Una cosa molto triste sta succedendo all’informazione italiana. Il presunto politicamente corretto nei confronti degli immigrati sta di fatto rovinando l’informazione.
Accade spesso di leggere titoli come quello di oggi “Ragazza muore in scontro con auto con banditi dopo rapina da 50 euro“. Oppure si può trattare di una rapina in villa finita in omicidio, o di uno stupro alla fermata del bus. Il fatto ormai costante è però che i titoli omettono di informare che gli autori del crimine sono degli immigrati. Per scoprirlo bisogna leggere tutto l’articolo e scovare la parolina giusta, il dettaglio che pare irrilevante ai fini della ricostruzione dei fatti, e invece non lo è affatto.
Cari giornalisti: indicare nel titolo che il crimine folle e inspiegabile è stato commesso da immigrati, non vuol dire scrivere che tutti gli immigrati sono dei criminali. Vuol dire semplicemente fare informazione. Scrivere che i colpevoli sono degli immigrati, non vuol dire fare esercizio di razzismo: il razzismo riguarda le presunte differenze innate di razza. Qui invece si tratta di sociologia. Esistono cioè delle porzioni di società – gli immigrati – che per cause diverse commettono crimini in una percentuale significativamente maggiore rispetto agli italiani. Non è l’invenzione di un nazista, sono i dati oggettivi delle carceri. E anzi, proprio chi si professa progressista, proprio chi è a favore dell’accoglienza, dovrebbe affannarsi per far emergere la verità, piuttosto che insabbiarla. Perché solo affrontando le cose per quelle che sono veramente, si possono risolvere veramente i problemi. Solo dicendo la verità, si impedisce che qualche pazzo estremista esasperato si metta ad incendiare campi nomadi – come poi di tanto in tanto succede.
Leggendo fra le righe, si scopre che i criminali di oggi erano albanesi. Ma questi sono i titoli delle prime pagine, e tutti indistintamente omettono la nazionalità dei banditi:
Corriere: “Ragazza muore in scontro con auto con banditi dopo rapina da 50 euro – Tragico frontale non lontano da Terni, in Umbria. I banditi erano in fuga dopo il colpo, tallonati dai carabinieri”
Repubblica: “Rapinatori in fuga si scontrano con un’auto. Morta una ragazza ternana di 25 anni. La tragedia alla periferia di Terni, lungo la strada statale. I banditi fuggivano dopo una rapina nell’aquilano inseguiti dai carabinieri. Nello scontro perde la vita anche un rapinatore. Il bottino della rapina era di 50 euro.
La stessa storia si trova sulle prime pagine del Messaggero, su La Stampa e L’Huffington post. Addirittura i titolisti ritengono più importante specificare, per la limpidezza di informazione, che Terni si trova in Umbria.
dopo il mio ultimo post su Campobasso quest’ultimo dettaglio non mi stupisce affatto. non ho capito però perché vuoi che l’informazione sia nel titolo. può stare anche nell’articolo secondo me. del resto non ho mai visto nemmeno un titolo del tipo “criminali italiani fanno questo e quello”. se sono italiani è sempre stato omesso e quindi?
perché in una notizia di cronaca interna scrivere che sono italiani, sarebbe superfluo. e perché il fatto che siano immigrati è di per sé un’informazione (vista la situazione attuale)
A me invece dà fastidio quando sparano titoli del tipo “marocchino/cinese/albanese/rumeno stupra/ruba/truffa/investe” Non mi sembra quello il senso di una notizia di cronaca. Se fai un articolo in cui approfondisci certi fenomeni criminali e ti occupi di sociologia ok, ma per il trafiletto di nera mi pare una forzatura.
Rafaeli, il problema è che farebbe notizia se certi crimini li avesse commessi un italiano.
“Rapina in villa”. Ormai è chiaro che si tratta di Romeni. Ma chi non se lo immaginava?
Però effettivamente c’è sempre una trascurabile maggioranza di buonisti che, se glielo fai notare, ti danno del nazista. Eppure sono sicuro che i nazisti il problema delle rapine in villa lo avrebbero risolto. Probabilmente lo avrebbero risolto anche i romeni stessi. In Romania,si intende.
nota tecnica: inserire la nazionalità nell’articolo non significa affatto camuffare l’informazione, ma semplicemente scegliere un ordine di priorità diverso, darle meno rilievo per suscitare meno sensazionalismo. l’informazione è comunque completa, ed evita di aizzare proprio quelli che non vanno aizzati, ovvero quelli che leggono solo i titoli.