Uno dei problemi principali di Brussélle – devo ancora decidere se considerarlo il numero uno, due o tre – è la gente che poi se ne va. In due anni posso già contare un certo numero di persone con cui ho scambiato parole birre messaggi attenzioni battute e che adesso, ecco, non sono più qui, sono andati altrove. Il problema della gente che poi se ne va è comune a tutte le capitali, ed è comune a tutti quelli che vivono da dislocati come il sottoscritto, perché a vivere da dislocati si finisce per avere a che fare con altri dislocati. E questi dislocati hanno la tendenza a considerare tutto il mondo come un potenziale mercato del lavoro – e se non proprio tutto il mondo, perlomeno l’Europa. E l’Europa è grande.
Vivere da dislocati in una capitale, dunque, peggiora il problema. In questo tritacarne sociale, si finisce per diventare scaltri. E dunque se pure uno ancora non se ne è andato – ma ti fa capire dalle parole o dai gesti che potrebbe essere uno di quelli che poi se ne va – nella tua testa in pochi minuti lo trasformi in un fantasma. Ci parli, ma già lo vedi sparire, tipo Patrick Swayze in Ghost.
condivido in pieno! anzi, a me pare che arrivi a un punto in cui, già dall’inizio, quando conosci qualcuno, inizi sotto sotto a vaccinarti dal probabile distacco. e via, sulla strada maestra per la superficialità…
Resistere ed uscire dalla eurobubble! Da allora non ho più farewell parties. (Il rovescio della medaglia è l’aumento dei matrimoni)
dovrei diventare “belga”?
Un po’ contaminato almeno! (Bar fiamminghi invece che lo Zonneklop, place Saint Catherine invece che place Lux, Catclub invece che Antitapas, palestra di quartiere invece che catena americana). O forse e’ anche la differenza d’eta’…
Anche io penso che dovresti uscire dall’eurobubble! Con me ha funzionato, peccato che poi sono stata io a partire………