se il mio nuovo dottore

Se il mio nuovo dottore qui nel Paese Basso si lascia andare sulla poltrona, mi guarda in faccia e mi chiede: Italiano? E cosa fai qui: studi? Ecco, se mi chiede se sono qui a studiare, nonostante questa faccia deformata dal sonno mancante, allora vuol dire che non sono messo troppo male.

E la notte nel letto, ancora mi succede, e per fortuna mi succede, di dirmi Non Dormire! per continuare a leggere – giá assaporando la stanchezza improponibile del mattino seguente. Quando suona la sveglia mi ripeto che è improponibile, improponibile. La solitudine dei numeri primi ha un titolo insuperabile, e qualunque cosa ci fosse stata scritta in quel libro, il titolo sarebbe stato comunque piú bello. Sono due cose che mi restano da questo libro: la consapevolezza che le cose possono scriversi semplici – e andare bene lo stesso – e una considerazione su De Carlo che però sarebbe lunga da spiegare.

Il mio dottore pare una brava persona, ma si lecca il pollice in continuazione per sfogliare i moduli del sistema sanitario barbaro.

I ragazzi del camion della spazzatura sorridono mentre lanciano i sacchi di plastica nel camion. Vanno avanti, e quando li supero in auto, quelli ridono ancora.

Le avrei volute avere io, quando ero a Bologna, le biblioteche che chiudono alle tre di mattina.

É caduto un aereo a due passi da qui, in territorio Basso. Il cielo come si vede nelle foto é un cielo barbaro e assomiglia a certe pianure lombarde di inverno, per quanto le conosco poco e male, le pianure lombarde d’inverno.

La nuova abitudine di Febbraio 2009 é andare in mensa avendoci, nella tasca dei pantaloni, qualcosa stampato appositamente per essere letto durante il pranzo. Oggi era il turno di Chinaski e Galli Della Loggia.

12 pensieri su “se il mio nuovo dottore

  1. 1)aprilo, sto dibattito su De Carlo, che mi sta antipatico quasi quanto Baricco.
    2)anch’io quando vado a pranzare sola mi porto un libro o qualcosa di stampato ad hoc 😉 il chinasky che linki è spettacolare.
    3)anch’io ogni tanto mi sento ancora dire: ITALIANA? SEI IN ERASMUS? e ci godo da morire 😉

  2. mmmh…la solitudine dei numeri primi, bello, ma non vi ha devastato tutta questa forza di autodistruzione dei protagonisti?
    Per il cielo lombardo, lo conoscerai poco e male ma il paragone l’hai perfettamente azzeccato, fidati:)

    m.

  3. Ste, IRI:
    no no, troppo complicato, davvero, e troppo lungo, e fuori luogo.

    entina:
    eccerto, che e’ diversa, e la biblioteca e’ pure troppo lontana da casa.

    firlinfeu:
    piuttosto mi ha devastato non capire il motivo di tutta quella smania di autodistruzione, perche’ non e’ stata approfondita e giustificata abbastanza, ma va bene lo stesso cosi’ .

  4. Li ho conosciuti tutti e due, De Carlo e Baricco, i due massimi esponenti dello “scrivere da Dio” italico. Sono tanto pieni di sé, però minchia che carisma!!! Soprattutto il De Carlo. Uno con quel carisma può anche scrivere frasi senza senso compiuto tanto finisci sempre col pendere dalle sue labbra. Però poi ti rendi conto che alla fine è solo carisma, e (lo dico a scrittore invidioso) ne godi.

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