Dopo ore di nervosismo pessimismo e ragionevole fastidio, dopo aver perso tempo fra lavori stradali che io mica posso evitarli, i lavori – ché i cartelli cento metri prima sono scritti in barbaro, porcalamiseria – dopo aver cercato parcheggio per mezz’ora, sono entrato incazzatissimo nell’ufficio anagrafe per cambiare il mio indirizzo ufficiale, e incazzatissimo mi rivolgo al receptionist. Lui ha una camiciola estiva e una faccia cioccolato, e sorride e preme un bottone e sorridendo mi da’ il biglietto e mi dice: Per Gli Indirizzi, Vai Qui. E sorride. Ed io mi ricordo improvvisamente di lui, della mia prima volta all’ufficio anagrafe un anno prima, e di lui che pure quella volta era sorridente e gentile, e quella volta – come questa volta – pareva avesse appena cominciato la giornata, e invece erano le otto di sera. A vederlo così gentile e sorridente ho pensato: questo qui sorride solo quando arrivo io, come in un Truman Show lui sorride solo al mio passaggio. Ed ho pensato, se fosse così, sarebbe davvero incredibile. E poi un momento dopo ho pensato, forse non è un Truman Show, forse lui ha sorriso a tutti, ogni giorno di questo lungo anno, a tutti quelli che come me – probabilmente meno di me – sono arrivati incazzati al suo sportello. Ed ho pensato, se fosse davvero così, allora sarebbe ancora più incredibile.
avvolte succede che le persone sorridono… costa meno energia e fa tanto bene 🙂
Qua al paesello, se ti sorridono all’ufficio, pensi o che ti stiano prendendo in giro o che t’hanno scambiato per un altro. Ohibò.
che bello
vuol dire che è pagato bene!