazione.
Accade spesso di leggere titoli come quello di oggi “Ragazza muore in scontro con auto con banditi dopo rapina da 50 euro“. Oppure si può trattare di una rapina in villa finita in omicidio, o di uno stupro alla fermata del bus. Il fatto ormai costante è però che i titoli omettono di informare che gli autori del crimine sono degli immigrati. Per scoprirlo bisogna leggere tutto l’articolo e scovare la parolina giusta, il dettaglio che pare irrilevante ai fini della ricostruzione dei fatti, e invece non lo è affatto.
Cari giornalisti: indicare nel titolo che il crimine folle e inspiegabile è stato commesso da immigrati, non vuol dire scrivere che tutti gli immigrati sono dei criminali. Vuol dire semplicemente fare informazione. Scrivere che i colpevoli sono degli immigrati, non vuol dire fare esercizio di razzismo: il razzismo riguarda le presunte differenze innate di razza. Qui invece si tratta di sociologia. Esistono cioè delle porzioni di società – gli immigrati – che per cause diverse commettono crimini in una percentuale significativamente maggiore rispetto agli italiani. Non è l’invenzione di un nazista, sono i dati oggettivi delle carceri. E anzi, proprio chi si professa progressista, proprio chi è a favore dell’accoglienza, dovrebbe affannarsi per far emergere la verità, piuttosto che insabbiarla. Perché solo affrontando le cose per quelle che sono veramente, si possono risolvere veramente i problemi. Solo dicendo la verità, si impedisce che qualche pazzo estremista esasperato si metta ad incendiare campi nomadi – come poi di tanto in tanto succede.
Leggendo fra le righe, si scopre che i criminali di oggi erano albanesi. Ma questi sono i titoli delle prime pagine, e tutti indistintamente omettono la nazionalità dei banditi:
Corriere: “Ragazza muore in scontro con auto con banditi dopo rapina da 50 euro – Tragico frontale non lontano da Terni, in Umbria. I banditi erano in fuga dopo il colpo, tallonati dai carabinieri”
Repubblica: “Rapinatori in fuga si scontrano con un’auto. Morta una ragazza ternana di 25 anni. La tragedia alla periferia di Terni, lungo la strada statale. I banditi fuggivano dopo una rapina nell’aquilano inseguiti dai carabinieri. Nello scontro perde la vita anche un rapinatore. Il bottino della rapina era di 50 euro.
La stessa storia si trova sulle prime pagine del Messaggero, su La Stampa e L’Huffington post. Addirittura i titolisti ritengono più importante specificare, per la limpidezza di informazione, che Terni si trova in Umbria.
Nella storia del latitante Corona c’è un piccolo dettaglio, triste e tragico. Insomma, non solo sei scappato per evitare di finire in galera – ma tanto ci finirai comunque, scappi solo per la disperazione – non solo ti aspettano un certo numero di anni di sofferenze, ma poi quando in preda allo sconforto più totale scrivi un messaggio ad uno che credi essere tuo amico, per spiegargli le tue paure, quello – il tuo “amico” che fa? Fa fotografare il messaggio ai giornalisti.
fossi abberlusconi
Fossi Abberlusconi, e fosse il mio obiettivo non quello di vincere le elezioni con la maggioranza relativa ma di ottenere una percentuale abbastanza alta da tenere la maggioranza per le palle, fossi abberlusconi dicevo, io ci andrei ogni sera a farmi solleticare i piedi da Santoro e Travaglio.
Tutti hanno ottenuto quello che volevano.
Entriamo nella testa di Santoro-Travaglio:
Grazie addio, abbiamo fatto il botto di auditel. L’anno prossimo con Bersani premier non ci capiterà’ un’altra opportunità’ del genere. Pero’ abbiamo il precedente, e potremo negoziare benissimo i nuovi contratti.
Entriamo nella testa di Abberlusconi:
Grazie addio, quelli mi hanno invitato. E cosi ancora una volta – per quanto impresentabile sia – sono stato presentato come l’alternativa ad un mondo fatto di Travaglio & Santoro & Vauro. Grazie addio che esiste Vauro, grazie addio che non cambia le sue camiciole cubane, grazie addio che Travaglio mantiene quel suo modo di raccontare le cose come una maestrina acida delle medie che corregge i compiti di un coglione. Quelli mica lo sanno quanta gente solidarizza e si immedesima nel coglione torturato. Quelli mica lo sanno quanta gente piuttosto che sentirsi dalla loro parte, sarebbe pronta a sentirsi dalla parte di chiunque, perfino – e sottolineo perfino – dalla mia parte. Grazie addio che invece tutto questo lo sanno, e che li convenga molto di più dell’ignorarmi completamente.
volevasi segnalare
L’assessore indagato per le urla razzista allo stadio contro un giocatore di colore, ha la fisionomia e la carnagione di un algerino.
la notizia del prete
La notizia del prete che affigge un volantino per dire che le donne in abiti succinti non si possono meravigliare se poi le violentano e ammazzano, è un altro classico caso di ipertrofia dell’informazione. Si potrebbe tranquillamente lasciar perdere, in fondo si tratta dell’opinione personale di un’irrilevante persona, però in questi giorni in cui non succede nulla, la notiziola trova maggiori spazi di quelli che meriterebbe.
Ma tutta questa attenzione è anche controproducente, visto che inibirà altri colleghi a esternare pensieri simili: l’impressione e il sospetto è che anche altri (almeno tra gli eterosessuali) pensino segretamente le stesse cose ma evitino di metterle su carta e affiggerle sulle porte delle chiese. Non abbiamo bisogno che si spaventino e non lo facciano: abbiamo invece bisogno di sapere come stanno le cose. Quindi viva sto prete folle, e interrogatevi piuttosto sul come mai nessuno, negli anni di seminario, si sia accorto di quale personaggio stessero coltivando.
non mi piace per niente
Non mi piace per niente che i candidati del M5S siano spesso giovanissimi, casalinghe, disoccupati o comunque perfetti sconosciuti. Non mi piace per niente che manchino profili significativi come importanti dirigenti di azienda, professori di prestigio internazionale o intellettuali di spessore.
Mi piace ancora meno se queste sono le persone che vogliono mettere in atto una rivoluzione. E il motivo è sempre quello: se c’è una società ingiusta da cambiare radicalmente, allora solo chi è riuscito ad emergere in quella società ingiusta, sarà capace di cambiarla.
Chi non ha dimostrato nulla, o peggio ancora chi in quella società ingiusta ha perso o si è guadagnato soltanto un piccolo posticino all’ombra, non ha gli strumenti per cambiare niente. Porta in dote solo tantissimo (inutile) risentimento.
Avrei altri piccoli motivi per dire Renzi, ma uno su tutti è che l’Italia – si mettano l’anima in pace – non è mai stato e mai sarà un Paese di sinistra.
a’ livella
I giornalisti che diffamano non dovrebbero andare in carcere? Devono, invece.
E per quanto riguarda i direttori dei giornali nei quali le notizie sono apparse, non dovrebbero? Devono, invece. Affermare che la pena potrebbe essere convertita in una multa non ha senso.
Più’ in generale, non ha senso convertire in multa tutti gli errori di chi si trova a guidare grosse istituzioni o aziende. Perché’ la multa ha un valore relativo, relativo a quanto hai in tasca. Se hai in tasca molto, quella multa si riduce di valore. Se hai in tasca moltissimo, quella multa non ti tocca nemmeno (soprattutto se poi la paga qualcun’altro). Il carcere invece, e’ la versione moderna e pre-mortem de a’ livella di Toto’.
trovo ragionevole
Trovo ragionevole la proposta di mettere un numero identificativo sulle divise degli agenti anti-sommossa, in modo che se qualcuno di loro esagera con qualche manganellata in più, lo si possa identificare facilmente.
E’ così ragionevole questa idea che propongo di estenderla ai manifestanti tutti: cioè ti puoi presentare a questi cortei soltanto con un numero identificativo bene in vista, per esempio stampato su una fascetta attorno alla fronte stile Rambo. E se non lo indossi: vieni fermato mediante siringa di anestetico sparata con una cerbottana, come si fa per catturare i leoni nella savana. Direi che a questo punto scoppierebbe la pace immediata, niente più lanci di pietre, niente più bastoni o petardi – come si è visto proprio l’altro giorno, anche se poi si sono tutti concentrati sui presunti fumogeni lanciati dal ministero.
due cose sul “choosy”
Due cose veloci sulla frase della Fornero e i giovani che sarebbero “choosy” ossia esigenti nella scelta del primo lavoro. Molto di contorno, ché sul tema ci sono tornato spesso – e figuriamoci se non ci torno ancora.
– Lavoro in inglese da cinque anni. Studio in inglese da più tempo. Biliardi di conversazioni coi madrelingua. Io choosy non l’avevo mai sentito. Mai.
– Molto poco rilevante la polemica di quelli che dicono che loro non sono choosy. E ti spiegano perché non sono choosy. E ti fanno la lista delle umiliazioni subite.
Ecco, se non siete choosy, perché avete accettato perfino di pulire le cacchine di colibrì allo zoo, perché fate gli impacchettatori di caramelle per la tosse: benissimo, non ce l’ha con voi.
Dunque non c’è bisogno di sentirsi offesi. Dunque non c’è bisogno di protestare a meno che non crediate che il problema dell’essere choosy non esista affatto, voglio dire, in generale.
Il problema, se vi fermate un momento e ragionate, è storico, nel senso che se ad un periodo di benessere segue un periodo di recessione, è ovvio che i pargoli cresciuti in contesti di medio benessere poi si debbano trovare spiazzati dall’improvvisa povertà circostante. E che debbano resettare la mente ricalibrandola sul concetto di sopravvivenza.
Ci sono quelli che lo capiscono e lo fanno. E poi ci sono altri che vivono ancora in un mondo che non esiste (più). Per questi ultimi, il concetto di choosy, se fosse tradotto adeguatamente, può solo fare del bene.
in un Paese
In un Paese dove ci sono molti corrotti e corruttori conclamati, e dove ci sono moltissimi che protestano contro corrotti e corruttori ma che se poi si trovassero nelle condizioni giuste farebbero lo stesso, e cioé sarebbero corrotti e corruttori pure loro, vogliono combattere la corruzione con una legge anti-corruzione.
Propongo allora una legge anti-autunno, perché comincia a far freddo e non mi va che venga l’autunno.
