Molto bello fare lo schiavo di notte in un centro commerciale, molto bello, davvero. Ravanare fra gli scatoli di calzini per bimbi “da sei mesi ad un anno” per sette ore consecutive, tornare a casa che sono le cinque di mattina. Molto belli i centri commerciali, sono proprio dei luoghi finissimi, con queste finte palme altissime posizionate al centro di piazzette lastricate col marmo lucido, con automobili fresche di concessionaria piazzate a caso lungo i percorsi, e i clienti dai capelli ingelatinati che sbavano sbriciando attraverso i finestrini. E certi armadi che passeggiano tenendo per mano giovani femmine taccute e pericolanti, masticando chewing gum coi perizomi che sbucano dal bordo dei jeans, mentre indicano attraverso le vetrine certi prodotti griffati che non cito.
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Sulla notte trascorsa in quel luogo, poco da dire. I miei colleghi erano un orso Baloo scienziato politico laureato dieci anni fa, un tizio smilzo e tabagista, una muflona femmina taciturna e scura. Il capo, un milanese che mi ha fatto capire che se voglio anche io posso sembrare milanese, dicendo cose del tipo PrAndi La MaGliAtta, Passami La PinzAtta, Portami La MacchinAtta.
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Tutta una serie di incentivi alla tristezza che non hanno avuto alcun effetto. Ormai qui scivola tutto addosso come se fosse niente. E’ tutta acqua fresca e polvere sollevata dal vento.
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Tutto scivola via, perfino Bill Corgan che dalle casse gracchianti del negozio canta We Must Never Be Apart mentre faccio il conto delle gonnelline per bambina appese davanti a me. Che voglio vedervi a voi, al momento dell’assolo di sta canzone, a contare gonnelline nella notte a cento chilometri dal letto.
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Anche i romanzi di Bukowski erano pieni di esperienze lavorative grame con chiari riferimenti autobiografici, però se poi non arrivano pubblicazioni e fama internazionale a pareggiare i conti, ecco, non ne vale la pena.
“La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno,mi sembra la soluzione più sensata”
-Bukoswki-
Dai Rafeli, sei grande!
Ginevra
internazionalmente conosciuto come l’autore di un romanzo saggio autobiologico: “Incentivi alla tristezza”, sotto titolo “come polvere sollevata dal vento”.
Io lo comprerei.
No, non è vero.
Però lo prenderei in biblioteca.
E dopo magari lo comprerei.
potresti bukowskare, ma ti tocca qualche scopata tra le calze bimbo.
dimmi una cosa rafeli, ma veramente c’è stato qualche commentatore che ha commentato le tue parole fumose con la sua faccia!?O.O
la webcam l’ho messa in una casa di riposo non lontano dalla città, pare si trovi bene.
Allora facciamo che bukowski anche no, valà.
tenero, per davvero.
Memore della mia esperienza lavorativa all’ Iper (non di notte), ti avverto che sono luoghi pieni di promiscuità (qualsiasi cosa significhi)
io però ho sempre sognato di restare chiusa una notte in un centro commerciale. c’era tipo un film, o qualcosa del genere.
spero almeno che ti paghino bene.