La gente si perdono di vista. La gente credono che il tempo e la distanza non contano, se l’obiettivo è non perdersi di vista. Ma poi invece si perdono di vista. Soprattutto la distanza riesce a scavare i confini. Nel migliore dei casi si dice quando ci si vede, anche dopo tanto tempo, è come se ci fossimo lasciati il giorno prima. Ma questo vuol dire che entrambe le persone sono capaci per un momento di ridiventare quello che erano quel giorno prima, non quello che sono diventati adesso dopo tanto tempo. Dunque è soprattutto una questione geografica, una questione di prossimità. Una questione randomica e triste allora, ché è come crescere cattolici o protestanti o musulmani a seconda di dove sei nato.
Spero almeno una questione randomica e triste unita ad una questione di scelta e volontà. Nel senso che non tutti quelli vicini si frequentano con piacere pur essendo facili da raggiungere, e quelli lontani che davvero davvero vogliono vedersi-raccontarsi-capirsi lo fanno. Forse però mi riferisco a tempi troppo brevi, e non riesco a capire davvero quello che intendi.
Io credo invece che certe persone si perdono di vista perchè parallelamente alla distanza geografica si lascia crescere anche una distanza emotiva che si nutre di silenzio, disattenzione, disinteresse. Invece ci sono affetti ed amicizie che davvero resistono, nonostante la distanza geografica, e che si nutrono della cura dei piccoli gesti. E così ci sono amici un tempo carissimi che ormai ho perso di vista, e mi sembra impossibile che ieri fossimo così vicini. Viceversa ci sono amicizie che la distanza ha temprato, e non solo ogni volta che ci si rivede sembra ieri, ma c’è sempre qualche tassello in più, un passo avanti fatto insieme, anche a distanza.
non so se ho capito bene. pero’ so che puo’ anche non essere triste, ci vuole tanto lavoro e volonta’, quello si’.
ciao, da quanto btw!
nonsi