Ai gate degli aereoporti, un’ora prima della partenza dell’aereo, trovi la gente in fila.
Gente in fila che ha nessun motivo di essere in fila. Non è che se lasciano la fila l’aereo parte senza di loro. No: l’aereo partirà dopo un’ora. O dopo venti minuti – il concetto non cambia. Il loro posto è assegnato. Non devono neanche combattere per la poltrona migliore: tutti i posti sono assegnati.
Al contrario, la gente avrebbe tantissimi motivi di non essere in fila. La fila è scomoda. Se hai dei bambini, quelli scappano e tu devi urlare e innervosirti. Alcuni dei tuoi bagagli vanno tenuti in mano o in spalla, e ti stanchi di più. Devi odiare il tuo vicino – anche lui inspiegabilmente in fila – che cerca di saltarti. In alcuni casi appena dopo il controllo ti rinchiudono in un recinto stretto in attesa di farti proseguire verso l’aereo. Se sei in fila, arriverai prima degli altri sull’aereo, che però non è un luogo comodo. Seduto in un sedile stretto di aereo dovrai osservare gente che passa con il pube vicino alla tua faccia.
Insomma se – invece di comportarti senza logica – semplicemente aspettassi l’esaurimento della fila e poi entrassi in aereo, ti risparmieresti tutte queste cose. Senza perdere nulla. Eppure la gente continua a fare la fila. Senza motivo. Perché fa la fila?
Dopo anni di osservazione e sconcerto, sono giunto alla conclusione che la gente fa la fila perché la gente fa la fila.
In altre parole, sono abituati a vedere gente in fila, e quindi si mettono in fila. Gli altri vedono la fila formarsi, e si mettono in fila. Tutto questo non ha senso, eppure va avanti così perché la gente non si fa domande. Oppure ha senso, se si pensa a quanto diffusa sia l’abitudine, o la tendenza innata, a non farsi domande.
(nella foto: immotivata fila ad Eindhoven, 30 minuti prima della partenza)
Ho scoperto che non fare la fila può implicare, in voli interni molto piccoli, non avere posto per il bagaglio a mano. E allora il pc lo devi tenere in mano o sotto ai piedi (!?!?) in fase di decollo/atterraggio e il tuo bagaglio a mano viene messo in stiva, non importa che abbia altre cose fragili dentro, o cose che ti servono.
Dopo due volte che mi capita, ora sono la prima della fila.
Zion purtroppo ha ragione, il rischio è di non trovare posto per il bagaglio a mano.
Tenere il pc sotto i piedi su di un ryanair malpensa-capodichino potrebbe rivelarsi un dramma nel dramma, specie se sei alto 1.90 e già non sai dove tenere i piedi
In questi casi si usa il bagaglio matrioska: un sacchetto all’interno della valigia con tutto il necessario, pc compreso. E una volta saliti con il sacchetto, lo si puo’ mettere ovunque, non solo sotto i piedi.
(e a parte questo, vai a capire il problema di un pc sotto al sedile – anche piu comodo della cappelliera)
(e a parte questo, anche nei voli non Ryanair dove il problema della valigia persiste, la fila e’ li’).
Verissimo. E lo stesso fenomeno si verifica puntualmente anche negli uffici pubblici.
Mi sono interrogata parecchio sul fenomeno, perché questa estate ho preso un mucchio di aerei. Tra l’altro in un’occasione, simpaticamente Easy Jet ci ha fatto attendere un quarto d’ora fermi (e ovviamente in coda) dopo l’imbarco, nel corridoio prima delle scale. In Turchia per esempio la gente imbarca in stiva anche i bagagli più piccoli (cappelliere vuote!), chissà perché, eppure si mettevano in coda uguale. La mia supposizione è che molti, annoiati dopo essere stati a lungo seduti alle scomode seggiole dei gate, cercano un diversivo e mettersi in coda è l’unica cosa che trovano.
esattamente, quell’attesa dopo l’imbarco e’ la trappola assoluta, spesso in luoghi strettissimi. quelli che sono in fila prima dell’imbarco VEDONO il loro destino (essere pressati in un luogo strettissimo) eppure si mettono in fila.
Lemmings.
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