Ci ho pensato tante volte e ci ho pensato anche ieri pomeriggio, mentre sgambettavo in pantaloncini corti nel boschetto che lambisce la mia nuova casa. Ci ho pensato mentre correvo lungo questo sentiero fangoso sotto una cupola di foglie fitte e verdissime, fiancheggiando la linea della ferrovia e spaventando i pesciolini nei canali. Ho pensato: mi prendesse un colpo in questo momento e cadessi per terra, chi lo saprebbe? Cadessi nel canale e affogassi in questo momento, chi saprebbe dove venirmi a cercare? Qualcuno sa che sono in Paese Basso, e qualcuno sa in quale paesino mi trovo, ma nessuno conosce l’indirizzo esatto, o come arrivarci. Nessuno. Passerebbero giorni, come i pensionati che si decompongono ad agosto negli appartamenti delle cittá e poi li scoprono dopo tre mesi. Che poi i pensionati, almeno, sono registrati al Comune. Io nemmeno quello. Il mio padrone di casa, il biondo facinoroso, non mi ha nemmeno chiesto i documenti. Ho detto come mi chiamo ma potrei benissimo chiamarmi Matthew, o Ludmillo, o SegreteriaTelefonica. In teoria non esisto. Lascio impronte di scarpe sul sentiero fangoso, ma sono piedi che in teoria non esistono.
Ancora ricordo la prima volta che mi successe di pensare sta cosa – e la ripeto sempre, e sono un po’ ripetitivo – quando sei-sette anni fa stavo trascinando la mia valigia con le rotelle scassate sotto ad un ponte, nella periferia di Londra. Nemmeno io sapevo dove mi trovavo esattamente. C’erano i cartelli del Comune che dicevano: non avere paura delle pistole nel tuo quartiere! Avevo appena lasciato una casa e cercavo l’indirizzo di quella che sarebbe stata la mia nuova dimora per i prossimi dieci giorni. Ricordo che c’era una pozzanghera ovale sull’asfalto. Avevo una camicia verde infeltrita e scarpe scomode. Poi in seguito fui contento di raccontare del ponte, della valigia scassata e della pozzanghera. Anche adesso, potrei parlare di altro, e invece vai a capire perchè, parlo di questo.
beh.
sono pensieri che facciamo un po’ tutti, perfino io li faccio a casa la notte (cioè, io sto dentro casa, non sarebbe difficile trovarmi).
però se ti vuoi tranquillizzare portati il telefonino quando vai a correre nei boschetti, così se ti piglia un colpo e resti secco ti si può rintracciare col gps del cellulare (c’è vero? non è una roba da telefilm?)
adesso sì, dillo, che sei più sereno
io non corro questi rischi. mia madre mi troverebbe ovunque. ovunque. e non è sempre un bene, pensa te.
io sono costretta a aggiornare il mio indirizzo a lavoro, cosí se non mi trovano chiamano i pompieri.
é bello perdersi ogni tanto, fare finta di non esistere.
point is:
ma una volta che sei finito nel canale con i pesciolini, a te, chettefrega?
in alternativa puoi usare Brightkite (.com) – oppure puoi usare il tuo blog per geotaggarti 🙂
Ciao,
Espressione Regolare
http://www.kappero.com
Sicuro, hai il mal di casa.Ecco.