acciderbolina

Capisco che su questo blogghe ultimamente si parla troppo spesso di morti e ammazzati, però sta cosa devo raccontarla, e per raccontarla sono necessari perlomeno un paio di flashbacks.

Flashback numero uno: 
Monaco di Baviera, due anni fa. Sono in una bettola tedesca dove si ritrovano ogni settimana gli studenti Erasmus della città. Fiumi di birra e tante sane porcherie che in seguito faranno curriculum. Impegnato in una conversazione (ok, non esattamente), all’improvviso mi accorgo che a qualche metro da me c’è una ragazza stesa per terra in preda all’alcol, e un ragazzo biondino steso su di lei. Istintivamente urlo: Auei! al ragazzo, e poi gli faccio una breve paternale sul fatto che insomma, la ragazza è quasi incosciente, meglio lasciarla stare, no? Il ragazzo borbotta, ci guardiamo in cagnesco, poi mi da ragione. Da quel momento facciamo finta di essere amici, perchè succede sempre così fra terruncielli (e lui lo era): un momento prima si rischia la rissa, un momento dopo pacche sulle spalle. Anche lui terrunciello in Erasmus a Monaco come me, verrò a sapere.

Flashback numero due: 
Bologna, un anno e mezzo fa, è l’estate dei mondiali. Gruppo di amici qui in casa per vedere una partita alla tivvù. All’improvviso piomba qui a casa il biondino di cui sopra, di passaggio per un pomeriggio a Bologna e che era riuscito ad avere il mio numero di telefono. Brindiamo alla salute della nazionale di calcio con una serie di Peroni, poi finisce la partita e ognuno torna a casa sua. Il biondino non lo rivedo più.

Finchè.

Finchè ieri (tatàaaan) me lo ritrovo su tutte le pagine dei giornali incriminato come presunto omicida della studentessa inglese a Perugia. Uno legge ste cose è pensa: è incredibile. Non ti viene da pensare: è impossibile. A sto mondo tutto è possibile. Ti viene solo da pensare: merda, è incredibile. 

Viene da pensare, quello nelle foto non sono io ma porca miseria potrei benissimo essere io. Viene da pensare: stesse esperienze, stessi luoghi, stesse persone frequentate, stesso nome (!), un momento eravamo sullo stesso binario, un momento dopo lui è lì presunto sgozzatore sui giornali ed io sono qui che mi faccio il caffè e scongelo la carne per la cena.

Viene da pensare: questo ragazzo ha un Myspace dove ha caricato centinaia di immagini di lui sorridente che abbraccia gli amici dell’Erasmus e dei luoghi che ha visitato. Le facce che sono assieme a lui sono le stesse che ho sulle mie fotografie di quel periodo. Quello non sono io, ma potrei essere io. I giornalisti spulciano tra le foto e scovano quelle tre dove lui si è travestito (per carnevale? Boh.) con la carta igienica attorno al corpo a simulare una mummia e una finta mannaia in mano. Mettono una foto della sua mano con il dito medio. Quelle immagini dove appare come un ragazzo normale, non le mettono. Le più sospette le pubblicano sui siti principali di informazione. Scrivono, i giornalisti, che il presunto omicida è stato a Dachau, a Norimberga, due luoghi che richiamano le vicende del passato nazista della Germania. Uno legge e pensa Cazzo, a Dachau! Però io che ero lì, so che le visite a quelle città erano state organizzate dall’allegro gruppetto degli Erasmiani di Monaco, delle gitarelle da compari in vacanza. Io non c’ero, ma è solo un caso. Tra le sue foto io non ci sono, ma è tutto soltanto un caso. 

Pensare E’ Stato Lui, Non E’ Stato Lui non ha importanza, adesso. Si legge che ha mentito, e se uno mente (forse) ha qualcosa da nascondere. Ecco, forse. Ma non è questo il punto. Quello che ti viene in mente è che potresti esserci tu, e per esteso quello nelle foto potrebbe essere un Pinco Pallino qualunque, anche tu che stai leggendo queste righe. Ti stai facendo il caffè? Stai scongelando la carne per la cena? Potresti essere anche tu, diventare la star omicida del momento.

Ti va?  

se ne va

Se ne va il grande giornalista Enzo Biagi e giustamente tutti ne piangono la scomparsa. Scompare un bravo signore coi capelli bianchi che conosci da quando sei nato e, cacchio, ti dispiace. Uno non è che si fa domande Era un Maesto, Non lo Era, uno si dispiace come quando vieni a sapere che è morta quell’amica di tua nonna che veniva a casa portandoti il tegamino con un po’ delle cicorie che aveva cucinato per se stessa.    

Poi il coinquilino Billigiò, con il cinismo che lo contraddistingue, alla notizia del malore se ne esce blaterando che sti personaggi devono proprio morire per uscire dalla scena. Tu che davanti a ste parole vuoi fare il democristiano che mette d’accordo tutti – e magari vorresti contraddirlo – ti rendi conto che comunque qualcosa non va, se davvero qui stiamo attaccati ai nonnetti fino a quando non schiattano. E non è neanche colpa loro, se sono ancora lì che lavorano con la prostata ipertrofica, la colpa semmai è di chi si fida esclusivamente dei capelli bianchi e delle rughe scavate dei Pieri Angela e dei Pippi Baudi. Che si fa presto a dire C’Hai Trent’anni Sei un Bamboccione, se poi alla tivvù i presentatori c’hanno la dentiera e i tuoi professori dell’università vanno in pensione a trecento anni e c’hanno gli assistenti con l’osteoporosi.    

Che questa iconografia del matusalemme ci accompagna sempre e ci rassicura, porca miseria, al punto che inizi a far confusione. Un giorno uscendo di fretta dal bagno della facoltà mi trovai all’improvviso di fronte alla grandissima Rita Levi Montalcini, e davvero la salutai con un Uei Ciao! come si usa fra compari, credendo per un istante di trovarmi di fronte ad una vecchia zia/conoscente del paesello di cui non ricordavi il nome. E per fortuna che la Rita Levi – con tutto il rispetto che tutti noi portiamo nei confronti del suo capoccione da premio nobel – già al tempo era mezza cieca e non si accorse di nulla. 

L’uomo, qualche volta, è come le scimmie: ha il gusto dell’imitazione.
(E.Biagi)

viulenza

Adesso fanno pure le spedizioni punitive contro i rumeni e le chiamano Reazioni del Popolo Esasperato, cercando di stabilire una correlazione fra causa e conseguenza, fra il fattaccio dell’altro giorno e le sprangate contro la signora rumena che sta mettendo la spesa nel bagagliaio dell’auto.

Se vogliamo fare i sociologi, le possiamo pure chiamare Reazioni del Popolo Esasperato, però se vogliamo fare i sociologi dobbiamo pure dimenticare che esistono tante teste bollenti con la sprangata facile. E dobbiamo pure dimenticare che sul 100% delle persone che calpestano questo mondo ci sarà sempre una certa percentuale di bulletti che non vedono l’ora di spaccare la faccia a qualcuno, e che se sei cresciuto nella provincia meridionale questa percentuale prenderà le sembianze del delinquente di quartiere che sgommando sulla motoretta verrà a chiederti sfrontato “Cazzo guardi?” “Cazzo vuoi?” mentre tu ciucci spensierato il tuo ghiacciolo all’amarena seduto sul marciapiede; e la stessa percentuale di persone, dopo aver letto qualche libro, si autoproclamerà fascista e poi verrà a prenderti a craniate sul naso con argomentazioni di poco superiori al Cazzo Vuoi Cazzo Guardi di cui sopra.

Che poi il sociologo politologo mi verrà a costruire tutte le relazioni che vuole fra il fattaccio dell’altro giorno la signora rumena sprangata con le borse della spesa in mano, però a Roma giusto qualche mese fa un gruppo di bulletti con la testa rasata venne a spaccare di mazzate un gruppo di ragazzi durante un concerto, e non c’erano stati fattacci o altre cose ad “esasperarli”, c’avevano solo voglia di prendere a mazzate qualcuno e lo hanno fatto, perchè quando scappa scappa e certe volte se trovi un motivo è meglio, ma se non lo trovi chissenefrega basta che porti la spranga.

entra in vigore

Entra in vigore la legge che vieta la vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Nei locali notturni già si organizzano. Il Corriere oggi pubblica un articolone-inchiesta: nei locali vengono già vendute cartuccine contenenti rhum, gin o vodka da tenere in tasca. Dopo le due di notte, se vuoi il cocktail alcolico devi solo ordinare un bicchiere di lemon soda o cola o quello che vuoi, e il cocktail te lo fai da te. Oppure i ragazzi arrivano già con le birre chiuse nel bagagliaio dell’auto. Tutto legale. Scritto un articolone sul Corriere di oggi. Ecco volevo dire, cari giornalisti del Corriere scrittori di articoli, sta tecnica complessa del drink che non te lo compri al bancone ma lo tieni imboscato da qualche parte, o delle birre che te le porti da casa, io e Billigiò le praticavamo che si era ancora nel millennio scorso. Anni e anni fa. Con le bottigliette nascoste nelle maniche come il mago Silvan o le lattine di birra nei calzettoni sotto i pantaloni ampi, noi ste cose le facevamo già nel 1900, e mo voglio subito un’intervista.

N.B.poi si tornava sempre a casa a piedi, noi bravi ragazzi, ovvio.