Non ci si deve stupire dell’abusato termine “buonista”. Pare assurdo ma e’ tutta una questione di prospettive.
Dalla prospettiva dell’egoista, del povero di spirito che non prova empatia, dalla prospettiva misera di colui che pensa solo al proprio ritorno personale, del bifolco della macchina parcheggiata in seconda fila che blocca l’ambulanza, della lavatrice rotta scaricata in campagna, da quella prospettiva insomma, pare inconcepibile che altri esseri umani possano provare dei sinceri sentimenti di compassione, di empatia, di dolore pensando al dolore degli altri. Che siano davvero disposti a rinunciare a porzioni di proprio benessere per trasferirlo a chi affoga nel mare di gennaio. Che siano disposti a rinunciare a qualcosa seguendo concetti impalpabili tipo la coerenza a valori etici. La loro intera esistenza e’ fondata sulla sacra legge del fottere il prossimo, del fottere lo Stato. Non sono cattivi per scelta. Sono cattivi perche’ ignoranti come la merda. E per loro un pensiero o un’azione politica fondata sulla generosita’ senza guadagno pare impossibile.
Pare inconcepibile: credono che sia tutto un bluff. E infatti non solo usano la parola ‘buonista’ come fosse un insulto, ma dicono proprio finti buonisti. Finti. E questa e’ la prova definitiva di quello che passa nelle loro teste: ‘finti’. Perche’ non e’ possibile che sia vero.
Sì, però che desolazione.
sì, pensano sempre che dietro ci sia un tornaconto o almeno un interesse personale, come quando dissero alle adolescenti che manifestavano per i diritti dei migranti che “volevano l’uccello nero” (perdonate la volgarità, ma ovviamente l’immagine non è mia). il pensiero che semplicemente volessero diritti uguali per tutti non riesce a sfiorarli. 😦
era da tanto che non passavo ma quanto hai ragione… un saluto dal Texas (sono nonsisamai.com eh)
ciao! bentornata!