Ad un certo punto c’erano le oche che volavano di fianco alla macchina, dalla parte del mio finestrino, e io volevo correre assieme a loro. Queste due oche che andavano veloci con il becco allungato in avanti e dietro le nuvole grigie cariche di neve. Le oche in volo il giorno di Pasqua raggiungono gli ottanta, ottantacinque chilometri orari, per la cronaca. E poi deviano verso il lago, e se ti impunti di seguirle anche lì finisce che ti suicidi.
E suicidarsi così, il giorno di pasqua nella pianura olandese, mentre guidi su di un filo di asfalto che si insinua fra due specchi di acqua tremolante per il vento, potrebbe essere anche pittoresco tenuto conto che c’è un paesaggio intorno mica male – hai un direttore della fotografia chiuso nel bagagliaio? – sulla guida si affermava che avremmo trovato paesaggi desolati e io volevo trovarla per forza sta desolazione, ma dicevo, suicidarsi così sarebbe una cosa che poi un giorno ti ricorderebbero come quello che inseguiva le oche nel cielo, anche bello per carità, però diciamo che non mi sembra il caso.
La prima pasqua lontano dal paesello e dalla famigghia, uno pensa chissà cosa, e poi invece No.
Rafè, sarò ripetitivo, ma io vengo a leggerti soprattutto perché la tua scrittura mi rilassa, mi placa, mi rasserena. Parlami di quello che vuoi, ma parlamene sempre così! Fiatu!
Se morivi riconrrendo le oche avresti vinto sicuramente il il “Darwin award” come morte più stupida 😀
son belle le pasque lontane.
baccassino:
grazie! un ansiolitico, praticamente.
dopo aver abbattuto il mito del natale a casa, la pasqua é stata una passeggiata.
ma le oche sono suicide?
sai quanti “e poi invece no” ho già fatto? non ci farai più caso, natale, pasqua e così sia. ci piace.
Le oche in volo il giorno di Pasqua raggiungono gli ottanta, ottantacinque chilometri orari, per la cronaca
e un’oca che vola..chessò..il 25 ottobre..che velocità raggiunge?
😀