i belgi

I belgi ti sembrano tutti diversi l’uno dall’altro.

E questa è una cosa positiva – per te che guardi con occhi comunque da italiano. Perché vivendo all’estero hai capito una cosa: un popolo è tanto più diverso da te, quanto più gli individui di quel popolo ti sembrano tutti uguali.

E’ un concetto semplice ma fondamentale: se un popolo lo percepisco come moltitudine di individui tutti diversi tra loro, allora vorrà dire che in un certo senso io sono dentro, e vedo tutto da dentro. Se invece il mio cervello considera un popolo come un gregge di essere umani più o meno tutti uguali, allora vorrà dire che – rispetto a loro –  io sono fuori, e vedo tutto da fuori (sto quindi osservando qualcosa di troppo diverso da me).

Sembrerà poco interessante, o sembrerà interessante solo per chi come il sottoscritto vive in un posto altro da sé, e rimugina su queste differenze.

I barbari del Paese Basso – per motivi diversi – a parte poche eccezioni, mi parevano tutti uguali. La prova del nove della mia teoria appena partorita potrebbe essere la percezione che tutti noi abbiamo degli asiatici: a meno che tu non sia asiatico, per te loro sono tutti cinesi. Anche se non è vero. A prescindere.

L’italiano che non ha viaggiato pensa la stessa cosa dei tedeschi. L’italiano contaminato e mitteleuropeo invece non la pensa più – perché per lui già i tedeschi sono meno diversi. E del resto come ha scritto un disgraziato, per il salentino ortodosso e ignorante tutti quelli con un accento del Nord sono comunque “milanesi”.

Vabe’, quello che volevo spiegare mi si e’ accartocciato fra le mani mentre scrivevo, ma non mi va di tornare su a correggere.

3 pensieri su “i belgi

  1. A me i belgi spesso capita di confonderli con gli olandesi, forse più silenziosi. Un’altra cosa che ho notato è che spesso sono bizzarri. Ah, sì, e sono gli ultimi in Europa a portare i capelli lunghi. In entrambi i casi, vedi tu se è bene o male.

    Quanto agli olandesi, per me sono la popolazione più riconoscibile quando all’estero. I dentoni, la pettinatura del maschio con capello ingellato all’indietro e volume sopra la testa (“modello van Nistelrooy”) è univoca, così come il jeans bracalone e la camicia con colletto a falda larga, coperta da felpa grigia con cappuccio e giacca di pelle beige. La donna coi boccoli, vestito semilungo a fiorami sopra legging fino a metà polpaccio, grossi bracciali di plastica. Perfino un certo modo malinconico e dolce di sorridere.*

    *Disclaimer: aggiornato al 2012. Può contenere tracce anche rilevanti di stereotipi.

    • e sugli olandesi si potrebbe continuare: scarpe a punta di pelle marrone coordinate alla cintura, maglietta bianca sotto la camicia, assenza di barba o comunque rasatissimi, oppure cinquantenni con la panza che indossano magliette con ampio scollo a V, eccetera eccetera

      • Come ho potuto dimenticare le scarpe a punta e la rasatura? Ci vuole che ci torni per ricordarmi come funziona.

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